Una breve dichiarazione della tavola della predestinazione
From Diwygiad
Una Breve Dichiarazione della Tavola della Predestinazione
La questione dell’eterna Predestinazione di Dio non è curiosa, o di nessun profitto, ma di grande importanza, e molto necessaria nella Chiesa di Dio
Teodoro Beza
Giovanni Calvino: "… si considerino quei passaggi scritturali di cui il nostro fratello mastro Beza ne ha fatto un piccolo libro dove li ha radunati, e sarete ivi soddisfatti" (Sermons on Election and Reprobation, "An Answer to a Libel Against Predestination" [Sermoni su Elezione e Riprovazione, "Una Risposta ad un Libello contro la Predestinazione"] [Pennsylvania, USA: Old Paths Publications, 1996], pp. 310-311).
Capitolo Primo
Nel suo libro sul profitto della Perseveranza [De bono perseverantiæ], al capitolo 14, Agostino dice che gli avversari che lo contrastavano su tale questione asserivano che questa dottrina della Predestinazione era un impedimento alla predicazione della parola di Dio, spogliandola di risultati proficui. Come se questa dottrina (dice lui) avesse impedito all’Apostolo Paolo di compiere il suo dovere, lui che così spesso ce la raccomanda ed insegna, e tuttavia non cessa mai di predicare la parola di Dio. Inoltre dice anche: Come colui che ha ricevuto il dono può meglio predicare ed esortare, così chi ha ricevuto il dono ode il Predicatore piu’ ubbidientemente, e con piu’ grande riverenza, etc. Noi quindi esortiamo e predichiamo, ma solo quelli che hanno orecchie per udire ci odono quietamente e a loro conforto, ed in coloro che non le hanno questa sentenza è adempiuta, che, udendo con le loro orecchie non odono, perchè essi odono col senso esteriore, ma non con consenso interiore. Ora il motivo per cui alcuni hanno queste orecchie ed altri no è perchè è dato ad alcuni di venire, e ad altri no. Chi conosceva il consiglio di Dio? Ciò che è chiaro ed evidente deve essere forse negato a motivo di ciò che non si conosce ed è nascosto e segreto?
Ancora, nel capitolo 15, egli dice: Io ti prego, se sotto l’ombra della predestinazione si danno a pigra negligenza, e sono inclini a lusingare la loro carne, seguendo le loro concupiscenze, dobbiamo quindi giudicare che ciò che è scritto della preconoscenza di Dio sia falso? Ora, è una cosa molto buona ed appropriata, quella di non parlare di ciò di cui secondo la Scrittura non è lecito parlare. Oh, noi temiamo (dite voi) che chi non è capace di comprendere e di riceverlo si offenda. E non temeremo (dico io) che, nel mentre che noi tratteniamo la nostra lingua, chi è in grado di ricevere la verità possa essere preso ed intrappolato nella falsità e nell’errore?
Anche nel 20º capitolo dello stesso libro egli scrive in tal maniera: Se gli Apostoli, e i Dottori della chiesa che li hanno seguiti, hanno entrambi insegnato l’eterna Elezione di Dio in modo puro e vero, ed anche mantenendo i fedeli in una vita di pie maniere, cosa muove questi nostri avversari (vedendo che sono vinti con la manifesta ed invincibile verità) a pensare che essi parlano bene quando dicono che anche se questa dottrina della predestinazione fosse vera tuttavia non dovrebbe essere predicata alle persone? No, piuttosto è molto buono che essa sia predicata in modo completo, che chi ha orecchie per udire possa udire. E chi le ha se non chi le riceve da Dio che promette di darle? E quanto a chi la riceverà o meno: che qualcuno la rifiuti se così vuole, così che chi la riceve possa prenderla, berla, essere saziato ed aver vita. Perchè come dobbiamo predicare il timore di Dio col fine che Dio possa essere veramente servito, così dobbiamo insegnare la Predestinazione così che chi ha orecchie per udire possa udire e gioire in Dio, non in se stesso, per la grazia di Dio nei suoi confronti.
Questa è la mente di quell’eccellente Dottore riguardo a questo punto, che nonostante tutto ci vincola a due condizioni: una, che non parliamo oltre quanto ci limita la parola di Dio; la seconda, che esponiamo la stessa cosa che insegna la Scrittura, e per l’edificazione.
Quindi parleremo brevemente di entrambe queste parti: primo, la dottrina stessa, e, poi, l’uso e l’applicazione d’essa.
Capitolo Secondo
Dell’eterno consiglio di Dio nascosto in se stesso, il quale successivamente è conosciuto per i suoi effetti.
Dio, i cui giudizi nessun uomo può comprendere, le cui vie non possono essere scoperte, e la cui volontà[1] dovrebbe mettere a tacere le bocche di ogni uomo,[2] secondo il determinato ed immutabile proposito della sua volontà, per virtu’ della quale sono fatte tutte le cose,[3] sì, anche quelle che sono malvage ed esecrabili (non che esse siano operate per il suo divino consiglio, ma in quanto procedono dal principe dell’aria, quello spirito che opera nei figli[4] di disubbidienza), ha determinato[5] con se stesso prima del principio, di creare tutte le cose nel loro tempo, per la sua gloria,[6] e così gli uomini, che egli ha fatto secondo due tipi, perfettamente contrari l’uno all’altro. Di essi un tipo (che gli è piaciuto di scegliere per il suo segreto consiglio e proposito) egli lo rende partecipe della sua gloria attraverso la sua misericordia,[7] e questi li chiamiamo, secondo la parola di Dio, i vasi ad onore, gli eletti, i figli della promessa, e i predestinati a salvezza,[8] e gli altri, che similmente gli è piaciuto di ordinarli a dannazione (che così potesse mostrare la sua ira e potenza per essere glorificato anche in loro) li chiamiamo i vasi di disonore ed ira, i reprobi e separati da ogni buona opera.[9]
Questa Elezione o Predestinazione a vita eterna, essendo considerata nella volontà di Dio, e cioè questa medesima determinazione o proposito nei riguardi degli Eletti, è la prima fonte, principale ed originale, della salvezza dei figli di Dio; nè essa è basata, come alcuni dicono, sulla previsione di Dio della loro fede, o buone opere, ma soltanto sul beneplacito della sua volontà,[10] da cui successivamente procedono l’Elezione, la fede, e le buone opere. Quindi, quando la Scrittura vuole confermare i figli di Dio nella piena e perfetta speranza, non si sofferma nel riportare le testimonianze delle cause seconde, cioè i frutti della fede, nè nelle cause seconde stesse, come la fede, e la chiamata per mezzo del Vangelo, nè, come tuttavia fa alcune volte, in Cristo stesso, nel quale noi siamo come nel nostro capo Eletto ed adottato, ma ascende piu’ in alto, e cioè a quell’eterno proposito che Dio ha determinato soltanto in se stesso.[11]
Similmente, quando è fatta menzione della dannazione dei Reprobi, anche se l’intera colpa d’essa è in loro stessi,[12] tuttavia alcune volte, quando ve n’è il bisogno, la Scrittura per rendere piu’ manifesto con questo paragone la grande potenza della pazienza di Dio e delle ricchezze della sua gloria nei riguardi dei vasi di misericordia,[13] ci conduce a questo elevato segreto, che, in ordine, è la causa prima della loro dannazione, del cui segreto, nessun’altra causa è conosciuta agli uomini, ma soltanto la sua giusta volontà, che noi dobbiamo con ogni riverenza ubbidire, come proveniente da lui, che è solo giusto, e non può in alcun modo nè da alcun uomo in alcun modo essere compresa.[14]
Perchè noi dobbiamo fare differenza tra il proposito o decreto di riprovazione, e la riprovazione stessa. Perchè Dio voleva che il segreto di questo suo proposito dovesse essere trattenuto da noi, e, ancora, noi abbiamo le cause da cui dipendono la riprovazione e la dannazione espresse nella parola di Dio, e cioè: corruzione, mancanza di fede, ed iniquità, che, pur essendo necessarie, sono anche volontarie nei vasi fatti a disonore.[15] E, d’altro canto, quando descriviamo in modo ordinato le cause della salvezza degli eletti, poniamo differenza tra il proposito dell’elezione, che Dio ha determinato in se stesso, e l’elezione, che è stabilita in Cristo in maniera tale che questo suo proposito o decreto, non soltanto precede l’elezione nel grado delle cause, ma anche tutte le altre cose che la seguono.[16]
