Giacomo12

From Diwygiad

Indice - Undicesima parte - Tredicesima parte


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12. Rispondere alla volontà di Dio

(Giacomo 4:13-17)

Conoscete la famosa canzone di Frank Sinatra “My Way”, vale a dire, “Alla mia maniera”? Racconta di un uomo che si vanta di aver vissuto “alla sua maniera”, esattamente come ha voluto, senza che nessuno gli dicesse come vivere, senza doverne rendere conto a nessuno, così come voleva lui... L’ho ascoltata recentemente suonare ad un funerale, un moderno “funerale “laico”, un funerale, cioè, senza alcun riferimento a Dio o alla religione. L’uomo in questione, infatti, apparentemente aveva vissuto solo come lui voleva, senza mai interessarsi di Dio e della Sua volontà. Indubbiamente era un funerale “coerente” con il carattere della persona deceduta, senza l’ipocrisia del formalismo religioso. Un eroe moderno del laicismo!

Ecco la traduzione di “My Way” di Frank Sinatra[1]: “E ora la fine è vicina / E quindi affronto l'ultimo sipario / Amico mio, lo dirò chiaramente / Ti dico qual è la mia situazione, della quale sono certo / Ho vissuto una vita piena / Ho viaggiato su tutte le strade / Ma più. Molto più di questo / L'ho fatto alla mia maniera / Rimpianti, ne ho avuti qualcuno / Ma ancora, troppo pochi per citarli Ho fatto quello che dovevo fare / Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla / Ho programmato ogni percorso / Ogni passo attento lungo la strada / Ma più, molto più di questo / L'ho fatto alla mia maniera / Sì, ci sono state volte, sono sicuro lo hai saputo / Ho ingoiato più di quello che potessi masticare / Ma attraverso tutto questo, quando c'era un dubbio / Ho mangiato e poi sputato / Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi / L'ho fatto alla mia maniera / Ho amato, ho riso e pianto Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte / E allora, mentre le lacrime si fermano,/ Trovo tutto molto divertente / A pensare che ho fatto tutto questo; / E se posso dirlo - non sotto tono "No, oh non io / L'ho fatto alla mia maniera" / Cos'è un uomo, che cos'ha? / Se non se stesso, / allora non ha niente / Per dire le cose che davvero sente / E non le parole di uno che si inginocchia / La storia mostra che le ho prese / E l'ho fatto alla mia maniera”.

Tutto questo è sicuramente “il trionfo del laicismo”, il “trionfo” di chi vive: “...senza speranza e senza Dio nel mondo”[2] e che ne è fiero! Trionfo ...oppure sconfitta e futilità della vita umana? Sì, “vanità delle vanità”[3] la vita di un uomo vissuta, a proprio danno, come padrone del proprio destino, spodestando Dio! Che gli importa della volontà di Dio? Non gli interessa: quello che conta è la volontà umana! Che tragica cecità!

Nel testo biblico di oggi, l’epistola di Giacomo parla della necessità della sottomissione alla volontà di Dio. Per Giacomo, fare la volontà di Dio è un’altra prova, un’altra verifica dell’autentica fede salvifica. I veri cristiani sono qui rappresentati come coloro che “fanno la volontà di Dio di buon animo” o “di cuore”[4]. Essi sono coloro che con gioia e di buon grado pregano: “Sia fatta la Tua volontà”[5].

D’altro canto, la costante negligenza o la mancanza di interesse nella volontà di Dio è un segno sicuro della presenza in quella persona della di una fondamentale superbia - il peccato capitale che, per Giacomo, solo ingenera contese, mondanità e disprezzo degli altri (4:1-12). Non cercare di conoscere quale sia la volontà di Dio equivale a dire: “Io sono il sovrano reggitore della mia vita”, oppure, secondo uno slogan di moda: “La vita è mia e me la gestisco io”. Un tale atteggiamento arrogante è antitetico alla fede salvifica. Come, però, Giacomo ha rilevato: “Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili” (Giacomo 4:6).

Leggiamo che cosa ci dice Giacomo.

Il testo

“E ora a voi che dite: «Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo»; mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest'altro». Invece voi vi vantate con la vostra arroganza. Un tale vanto è cattivo. Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:13-17).

Coerentemente con il modello che Giacomo ha seguito per tutta la sua epistola, Giacomo così affronta la questione del come rispondere alla volontà di Dio con un approccio pratico. In questo breve testo, egli ci offre profonde osservazioni sul come molti rispondono alla volontà di Dio.

