Giacomo14

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[edit] 14. La preghiera del giusto (Giacomo 5:13-20)

La preghiera - la pratica del pregare - può essere sostanzialmente intesa come il dialogo spontaneo che costantemente intrattengono con Dio coloro che sono stati riconciliati con Lui attraverso la mediazione di Cristo. Coloro che vivono in comunione con Dio si rapportano con Lui in modo significativo attraverso la preghiera. Tant'è vero questo che la presenza di una genuina vita di preghiera è uno dei segni che contraddistingue l'autentico cristiano - rigenerato spiritualmente - ed una comunità cristiana vivente. La preghiera è stata pure bene definita come "il respiro dell’anima". Come il corpo ha bisogno dell’ossigeno per respirare e vivere, così l’anima ha bisogno della preghiera. L’anima ci è stata donata da Dio e, quando è redenta, il suo futuro è quello di ritornare a Lui. Essa non può vivere se non è in stretto rapporto con Dio e questo stretto rapporto lo si esprime nel colloquio regolare, personale e comunitario, con Dio. Di fatto la preghiera è pure il mezzo principale scelto da Dio per realizzare la Sua volontà in ed attraverso coloro che Gli appartengono. La preghiera è pure indispensabile per affrontare con successo le inevitabili difficoltà del vivere la vita cristiana in questo mondo, afflizioni e prove, perché essa è in grado di sostenerci, rafforzarci, consolarci e guidarci in ogni circostanza.

Nella parte finale della sua epistola, quella che consideriamo oggi, Giacomo così ci parla dell'importanza della preghiera nelle sue dimensioni personali e comunitarie. L'esortazione che Giacomo fa alla preghiera, infatti, abbraccia la vita di preghiera dell'intera comunità cristiana. I singoli cristiani sono chiamati a pregare nel vers. 13, i responsabili della comunità nei vers. 14-15, e la comunità intera nel vers. 16.

Questa sezione riflette pure la compassionevole cura pastorale che Giacomo manifesta per il suo gregge sofferente. Il suo punto focale sono le "vittime" di queste lotte spirituali - i credenti perseguitati, deboli e sconfitti. Come rende chiaro il contesto ed il contenuto di questa sezione, l'argomento non è tanto la malattia fisica o la sua guarigione. Al contrario, Giacomo si interessa alla guarigione della debolezza spirituale, stanchezza spirituale, l'esaurimento spirituale e la depressione spirituale attraverso la preghiera.

Gli ultimi due versetti di questo testo formano una conclusione appropriata del libro di Giacomo perché esprimono il suo obiettivo primario nello scrivere questa lettera: affrontare quelli che nella comunità cristiana - ingannando sé stessi e gli altri - possiedono solo una fede apparente, falsa, o "morta" come egli si esprime. La loro condizione deve essere messa in luce attraverso delle accurate verifiche. Se l'esito della prova è negativo, c'è ancora tempo per correre ai ripari attraverso una personale onesta confessione di peccato e la riconsiderazione dell'Evangelo. A questo scopo l'intervento dei responsabili della comunità cristiana è essenziale. Si può, anzi, si deve, fare ricorso ad essi, riconoscenti che Dio affida loro il privilegio e la responsabilità di accompagnarci nel nostro cammino di fede.

[edit] Il testo

Leggiamo quanto scrive Giacomo sotto speciale ispirazione di Dio:

"C'è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi. C'è qualcuno d'animo lieto? Canti degli inni. C'è qualcuno che è malato? Chiami gli anziani della chiesa ed essi preghino per lui, ungendolo d'olio nel nome del Signore: la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati. Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia. Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, e pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo frutto. Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità e uno lo riconduce indietro, costui sappia che chi avrà riportato indietro un peccatore dall'errore della sua via salverà l'anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati" (Giacomo 5:13-20).

