Pc11 Nonconformità
From Diwygiad
John Stott: “Non conformatevi”
(un articolo di Alison Bailey Castellina)
Il Rev. Dr. John Stott, passato alla gloria la settimana scorsa, in un’intervista video, parla di come i cristiani non debbano conformarsi al mondo e che se non sono veramente “autentici” non attireranno mai la la gente a Cristo. Egli afferma che se noi non giungiamo ad essere abbastanza simili simili a Cristo tanto da distinguerci dal mondo, nessuno crederà che siamo veramente seguaci di Cristo. Questo è assolutamente ragionevole. In altre parole, molti di noi che ci diciamo cristiani (e io non me ne escludo) siamo troppo conformi a ciò che la Bibbia chiama "il mondo". Dobbiamo vivere tipicamente: esserne "separati". In che modo?
In questa intervista John Stott afferma:
“Mi ha molto colpito, nel mio studio delle Sacre Scritture, vedere come tutt’attraverso di esse vi è un tema che noi (cristiani che si fondano sulla Bibbia) abbiamo la tendenza a trascurare: l’appello ad essere diversi dal mondo che ci circonda. Trovo interessante che nelle quattro grandi sezioni della Bibbia (Legge, Profeti, Vangeli ed Epistole), in ciascuna vi sia un unico appello. In Levitico (la Legge), Dio dice attraverso Mosè ai figli di Israele: “Non farete quello che si fa nel paese d'Egitto dove avete abitato, né quello che si fa nel paese di Canaan dove io vi conduco, e non seguirete i loro costumi. Metterete in pratica le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi, per conformarvi a esse. Io sono il SIGNORE vostro Dio” (Levitico 18:3-4). E’ un’affermazione veramente notevole. Essa si trova pure spesso nei Profeti, dove Israele viene accusato di seguire i costumi delle nazioni ad essa circostanti. Arrivate, poi, fino al Sermone sul Monte dove in Matteo 6 Gesù dice: “Non fate dunque come loro” (Matteo 6:8). Intorno a loro vi era gente ipocrita, vi erano i pagani. Quattro sono le parole chiave: “NON FATE COME LORO”. Guardate poi alle epistole, in Romani 12, dove troviamo scritto: “Non conformatevi a questo mondo” (Romani 12:2). Quello è assolutamente centrale a tutto il nostro pensiero: siamo chiamati a seguire Gesù ed i Suoi criteri morali ed a respingere le vie del mondo che ci circonda” (John Stott, intervista video).
Differenti nell’amare
Ognuno vuole e ha bisogno di amore, ma non tutti sanno cosa sia l'amore. Molti lo confondono con il "desiderio". L'amore cristiano è manifestamente diverso nel senso che non è affatto incentrato su sé stessi, materialistico, interessato, concupiscente, avido... ma impostato allo spirito di sacrificio, “Cristo-centrico”. Assomiglia all’amore di Cristo, equilibrato, paziente, longanime, affidabile ed incondizionato. Include coloro che il mondo considera non-amabili e privi di valore, le persone “dalle quali non si può ricavare nulla”. Questo è l’amore distintamente cristiano. E’ il segno distintivo della Chiesa - tristemente però questo amore è molto carente. Noi dobbiamo manifestare questo Amore. Dobbiamo esaminare giorno per giorno la nostra vita e verificare che essa sia conforme con questo Amore (l’amore vero).
Diversi nel modo di pensare e nelle nostre prospettive
Non dobbiamo giudicare secondo i criteri di questo mondo - valorizzare ciò che il mondo valorizza nei termini materiali che gli sono tipici: profitto, convenienza, potere, ricchezza, condizione sociale ecc. Dobbiamo valorizzare ciò che Gesù valorizza. Il cristiano orienta la sua vita ai valori manifestati da Gesù nel Suo insegnamento, una vita vissuta secondo i principi suggellati nei Dieci Comandamenti: l'amore per Dio e per il prossimo, fiducia ed ubbidienza a Dio in azione e indiscriminata cura, rispetto, compassione del prossimo. Per questo confidiamo in Dio in tutto e Gli rendiamo culto "in spirito e verità" crescendo in conoscenza e fede.
Diversi nello stile di vita e nella gestione delle risorse
Il cristiano non è materialista. Non siamo milionari e se Dio ci concede di esserlo, mettiamo a disposizione di Dio e degli altri le nostre risorse. Non accumuliamo ciò di cui non abbiamo bisogno per avidità. Non ci mettiamo in competizione con coloro che hanno successo materiale in questo mondo. Questo non vuol dire ritirarsi dal mondo, ma aspirare ad essere là dove possiamo avere maggiore influenza come quel "sale della terra" che Gesù ci chiama ad essere. Non è sbagliata l'ambizione quando non è incentrata su noi stessi: dobbiamo ambire ad essere "sale" e "luce".