I luoghi e le testimonianze delle Scritture, che sono addotte in questo Trattato, e contrassegnate da numeri, ci è sembrato bene porli separatemente alla fine di ogni capitolo, in parte perchè, essendo separati, essi possono essere meglio soppesati e compresi, ed in parte perchè, essendo una moltitudine, non avrebbero potuto essere contenuti a margine del documento. _ Note al capitolo secondo [1] Romani 11:33. [2] Giobbe 9:10-12; Romani 9:20. [3] Efesini 1:9, 11; Genesi 27:20; Esodo 21:13; Proverbi 16:33; 20:24; 21:1; Isaia 14:27; 46:4, 10; Geremia 10:23; Daniele 4:32; Matteo 10:29; Galati 1:4. [4] Efesini 2:2. [5] Genesi 45:8; 50:19-20; Esodo 4:21; 7:3; 9:12; 10:1, 20, 27;11:10; 14:4, 8, 17; Deuteronomio 2:30; Giosuè 11:19-20; I Samuele 2:25; II Samuele 12:11; 16:11; 24:1; I Re 12:15; 22:22-23; II Re 18:25; II Cronache 10:15; 11:4; 22:7; 25:20; Neemia 9:36-37; Giobbe 1:12, 21; 23:14; 34:30; 37:13; Salmo 105:25; Isaia 10:15; 54:16; 63:17; Giovanni 12:40; Atti 2:23; 4:28; Romani 9:18-19; 11:32 con Galati 3:22; I Tessalonicesi 3:3. [6] Proverbi 16:4. [7] Isaia 43:7; Efesini 1:5-6; Romani 9:23. [8] Romani 8:29-30; 9:8, 21; I Corinzi 2:7; Efesini 1:4; II Tessalonicesi 2:13; I Pietro 1:2. [9] Esodo 9:16; Proverbi 16:4; Romani 3:5; 9:22; Isaia 54:16. [10] Deuteronomio 4:37; 7:7-8; Giosuè 24:2; Salmo 44:3; Ezechiele 16:6, 60; Giovanni 15:16, 19; Atti 13:48; 22:14; Romani 5:6; 9:11-16, 18, 23; 11:7, 35; I Corinzi 4:7; Efesini 1:4-5, 11; 2:10; Colossesi 1:12; II Timoteo 1:9. [11] Matteo 25:34; Giovanni 6:40, 45; Atti 13:48; Romani 8:29-30; 9:8, 11-12, 16, 23; 11:7; Efesini 1:4-5, 9, 11; II Timoteo 2:19; I Corinzi 2:7, 10. [12] Osea 13:9; Giovanni 3:19. [13] Romani 9:23. [14] Esodo 9:16; Salmo 33:15; Proverbi 16.4; Romani 9:11-13, dove è detto non soltanto che Esau’ è stato ordinato ad essere odiato prima di aver fatto qualsiasi male (così che anche il peccato e l’incredulità sono escluse) ma dove è detto espressamente "prima che fosse nato," così da escludere dalla causa dell’odio il peccato originale e tutto ciò che potrebbe essere considerato nella persona di Esau’ per ragione della sua nascita. Quindi un pò dopo, quando egli mostra in che modo i Reprobi mormorano, ed egli risponde, l’Apostolo non dice che essi parlano in questa maniera: perchè Dio non odia anche gli altri, vedendo che anch’essi sono nati nella nostra stessa corruzione? L’Apostolo non dice tali parole, ma egli dice che il loro ragionamento è questo: chi può resistere la sua volontà? Perchè la ragione dell’uomo da ciò ne trae che sono condannati ingiustamente. E tuttavia Paolo non risponde che Dio ha così voluto perchè ha visto che sarebbero stati corrotti, e così di conseguenza che la causa del suo decreto dovesse essere fondata sulla loro corruzione (risposta che se fosse stata vera sarebbe stata chiara e risoluta) ma egli dice chiaramente che così è piaciuto a Dio, e che non è in loro potere cambiare questo suo beneplacito, ed in ciò egli offende la sapienza dell’uomo, in modo che egli possa riverire e meravigliarsi per i misteri di Dio, come è giustissimo fare. Ed inoltre incoraggia gli Eletti ad onorare la grazia di Dio, che è dichiarata e resa evidente da una tale corruzione. In tal guisa, poi, parlano anche gli altri luoghi della Scrittura che ci conducono ed innalzano a contemplare la sovrana volontà di Dio, che è la sola regola di giustizia che dovrebbe essere esposta: Isaia 54:16; I Samuele 2:25; Giovanni 6:44-45, 64-65; 10:26; 12:39-40; I Pietro 2:8 [Giuda 4] ed in diversi altri luoghi. [15] II Tessalonicesi 2:10-12; Romani 11:20; II Corinzi 4:3-4; Ebrei 12:17. [16] Romani 8:30; Efesini 1:4-5.
Capitolo Terzo
Come Dio pone in esecuzione il suo eterno consiglio, per quanto riguarda gli Eletti come i Reprobi.
Il Signore Dio, per poter porre in esecuzione questo eterno consiglio, alla Sua gloria, ha preparato una via, secondo la sua infinita sapienza, indifferente sia a quelli che egli avrebbe scelto che a quelli che avrebbe respinto. Perchè quando Egli determinò di mostrare la sua infinta misericordia nella salvezza degli eletti ed anche il suo giusto giudizio nella Condanna dei Reprobi, era necessario che dovesse chiudere sotto disubbidienza e peccato tutti, per poter mostrare misericordia a tutti1 quelli che credono,2 che vale a dire, agli Eletti; perchè la fede è un dono di Dio che appartiene propriamente a loro,3 e al contrario per aver giusta causa per condannare coloro ai quali non è dato di credere,4 nè di conoscere i misteri di Dio.5 Quindi Dio ha fatto questo in una maniera tale e con tale sapienza che l’intera colpa della dannazione dei Reprobi si trova in se stessi, e, d’altro canto, tutta la gloria e la lode per la salvezza degli Eletti appartiene interamente alla Sua sola misericordia.
Poichè egli non creò l’uomo peccatore, perchè allora, detto con riverente timore, sarebbe stato l’autore del peccato, che quindi non avrebbe poi potuto punire giustamente, ma piuttosto egli fece l’uomo a Sua immagine,6 vale a dire, in innocenza, purezza e santità:7 il quale anche se non costretto da nessuno, nè forzato da alcuna necessità di concupiscenza per quanto riguarda la sua volontà (che non era fatta ancora schiava al peccato),8 volontariamente e in accordo con se stessa si ribellò contro Dio, vincolando, per mezzo di ciò, l’intera natura dell’uomo al peccato, e così di conseguenza alla morte di corpo ed anima.9 Tuttavia dobbiamo confessare che questa caduta non venne per caso e per fortuna, vedendo noi che la provvidenza di Dio si estende perfino alle cose piu’ piccole,10 nè possiamo dire che qualcosa accada senza che Dio lo sappia, e di cui non si cura, se non cadendo nell’opinione degli Epicurei, dalla quale Dio ci preservi; nè tuttavia per alcun mero o inane permesso o sopportazione che sia separato dalla sua volontà e sicura determinazione.
Perchè, vedendo che egli ha stabilito il fine, è necessario anche che abbia stabilito le cause che ci conducono a quel fine, a meno che affermiamo insieme ai malvagi Manichei che questo fine si verifica per ogni tipo di casualità, o attraverso mezzi e cause ordinate da qualche altro dio. Inoltre non possiamo pensare che una qualsiasi cosa accade contrariamente alla volontà di Dio, eccetto negando blasfemamente che egli è onnipotente, come Agostino nota chiaramente nel suo libro De correptione & gratia, al cap. 104. Noi concludiamo, quindi, che questa caduta di Adamo è proceduta in un modo tale dalla sua volontà che non è accaduta senza la volontà di Dio, al quale è piaciuto, per un mezzo meraviglioso ed incomprensibile, che ciò che egli non permette in quanto peccato, dovesse accadere quanto alla Sua volontà [di decreto]. E ciò è fatto, come abbiamo detto prima, in modo che egli potesse mostrare le ricchezze della Sua gloria ai vasi di misericordia, e la Sua ira e potenza su quei vasi che egli ha fatto per mettere in evidenza la Sua gloria per mezzo della loro vergogna e confusione.11
Perchè lo scopo finale del consiglio di Dio non è nè la salvezza degli eletti nè la dannazione dei reprobi, ma quello di mostrare la Sua gloria, nel salvare gli uni per la Sua misericordia, e nel condannare gli altri per il Suo giusto giudizio. Per poi evitare tutte queste blasfemie a cui l’infermità del nostro spirito ci attira, confessiamo che la corruzione della principale opera di Dio (che è l’uomo) non è accaduta per caso, nè senza la volontà di Lui, che, secondo la Sua incomprensibile sapienza, fa e governa tutte le cose alla Sua gloria. Tuttavia noi dobbiamo anche confessare (nonostante il giudizio dell’uomo che era limitato nel principio ed è dopo la caduta miseramente corrotto) che l’intera colpa della sua dannazione si trova nell’uomo, perchè tra la segreta ed incomprensibile volontà di Dio, e la corruzione della natura dell’uomo, che è la primissima occasione della dannazione dei reprobi, la volontà del primo uomo è un mezzo, che essendo creato buono, si è volontariamente corrotto, e così ha aperto la porta al giusto giudizio di Dio, per condannare tutti quelli a cui non gli è piaciuto di mostrare misericordia.