[edit] I termini-chiave

[edit] La preghiera

Era consuetudine del Signore Gesù ritirarsi in disparte a pregare. Una volta, quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli" (Luca 11:1). E' il momento in cui Gesù propone il modello di preghiera che noi conosciamo come il "Padre nostro" o "la preghiera del Signore". Di fatto l'intera Bibbia presenta insegnamenti e preziosi esempi al riguardo della pratica della preghiera. Mentre il mondo, semmai la concepisca, distorce il Significato di preghiera rendendolo solo un momento di introspezione e di "dialogo con noi stessi", la preghiera cristiana autentica è proiettarci al di fuori di noi stessi con un autentico dialogo con Dio. Pregare non vuole dire solo "chiedere" a Dio. Potremmo, infatti, distinguere nella preghiera diversi suoi aspetti come l'adorazione, la lode, il rendimento di grazie (espressioni di gratitudine), suppliche e richieste, la confessione di peccato e il ravvedimento, la meditazione, la personale consacrazione, e l'intercessione (preghiere in favore di altre persone). Pregare Dio, poi, è sempre qualcosa di mediato. Nessuno di noi non potrebbe mai presumere di accostarsi a Dio così com'è. Dio, infatti, nella Sua infinita santità, non è avvicinabile da miserabili peccatori quali noi siamo. E' solo in virtù dell'opera mediatrice di Cristo che noi osiamo avvicinarci a Lui. "Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5). E' solo attraverso Cristo, per fede in Lui, che noi possiamo avere fiducia che le nostre preghiere siano accolte da Dio. E' in Lui, infatti, che: "abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui" (Efesini 3:12). La preghiera, poi, è suscitata in parte dall'urgenza del bisogno umano ed in parte dalle promesse e dalle sfide della Parola di Dio. La preghiera personale è plasmata dalla consapevolezza della presenza di Dio, come Egli promette: "Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi", dice il SIGNORE" (Geremia 29:13-14). La dimensione comunitaria è altresì genuina espressione della fede cristiana. Infatti, è attraverso la preghiera che la comunità cristiana resiste agli attacchi di Satana (Matteo 26:41; Efesini 6:13-20), riceve i doni della grazia (Atti 4:31), persegue liberazione, guarigione e ristabilimento per i santi (Efesini 6:18; Giacomo 5:15; 1 Giovanni 5:16), sostiene l'evangelizzazione (Colossesi 4:3-4), e guarda con grande aspettativa il ritorno del Signore (Apocalisse 22:20). La preghiera è indubbiamente un privilegio ed una grande responsabilità che troppo spesso noi trascuriamo.

[edit] Gli "anziani"

Nel corso della storia del cristianesimo si sono sviluppati diversi modelli di ordinamento di governo della chiesa. Quello gerarchico dell'episcopato è l'ordinamento che si è maggiormente affermato nelle chiese più grandi ed antiche. All'estremo opposto vi è l'ordinamento democratico-assembleare delle chiese libere. La Riforma detta calvinista ha storicamente optato per una "via di mezzo", quella che ritiene meglio rappresentare l'insegnamento biblico. Questa forma di governo è chiamata "presbiteriana" (dal greco presbyter, anziano). Essa prevede per il governo della chiesa locale un collegio di "anziani" (organismo per altro “ereditato” dalla struttura della sinagoga ebraica). Ne diventano così i responsabili sotto la signoria ultima di Cristo, solo capo della chiesa. Giacomo, nel testo di oggi, esorta il cristiano sofferente a che "chiami gli anziani della chiesa" affinché preghino per lui confortandolo con la loro presenza. Senza ora discutere la questione su quale possa essere il migliore governo della chiesa, notiamo come per ciascun cristiano gli "anziani" della comunità locale possano anzi debbano assumere un ruolo importante. Il cristiano, infatti, deve necessariamente vivere la sua fede nell'ambito di una comunità locale legittimamente organizzata (questa è la sua condizione normale).. È lì, infatti, che la sua fede viene coltivata ed è in quell'ambito che egli cresce moralmente e spiritualmente. Per la vita del cristiano Dio stesso, nella Sua Parola, prevede quelle che potremmo chiamare "strutture di responsabilizzazione", delle quali gli "anziani" della comunità sono le principali. Ai responsabili della comunità locale è infatti attribuita la funzione di sovrintendenza della vita spirituale di ciascun suo membro, implicito nel concetto stesso di “discepolato”. Il cristiano, così, ha il privilegio di poter essere accompagnato nella sua esperienza cristiana da fratelli e sorelle in fede che si prendono cura di lui in ogni circostanza. Questo è il modello biblico che il riformatore Giovanni Calvino aveva adottato per la chiesa di Ginevra. Egli, infatti, aveva previsto quattro uffici nella chiesa: pastori, dottori, anziani e diaconi. L’opera dei pastori era quella di “proclamare la Parola di Dio tanto da insegnare, ammonire, esortare e riprovare, sia in pubblico che in privato, amministrare i sacramenti e, con gli anziani, operare per la correzione fraterna”. I dottori dovevano: “istruire i credenti nella sana dottrina, a che la purezza dell’Evangelo non venga adulterata dall'ignoranza o dalle false opinioni”. Agli anziani era affidato il compito di “prendersi cura della vita di ciascuna persona, ammonirli con amore quando li vedono mancanti o condotti ad una vita disordinata ecc.”. I diaconi avevano la supervisione dei poveri e dei malati.

