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[edit] 13. L’osservanza di giorni di pubblico ringraziamento

Quando si dovrà tenere un tale giorno, se ne dia debito avviso e, in quell’occasione, un certo tempo conveniente prima, che il popolo si possa preparare ad esso.

Quando verrà quel giorno, e la comunità (dopo essersi privatamente preparata) sarà riunita, il ministro dovrà iniziare con una parola d’esortazione, per ravvivare il popolo al dovere per cui essi si sono incontrati, e con una breve preghiera affinché Iddio assista e benedica (come avviene pure in altre occasioni di culto pubblico), secondo la particolare occasione dell’incontro.

Che lui faccia poi un conciso resoconto della liberazione che è stata ottenuta, o della misericordia ricevuta, o di qualunque abbia causato quella riunione della comunità, affinché tutti possano comprenderlo, od esserne rammentati, e meglio ancora colpiti nel loro cuore da essa. In quanto poi il canto dei Salmi è, più di ogni altra cosa, l’ordinanza meglio appropriata per esprimere la gioia e la riconoscenza, che si canti qualche salmo pertinente ed adatto allo scopo, prima o dopo la lettura di qualche porzione della Parola, appropriata all’occasione. Il ministro poi che dovrà predicare, proceda ad ulteriori esortazioni e preghiere prima del suo sermone, con riferimento speciale all’occasione. Dopo di questo, che egli predichi su qualche testo della Scrittura pertinente all’occasione.

Terminato il sermone, che non solo egli preghi, come avviene pure ogni qual volta termina un sermone, rammentando le necessità della Chiesa, del Re e dello Stato (se prima del sermone questo è stato omesso), ma si allarghi in dovuto e solenne rendimento di grazie per la misericordia e la liberazione ottenuta, e in particolare per ciò che tutti sono stati convocati ad esprimere riconoscenza. Si associ questo all’umile richiesta perché Dio continui e rinnovi le Sue misericordie, come sarà necessario, e per la grazia santificante di farne giusto uso. Così, dopo aver cantato un altro Salmo, adatto alla misericordia, congedi la comunità con una benedizione, affinché possano avere tempo sufficiente per i loro pasti e rinfreschi.

Il ministro, però, prima del congedo, dovrà solennemente ammonirli a fare attenzione a non eccedere e far ressa, a non lasciarsi andare alla ghiottoneria ed all’ebbrezza, ed ancora più di questi peccati dopo aver mangiato e bevuto, e che la loro gioia non sia carnale, ma spirituale: questo solo rende la lode di Dio gloriosa ed essi stessi umili e sobri, e che sia il loro mangiare e la loro allegria li possa rendere più gioiosi e aperti, per celebrare le Sue lodi nel mezzo della comunità, quando ritorneranno ad essa nella parte restante della giornata. Quando l’assemblea si riunirà di nuovo, si dovrà fare la stessa procedura di preghiera, lettura, predicazione, canto dei Salmi, e maggiori e più grandi ringraziamenti, più di quelli che sono stati elevati al mattino, che dovranno rinnovarsi e continuare, per quanto il tempo permetta. In uno o in entrambi gli incontri pubblici de quel giorno, si farà una colletta per i poveri (come pure si dovrà fare nel giorno dell’umiliazione pubblica), affinché anch’essi possano gioire e rallegrarsi maggiormente con noi. Il popolo, inoltre, dovrà essere esortato, alla fine dell’ultimo incontro, a passare il resto della giornata in santi doveri, e nel rendere testimonianza di amore e di carità cristiana l’uno verso l’altro, e rallegrarsi sempre più nel signore, come conviene a coloro che fanno del Signore la loro gioia e la loro forza. 




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