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PREMESSA

Nel nostro tempo, e in ogni tempo, l’autorità della Scrittura è stata una questione strategica per la chiesa. Coloro che dichiarano di credere in Gesù Cristo come Signore e Salvatore devono mostrare di essere veramente suoi discepoli sottomettendosi alla Parola scritta di Dio umilmente e fedelmente. Allontanarsi dalla Scrittura nella propria fede o nella propria condotta vuol dire non seguire più lealmente il Maestro. Per cogliere pienamente e confessare come si conviene l’autorità della Scrittura è necessario riconoscerla come totalmente veridica e degna di fede.

La dichiarazione che segue riafferma questa inerranza della Scrittura, spiega chiaramente il significato che noi le attribuiamo, infine avverte contro il rischio d’abbandonare questa dottrina.

Siamo convinti che negare l’inerranza biblica significa respingere la testimonianza di Gesù Cristo e dello Spirito Santo e rifiutare questa obbedienza alle asserzioni della Parola stessa di Dio che caratterizza la fede cristiana autentica. Riteniamo che sia nostro preciso dovere affermare la verità dell’inerranza nel nostro tempo: alcuni dei nostri fratelli, infatti, non la professano più e nel mondo in generale si constata una notevole incomprensione in proposito.

Questa dichiarazione comprende tre parti: un riassunto, degli articoli in cui esprimiamo la nostra convinzione in modo affermativo e negativo, un’esposizione che spiega gli articoli stessi.

Essa è stata redatta nel corso di un congresso di tre giorni a Chicago. I firmatari della dichiarazione riassuntiva e degli articoli vogliono affermare ciò che essi credono in rapporto all’inerranza della Scrittura e incoraggiarsi e stimolarsi mutuamente, come pure incoraggiare e stimolare tutti gli altri cristiani a credere nell’intelligenza di questa dottrina e nella sua importanza. Siamo coscienti dei limiti di un documento preparato in occasione di un congresso con un programma assai intenso; pertanto non proponiamo di conferire a questa dichiarazione lo statuto di una confessione di fede.

Ci rallegriamo però d’aver potuto approfondire le nostre convinzioni grazie agli scambi che abbiamo potuto avere e chiediamo a Dio d’utilizzare la dichiarazione che noi abbiamo firmato per la sua gloria, per una nuova riforma della fede, della vita e della missione della chiesa.

Presentiamo questa dichiarazione non tanto in uno spirito di contesa ma d’umiltà e amore, e in questo spirito vogliamo restare, per grazia di Dio, nel corso di tutto il dialogo che susciterà nell’avvenire. Riconosciamo con gioia che diversi di coloro che respingono l’inerranza della Scrittura non traggono da ciò le relative conseguenze per il resto della loro dottrina e del loro comportamento, mentre noi che confessiamo questa dottrina spesso la neghiamo nella nostra vita ed evitiamo di sotto mettere veramente i nostri pensieri e i nostri atti, le nostre tradizioni e le nostre usanze alla Parola di Dio. Invitiamo chiunque pensi di dover correggere questa dichiarazione sulla Scrittura, alla luce della Scrittura stessa, a risponderci poiché poniamo questa dichiarazione sotto l’autorità della Scrittura. Nella testimonianza che rendiamo non abbiamo alcuna pretesa di infallibilità; accoglieremo dunque con gratitudine ogni aiuto che ci consentirà di rinforzare questa testimonianza alla Parola del nostro Dio.



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