[edit] L'unzione con olio

L'unzione con olio, trasformata in sacramento dai cattolici-romani nell'estrema unzione, e praticata da quei pentecostali/carismatici che mettono costantemente l'accento nella loro predicazione e prassi sulle guarigioni miracolose, letteralmente significa "sfregamento con olio". Nella Bibbia i sacerdoti venivano unti prima di accedere al loro servizio sacro. L'olio d'oliva, inoltre, veniva usato in medicina come agente di guarigione (cfr. Marco 16:13). Il riferimento che qui ne fa Giacomo probabilmente si riferisce all'unzione cerimoniale simbolica. D'altro canto, Giacomo poteva avere in mente il trattamento medico dei credenti fisicamente flagellati dalle battiture della persecuzione. Forse è meglio comprendere questa unzione come metaforica, rappresentando, cioè, l'opera dei responsabili della comunità cristiana di incoraggiare, confortare e rafforzare i credenti infermi.

[edit] Esposizione del testo

1. "C'è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi. C'è qualcuno d'animo lieto? Canti degli inni" (13). L'antidoto delle sofferenze causate dai maltrattamenti e dalla persecuzione è cercare il conforto di Dio attraverso la preghiera. Essa rafforza il senso della presenza di Dio accanto a noi che promette di non abbandonarci mai, nemmeno nei momenti più difficili e di i partirci le risorse spirituali necessarie per affrontare la sofferenza senza disperare.

Quel "canti degli inni", è così tradotto dalla Nuova Riveduta che, interpretando erroneamente, raccomanda il canto di inni religiosi. Di fatto il testo originale non parla di "inni", ma di "salmi", i Salmi della Bibbia ispirati da Dio. I Salmi della Bibbia, infatti, sono sempre stati usati dal popolo di Dio, sia dell'Antico come del Nuovo Testamento, a sostegno della preghiera. Altre traduzioni italiane dicono meglio: "Chi è nella gioia salmeggi" (CEI, Riveduta e Diodati). Non sono infatti gli inni composti dall'uomo (per quanto bene intenzionati) ad esprimere alla meglio i sentimenti del credente, ma quelli ispirati da Dio. E' veramente stupefacente come si possa oggi pensare che dei semplici inni (spesso dal contenuto teologicamente discutibile) siano da ritenersi migliori dei Salmi che Dio stesso ha ispirato in modo unico, così come ebrei e cristiani li hanno cantati per millenni. Oggi, però, molti si ritengono più intelligenti e saggi sia della Parola di Dio che delle passate generazioni! I Salmi insegnano al credente, in qualsiasi circostanza della sua vita, a rivolgersi al Signore di tutto cuore, con tutto sé stesso, esprimendogli i suoi sentimenti più profondi. Essi educano il credente e "gli pongono in bocca" le espressioni più appropriate per la preghiera.

2. "C'è qualcuno che è malato? Chiami gli anziani della chiesa ed essi preghino per lui, ungendolo d'olio nel nome del Signore. la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati" (14-15). I malati a cui Giacomo fa riferimento sono coloro che sono stati indeboliti dalla sofferenza e gli esorta a mandare a chiamare i responsabili della loro comunità cristiana (gli "anziani") per trovare sostegno, conforto, guida e soprattutto attraverso le loro preghiere di intercessione.

"La preghiera della fede" - la preghiera offerta a Dio da parte dei responsabili della chiesa in favore dei malati.

"lo ristabilirà", lo libererà dalle sofferenze che l'avevano indebolito.

Per "gli saranno perdonati" non si intende dai responsabili della comunità, dato che Dio solo può perdonare i peccati. Implica che coloro che avevano fatto chiamare gli anziani avessero un cuore ravveduto e contrito, e che parte del tempo passato con loro sarebbe stata la confessione dei propri peccati. I ministri di Dio, dopo aver ascoltato e valutato ciò che loro dicono i credenti, possono certo assicurarli del perdono di Dio, in virtù delle promesse della Parola di Dio: "Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi" (1 Giovanni 1:8-9).

3. "Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia" (16). "Confessare i vostri peccati" di fronte a fratelli e sorelle in fede maturi spiritualmente e di nostra fiducia, ha un effetto particolarmente terapeutico. Aprendo il nostro cuore per far conoscere ad altri i nostri bisogni ed aspirazioni, è molto prezioso. Vuole dire mettersi in grado di sostenerci l'un l'altro nelle lotte comuni spirituali.

