Catmagwest089

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D/R 88 - indice - D/R 90


89 D. Che cosa sarà fatto agli ingiusti nel giorno del giudizio?

R. Nel Giorno del Giudizio gli ingiusti saranno posti alla sinistra di Cristo e, sulla base di chiare prove, e pienamente persuasi dalla propria coscienza della loro colpevolezza, riceveranno la temibile ma giusta sentenza di condanna pronunciata contro di loro. In forza di quella sentenza saranno respinti per sempre dalla presenza favorevole di Dio, la gloriosa comunione con Cristo, e i Suoi santi e tutti i Suoi santi angeli, per essere relegati nell'inferno, dove saranno puniti con indicibili tormenti sia nel corpo che nell'anima, con il diavolo e i suoi angeli.

Contents

[edit] Riferimenti biblici

  • Gli ingiusti saranno posti alla sinistra di Cristo. "...e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra" (Matteo 25:33).
  • Gli ingiusti saranno persuasi dalla propria coscienza di essere colpevoli. "Essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo" (Romani 2:15-16).
  • Cristo pronuncerà la sentenza contro gli ingiusti. "Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste" (Matteo 25:41-43).
  • Gli ingiusti saranno puniti con terribili tormenti per sempre. "...in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù. Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza" (2 Tessalonicesi 1:8-9).
  • Coloro che saranno condannati dal giudizio di Dio non potranno mai più, per tutta l'eternità, essere ristabiliti nel favore di Dio. "Certo, il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Meglio sarebbe per quell'uomo se non fosse mai nato" (Matteo 26:24).
  • La punizione degli ingiusti sarà eterna. "Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46).
  • La punizione dell'inferno coinvolgerà sia il corpo che l'anima. "Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo ... E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna" (Matteo 5:29-30; 10:28).
  • Le sofferenze dell'inferno non avranno mai fine. "Se la tua mano ti fa cadere in peccato, tagliala; meglio è per te entrare monco nella vita, che avere due mani e andartene nella geenna, nel fuoco inestinguibile, [dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne]. Se il tuo piede ti fa cadere in peccato, taglialo; meglio è per te entrare zoppo nella vita, che avere due piedi ed essere gettato nella geenna, [dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne]. Se l'occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne" (Marco 9:43-48).

[edit] Commento

Le Sacre Scritture parlano dell'intera umanità come sottoposta alla condanna ed alla giusta ira di Dio. Rappresentata da Adamo ed Eva espulsi dal giardino dell'Eden, respinti dalla presenza di Dio, la via de "l'albero della vita" le è definitivamente preclusa (Genesi 3:24). All'umanità bene si adattano le parole di Mosè: "Hanno agito perversamente contro di lui; non sono suoi figli, questi corrotti, razza storta e perversa" (Deuteronomio 32:5). Non c'è nessuno che in essa possa dirsi innocente, non c'è nessuno che, di fronte ai criteri della santità di Dio, possa essere considerato giusto: "Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10).

Sebbene temporaneamente la misericordia di Dio, nella Sua provvidenza, si estenda a tutti, "poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti" (Matteo 5:45), "la condanna si è estesa a tutti gli uomini" (Romani 5:18). La sentenza, dunque, è chiara ed inequivocabile: "Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio?" (1 Corinzi 6:9).

In questo quadro la misericordia di Dio si manifesta nel fatto che Egli accorda la grazia della salvezza in Cristo ad un certo numero di peccatori, infatti: "Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti" (1 Pietro 3:18). A questi viene accreditata la giustizia di Cristo ed essi vengono giustificati, rigenerati spiritualmente e dichiarati giusti. Essi possono così dire: "...essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira" (Romani 5:9). E' chiaro, così, Egli "riserva gli ingiusti per la punizione nel giorno del giudizio" (2 Pietro 2:9). Si tratta di ciò che nelle Sacre Scritture viene tradotto con il termine "inferno" luogo dove verrà eseguita la giusta sentenza di condanna che Dio ha emesso per coloro che, nel giorno del giudizio, compariranno come "ingiusti", cioè tutti coloro che non sono stati coperti dalla giustizia di Cristo. Indubbiamente oggi questa è una dottrina "controcorrente", scomoda ed impopolare, ma fa chiaramente parte della rivelazione biblica, in chiarissima evidenza nell'insegnamento stesso di Gesù.