E se essi obiettassero ancora e cavillassero dicendo che non possono resistere la volontà di Dio,12 sopportiamo il fatto che, a loro distruzione, disputino contro Dio, il quale sarà capace abbastanza di difendere la Sua giustizia contro le loro dispute. Piuttosto riveriamo ciò che i nostri spiriti possono afferrare e comprendere, e volgiamo le nostre menti interamente alla lode della Sua misericordia, che per sola Sua grazia ci ha salvato, quando noi meritavamo la stessa punizione e dannazione, e non eravamo meno peccatori e malvagi di loro. _ Note al capitolo terzo 1Romani 11:32. 2Galati 3:22. 3Atti 13:48; Efesini 2:8; II Tessalonicesi 3:2; Tito 1:1-2; Filippesi 1:29; Galati 5:22. 4Matteo 13:11. 5Giovanni 12:38-39. 6Genesi 3. 7Efesini 4:24. 8Romani 5:12; 7:20. 9Romani 5:12-21. 10Matteo 10:29-30; Proverbi 16:33. 11Romani 9:21-22; I Pietro 2:8; Esodo 9:16; Proverbi 16:4: Esodo 9:16; Proverbi 16:4; Isaia 54:16; Romani 9:11-13, 17-18, etc. 12Romani 9:13, 19.
Capitolo Quarto
Con quale ordine Dio procede a dichiarare e in che maniera ad eseguire la Sua Elezione.
Quando Dio ha determinato con Se Stesso le cose precedentemente menzionate, Egli, per un piu’ manifesto ordine di cose, che tuttavia è eterno (poichè tutte le cose sono presenti per lui) dispose in maniera ordinata tutti i gradi coi quali avrebbe portato i Suoi eletti nel Suo regno. Perchè, quindi, come Egli è misericordioso, e tuttavia non poteva mettere da parte la Sua giustizia, prima di tutto era necessario che fosse stabilito un mediatore per il quale l’uomo potesse essere perfettamente ristorato, e che questo potesse essere fatto per libera misericordia e grazia che appaia nella salvezza dei Suoi eletti.
Ma l’uomo, oltre al fatto che è così debole da non poter sostenere il peso dell’ira di Dio, si compiace così tanto in quella sua miserevolissima cecità da non poterla percepire,1 perchè egli è totalmente schiavo al peccato,2 in modo che la legge di Dio per lui è come morte,3 in quanto egli è incapace di ricuperare la sua libertà, o di soddisfare la legge di Dio nella piu’ piccola particella d’essa.
Dio, quindi, il misericordiosissimo padre degli Eletti, moderando in tal maniera la Sua giustizia con la Sua infinita misericordia, ha stabilito il Suo unigenito figlio, che era la stessa sostanza e Dio eterno con Lui, così che, al tempo determinato, dovesse, per la potenza dello Spirito santo,4 essere reso vero uomo,5 col fine che, essendo entrambe le nature congiunte in Gesu’ Cristo soltanto,6 primo: tutta la corruzione dell’uomo dovesse essere pienamente guarita in un uomo7 il quale doveva anche compiere ogni giustizia,8 e, inoltre: essere capace di poter sostenere il giudizio di Dio, ed essere un Sacerdote sufficiente e degno da se stesso per placare l’ira di Dio Suo padre, nel morire come giusto ed innocente per coloro che erano ingiusti e peccatori, coprendo la nostra disubbidienza, e purgando tutti i nostri peccati, i quali furono posti su lui.9 Ed infine con una sola offerta e sacrificio di Se Stesso dovesse santificare tutti gli eletti, mortificando e seppellendo il peccato in loro mediante la partecipazione della Sua morte e seppellimento, e vivificandoli in novità di vita per la Sua risurrezione,10 in modo che essi trovassero in Lui piu’ di quanto avessero perso in Adamo.11 E affinchè questo rimedio non fosse trovato ed ordinato in vano, il Signore Dio ha determinato di dare il Suo figlio con tutte le cose che riguardano la salvezza12 a coloro che Egli aveva determinato in Se Stesso di scegliere, e, d’altro canto, di dare loro al Suo figlio, così che essi, essendo in lui, ed egli in loro,13 potessero essere resi perfetto in uno, nei gradi che seguono, secondo come gli è piaciuto di portare alla luce ognuno dei Suoi eletti in questo mondo.
Perchè, primo, quando a Lui piace di dischiudere quel segreto che si era proposto prima del principio d’ogni cosa,14 in un tempo in cui gli uomini lo cercano meno,15 perchè sono accecati e tuttavia pensano che vedono chiarissimamente,16 quando in modo molto reale la morte e la dannazione pende sul loro capo,17 Egli viene improvvisamente, e pone innanzi ai loro occhi il grande pericolo in cui si trovano, e affinchè siano toccati piu’ acutamente e vivamente, egli aggiunge alla testimonianza della loro propria coscienza, che è come se fosse dormiente o morta, la predicazione della Sua legge,18 e gli esempi dei Suoi giudizi, per colpirli con l’orrore dei loro peccati, non affinchè rimangano in quella paura, ma piuttosto affinchè contemplando il grande pericolo d’essa fuggano a quel solo mediatore, Gesu’ Cristo,19 nel quale, dopo l’acuta predicazione della legge, egli mette in mostra la dolce grazia del Vangelo, ma tuttavia a questa condizione [N.d.T. realizzata cioè attraverso questo mezzo necessario, lo strumento sine qua non stabilito da Dio per l’adempimento del Suo proposito di salvezza verso gli eletti-credenti]: che credano in Lui,20 il quale solo può liberarli dalla loro condanna21 e dare loro diritto e titolo all’eredità celeste.22
Tuttavia tutte queste cose non sarebbero state che vane se Egli mettesse soltanto davanti agli occhi degli uomini questi segreti per mezzo della predicazione esterna della Sua parola scritta e pubblicata nella chiesa di Dio, che tuttavia è il mezzo ordinario col quale Gesu’ Cristo ci è comunicato:23 e quindi, per quanto riguarda gli Eletti,24 alla predicazione esterna della Sua parola egli congiunge l’operazione interna del Suo santo Spirito, il qualche non ristora (come immaginano i Papisti) i rimanenti del residuo del libero arbitrio, (perchè qualsiasi cosa rimanga in noi del libero arbitrio non serve ad altro uso che a peccare volontariamente,25 a fuggire da Dio,26 ad odiarlo,27 e così a non udirlo,28 nè a credere in Lui,29 nè tuttavia a riconoscere il Suo dono,30 no, non tanto da poter pensare un solo buono pensiero,31 ed infine ad essere figli d’ira e di maledizione), ma al contrario cambia i loro duri cuori di pietra in soffici cuori di carne,32 li attira,33 insegna loro,34 illumina i loro occhi,35 ed apre il loro senso,36 il loro cuore, le loro orecchie, il loro intendimento, primo: affinchè renda loro note (come abbiamo prima detto) la loro miseria, e poi: per piantare in loro il dono della fede, per il quale essi possono adempiere quella condizione che è congiunta alla predicazione del vangelo.
Ed essa [la fede] consiste di due punti: uno, col quale conosciamo Cristo, in generale, credendo la storia di Cristo, e le Profezie che sono scritte di Lui,37 la cui parte della fede, come dichiareremo nel luogo dovuto, è qualche volta data ai reprobi. L’altro, che è proprio ed appartiene solo agli eletti, consiste nell’applicare Cristo (che è universalmente ed indifferentemente predicato a tutti gli uomini) a noi stessi, come nostro, e affinchè ognuno renda ferma la sicurezza della sua Elezione, che è stata nascosta prima di ogni tempo nel segreto di Dio,38 e poi rivelataci, in parte dalla testimonianza interiore della nostra coscienza attraverso lo Spirito santo, congiunto alla predicazione della parola di Dio,39 e in parte anche in virtu’ e potenza dello Stesso Spirito che, liberando gli Eletti dalla servitu’ del peccato,40 li persuade e conduce a volere ed operare le cose che piacciono a Dio.
