Gallicana09

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IX. Noi crediamo che l'uomo, che è stato creato puro e integro, e ad immagine di Dio (Ge. 1:26; Ec. 7:29; Ef. 4:24), è decaduto dalla grazia che aveva ricevuto per sua propria colpa (Ge. 3:17; Ro. 5:12; Ef. 2:2-3) e si è così allontanato da Dio, che è la fonte della giustizia e di ogni bene, al punto che la sua natura è completamente corrotta (Ge. 6:5; 8.21) e, essendo accecato nella sua mente e depravato nel suo cuore, ha perso tutta l'integrità senza averne conservato alcun residuo. E benché abbia ancora una qualche possibilità di distinguere fra il bene e il male (Ro. 1:20-21; 2:18- 20), noi diciamo nondimeno che quel po' di luce che egli possiede si trasforma in tenebre quando si tratta di cercare Dio, al punto che egli non può in alcun modo avvicinarsi a lui con la sua intelligenza e ragione (Ro. 1:21; 1 Co. 2:14). E benché abbia una volontà che lo spinge a fare questo o quello, essa è tuttavia completamente prigioniera del peccato (Ro. 6:16-17; 8:6-7), cosicché egli non possiede altra libertà di fare il bene che quella che Dio gli dà (Gr. 10:23; Gv. 1:12; 3:6; 8:36; 15:5; Ro. 7:18; 1 Co. 4:7; 2 Co. 3:5; Fi. 2:13).

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