La D/R 89 del Catechismo maggiore di Westminster parte dal concetto di separazione fra giusti ed ingiusti rappresentato da Gesù quando parla delle "pecore" separate dai "capri" nel testo sul giudizio delle nazioni di Matteo 25:33 dove le pecore vengono messe alla Sua destra ed i capri alla Sua sinistra. Quando le Scritture affermano che i giusti saranno posti alla sinistra di Cristo, esse intendono dire che vi sarà una chiara separazione giudiziaria fra i giusti e gli ingiusti. Queste due categorie di esseri umani che nella vita presente sono esistite fianco a fianco, saranno separate da Cristo quando comparirà nella Sua funzione di Giudice. Questa separazione sarà assolutamente giusta, precisa, totale e permanente. Per tutta l'eternità nessun ingiusto verrà mai più a contatto con i giusti. Non sarà più possibile più alcuna comunicazione fra i due gruppi. Nell'universo di Dio, il male e i malvagi saranno completamente isolati e condannati sulla base di quanto i loro peccati giustamente meritano e che la Legge di Dio da sempre aveva stabilito. Gli ingiusti saranno condannati sulla base dei loro peccati (Matteo 25:41-46; Apocalisse 20:12-13). Questo era stato stabilito da Dio dall'eternità sulla base del Suo decreto di riprovazione (nulla avviene senza che Dio lo abbia decretato), ma la base di questa condanna non è questo decreto, ma la loro trasgressione alla Legge di Dio.

Alcuni credono che sarebbe contrario allo "spirito di Cristo" credere nell'inferno. Tutto ciò che noi sappiamo sullo "spirito di Cristo", però, proviene dalla Bibbia, la Parola di Dio. Il fatto è che Cristo, nel Suo insegnamento, contiene più ammonimenti sul castigo eterno di quanti ne troviamo in ogni altra parte della Bibbia. Non erano gli apostoli né i profeti, ma Cristo stesso a parlare in modo chiaro ed inequivocabile del "verme che non muore", del "fuoco inestinguibile", delle tenebre di fuori, dello "stridor di denti", del Dio che è in grado di distruggere sia l'anima che il corpo nell'inferno. Coloro che affermano che credere all'inferno sia "contro lo spirito di Cristo" semplicemente dipingono un loro Cristo di fantasia che dice quel che fa loro più piacere di sentire e che poi definiscono "lo spirito di Cristo". E' veramente malvagio fare questo.

La dottrina biblica e riformata respinge così nettamente:

  • L'universalismo. L'universalismo è la credenza secondo la quale tutti alla fine saranno salvati e godranno di comunione con Dio. L'universalismo non può in alcun modo essere conciliato con la Bibbia e con le sue affermazioni a proposito dell'inferno. La Bibbia insegna chiaramente che non tutti, ma solo una parte dell'umanità sarà salvata ed il resto sarà eternamente perduto. Gesù parla di un peccato che non sarà mai perdonato in questo mondo o nel mondo a venire (Matteo 12:32). Al riguardo di Giuda iscariota afferma che sarebbe stato meglio che non fosse mai nato (Matteo 26:24).
  • L'annichilazionismo. Vi è chi crede che l'inferno non sarà eterno, ma solo temporaneo, dopodiché gli ingiusti all'inferno cesseranno di esistere, le loro personalità cancellate, totalmente disintegrate senza che nulla rimanga. Sostengono che Dio è troppo buono ed amorevole per punire eternamente anche solo una delle sue creature. Essi affermano che nella Bibbia l'aggettivo "eterno" non significhi "senza fine", ma solo un periodo molto lungo. La Scrittura, però, non lascia spazio a sofismi: "Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46). Non possiamo, poi, affermare che Dio sia "troppo buono per...". Tutto ciò che sappiamo sulla bontà e sull'amore di Dio lo troviamo nella Bibbia. La stessa Bibbia che dice come Dio sia amore, pure ci informa che: "il nostro Dio è anche un fuoco consumante" (Ebrei 12:29). Non possiamo prendere dalla Bibbia solo quello che ci piace. Dobbiamo accettare tutto quel che la Bibbia insegna, o tutta o niente. Se accettiamo ciò che la Bibbia ci dice sull'amore di Dio, dobbiamo pure accettare quel che ci dice sulla Sua giustizia ed ira contro il peccato (Romani 1:18).