Questi, quindi, sono i gradi coi quali piace a Dio di creare e formare, per la Sua grazia speciale, quel prezioso e peculiare dono di fede nei Suoi eletti, con l’intento che essi possano ricevere la loro salvezza in Gesu’ Cristo. Ma siccome questa fede in noi è tuttavia debole e solo all’inizio, col fine che noi possiamo non soltanto perseverare in essa, ma anche trarne profitto (cosa molto necessaria per ogni uomo) concordemente al tempo in cui la nostra adozione è a noi rivelata, questa fede è sigillata nei nostri cuori col Sacramento del Battesimo, ed il fine principale dei due Sacramenti è che essi siano sicuri ed efficaci segni e garanzie della comunione del fedele con Cristo41 che è la Sua sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.42 Per questa occasione è così spesso menzionato da Paolo che essendo giustificati per fede abbiamo pace con Dio:43 perchè chiunque ha ottenuto il dono della vera fede, ha anche, per la stessa grazia e liberalità di Dio, ottenuto il dono della perseveranza.44 Così che, in ogni tipo di tentazione ed afflizione, egli non dubiti di invocare Dio, con la sicura confidenza di ottenere la risposta alla sua richiesta (fintanto che è per lui espediente riceverla), sapendo che egli è del numero dei figli di Dio, che non possono abbandonarlo.45 Inoltre, in tal modo, egli non può mai sviarsi dalla retta via in un modo tale che, per il beneficio della grazia di Dio, non ritorni in essa: perchè anche se la fede a volte negli Eletti sembra, per un tempo, come nascosta e seppellita, così che un uomo penserebbe che sia del tutto spenta46 (cosa che Dio sopporta con pazienza in modo che gli uomini conoscano la loro propria debolezza), tuttavia non li lascia mai in modo tale che l’amore di Dio e del loro prossimo è del tutto eradicato dai loro cuori. Perchè nessun uomo è giustificato in Cristo che non sia anche santificato in lui,47 e formato a buone opere, che Dio ha preparato affinchè camminassimo in esse.48
Questa allora è la via per la quale Dio, per la Sua misericordia, prepara (per la piena esecuzione del suo eterno consiglio) gli Eletti che a lui piace di riservare affinchè giungano ad un età matura e discrezione. Per quanto riguarda gli altri che lui chiama nel Suo regno appena essi sono nati, o in tenera età, egli usa una via piu’ breve, perchè, vedendo che Egli comprende in questo Suo libero patto, di cui Gesu’ Cristo è il mediatore,49 non soltanto i fedeli, ma anche la loro discendenza,50 fino alla millesima generazione,51 chiamando gli stessi con l’espressa parola "santi",52 non c’è dubbio che i figli dei Santi, che appartengono all’elezione (che lui solo conosce), Egli li abbia dati al Suo figlio, il quale non li respingerà.53 _ Note al capitolo quarto 1Giovanni 9:41. 2Romani 1:18; 7:14; 8:7; I Corinzi 2:14; II Corinzi 3:5; Efesini 2:3. 3Romani 7:10. 4Matteo 1:20; Luca 1:35. 5Giovanni 1:14; I Giovanni 1:1-3. 6Romani 1:3-4; II Corinzi 5:19; Colossesi 2:9. 7Romani 8:3. 8Matteo 3:15; 5:17-18; I Corinzi 1:30. 9Isaia 53:4-5, 7, 11; Romani 3:25; Atti 20:28; Colossesi 1:20; Romani 5:19; I Pietro 2:24; 3:18; II Corinzi 5:21. 10Romani 6:3-5 etc.; Colossesi 3:1; 2:12; Giovanni 17:19; Ebrei 9:13; 10:14. 11Romani 5:15-17, 20. 12Romani 8:32; Giovanni 3:16. 13Giovanni 17:2, 6, 9, 11-12, 23. 14Genesi 3:15; 22:18; Romani 3:25 e 16:25; I Corinzi 2:7; Galati 4:4; Efesini 1:9-10; Colossesi 1:26; II Timoteo 1:9; Tito 1:2; I Pietro 1:20. 15Giosuè 24:2; Ezechiele 16:8-9; Isaia 65:1; Efesini 2:3-5, 12; Romani 5:10; I Pietro 2:10. 16Giovanni 9:41; Giovanni 3:19. 17Romani 1:18-19; 2:15; Atti 14:17. 18Romani 1:18-19; 2:15; Atti 14:17. 19Romani 7:7; I Timoteo 2:5; II Timoteo 2:25-26; Atti 2:37-38; I Giovanni 2:1. 20Giovanni 1:12; 3:16; Romani 1:16, e quasi in ogni pagina dell’intera Scrittura. 21Romani 8:1; I Giovanni 2:1. 22Giovanni 1:12, e 3:16; Romani 1:16, e 5:1. 23Romani 10:8, 17; II Corinzi 5:18-19; Giacomo 1:18; I Pietro 1:25. 24Efesini 1:5, 9; Colossesi 1:27. 25Romani 6:19-20. 26Genesi 3:8; Giovanni 6:44, 65. 27Romani 5:10; 8:7. 28Giovanni 8:47. 29Isaia 53:1; Giovanni 12:39. 30Matteo 13:11; Giovanni 4:10; 3:3; I Corinzi 2:14. 31II Corinzi 3:5. 32Ezechiele 11:19; 36:26; Salmo 51:12. 33Giovanni 6:44. 34Giovanni 6:45; 16:13; Salmo 119:33. 35Salmo 119:130; Efesini 1:17. 36Isaia 50:5; Salmo 10:17; 119:18, 73, 130; Colossesi 1:9; Geremia 31:18-19; II Timoteo 2:25. 37Luca 24:45, Atti 16:14. 38I Corinzi 2:10-12, 16; Colossesi 1:26-27; Efesini 1:17-19; I Giovanni 3:24; 5:20. 39Romani 8:15; Galati 4:6. 40Romani 8:14; I Giovanni 3:10, 14; 4:14; Filippesi 2:13; Giovanni 8:36; Romani 6:18. 41Marco 16:16; Atti 2:38; Romani 6:3-4; Galati 3:27; Colosesi 2:12; Efesini 5:26; I Pietro 3:21; I Corinzi 10:16; Romani 4:11. 42I Corinzi 1:30. 43Romani 3:20-22; 4:2, 5; 5:1; ed in diversi altri luoghi. 44e45Numeri 23:19; Salmo 23:6; 27:1-3; Salmo 91; Matteo 24:24; Giovanni 6:37; 17:15; 10:28-29; Romani 5:2-5; 8:15-16, 38-39; I Corinzi 2:12, 16; II Corinzi 13:5; Efesini 1:9; Filippesi 1:6; I Tessalonicesi 5:24; II Corinzi 1:21; GIacomo 1:6; Ebrei 4:16; 10:22; I Giovanni 4:17. 46Così caddero Mosè, Aaronne, Davide, Pietro. I Giovanni 1:8. 47Romani 6:1-2; e I Giovanni 3:9-10; 4:20; II Pietro 1:9. 48Efesini 2:10; 1:4. 49I Timoteo 2:5; Ebrei 9:15. 50Genesi 17:7. 51Esodo 20:6. 52I Corinzi 7:14 [cf. anche Efesini 1:1 con 6:1-3; Colossesi 1:1-2 con 3:20]. 53Giovanni 6:37.
Capitolo Quinto
In che maniera l’onnipotente Dio esegue ed dichiara efficacemente il Suo consiglio a riguardo della Riprovazione.
Da queste cose di cui abbiamo ora parlato, può facilmente apparire evidente come Dio le disponga ognuna al loro posto,1 e che egli le ha create per quel fine col quale potesse essere glorificato nella loro giusta condanna. Perchè come Cristo, il secondo Adamo celeste, è la fondazione e sostanza stessa ed effetto della salvezza degli Eletti, così anche il primo Adamo terreno, siccome cadde, è il primo autore dell’odio, e così, di conseguenza, della dannazione dei reprobi.2
Perchè quando Dio, mosso da quelle cause che solo lui conosce, ebbe determinato di crearle per questo fine, per mostrare in loro la Sua giusta ira e potenza,3 similmente Egli dispose ordinatamente le cause ed i mezzi coi quali si sarebbe verificato che l’intera colpa della loro dannazione potesse essere da se stessi, come è stato dichiarato nel terzo capitolo. Quando l’uomo allora fu caduto volontariamente in quello stato miserevole di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente, Dio, che odia giustamente i Reprobi a motivo del fatto che essi sono corroti, in parte di essi esegue la Sua giusta ira appena sono nati,4 e nei confronti del resto che raggiungono una certa età, che Egli riserva ad un piu’ acuto giudizio, osserva due modi perfettamente contrari l’uno all’altro.