Tutto questo ha: "una grande efficacia" - Le preghiere energiche e appassionate di uomini e donne in comunione con Dio possono avere un un grande effetto. Si parla qui delle preghiere dei giusti sulla terra. Questo non ha alcuna attinenza con le persuasioni e le pratiche dei cattolici romani che parlano della celeste intercessione delle anime di cristiani del passato che sono stati posti "all'onore degli altari" dalla loro istituzione ecclesiastica. Si tratta di concetti e di pratiche assolutamente aberranti, per quanto si cerchi di giustificarle con sofismi. L'unico mediatore pienamente a noi disponibile è il Signore Cristo. Le preghiere di intercessione di altri credenti in vita può rendere la preghiera più efficace non nel senso che la voce di molti sia per il Signore maggiormente udibile, ma perché Dio valorizza molto ed onora "il concerto" delle preghiere del Suo popolo.

4. "Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, e pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo frutto" (17-18). L'antico Elia fornisce una delle illustrazioni più notevoli della potenza della preghiera nell'Antico Testamento. Le sue preghiere (non menzionate nel racconto dell'Antico Testamento) iniziano e terminano un periodo di grave siccità durata tre anni e mezzo in Israele (1 Re 17, 18).

5. "Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità e uno lo riconduce indietro" (19), o "si allontana dalla verità" significa apostatare dalla fede che una volta professava, oppure allontanarsi dalla fede "trasmessa ai santi una volta per sempre" (Giuda 4), la fede registrata autorevolmente nelle Scritture. Questo fenomeno avviene spesso anche oggi quando i cristiani si lasciano sedurre da insegnamenti estranei alla Parola di Dio da argomentazioni apparentemente ragionevoli o sulla scia delle tendenze moderne. Allontanarsi dalla fede biblica vuol dire incorrere in un grave pericolo. L'apostolo Paolo scrive: "Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano" (1 Corinzi 15:1-2); come pure: "Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema" (Galati 1:9). La chiesa ed i cristiani fedeli devono fare tutto quanto è in loro potere per richiamare alla fede biblica tutti coloro che se ne sono allontanati.

6. Difatti: "costui sappia che chi avrà riportato indietro un peccatore dall'errore della sua via salverà l'anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati" (20). I "peccatori" così qui definiti da Giacomo sono le persone che non sono state rigenerate spiritualmente (Giacomo 4:8). Egli qui considera coloro che hanno una fede apparente e morta (2:14-26) non i veri credenti che eventualmente cadessero in peccato. "L'errore della sua via" è detto in riferimento a quelli che si sviano dottrinalmente (v. 19) che pure manifestano il loro errore nel loro stile di vita, una vita non vissuta secondo i principi biblici. Una persona che si allontana dalla verità pregiudica la salvezza della sua anima. La "morte" di cui qui si parla non è quella fisica, ma "la morte eterna", vale a dire l'eterna separazione da Dio e il castigo eterno nell'inferno. Sapere che cosa stanno rischiando dovrebbe motivare i cristiani ad ammonire energeticamente gli erranti. Così facendo, essi "copriranno una grande quantità di peccati". Dato che anche un solo peccato merita la perdizione, il fatto che Giacomo ne menzioni "una grande quantità" mette in rilievo la condizione disperata dei peccatori perduti ed irrigenerati. La buona notizia dell'Evangelo è che la grazia di Dio (fonte del perdono dei nostri peccati e più grande di ogni peccato, cfr. Romani 5:20) è disponibile a tutti coloro che voltano le spalle ai loro peccati ed esercitano fede nel Signore Gesù Cristo (Efesini 2:8-9).

[edit] Conclusione

In conclusione, si potrebbe dire che una coerente vita di preghiera e l’avvalersi degli strumenti che Dio mette a nostra disposizione nell’ambito della comunità cristiana per proteggere e coltivare la nostra fede, non siano degli “optional”, ma componente essenziale della vita cristiana autentica. Anche in questo “si gioca” e si verifica il nostro essere cristiani autentici. Di questa verifica Dio ci ha dato, attraverso l’epistola di Giacomo importanti criteri pratici, una “cartina di tornasole” di primaria importanza. Insieme a tutti gli altri scritti della Bibbia, la lettera di Giacomo è preziosa, salutare ed indispensabile componente che trascureremmo solo a nostro danno.

