Dio non mostra alcuna parzialità, eppure elegge alcuni e non altri?

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Dio non mostra alcuna parzialità, eppure elegge alcuni e non altri?

In 1 Timoteo 5:21 Dio dice alla chiesa, quando i suoi anziani giudicano, di non fare nulla, o non prendere decisioni con parzialità: “Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità”. Il contesto è che essi non devono pre-giudicare, o mostrare preferenze personali, ma giudicare sulla base di vere qualificazioni e su ciò che sta nel cuore delle persone e non in cose esteriori. In Giacomo 3:17, Dio, ancora comanda di essere imparziali, cioè di non fare ingiuste distinzioni: “La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia”. Dio pure giammai agirà con pregiudizio e agisce solo sulla base di ciò che una persona veramente merita. Vi sarà un giudizio in cui tutti saranno messi a confronto con le Sue giuste leggi e tutti imparzialmente riceveranno ciò che avranno meritato.

La questione dell’elezione, però, è altra cosa. Di fatto, tutto il genere umano, tutti senza esclusione, secondo i criteri di giustizia che Dio ha stabilito per le creature umane, tutti sono colpevoli di ribellione contro Dio e di inadempienza alle Sue leggi. Per questo Egli non mostra alcuna parzialità quando esegue la Sua giusta condanna di dare loro quello che di fatto essi vogliono: di essere esclusi per sempre da Sé stesso, fonte di ogni bene, e di patirne inevitabilmente le indicibili sofferenze.

Ci viene detto, infatti: “Dio guarda dal cielo i figli degli uomini per vedere se c'è una persona intelligente che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno” (Salmo 53:2-3). Il fatto che, però, Dio scelga di concedere la grazia della salvezza ad alcuni tramite il dono del ravvedimento e della fede in Cristo, non ha nulla a che fare con il favoritismo. La scelta di concedere la grazia ad un numero limitato di creature umane è un atto imparziale perché non è basato su alcunché si trovi in coloro che sono scelti: aspetto, qualità relative, tratti della loro personalità, opere di qualsiasi natura, atteggiamento ecc. ecc. ma solo sul Suo sovrano beneplacito, cosa che, fra l’altro, già è in azione in questa vita. Dio, di fatto, non rende tutti uguali: alcuni sono più attraenti, o più forti, o più intelligenti nascono in famiglie più ricche, più sane ecc. Dio è sovrano e fa quello che più Gli piace come, dove e quando vuole e senza per questo violare il Suo carattere rivelato di santità e di giustizia. Anche nei fatti narrati nella Bibbia Dio manifesta la Sua sovranità. Dio di fatto non “tratta tutti allo stesso modo”. Vorremmo contestarglielo? Dio non tratta Mosè e gli Israeliti nello stesso modo in cui tratta il Faraone e gli Egiziani, o gli assiri, o i babilonesi. Dio non dà ad Erode le stesse opportunità di conversione che dà a Paolo, al quale concede una rivelazione diretta speciale e personale del Cristo risorto.

Paolo, però, non era miglio di Erode, perché egli ammette di essere stato un uomo violento, un omicida ed un bestemmiatore. Si potrebbero moltiplicare gli esempi. Quel che così può apparire alla nostra mente minuscola come “parzialità”, certamente non è il caso: quel che Egli fa è sempre fatto bene e per um motivo giusto e buono. Chiedete poi a coloro che Dio non ha eletto, agli increduli non eletti. Importa loro essere esclusi dalla presenza di Dio? Niente affatto: è proprio ciò che vogliono: essere “liberi” da Dio e dalle Sue leggi. Anche se cercaste di persuaderli della loro follia, che così non si ritroveranno né liberi né felici, ma incatenati e in indicibili sofferenze, ve lo negheranno in faccia ridendo di voi e dei vostri avvertimenti. Non hanno alcuna intenzione di sottomettersi a Dio né di seguire il Signore Gesù Cristo, perché amano il loro peccato e vogliono continuare a fare quel che desiderano ...e Dio glielo concede. Dio, però, può essere imparziale e scegliere chi destinare alla grazia della salvezza dal peccato e dalle sue conseguenze perché è la Sua prerogativa, la libera e sovrana scelta che dipende solo da Lui e da nulla che si trovi in coloro che Egli salva. Nel concedere la Sua grazia Egli manifesta la Sua misericordia, e nel condannare egli manifesta la Sua giustizia che non si può disattendere impunemente e sulla quale Egli “passerà sopra” come se non fosse assolutamente importante.

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