Perchè, per quanto concerne alcuni, Egli mostra loro non piu’ favore di quello di udire di Gesu’ Cristo, nel quale solo è la salvezza,5 ma sopporta che camminino nelle loro proprie vie,6 e corrano a capofitto alla loro perdizione. E quanto alle testimonianze che Dio ha lasciato in loro della Sua divinità,7 non servono loro a nessun altro uso che a renderli senza nessuna scusa,8 e tuttavia, per loro propria mancanza, è la giusta punizione di quella corruzione in cui sono nati. E di sicuro, per quanto riguarda ciò che essi possono ottenere col conoscere Dio, con la loro luce, o piuttosto oscurità naturale (ammesso che non hanno mai fallito nella via, ma hanno così continuato),9 esso non è in alcun modo sufficiente alla loro salvezza. Perchè è sufficiente per noi che saremo salvati, che conosciamo Dio, non solo come Dio, ma come nostro padre in Cristo,10 il cui mistero carne e sangue non rivelano,11 ma il Figlio Stesso, a coloro che il Padre Gli ha dato.12
Per quanto riguarda gli altri, la loro colpa è ancor piu’ terribile13 perchè Egli fa udire loro la predicazione della parola esterna del Vangelo,14 ma poichè essi non sono nel numero degli Eletti, essendo chiamati essi non odono,15 e in quanto non sono capaci di ricevere lo Spirito di verità,16 essi quindi non possono credere, perchè non è loro dato,17 quindi quando essi sono chiamati alla festa rifiutano di venire, così che la parola della vita è per loro follia, ed un’offesa,18 ed infine sapore a morte per la loro distruzione.19
Vi sono ancora altri i cui cuori Dio apre per ricevere e credere le cose che essi odono, ma ciò con quella fede generale per la quale i Diavoli credono e tremano.20 Per concludere, i piu’ miserabili di tutti sono quelli che cominciano a salire un pò piu’ in alto in modo che la loro caduta possa essere piu’ grave, perchè essi sono innalzati così in alto da qualche buon dono, da essere leggermente mossi con qualche sapore del dono celeste,21 così che temporaneamente essi sembrano aver ricevuto il seme, ed essere piantati nella Chiesa di Dio,22 ed anche mostrano la via della salvezza ad altri.23 Ma è chiaro questo: che lo spirito di adozione, che abbiamo detto essere proprio soltanto a coloro che non sono mai respinti24 ma sono scritti nel segreto del popolo di Dio,25 non è mai comunicato loro. Perchè se essi fossero degli Eletti, rimarrebbero con gli Eletti.26 Tutti questi, quindi (a motivo di necessità, e tuttavia volontariamente, come chi è schiavo del peccato27), ritornano al loro vomito28 e scadono dalla fede,29 sono sradicati dalle radici per essere gettati nel fuoco.30 Voglio dire che essi sono abbandonati da Dio,31 che, secondo la Sua volontà (che nessun uomo può resistere,32 e tuttavia a motivo della loro corruzione e malvagità),33 li indurisce,34 ingrassa i loro cuori, chiude le loro orecchie, e li acceca,35 e per far accadere questo Egli usa in parte le loro proprie vili concupiscenze, alle quali li ha consegnati affinchè ne siano governati e condotti,36 e in parte lo spirito di menzogne, che li tiene avvolti nelle sue trappole,37 per ragione della loro corruzione, dalla quale, come da una fonte, fuoriesce continuamente un fiume di infedeltà, ignoranza, ed iniquità. Da ciò ne consegue che avendo, come se fosse, fatto naufragio quanto alla fede, non possono in alcun modo sfuggire a quel giorno che è ordinato per la loro distruzione, così che Dio possa essere glorificato nella loro giusta condanna.38 _ Note al capitolo quinto 1Atti 1:25; Romani 9:22; Matteo 25:41. 2Romani 5:18; I Corinzi 15:21, etc. 3Esodo 9:16; Romani 9:17, 22. 4Esodo 20:5; Efesini 2:3; Romani 5:14. 5Matteo 1:21; Atti 4:12. 6Atti 14:16-17; 17:30; Romani 1:24; Efesini 2:11. 7Romani 1:19-20; Atti 14:17; 17:27. 8Romani 1:20; Giovanni 15:22; Romani 2:12. 9Romani 1:21-22. 10Giovanni 17:3; 3:36. 11Matteo 11:27; 16:17; Giovanni 1:13; 3:5-6. 12Matteo 11:27. 13Luca 12:47. 14Matteo 22:14; Luca 13:34; 19:42. 15Geremia 7:27-28; Proverbi 1:24. 16Giovanni 14:17. 17Giovanni 12:39-40; II Tessalonicesi 3:2; Matteo 13:11. 18I Corinzi 1:18, 23. 19II Corinzi 2:15-16. 20Giacomo 2:19. 21Ebrei 6:4. 22Atti 8:12; Matteo 13, e molti altri luoghi che abbiamo citato nel capitolo secondo. 23Atti 1:17. 24Giovanni 6:37. 25Ezechiele 13:9; Apocalisse 22:18. 26I Giovanni 2:19. 27Giovanni 8:34; Romani 5:12; 6:19-20; e 7:14; e 8:7. 28II Pietro 2:22. 29I Timoteo 4:1. 30Matteo 15:13; Giovanni 15:2. 31Atti 14:16. 32Romani 9:19. 33Romani 1:27-28; II Tessalonicesi 2:9-11; Giovanni 3:19. 34Isaia 63:17; Esodo 4:21; Deuteronomio 2:30, e in molti altri luoghi sopra citati nel capitolo secondo. 35Isaia 6:10; Romani 11:32. 36Esodo 8:32; Salmo 95:8; Atti 7:42; Romani 1:26. 37II Re 22:23; II Corinzi 4:4; II Timoteo 2:26. 38I Timoteo 1:19; Proverbi 16:4; Esodo 9:16; Romani 9:21-22, etc.
Capitolo Sesto
Dell’ultima e piena esecuzione e realizzazione dell’eterno consiglio di Dio, nei confronti degli Eletti come dei Reprobi.
In quanto Dio è la giustizia stessa, è necessario che Egli salvi i giusti e condanni gli ingiusti. Ora, tra gli uomini sono giusti soltanto coloro che essendo per fede uniti a Cristo,1 innestati,2 radicati in Lui,3 e resi un corpo solo con Lui,4 sono giustificati e santificati in Lui, e da Lui, e da questo ne consegue che la gloria alla quale essi sono destinati,5 alla gloria di Dio,6 appartiene loro come per un certo diritto o titolo. D’altro canto, coloro che rimangono nella polluzione e morte di Adamo, sono giustamente odiati da Dio, e da lui così condannati, e non sono eccettuati quelli che muoiono prima di peccare similmente ad Adamo.7 Ma entrambe queste maniere di eseguire i giudizi di Dio, in questi ultimi come negli altri che sono eletti, sono di tre tipi, dei quali abbiamo già dichiarato il primo.