In particolare, in quest’ultima parte di questa lettera notiamo come essere aperti verso altri cristiani, e soprattutto verso i responsabili della comunità cristiana alla quale apparteniamo, condividere i propri sentimenti ed esperienze e stabilire con loro un rapporto di preghiera, sia molto importante per conservare la salute della nostra vita cristiana. Un rapporto significativo di questo tipo con cristiani maturi ci aiuta, infatti, a rafforzarci spiritualmente e ci dà vittoria sul peccato. Questo pure ci fornisce il necessario incentivo per confessare ed abbandonare i nostri peccati prima che prendano il sopravvento su di noi al punto da sconfiggerci del tutto dal punto di vista spirituale.

Dio ha concesso a tutti i cristiani il privilegio di tutti gli strumenti del ministero della riconciliazione per ricondurre a Lui le anime erranti. Quando le evidenze ci segnalano in qualcuno (ma anche in noi stessi, dopo un’attenta verifica) una fede che se pure professata tale è solo esteriore e quindi falsa, il vero cristiano, consapevole della terribile minaccia di morte eterna che grava sul formalismo, deve proporsi, attraverso la preghiera e l’azione, di ritornare sul giusto sentiero tracciato dagli apostoli, come pure riaccompagnare l'errante sulla giusta via verso il Signore, ad una genuina fede vivente e salvifica in Lui.

[edit] Domande di approfondimento

  • Ciascuno risponde in modo diverso alle difficoltà ed alla sofferenza. In che modo di solito vi rispondono i non credenti che tu conosci? In che modo vi rispondono i cristiani più maturi? Come solitamente tu vi rispondi?
  • Quand'è l'ultima volta che ti sei aperto con un credente di tua fiducia per fargli conoscere i tuoi peccati e per chiedergli di pregare per te a loro riguardo? Perché così tanti cristiani trovano difficile fare questo - tanto da non farlo praticamente mai?
  • A quale tipo di sofferenze si riferisce Giacomo nel versetto 13? Nel contesto, si parla di malattie fisiche o di infermità spirituali? Come si fa a saperlo?
  • In che modo preghiere autentiche possono fare una reale differenza nella vita del credente che combatte la malattia e la sofferenza? (Si consideri Salmo 27:13-14; Giona 2:7; Filippesi 4:6-7; 1 Pietro 5:7).
  • Che cosa possiamo apprendere dall'esempio di preghiera fedele di Elia? (Si consideri 1 Re 17:1-7; 18:1-2, 41-46).
  • Che cosa significa "errare dalla nostra via"? (Considerare Ebrei 5:12-6-9; 1 Giovanni 2:19).
  • A quale gruppo di persone Giacomo si riferisce come "i peccatori" (v. 20)?
  • Secondo la parabola di Matteo 13:24-30, 36-43 qual è almeno una delle cause per le quali alcuni errano dalla fede?
  • Che cosa aggiunge la parabola di di Matteo 13:24-30, 36-43 alla tua comprensione dell'insegnamento di Giacomo sui pericoli dell'allontanarsi dalla verità? Quali ne sono le conseguenze? (Si consideri Isaia 66:24; Daniele 2:2; Matteo 13:40,42,50; Marco 9:43-49; Romani 6:23; 2 Tessalonicesi 1:8-9; Apocalisse 20:11-15).
  • Leggi Atti 3:19. Che cosa dice questo testo sulla necessità che i peccatori volgano le spalle ai loro peccati? Che cosa esige la salvezza? (Considerare: Matteo 8:3; Luca 1:16-17; Atti 9:35; 2 Corinzi 3:16; 1 Pietro 2:25).
  • Non possiamo pregare l'uno per l'altro se non condividiamo le nostre lotte interiori e bisogni. E' molto importante fare parte di un piccolo gruppo di credenti impegnati per studiare insieme la Bibbia e pregare regolarmente. Potrebbe non essere così e perché?
  • Se ti senti in questo momento spiritualmente sconfitto o scoraggiato, fa' una lista di cristiani che potresti (e dovresti) avvicinare (non dimenticarti i responsabili della comunità cristiana di cui fai parte!) per chiedere loro di pregare per te dopo averli fatti partecipi della tua situazione.
  • Potresti pensare di alcuni cristiani professanti della tua comunità che, secondo le verifiche di vera fede di cui parla Giacomo, potrebbero non essere veramente salvati? Prega per loro in questo stesso momento.
  • Al termine ora di questo studio sulla lettera di Giacomo, quali sono le verità chiave qui insegnate di cui dovresti rammentarti sempre?

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