Qualcuno ha detto che circa il 90% della volontà di Dio per la nostra vita è già rivelato nella Bibbia. In altre parole, Dio ha già rivelato quel che dovrebbe essere la direzione primaria della nostra vita e, quando noi ubbidiamo ai principi più vasti, Egli ci rende i dettagli più chiari. Se questo è vero, allora uno studio attento e conoscenza della Scrittura deve essere prioritaria nella nostra vita cristiana. Quanto tempo passiamo ad ascoltare la Parola di Dio letta, predicata, o insegnata studiandoci di applicarla nella nostra vita? Esaminiamo con attenzione questo testo.

Esposizione

“E ora a voi che dite: «Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo»” (13).

1. “Oggi o domani”. Vivere la nostra vita responsabilmente, non “come capita” è una precisa nostra responsabilità. L’apostolo Paolo scrive: “Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo” (1 Timoteo 5:8). Questo corrisponde all’insegnamento di tutta la Bibbia: “In casa del saggio ci sono tesori preziosi e olio, ma l'uomo stolto dà fondo a tutto”[6]. La donna virtuosa, altresì: “Si procura lana e lino, e lavora gioiosa con le proprie mani … Sente che il suo lavoro rende bene; la sua lucerna non si spegne la notte … Sorveglia l'andamento della sua casa, e non mangia il pane di pigrizia”[7]. I saggi fanno bilanci preventivi ed elaborano progetti su come far fruttare i propri beni. Giacomo non condanna qui la saggia pianificazione dei nostri affari, ma la pianificazione che ne escluda Dio, un po’ come dice il proverbio italiano: “Fare i conti senza l’oste”. Il saggio mette in conto Dio come il “valore principale” della Sua vita ed è disposto a consultarlo perché Lo riconosce come il sovrano reggitore di ogni cosa. Chi fa progetti, però, senza Dio, è uno stolto. Le persone che Giacomo qui descrive, sono a tutti gli effetti, degli atei, persone che vivono e fanno i loro piani come se Dio non esistesse. Una tale condotta è incoerente con la fede salvifica autentica. Infatti:

“...mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (14).

Sì, “Non sapete quel che succederà”. Giacomo denuncia la presuntuosa follia di colui che dimostra il suo ateismo dal modo pensando di essere il padrone del proprio destino. Saranno proprio le sue scelte ed il suo modo di vivere, però, a condannarlo. Di fatto, egli non sa quel che il futuro gli riserverà e si fa delle illusioni. Certo, è disposto a rischiare. Dice: “Se mi va bene, va bene”, ma non sottopone i Suoi progetti alla sapienza di Dio. Difatti, Dio solo conosce il futuro, perché l’ha determinato.

La nostra vita, di fatto, è “vapore”. Questa espressione si riferisce forse al vapore che emettiamo con la bocca in una giornata molto fredda che appare per un momento solo e poi si dilegua. Questa espressione sottolinea il carattere transitorio della vita umana

L’atteggiamento migliore è un altro: “Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest'altro»” (15). Sì, “Se Dio vuole”. I veri cristiani sottomettono i loro piani alla signoria di Cristo. Lo stolto, invece, si illude.

“Invece voi vi vantate con la vostra arroganza. Un tale vanto è cattivo” (16). Per “arroganza” Giacomo intende la spavalderia con la quale vantiamo i successi che avremo pensando che tutto dipenda dalla nostra scaltrezza. La Scrittura dice: “C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte” (Proverbi 16:25).

Il nostro testo conclude con l’osservazione: “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (17). Dio dichiara stolto chi pretende di impostare la sua vita a modo suo senza tenere conto di Lui e della Sua volontà rivelata perché “quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro” (Romani 1:19). Nerssuno, infatti, potrà giustificarsi e dire: “Io non sapevo che Dio esiste e ha rivelato le cose a noi chiaramente”, perché questa conoscenza è palese ad ogni creatura umana anche se esteriormente lo nega. Pensa che gli convenga dire che di non sapere. La verità è che sopprime questa conoscenza e la ignora. Difatti, dice Paolo:”pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti” (Romani 1:21-22). Tutti “sanno”, il problema è che fanno finta di non sapere, pensano di saperla più lunga loro di Dio. E’ solo, però, a loro danno che ignorano Dio e la Sua volontà. Questo è il peccato per eccellenza. Che fa allora il Signore Iddio di fronte a persone così? Le abbandona, lasciandole a pagare il prezzo della loro stoltezza: “Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi” (Romani 1:24).

