GEMICS 20 11 2008
From Epcs Roma Tre
L'essere umano non è mai uguale a se stesso (1=1 è un'astrazione un'identità astratta) nel ripetersi c'è il riprendersi e tornare su di sè, ma cambia lo spazio/tempo. Il vuoto che io ho nel per sè viene riempito con la riflessione, io rifletto, cerco di dare delle spiegazioni all'esistenza e in questo modo riempio il vuoto, l'angoscia esistenziale propria dell'indeterminatezza dell'essere umano; io non sono mai determinato, posso sempre scegliere, non sono costituito, ma da costituire, non sono mai assoluto ma sempre relativo e questo causa anche un angoscia perchè io non so mai chi sono o dove vado. L'apparire dal punto di vista dell'osservazione; noi non possiamo conoscere ciò che non appare, per Sartre una cosa non esiste se non appare. Le cose si manifestano come sono? Solitamente si dice esprimiti (spremiti fai uscire qualcosa) meglio, come se non fossi io che non riesco a vedere l'altro, ma è l'altro che non riesce ad esprimersi a sufficienza. L'apparire degli oggetti: l'oggetto è, ma l'essere umano non è in grado di percepire la totalità dell'oggetto perchè è limitato dalla propria soggettività, dal proprio punto di vista. Secondo la cultura greca la cosa più importante è ciò che non si vede è l'anima, per l'esistenzialismo ciò che conta, l'unica realtà è quella che esiste (appunto) nel mondo reale, quella che si vede e si manifesta; le cose non nascondono nulla non sono ciò che erano o ciò che saranno sono ora tutto ciò che possono essere.