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Il canto dei Salmi nel culto cristiano

[edit] Introduzione

Uno dei doveri più importanti che i cristiani devono onorare (se non il loro dovere più importante) è rendere culto al Dio tre volte santo, Padre, Figlio e Spirito Santo, come rivelato nelle Sacre Scritture. Su questo tutti i cristiani convengono. L'espressione della nostra lode verso Dio attraverso il canto è pure riconosciuto da tutti come uno fra gli elementi essenziali del culto.

Fra i cristiani, però, vi è divergenza su che cosa cantare nel contesto del culto. Alcune chiese cantano "inni" ritenuti significativi ed edificanti, composti da cristiani antichi e moderni, con i contenuti e gli stili più svariati, rinnovati dopo periodi più o meno lunghi di tempo, a seconda dei gusti e mutevoli sensibilità. Alcune chiese mescolano composizioni umane con canti che ripropongono testi della Scrittura e, in particolare, i Salmi. Altre chiese ancora cantano esclusivamente versioni metriche dei 150 Salmi della Bibbia.

Fare uso esclusivamente del libro dei Salmi per dare espressione al canto di lode nell'ambito del culto viene chiamato "Salmodia esclusiva". Oggi la salmodia esclusiva è così rara fra le chiese cristiane che spesso il solo menzionarla suscita sorpresa e perplessità. Quando alcuni la incontrano, non è raro che venga giudicata cosa strana, bizzarra, antiquata e piuttosto "noiosa".

Ciò di cui la maggior parte dei cristiani non sa è che la maggior parte delle chiese, dall'antichità, non cantava altro che i Salmi della Bibbia. Durante i secoli XVI, XVII e parte del XVII, il libro dei Salmi era usato nelle chiese riformate e presbiteriane come l'unica fonte di testi per il canto.

Scopo della seguente esposizione sommaria è quello di mostrare come la salmodia esclusiva nel culto riformato non sia solo una bizzarra tradizione ereditata da Calvino o da Knox, ma che si tratta di null'altro che dell'esplicito insegnamento ed esempio delle Sacre Scritture. Oggi, purtroppo, questa è cosa di cui addirittura si è perduta in gran parte la memoria tanto ci siamo allontanati da ciò che pure ci è comandato da Dio e che, nel corso della storia, così com'è avvenuto in altri campi, si è ritenuto di disattendere. La salmodia esclusiva non è "una tradizione" di alcune chiese riformate alla quale alcuni vogliono "ostinatamente" aggrapparsi o che altri vorrebbero "anacronisticamente" ripristinare. Ciò che si vuole ripristinare (e questo è l'intendimento permanente della Riforma) è la fedeltà alla Parola di Dio, attraverso la quale Egli esprime la Sua signoria, di cui il canto dei Salmi durante il culto è parte e non "un optional"!

E' nostra preghiera, dunque, e speranza che molti cristiani (non solo nell'ambito della tradizione riformata) nel loro anelito ad una sempre maggiore e rinnovata fedeltà alla volontà rivelata del Signore, riscoprano l'importanza di impostare il loro culto com'è stato sovranamente stabilito da Dio e, abbandonando tutto ciò che ne è difforme, pure riscoprano il dovere, la gioia ed il beneficio di cantare le parole dei Salmi della Bibbia, l'unico "innario ispirato" che Dio ci ha fornito.

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