Il cristiano, però, è la persona che si è ravveduto di questo atteggiamento e, accogliendo l’Evangelo della salvezza in Gesù Cristo, viene rigenerato spiritualmente e persegue la conoscenza di Dio e l’ubbidienza alla Sua volontà rivelata. La Scrittura dice: “Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare”[8].

La volontà di Dio

Vale allora la pena di riflettere un poco di più su questyo argomento. Che cos’è “la volontà di Dio”? Normalmente ci si riferisce alla “volontà di Dio”per indicare un ineluttabile destino. Quando accade una disgrazia, infatti, è molto comune sentirci dire: “E’ volontà di Dio” nel senso di: “Mettiti il cuore in pace, doveva andare così!”; salvo poi covare dentro di noi risentimento verso Dio e accusarlo di ingiustizia per averci riservato queste sgradite “attenzioni”. Sicuramente tutto ciò che accade non è mai “una sorpresa” per Dio, avendo Egli disposto sovranamente ogni cosa per i Suoi fini, sempre buoni e sapienti, anche quando soggettivamente ci sembra il contrario. In questo senso, la “volontà di Dio” “accade” senza che noi si possa minimamente fare nulla al riguardo, salvo umilmente dire, come dice il Padre nostro: “Sia fatta la Tua volontà”, nel senso di “Riconosco che la Tua volontà è sempre buona e giusta e umilmente mi sottometto ad essa accettandola. Altra cosa, però, è desiderare conoscere la volontà di Dio, intesa come ciò che a Lui piace ed ha espresso nella Sua Parola affinché il Suo popolo la seguisse.

Di fatto, nel Nuovo Testamento incontriamo due differenti termini greci (boulé e thelema) entrambi con diverse sfumature. Essi includono concetti come il consiglio di Dio, il progetto di Dio, i decreti di Dio, la disposizione o atteggiamento di Dio, ed altro. La Bibbia parla frequentemente del determinato consiglio di Dio.

Al riguardo, il teologo R. C. Sproul, così insegna:

“Dove e quando Dio decretò da ogni eternità che Cristo dovesse morire su una croce a Gerusalemme in un particolare momento della storia, quello deve ed è necessario che avvenga. Esso avviene per il determinato consiglio e volontà di Dio. E’ ciò di cui parliamo quando ci riferiamo alla volontà decretale di Dio. Quella volontà Egli la pone in esecuzione per la pura potenza della Sua sovranità. E’ irresistibile, deve accadere.
Quando Dio chiama all’esistenza il mondo, esso viene in esistenza. Non può non cominciare. La luce non può non sorgere quando Egli dice: “Sia la luce”. Questa è la volontà decretale di Dio. Ora, noi pure parliamo di volontà prescrittiva di Dio. Comprendiamo come la volontà decretale di Dio non può essere resistita. La volontà precettiva di Dio, però, non solo è possibile che noi le opponiamo resistenza, ma le resistiamo sempre. La volontà precettiva di Dio fa riferimento alla Legge di Dio, ai Suoi comandamenti. Questa è la volontà di Dio che noi non non si abbia altro Dio di fronte a Lui.
Ora, quando qualcuno mi chiede: “In che modo io posso conoscere la volontà di Dio per la mia vita?”, Io vorrei dire loro: “Di quale volontà mi stai parlando? Ti riferisce alla volontà decretale di Dio? Stai parlando della volontà nascosta di Dio? Se stai parlando della volontà nascosta di Dio, la prima cosa che tu devi comprendere sulla volontà nascosta di Dio è che essa è nascosta, celata, inconoscibile. E quando qualcuno mi dice: “Che cosa Dio vuole che io faccia in questo tipo di caso?” Io gli rispondo: Come faccio a saperlo? Io studio teologia, ma non posso leggere la mente di Dio, non sono un indovino. Tutto ciò che posso fare è leggere la Parola di Dio, e quello che la Parola di Dio fa per me è di darmi la Sua volontà rivelata. E quello è un compito sufficiente per me da durare tutt’una vita per cercare di determinare tutto ciò che è in questo libro che Dio ha rivelato. E se tu mi chiedi in che modo io posso aiutarti con quella, io ti posso aiutare. Se però tu mi stai chiedendo della Sua volontà nascosta, stai chiedendo alla persona sbagliata, perché non ho nessun’idea di che cosa ci sia nella mente di Dio laddove Egli non ha rivelato Sé stesso. Una volta Calvino su questo punto disse: “Dove Dio chiude la Sua santa bocca, io smetto di chiedere”. Il che si potrebbe tradurre in termini moderni più o meno così: “La volontà segreta di Dio non è cosa che ti riguardi, non è affar tuo, ecco perché è nascosta”.