Perchè gli Eletti, nello stesso momento che hanno ricevuto il dono della fede, sono in un certo modo passati dalla morte alla vita,8 della quale hanno una sicura garanzia.9 Ma questa loro vita è nascosta in Cristo, fino a che questa morte corporale li faccia progredire un passo oltre, e che l’anima, essendo sciolta dai legami del corpo, entri nella gioia del Signore.10 Infine, nel giorno stabilito per il giudizio dei vivi e dei morti,11 quando ciò che è corruttibile e mortale sarà rivestito di incorruttibilità ed immortalità, e Dio sarà tutto in ogni cosa, allora essi vedranno la Sua maestà faccia a faccia, e godranno pienamente di quell’indicibile conforto e gioia che da prima del principio fu per loro preparato, che è anche la redarguizione dovuta alla giustizia e santità di Cristo, che fu dato per il loro peccato, e risuscitato dalla morte per la loro giustificazione, per la cui virtu’ e Spirito essi sono proceduti ed avanzati da fede in fede, come in modo manifesto apparirà per l’intero corso delle loro vite e buone opere.12
D’altra parte, in modo del tutto contrario, i Reprobi, concepiti, nati e cresciuti nel peccato, nella morte, e nell’ira di Dio,13 quando essi si dipartono da questo mondo cadono in un altro golfo di distruzione, e le loro anime sono immerse in quel dolore senza fine,14 fino a che giunga il giorno che, i loro corpi ed anime essendo riuniti, entreranno nel fuoco eterno, che è preparato per il diavolo ed i suoi angeli.15
In queste due vie, quindi, (che sono del tutto contrarie l’una all’altra), il motivo e fine ultimo dei giudizi di Dio metterà in evidenza in modo manifesto la Sua gloria a tutti gli uomini, in quanto, come nei Suoi Eletti Egli dichiarerà Se Stesso giustissimo e misericordiosissimo, giustissimo, dico, perchè Egli ha punito con estremo rigore e severità i peccati dei Suoi eletti nella persona del Suo Figlio, e non li ha ricevuti nella comunione della Sua gloria prima di averli pienamente e perfettamente giustificati e santificati nel Suo Figlio, e misericordiosissimo in quanto Egli liberamente ha stabilito con Se Stesso di eleggerli, e, secondo quanto si è proposto, li ha scelti liberamente nel Suo Figlio, chiamandoli, giustificandoli, e glorificandoli, per mezzo di quella stessa fede che aveva loro dato attraverso la stessa grazia e misericordia; e, d’altro canto, per quanto riguarda i Reprobi, la loro corruzione ed infedeltà, con i frutti che da essa provengono, e la testimonianza della loro stessa coscienza, li riproveranno ed accuseranno in modo tale che, anche se essi resistono e scalceranno contro il pungolo, la perfettissima giustizia di Dio sarà manifesta e splenderà per mezzo della confessione di ogni uomo nella loro giusta condanna.
Note al capitolo sesto 1Giovanni 17:21. 2Romani 6:5. 3Colossesi 2:7. 4I Corinzi 10:16. 5Romani 8:30; I Corinzi 1:30; II Corinzi 5:5; Romani 9:23. 6Romani 3:25-26. 7Romani 5:14; Efesini 2.3; Giovanni 3:36. 8e9Giovanni 5:24; II Corinzi 1:21-22; 5:5; I Corinzi 1:6-8; Romani 8:25; Efesini 1:13-14; 2:6; Romani 5:2. 10Luca 23:43; Matteo 22:31-32; Luca 16:22; Filippesi 1:23. 11e12II Timoteo 4:1; Atti 3:21; Romani 8:21; I Corinzi 15; I Corinzi 13; Matteo 25:34; Romani 4:25; 1:17. 13Romani 5:12; 7:14; Efesini 2:3. 14Luca 16:2, 23-24. 15Matteo 25:41.
Capitolo Settimo
In che modo questa dottrina può essere predicata con molto profitto.
Dal momento che abbiamo ora dichiarato l’effetto di questa dottrina, rimane anche da mostrare quale ordine noi pensiamo debba essere osservato per meglio predicare ed applicare la stessa ad ogni uomo in particolare.
Il fatto che molti trovano questo argomento così tagliente e strano da fuggire da esso come da una roccia pericolosa in parte deve essere attribuito alla malizia ed arroganza degli uomini, e in parte all’aventatezza e mancanza di discrezione da parte di coloro che l’insegnano. E, terzo, deve anche essere imputato a quelli che per la loro ignoranza non sanno applicare in modo ordinato a se stessi ciò che è stato loro insegnato da altri in modo fedele e veritiero.
Per quanto concerne coloro che peccano di malizia, appartiene solo a Dio correggerli, cosa che sicuramente Egli ha sempre fatto a Suo tempo, e similmente farà di volta in volta a quelli che Egli ha ordinato per mostrare loro misericordia. Ma per gli altri tra loro che rimangono ostinati nel loro peccato e malvagità, non vi è motivo per cui dovremmo essere smossi a motivo del loro numero o autorità, o per cui dissimulare la verità di Dio.
E per quanto riguarda il secondo tipo, ho pensato che queste cose debbano essere principalmente osservate per quanto concerne questo mistero: per prima cosa, come in tutte le altre cose,1 così anche principalmente nella faccenda della Predestinazione, essi dovrebbero fare attenzione in modo diligente che invece della pura e semplice verità di Dio non portino vane e curiose speculazioni o sogni,2 cosa che non si può che scegliere di fare se si va in giro per far quadrare questi segreti giudizi di Dio con la sapienza dell’uomo, due cose che essi hanno bisogno di separare l’una dall’altra, perchè essi o immaginano un certo permesso nudo e inane, oppure creano in Dio un doppio proposito e consiglio. Da questi errori necessariamente cadono in molte e grandi assurdità, perchè a volte essi sono costretti a dividere quelle cose che da se stesse sono strettissimamente unite, e a volte sono obbligati ad inventare un gran numero di stupide ed oscure distinzioni delle quali, piu’ essi si inoltrano ad occuparsi e ricercare, e piu’ ampiamente si allontanano dal proposito e così ingabbiano i loro miseri cervelli in modo da non poter trovare una via d’uscita. Questo quindi dovrebbe essere evitato con ogni attenta diligenza, soprattutto per quanto riguarda questo argomento, che sopra tutti gli altri dovrebbe essere insegnato nella Chiesa di Dio in modo puro e sincero.
Inoltre, per quanto è possibile, che prestino attenzione (anche se a volte, per una piu’ chiara comprensione di cose, si dovrebbe fare quanto segue in modo piamente e riverentemente franco) a che nessuna strana maniera di discorso che non sia accettabile in base alla parola di Dio sia usata: ed anche che tali espressioni e parole che le Scritture approvano siano esposte appropriatamente, così che nessun uomo ne abbia occasione di offesa, anche se sia rude ed ignorante.
Dobbiamo, poi, avere una giusta considerazione a riguardo degli ascoltatori,3 nei quali dobbiamo anche far distinzione tra i maliziosi ed i rudi, e anche tra coloro che sono volontariamente ignoranti, e quelli che sono inabili per semplice e comune ignoranza. Perchè al primo tipo il nostro Signore è solito mostrare chiaramente il giudizio di Dio,4 ma gli altri devono essere condotti a poco a poco alla conoscenza della verità.5 Similmente dobbiamo far attenzione a che non manchiamo della giusta considerazione nei confronti dei deboli, così che, nella stagione opportuna in cui sono capaci di capire, siano magari negletti e non istruiti in modo sufficiente. Di ciò abbiamo notevoli esempi in Paolo, che ci dichiara la sapienza e circospezione che egli aveva in questa faccenda, principalmente nei capitoli 9, 10, 11, 14 e 15 dell’Epistola ai Romani.
Anche, a meno che una considerevole ragione lo impedisca, che si cominci dalle piu’ basse e piu’ manifeste cause e cosi si ascenda alle piu’ alte (come fa Paolo nella sua Epistola ai Romani, che è il corretto ordine e modo di procedere negli argomenti della teologia: dalla legge procede alla remissione dei peccati, e di qui passo passo egli sale fino a che arriva al grado piu’ elevato) o anche, che si soffermino su quel punto che è maggiormente in accordo col testo o argomento che hanno sotto mano, piuttosto che, al contrario, cominciare dalla vetta di questo mistero, e così scenderne fino al piede. Perchè lo splendore della maestà di Dio, presentata d’improvviso agli occhi, non offuschi ed abbagli la vista in modo che dopo, se non siano con una lunga perseveranza abituati ad essa, non ne escano ciechi quando debbano vedere altre cose. Cosa rimane allora? Questo: che sia che si cominci dal basso e si ascenda verso l’alto, o, al contrario, dall’alto e si scenda in basso al grado piu’ basso, prestino sempre attenzione a che, omettendo magari ciò che è nel mezzo, essi saltino da un’estremità ad un’altra, come ad esempio dall’eterno proposito alla salvezza, e molto piu’ dalla salvezza all’eterno proposito; o, similmente, dall’eterno consiglio di Dio alla dannazione, o indietro dalla dannazione al suo proposito, lasciando le vicine ed evidenti cause del giudizio di Dio. Ciò eccettuando i casi in cui si ha a che fare con aperti bestemmiatori e sprezzatori di Dio, che non hanno bisogno di nient’altro che degli acuti pungoli dei giudizi di Dio, oppure con uomini così esercitati nella parola di Dio che non vi sia sospetto di alcuna offesa.