- Certo dobbiamo provvedere a noi stessi ed alla nostra famiglia ciò che è necessario per vivere, ma non dobbiamo aggravare la società. Se siamo, però, disabili ed anziani, deboli e malati, è dovere e privilegio della comunità cristiana e della società quello di prendersi carico di noi, sostenerci e facilitarci la vita. Allora non dobbiamo pensare di essere "un fardello" ma la permanente opportunità dell'amore di Cristo in azione.
- Dobbiamo vivere in qualche luogo in modo conveniente ed accettabile, ma senza indebita ostentazione - senza pretese, aperti, amichevoli, cordiali, e, se possibile, ospitali. Non dobbiamo fare della nostra casa il nostro idolo, ma la nostra tana. Dobbiamo indossare i vestiti che Dio ci provvede, ma non dobbiamo fare di essi la nostra ragion d'essere. Dobbiamo prenderci il nostro riposo necessario (ad esempio, la Domenica) ma non dobbiamo trasformare le nostre "vacanze", magari attorno al mondo, e "i piaceri della carne" la ragione della nostra vita (come fanno molti).
- Dobbiamo prenderci cura dell'integrità della creazione, del mondo naturale.
- Dobbiamo servire in qualche modo "i prigionieri, i malati e gli emarginati".
- Dobbiamo soddisfare le esigenze del mondo in termini di lavoro, contributi, pagamento fedele delle imposte e provvedere alla nostra vecchiaia. Dobbiamo mettere in bilancio ciò che dobbiamo dare per l'opera della chiesa e "cercare il regno di Dio" nella nostra vita, cercando di comprendere in che modo Egli desidera che noi facciamo uso dei beni che Egli ci ha concesso. Questo potrebbe significare impegnarsi nella comunità cristiana, occuparsi dei malati e degli anziani, stabilendo contatti significativi con coloro che sono lontani da Dio cercando di comprendere la loro mentalità. Dobbiamo impegnarci ad approfondire la nostra conoscenza ed ubbidienza della Bibbia diventando "creativi per Dio" (a seconda dei nostri doni) nella musica, arte, scrittura ecc. Dovremmo pensare a "quello che ci lasceremo dietro" servendo il Regno di Dio "con qualità".
- Dobbiamo vivere una vita equilibrata e il più possibile pianificata, se abbiamo sufficiente controllo della nostra vita.
- Dobbiamo cercare di comunicare attorno a noi l'Evangelo a seconda delle opportunità.
- Siamo in obbligo di contribuire con gioia all'opera della chiesa cristiana se abbiamo per noi stessi mezzi sufficienti (non possiamo dare quel che non abbiamo).
- Dovremmo cercare di glorificare e riflettere Cristo in tutto ciò che facciamo.
Diversi nel carattere e nel lavorare su noi stessi
Se non c'è altro che possiamo fare perché siamo troppo malati o anziani, se non stare coricati, allora dovremmo farlo con la determinazione di operare su noi stessi per ripulire il nostro carattere difettoso venendo alle prese con i nostri peccati e debolezze persistenti, il che dobbiamo comunque fare tutti, nonostante la nostra vita indaffarata. Come pure dice John Stott, il più grande ostacolo al messaggio è che, come cristiani, "non assomigliamo abbastanza a Cristo".
Diversi nell'apprendere e nell'insegnare
Come dice John Stott, lottiamo con un mondo molto complesso di prospettive multiple ed in competizione fra loro, la maggior parte delle quali sono lontane da Dio, dovute al fatto che la Chiesa è troppo debole a contrastare l'Illuminismo materialista e permettendo che il mondo scivoli sempre più lontano dai valori biblici. Questo è risultato nella terribile complessità di questo mondo che sfida ogni tentativo di mettervi ordine ed il male ci confonde sempre di più. Possiamo servire il mondo leggendo libri e vedendo film secolari per poter "comprendere dall'interno" queste complesse prospettive, comprendere ciò a cui la gente è esposta per trovare ciò che la fede cristiana ha da offrire loro e di cui essi sono carenti (di solito significato, realizzazione di sé stessi, chiarezza, perdono ed amore). Dobbiamo cercare di acquisire amore e "lingue" al fine di comprendere Dio sempre meglio. Dovremmo leggere la Bibbia quotidianamente ed ascoltare sermoni di qualità (come quelli dello Stott) affinché i concetti biblici "ci entrino nel sangue" per potercene costantemente nutrire e farne riferimento sempre.
Diversi nelle risorse nascoste
Sopra ogni cosa dobbiamo essere diversi quanto a risorse. Laddove altri confidano completamente nella scienza, noi dobbiamo confidare in Dio ed essere in comunione con Lui in ogni situazione. Lo facciamo?
Diversi nel perdonare
Non dobbiamo portare avanti delle faide, sbarazzarci di parenti ed amici, odiare fratelli in fede con i quali siamo in disaccordo, serbare rancori. Non dobbiamo giudicare ingiustamente e dobbiamo essere disposti a perdonare e a comprendere, senza mai minimizzare la serietà del peccato.