Si pone poi il problema di chi non ha mai udito l'annuncio dell'Evangelo. Che avverrà di essi? E' una questione che non si pone, perché tutti coloro ai quali Dio ha concesso la grazia della salvezza verranno necessariamente raggiunti dall'annuncio dell'Evangelo, che ne è strumento, e vi risponderanno con gioia. In ogni caso, coloro che non hanno mai udito o non hanno potuto per qualche motivo udire l'Evangelo saranno giudicati sulla base della rivelazione di Dio nella luce della natura (Romani 1:20) e della Legge di Dio scritta sul loro cuore (Romani 2:14-16). Questa li convincerà di peccato e li renderà inescusabili. Coloro che pur avendo udito l'Evangelo non si sono affidati a Cristo per la loro salvezza, essendosi resi colpevoli del peccato di incredulità (che è tale), saranno condannati non solo sulla base dei loro peccati ma anche sulla base di questo peccato.

Quando, contro ogni loro aspettativa, gli ingiusti si ritroveranno condannati, forse che protesteranno ed accuseranno Dio di ingiustizia nei loro confronti? No, gli ingiusti, benché non abbiano il benché minimo amore per Dio o riconoscenza per il bene che hanno ricevuto nella Sua misericordia, si renderanno allora ben conto, nella loro coscienza, che Dio li ha trattati strettamente secondo giustizia. Nel Giorno del Giudizio la giustizia di Dio apparirà in tutto il suo fulgore di fronte all'intera creazione e tutti riconosceranno che Dio è giusto. Coloro che hanno passato la vita ad accusare Dio di ingiustizia si renderanno conto nel loro cuore che Dio è giusto e che essi sono malvagi.

[edit] Ulteriori questioni

L'inferno sarebbe "una condizione", ma non "un luogo"? Per quanto possa essere difficile comprenderlo, l'inferno è un luogo, non una condizione. Dato che non solo vi saranno anime, ma pure corpi, deve essere un luogo. "non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna" (Matteo 10:28),

La paura dell'inferno, poi, non sarebbe un motivo appropriato per credere in Cristo come Salvatore? No, è una motivazione legittima per venire a Cristo, anche se non la motivazione più alta. In 1 Giovanni 4:18 il cristiano maturo, reso "perfetto nell'amore" va oltre all'essere influenzato dalla motivazione del timore. Sicuramente, però, Gesù aveva inculcato la paura dell'inferno (Matteo 10:28; Luca 12:5). Sebbene sia vero che "l'amore caccia via ogni paura", coloro che non hanno raggiunto il punto più alto dell'esperienza cristiana, la piena sicurezza e certezza della loro salvezza, dovrebbero essere influenzati dal motivo più basso della paura dell'eterna rovina e "fuggire dall'ira a venire" ravvedendosi dai loro peccati, credendo in Cristo per la salvezza e facendo uso diligente dei mezzi della grazia (Parola, sacramenti e preghiera).

[edit] Per approfondire

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