Infine, che essi non propongano mai questa dottrina come se dovesse essere applicata a qualche uomo in particolare,6 anche se si deve essere esercitati ad usare diverse maniere con diversi tipi di persone, alcuni bisogna approcciarli e trattarli con gentilezza, ed alcuni con severità, a meno che qualche Profeta7 di Dio sia ammonito da qualche rivelazione speciale, la qual cosa essendo fuori dal corso normale delle cose, e non usuale, non dovrebbe essere creduta alla leggera. Quando i ministri anche visitano i malati, o usano ammonizioni familiari e private, è loro dovere sollevare e confortare la coscienza afflitta, con il testimoniale della loro Elezione, ed ancora di ferire e toccare i malvagi e i cocciuti con il tremendo giudizio di Dio, così che essi mantengano un mezzo [per il ravvedimento], trattenendosi sempre da una sentenza ultima che non ammette eccezione nè condizione. Perchè tale diritto e giurisdizione appartengono soltanto a Dio.8 _ Note al capitolo settimo 1Matteo 28:20. 2II Timoteo 2:23. 3II Timoteo 2:15. 4Matteo 23; Giovanni 8:44; 9:41; 10:26; Luca 20:46; Matteo 23:38. 5I Corinzi 3:2; Romani 14:1. 6Giovanni 8:33-34; Filippesi 3:2; I Timoteo 6:3-4. 7II Timoteo 4:14; Giovanni 6:64, 70. 8Matteo 12:38-39, con Giovanni 8:24.
Capitolo Ottavo
In che modo ogni uomo può applicare con profitto questa dottrina universale a se stesso.
E’ evidentissimo che coloro che insegnano che la salvezza dell’uomo dipenda in parte o interamente dalle opere ed è basata su di esse, distruggono la fondazione del Vangelo di Dio.1 E al contrario coloro che insegnano la Giustificazione liberamente per fede si basano su una sicura fondazione, ma in modo tale che essi costruiscono sull’eterno consiglio di Dio, sul quale Cristo Stesso,2 e l’Apostolo Paolo seguendo le orme di Cristo, hanno basato la loro dottrina.3
Perchè vedendo che la perseveranza nella fede è richiesta per la salvezza,4 a quale proposito mi servirà la fede se non fossi sicuro del dono della perseveranza? Nè dobbiamo temere che questa dottrina ci renda negligenti, o dissoluti, perchè questa pace della coscienza di cui parliamo5 dovrebbe essere distinta e separata da una stolta sicurezza, e colui che è figlio di Dio, vedendo che è mosso e governato dallo Spirito di Dio,6 non coglierà mai occasione, attraverso la considerazione del beneficio di Dio, per essere negligente e dissoluto.
Quindi, se per questa dottrina non ottenessimo che un solo conforto, così che possiamo imparare a rendere sicura e ferma la nostra fede contro ogni scontro che potrebbe accadere, è manifesto che essi parlano contro e resistono questo articolo di religione o per la loro malvagità oppure per ignoranza, o qualche stupido zelo cieco che si verifica quando gli uomini vogliono misurare Dio secondo la capacità della loro arguzia, e sovvertono e distruggono la principale base e fondazione della nostra salvezza. Ed in realtà anche se alcuni (come debbo confessare) non lo fanno di proposito, tuttavia essi aprono la porta ad ogni superstizione ed empietà.
Quanto a coloro che al giorno d’oggi oppongono la verità con malizia, io supplico il Signore dal cuore che o volga le loro menti (se sia che appartengono agli eletti), o che altrimenti mandi loro una rapidissima distruzione, così che col loro esempio possano confermare e stabilire quella dottrina che così maliziosamente essi resistono. Questi ultimi io desidero e richiedo da loro nel nome di Dio che farebbero meglio a raccomandare a se stessi cosa fanno.
Ora, toccando brevemente in che modo questa dottrina può essere applicata, notiamo che tutte le opere di Dio, perfino le piu’ piccole, sono tali che l’uomo non può giudicarle che in due maniere: o quando esse sono compiute, oppure prevedendole verificarsi per la disposizione delle cause seconde e manifeste, i cui effetti sono stati diligentemente e per lungo uso osservati, come gli uomini sono abituati a fare nelle cose naturali, nonostante in esse gli uomini siano meravigliosamente ciechi. In questo argomento, quindi, che è il piu’ oscuro di tutti gli altri, non meraviglia che lo spirito dell’uomo sia condotto in questa strettoia in cui non può altrimenti comprendere cosa è determinato per quanto riguarda se stesso in questo consiglio segreto di Dio. Ma siccome questi sono misteri altissimi [I Corinzi 2:7] e quindi si trovano nell’osservazione di quelle cause che sorpassano ogni cosa naturale, dobbiamo cercare oltre e pervenire alla parola di Dio, che, in quanto oltre ogni paragone è piu’ certa delle congetture dell’uomo, può in questo dirigerci ed assicurarci nel modo migliore.
La scrittura, quindi, testimonia7 che tutti quelli che Dio, secondo il Suo consiglio, ha predestinato ad essere adottati come Suoi figli attraverso Gesu’ Cristo, sono anche chiamati nel tempo per loro stabilito, sì, e chiamati in modo così efficace che essi odono la voce di Colui che chiama, e la credono,8 così che, essendo giustificati e santificati in Gesu’ Cristo, essi sono anche glorificati. Vuoi tu, quindi, chiunque tu sia, essere assicurato della tua Predestinazione, e così, in ordine, della tua salvezza che tu cerchi, contro tutti gli assalti di Satana? Assicurato io dico, non con congetture dubbiose, o per nostra propria fantasia, ma per argomenti e conclusioni, non meno veri e certi9 che se tu dovessi ascendere in Paradiso ed udissi dalla bocca stessa di Dio il Suo eterno decreto e proposito? Stai attento a non cominciare a quel livello altissimo, perchè così non sia capace di sostenere la luce brillantissima della maestà di Dio. Comincia quindi in basso al grado inferiore, e quando udrai la voce di Dio10 suonare nelle tue orecchie, e nel tuo cuore, che ti chiama a Cristo il solo mediatore, considera a poco a poco e prova diligentemente11 se tu sei giustificato e santificato in Cristo attraverso la fede, perchè questi due sono gli effetti o frutti per i quali è conosciuta la fede, che ne è la causa: in parte lo spirito di adozione, che grida dentro di te: Abba, padre,12 e in parte la virtu’ e l’effetto dello Stesso Spirito che sono operati in te. Come, anche, il fatto che quando cadi, dichiari che in verità anche se il peccato dimora in te, tuttavia non regna piu’ in te;13 e, inoltre, non è forse lo Spirito Santo Colui che non ci fa allentare le briglie, e non ci fa desiderare di dar libertà volontariamente alle nostre sporche e vili concupiscenze,14 come sono avvezzi a fare coloro i cui occhi il principe di questo mondo ha accecato?15 Oppure, chi è che ci muove a pregare quando siamo freddi e pigri? Chi ci smuove in quegli indicibili sospiri?16 Chi è Colui che quando abbiamo peccato (sì, e talvolta volontariamente e coscientemente) genera in noi un odio del peccato commesso, e non per la paura della punizione che noi abbiamo in tal modo meritato, ma perchè abbiamo offeso il nostro misericordiosissimo Padre?17 Chi è colui, io dico, che ci testimonia del fatto che i nostri lamenti sono uditi, e che anche ci muove ad invocare giornalmente Dio, il nostro Dio, e nostro Padre, anche nel momento in cui abbiamo fallito contro di Lui?18 Non è quello Spirito che è liberamente datoci come un dono, per una certa e sicura garanzia della nostra adozione?19 Quindi se da questi effetti possiamo trarre che abbiamo fede, ne segue che siamo chiamati e attirati efficacemente. Ed ancora, per questa vocazione, che abbiamo dichiarato propriamente appartenere ai figli di Dio, è evidentemente provato ciò che ci siamo propositi di mostrare, cioè che, in quanto siamo stati Predestinati per l’Eterno consiglio e decreto di Dio (che Egli ha determinato in Se Stesso), ad essere adottati nel Suo Figlio, e siamo quindi stati dati a Lui, ne consegue la conclusione che dal momento che per la costantissima volontà di Dio,20 che è basata solo in se stessa e non dipende da nessun’altra cosa, noi siamo predestinati, e nessuno può rapirci dalle mani del Figlio; e vedendo anche che continuare e perseverare nella fede è necessario, ne segue, dico, che la speranza della nostra perseveranza è certa, e così di conseguenza la nostra salvezza, così che dubitare ancora d’essa è malvagio ed empio.21
