Catmagwest105
From Diwygiad
D. 105. Quali sono i peccati proibiti nel primo comandamento?
R. I peccati proibiti nel primo comandamento sono:
(1) l’ateismo, vale a dire negare o non avere un Dio.
(2) l’idolatria, vale a dire avere o adorare più di un solo Dio, o chiunque altro insieme o invece del vero Dio;
(3) non considerarlo o affermarlo come Dio, e nostro Dio;
(4) l’omissione o la negligenza di qualunque cosa che a Dio sia dovuta e richiesta nel primo comandamento;
(5) l’ignoranza [volontaria], la distrazione [considerare quel che riguarda Dio con leggerezza], il fraintendimento, le false opinioni, intrattenere pensieri indegni e malvagi su di Dio.
Commento D/R 105-1
(6) Il tentativo impertinente e curioso di scrutare in cio che Dio intende che rimanga celato.
(7) qualsiasi profanità;
(8) inimicizia contro Dio;
(9) amore smodato di sé stessi;
(10) egoismo;
(11) e tutte le altre disposizioni disordinate ed immoderate della nostra mente, della volontà, o degli affetti verso altre cose, e sottratte a lui interamente o in parte;
(12) la credulità;
(13) la mancanza di fede;
(14) l’eresia;
(15) la miscredenza;
(16) la diffidenza;
(17) il disperare.
Commento D/R 105-2
(18) l’incorreggibilità;
(19) l’indifferenza sotto i giudizi;
(20) la durezza di cuore;
(21) l’orgoglio;
(22) la presunzione;
(23) la sicurezza carnale;
(24) lo sfidare Dio;
(25) fare uso di mezzi illeciti e confidare in mezzi leciti;
(26) i piaceri e le gioie carnali;
(27) lo zelo corrotto, cieco ed indiscreto;
Commento D/R 105-3
(28) la tiepidezza e l’indolenza nelle cose di Dio;
(29) estraniarci ed apostatare da Dio;
(30) pregare, o rendere un qualunque culto religioso, a santi, ad angeli, o a qualsiasi altra creatura;
(31) tutti i patti e le consultazioni col diavolo ed il dare ascolto ai suoi suggerimenti.
Commento D/R 105-4
(32) fare degli uomini i signori della nostra fede e coscienza;
(33) insultare e disprezzare Dio ed i suoi comandamenti;
(34) resistere al suo Spirito e contristarlo,
(35) la scontentezza e l’impazienza per le sue dispensazioni, accusarlo stoltamente dei mali che egli c’infligge;
(36) attribuire la lode di qualsiasi bene noi siamo, abbiamo o possiamo fare, alla fortuna, agli idoli, a noi stessi, o a qualsiasi altra creatura.
Commento D/R 105-5