Erme-06

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Indice - Articolo V - Articolo VII


[edit] Articolo VI

AFFERMIAMO che la Bibbia esprime la verità di Dio in forma di proposizioni e dichiariamo che la verità biblica è nel medesimo tempo oggettiva ed assoluta. Precisiamo inoltre che una proposizione è vera quando essa rappresenta le cose tali quali sono ed è per contro falsa quando le snatura.

RESPINGIAMO, anche se la Scrittura ha la funzione di renderci savi a salute, che la sua verità possa essere ridotta a quest'unico compito; rifiutiamo inoltre di limitare la funzione dell'errore all'inganno deliberato.


Dato che l'ermeneutica si occupa di come comprendere la verità della Bibbia, si dirige qui l'attenzione alla natura della verità. Sulla natura della verità questo articolo fa diverse affermazioni significative.
In primo luogo, in contrasto con il relativismo contemporaneo, esso dichiara che la verità è assoluta. In secondo luogo, in opposizione al soggettivismo, esso riconosce che la verità è oggettiva. In terzo luogo, in opposizione all'esistenzialismo ed al pragmatismo, esso afferma che la verità corrisponde alla realtà. Lo stesso punto viene affermato nella Dichiarazione di Chicago sull'inerranza biblica, articolo XIII ed il suo commento.
La negazione afferma come la verità della Bibbia non riguardi solo la comunicazione di ciò che riguarda la salvezza, ma anche ciò che essa afferma su altri argomenti. La negazione, inoltre, rende evidente come pure ridefinire l'errore come un inganno deliberato atto a sviare, e non come qualcosa che rappresenti erroneamente la realtà, debba essere respinto. Ridefinire, infatti, l'errore in questo modo è contrario sia alla Scrittura che al senso comune. Nella Scrittura "errore" è usato sia per atti non intenzionali (Levitico 4:2) che per atti intenzionali. Inoltre, nell'uso comune un'affermazione è considerata errata se è un errore fattivo, anche se con essa non si intendeva ingannare deliberatamente. Suggerire che la Bibbia contenga errori, ma che non siano tali se la loro intenzione non era quella di ingannare, siano cioè "errori in buona fede", è contrario sia alla Scrittura che al senso comune.
Con questa sottile ridefinizione di errore per significare solo ciò che intende sviare, ma non ciò che non si rappresenta in modo corretto, alcuni hanno cercato di sostenere come la Bibbia sia interamente vera (cioè non intenda ingannare) ma che possa comunque contenere errori. Questa posizione è qui respinta in modo reciso.

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