Così tanto allora è contro ragione dire che questa dottrina rende gli uomini negligenti o dissoluti, che, al contrario, essa soltanto ci apre la via per scoprire e comprendere, per la potenza dello Spirito Santo, i profondi segreti di Dio, come l’Apostolo insegna chiaramente,22 col fine che quando li conosciamo (anche se qui in questo mondo non li conosciamo se non parzialmente23) dobbiamo giornalmente combattere con l’armatura spirituale contro i dubbi,24 in modo da poter imparare a comportarci non pigramente, ma piuttosto a perseverare valorosamente,25 per servire ed onorare Dio, amarlo, temerlo, invocarlo, e così che ogni giorno di piu’, come dice Pietro, per quanto si trova in noi, possiamo rendere certa la nostra vocazione ed elezione.26 Inoltre, in che modo resterà sicuro e costante contro così tante gravose tentazioni, sia all’interno che dall’esterno, e contro così tanti assalti della fortuna (come il mondo la chiama) chi non è ben fermo in questo punto che è oltremodo vero, e cioè che Dio, secondo il Suo beneplacito, compie qualsiasi cosa accada, ed usa ogni strumento e mezzo per realizzarlo, a beneficio dei suoi Eletti,27 del cui numero è parte colui che si trova in questo pericolo e problema?28
Per quanto riguarda l’altro punto, che concerne la Riprovazione: poichè nessuno può richiamare alla mente il determinato proposito dell’Elezione senza, allo stesso istante, ricordare la contraria volontà (oltre al fatto che nella sacra Scrittura queste due sono spesso congiunte), chi stima questa parte curiosa o di alcun profitto, e quindi stima che non si debba parlare d’essa, fa grande torto allo Spirito di Dio. Quindi questa parte deve essere soppesata e considerata, ma con tale modestia che il peso dei giudizi di Dio possa in ogni tempo frenare le nostre curiose fantasie, in una tal maniera che non la applichiamo a nessun uomo in particolare, nè ad una certa compagnia. Perchè in questo anche essa differisce dall’Elezione, perchè l’Elezione (come è stato detto) ci è rivelata dallo Spirito di Dio dentro di noi stessi, non in altri i cui cuori non possiamo conoscere. E la Riprovazione è sempre nascosta agli uomini eccetto sia dischiusa da Dio contrariamente al corso comune delle cose. Perchè chi può dire se Dio ha determinato di mostrare misericordia all’ultima ora della morte a colui che ha speso tutta la sua vita passata in modo immondo ed empio?29 E questa speranza, d’altro canto, non dovrebbe incoraggiare alcun uomo a continuare nel suo peccato ed empietà. Perchè io parlo di quelle cose che dovremmo considerare in altri, perchè gli esempi di tale misericordia di Dio sono molto rari, nè alcun uomo che sia saggio prometterà a se stesso con vana sicurezza e speranza ciò che non è in suo potere.30 E’ quindi sufficiente che noi comprendiamo in generale che vi sono vasi preparati a perdizione,31 i quali, vedendo che Dio non ci rivela chi essi sono, dovremmo sia con l’esempio della vita che della preghiera, diligentemente vincere e ricuperare alla loro salvezza, sì anche quelli che, vedendo i loro orribili vizi, disprezziamo quasi.32
Se osserviamo quest’ordine riceveremo grande frutto da questa dottrina. Perchè, primo, per la conoscenza d’essa noi impareremo umilmente a sottomettere noi stessi alla maestà di Dio, così che piu’ Lo temeremo e riveriremo, piu’ dovremmo sfozarci a confermare in noi stessi la testimonianza della nostra elezione in Cristo.33 Inoltre, quando in modo dilligente considereremo la differenza che attraverso la misericorida di Dio è fatta tra gli uomini, che sono tutti allo stesso modo soggetti alla medesima disgrazia e maledizione, non può accadere altro che noi riconosciamo e riceviamo piu’ seriamente la singolare bontà di Dio che se noi rendessimo questa grazia comune a tutti gli uomini indifferentemente, o che se noi attribuissimo la causa dell’ineguaglianza di questa grazia agli uomini.34 Oltre questo, quando noi conosciamo che la fede è uno speciale dono di Dio, non lo riceveremo piu’ volenterosamente quando ci è presentato, e non saremo piu’ attenti affinchè esso cresca di quando immaginassimo (come alcuni fanno) che è in potere di ogni uomo di volgersi e ravvedersi quando vuole, perchè (essi dicono) il Signore vorrebbe che tutti gli uomini siano salvati, e non vuole la morte del peccatore? Infine, quando noi vediamo la dottrina del Vangelo non soltanto disprezzata da tutto il mondo, ma anche crudelmente perseguitata, e quando vediamo una così grande falsità e ribellione tra gli uomini, che cosa potrà mai confermarci e fortificarci piu’ del fatto di essere assicurati che niente accade per fortuna, che Dio conosce i suoi,35 e che coloro che commettono queste cose sono (eccetto che Dio non volga i loro cuori) coloro che sono destinati non per caso ma per il sicuro ed eterno consiglio di Dio ad essere come se fosse uno specchio dove appare la rabbia e la potenza di Dio?
E’ verità il fatto che queste cose non possono mai essere trattate in un modo spazioso e perfetto abbastanza che la ragione e lo spirito dell’uomo non possano trovare qualcosa per replicarvi sempre in modo contrario, sì, e anche che accendano un tal desiderio di contraddizione che sia pronta a portare un’azione contro Dio e ad accusarlo ed incolparlo d’essere il principale autore di ogni cosa. Ma che il Diavolo rugga e scontenti se stesso, e gli empi scalcino e sussultino, tuttavia la loro propria coscienza li riproverà e condannerà36 quando le nostre, essendo confermate nella verità, per la grazia e misericordia del nostro Dio, ci rilasceranno e libereranno,37 nel giorno di Cristo. Al Quale col Padre e con lo Spirito Santo, lode, gloria, ed onore siano date per sempre. Così sia. _ Note al capitolo ottavo 1Galati 2:21; Romani 11:6. 2Giovanni 6:44-45, ed inoltre in vari altri luoghi. 3Romani 8:29-30; 9:10-11, e l’intero capitolo; I Corinzi 2:10; Efesini 1:4-5, 9; II Timoteo 1:9; I Pietro 1:2, ed inoltre in vari altri luoghi. 4Matteo 10:22. 5Romani 5:1, 5; Matteo 5:12; 24:48. 6Romani 8:14. 7Romani 8:29-30; Efesini 1:4-5, 9. 8Giovanni 10:27. 9Romani 5:2; 8:38; I Corinzi 2:10-11; II Timoteo 1:7; I Giovanni 3:24. 10Salmo 95:7-8; Giovanni 10:27. 11II Corinzi 13:5. 12Galati 4:6; I Giovanni 3:24; I Corinzi 2:10-11, ed in diversi altri luoghi che abbiamo già proposto. 13Romani 6, quasi l’intero capitolo; I Giovanni 3:9. 14Romani 6:11-12; Efesini 4:29-30. 15II Coronzi 4:4. 16Romani 8:26. 17Romani 7:24. 18Romani 8:15-16. 19Romani 8:27; Efesini 4:30; 1:13-14; II Corinzi 1:22, e spesso in altri luoghi. 20Romani 11:29; Ebrei 6:17; II Timoteo 2:19. 21Romani 8:38; Giovanni 3:33; Romani 4:20-21; 5:5; Efesini 3:12; Ebrei 4:16; I Corinzi 1:9; I Tessalonicesi 5:24; Ebrei 10:22-23. 22I Corinzi 2:10-12; Romani 8:16; I Giovanni 3:24. 23I Corinzi 13:9. 24I Timoteo 6:12; Galati 5:17. 25Romani 6:1; Ebrei 10:23-24; Giacomo 3:17-18. 26II Pietro 1:10. 27Romani 8:28, 31, e fino alla fine del capitolo; Giobbe 13:15; Romani 5:3; Giacomo 1:2. 28Romani 8:16, 38-39. 29Luca 23:43. 30Giacomo 4:13-15; II Timoteo 2:25; Luca 12:20. 31Romani 9:21; II Timoteo 2:20. 32Matteo 5:16; I Corinzi 9:22; I Pietro 2:12. 33Filippesi 2:12; I Pietro 1:17; Romani 11:20. 34Romani 9:23. 35II Timoteo 2:18-19. 36Romani 2:15. 37I Pietro 3:21.
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