“Fare la volontà di Dio” è un atto di culto[9]. Deve essere fatta di buon animo[10] come un esplicito modo di vivere, essendone, cioè, “completamente disposti”[11], riconoscendo che Dio è Colui che deve operare in noi in quel senso[12]. Il riconoscimento della volontà di Dio affermerà la Sua sovranità su ogni aspetto della nostra vita. Noi viviamo, infatti, solo perché Dio lo vuole, perché Egli è in controllo sia della vita come della morte.

Conclusione

Le Scritture ci indicano diversi indizi per riconoscere un vero cristiano, come colui che ama Dio. si è ravveduto dai propri peccati, è caratterizzato da umiltà, devozione alla gloria di Dio, la preghiera, amore per il prossimo, separazione morale e spirituale dal mondo, come pure ubbidienza. Non c’è neklla, però, chew più chiaramente caratterizzi un vero cristiano che il suo desiderio di fare la volontà di Dio, tenendo conto di Dio non sllo comeColui che l’ha creato, ma con il quale è chiamato in Cristo ad essere in comunione ed attiva collaborazione per la causa del Suo regno

Il Signore Gesù parla chiaramente di chi, invece si comporta da stolto, escludendo Dio dalla sua vita. Gesù disse, infatti, una volta: “La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio»”. Saremo noi altrettanto stolti dell’uomo di cui qui Gesù parla?

Domande di approfondimento

  • Come definiresti la frase “la volontà di Dio”?
  • Descrivi alcuni dei modo che hai visto altri discernere la volontà di Dio.
  • In che modo tu determini quale sia per te la volontà di Dio? Perché?
  • In che modo Giacomo caratterizza la nostra vita (cioè, la lunghezza dei nostri giorni)? Perché questo è significativo? (Da considerare Giovve 9:25-26, Salmo 39:5,11; 62:9; 90:5-6,10).
  • Perché Giacomo insiste che noi dovremmo far precedere i nostri progetti da “Se Dio vuole”? Che cosa indica questo modo di pensare? (Da considerare Proverbi 19:21; Atti 18:21; Romani 1:10, ! Corinzi 4.19.
  • In che modo il nostro interesse per la volontà di Dio dimostra la nostra fede nella Sua sovranitò? (Da considerare: Deuteronomio 32:39; Giobbe 12:9-10; Salmo 104:29; Ebrei 9:27).
  • Secondo Giacomo, che cos’è che si nasconde nei ragionamenti che escludono Dio e la Sua volontà?
  • Secondo la parabola di Luca 12:13-21 quali debbono essere le nostre priorità? Quali le nostre ricchezze? Quali le nostre certezze?

Proverbi 27:1 dice: “Non ti vantare del domani, poiché non sai quel che un giorno possa produrre”. Perché è insensato presumere cose sul nostro futuro?

  • Quali cose nella tua vita sai che sono chiaramente nella volontà di Dio? (Considerare Efesini 5:17-21; 1 Tessalonicesi 4:3-8; 1 Pietro 2:13-15; 3:17).
  • Rifletti sul tuo approccio alla vita in una tipica tua giornata. In quale misura Dio e la Sua volontà figurano nei tuoi progetti? Il Suo regno e la Sua giustizia[13] è al primo posto nei tuoi pensieri? Forse che nella tua vita le realtà spirituali vengono lasciate ai margini come qualcosa di facoltativo?
  • In che modo potresti concentrare di più sul conoscere e sul fare la volontà di Dio?

Note

  • [1] http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_frank_sinatra_2329/testo_canzone_my_way_76657.html
  • [2] Efesini 2:12.
  • [3] Ecclesiaste 1:1.
  • [4] Efesini 6:6
  • [5] Matteo 6:10
  • [6] Proverbi 21:10
  • [7] Proverbi 31:10 ss
  • [8] Isaia 55:7
  • [9] “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:1-2).
  • [10] “...non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo. Fate la volontà di Dio di buon animo” (Efesini 6:6).
  • [11] “Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio … Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere perché stiate saldi, come uomini compiuti, completamente disposti a far la volontà di Dio” (Colossesi 1:9-10; 4:12).
  • [12] “Or il Dio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (Ebrei 13:20-21).
  • [13] Matteo 6:33.
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