Cfv13/Commento esteso
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Il Signore e Salvatore Gesù Cristo: vero Dio e vero uomo, 2
La Confessione di fede valdese del 1655, decima parte
Introduzione
La fede cristiana si distingue da ogni altra religione per le affermazioni che fa sulla Persona e sull'opera di Gesù di Nazareth. Esse sono uniche, stupefacenti e per alcuni persino scandalose. La fede cristiana afferma, infatti, che Gesù non è "uno fra i tanti", un leader religioso, un saggio, un profeta, un maestro come altri e neanche solo il migliore o il più grande, ma che in Lui Dio stesso si fa uomo in modo unico ed irripetibile. Considerata da molti anche oggi come un mito, un'idealizzazione, una superstizione o persino una bestemmia, l'affermazione sulla natura sia umana che divina di Gesù di Nazareth era qualcosa che anche ai tempi di Gesù traspariva non solo agli occhi della fede dei Suoi discepoli, ma anche in affermazioni pubbliche che tanto scandalizzavano i Suoi stessi contemporanei da suscitarne l'ira omicida: «Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio» (Giovanni 10:33).
La Confessione di fede valdese fa eco a quella della maggior parte dei cristiani di ogni tempo e paese e proclama la natura sia umana che divina del Signore e Salvatore Gesù Cristo. Essa specifica poi quale sia il rapporto fra l'umano e il divino in Gesù nei termini delle affermazioni di fede ecumeniche della chiesa antica.
Pur rimanendo un mistero non facilmente spiegabile, la divinità di Gesù Cristo e il rapporto fra umano e divino in Lui comporta significative implicazioni che solo dei critici disavveduti possono ignorare.
L'articolo XIII
- Che vi sono due nature in Jesu Christo, la divina e l'humana, veramente unite in una stessa persona, senza confusione, senza separatione, senza divisione, senza cangiamento, l'una e l'altra natura serbando le sue distinte proprietà e che Jesu Christo è insieme vero Dio e vero huomo.
Includendo le citazioni bibliche a suo supporto, potremmo ampliare questo articolo nel modo seguente:
I. In Gesù Cristo vi sono due nature: quella divina e quella umana. Gesù è nato in modo naturale da un'autentica donna, ma il Suo concepimento è avvenuto in modo miracoloso attraverso l'intervento potente in lei dello Spirito Santo. Le Sacre Scritture così proclamano Gesù "Dio con noi", Dio nel nostro mezzo come essere umano, il Figlio di Dio, il Santo.
II. Gesù nasce secondo la carne dalla stirpe di Davide, ma la Sua divinità è confermata e proclamata attraverso la Sua risurrezione dai morti. Egli è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Gesù è stato elevato in gloria e creduto nel mondo Parola di Dio diventata carne che ha abitato per un tempo fra noi. Splendore della gloria di Dio e impronta della Sua essenza, Gesù, il Cristo, è lo stesso che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza. Dopo aver fatto la purificazione dei peccati di coloro che Dio ha eletto a salvezza, morendo in croce, si è seduto nella gloria alla destra della Maestà di Dio. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità: per questo e solo così è stato possibile che Gesù diventasse per coloro che Gli appartengono sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.
III. Al fine di evitare equivoci e distorsioni concettuali che non renderebbero giustizia a tutto l'insegnamento biblico, è importante pure affermare che la natura umana e divina di Cristo sono da considerarsi realmente unite in una stessa persona. Ciononostante, fra la natura umana di Gesù e quella divina non vi è alcuna confusione: non vi è alcuna mescolanza fra ciò che è umano e ciò che è divino in Lui. Dio si accosta ed unisce a ciò che è creato, ma non vi si confonde. Eppure, fra ciò che è divino ed umano in Gesù non c'è alcuna separazione e divisione, né tanto meno cambiamento. La natura divina e quella umana in Gesù conservano le loro proprietà distinte.
Noi confessiamo quindi che Gesù è vero Dio e vero uomo.
Approfondimento
Le due nature del Cristo
In modo unico ed irripetibile, nella persona di Gesù di Nazareth si cela Dio stesso. Se ne rendono conto solo coloro che hanno accesso alla dimensione spirituale della realtà. Ben lo sapevano i demoni a loro perdizione. Lo spirito di un indemoniato esclama: «Ahi! Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!» (Luca 4:34). A sua salvezza lo confessa Pietro, a cui Gesù dice: ”Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli” (Matteo 16:17).
Le Sacre Scritture, così, ci rivelano come in Gesù vi siano due nature: quella umana e quella divina. L'umanità di Gesù non è generalmente messa in questione. Di fatto l'unica divinità che molti Gli ascrivono è quella di un'umanità particolarmente virtuosa. Dell'umanità di Cristo vi è prova abbondante [1] . Eppure, sebbene Egli fosse vero uomo, Egli era senza peccato. Egli mai commette ciò che Dio considera peccato, né, per Sua stessa natura poteva commetterlo [2] .
Era necessario che Cristo fosse sia uomo che Dio. Solo come uomo, infatti, Egli avrebbe potuto essere nostro Rappresentante legale, Garante e Sostituto, soffrire e morire per espiare completamente e peccati del Suo popolo ad attribuire loro la Sua perfetta giustizia, vale a dire la sua perfetta consonanza con la volontà di Dio. Solo come Dio, però, il Suo sacrificio avrebbe avuto valore infinito, portare su di Sé tutto il peso dell'ira di Dio tanto da liberarne altri [3] . Questo è “il grande mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne ” [4] . Dato che anche ai giorni nostri molti negano la divinità di Cristo, è necessario così sottolineare come la Scrittura lo affermi con chiarezza. Alcuni brani dell'Antico Testamento lo indicano chiaramente nei nomi che il Cristo riceve: Dio potente, Padre eterno, Angelo del patto [5] . Le prove nel Nuovo Testamento sono particolarmente abbondanti [6] .
Il concepimento verginale
Gesù è nato in modo naturale da un'autentica donna, della stirpe di Davide, ma il Suo concepimento è avvenuto in modo miracoloso attraverso l'intervento potente in lei dello Spirito Santo. Sua madre era vergine, cioè non aveva ancora avuto rapporti sessuali con un uomo [7] . Il segno miracoloso della nascita verginale adempie le antiche promesse e lo dichiara l'Emmanuele, vale a dire, "Dio con noi".
La concezione verginale di Cristo è una delle affermazioni di fede fondamentali della fede cristiana [8] ed evangelica in particolare [9] . La cosa viene spesso oggi derisa come “mitologica” e considerata irrilevante, ma non è così. Dobbiamo ragionare secondo i presupposti biblici. Se Gesù fosse stato generato completamente da genitori umani, avrebbe anche Lui ereditato una natura totalmente corrotta dal peccato e non avrebbe potuto essere il nostro Salvatore. Dio lo Spirito Santo, però, interviene affinché Maria Lo concepisse. Colui che così nasce da lei riceve natura umana da Maria e, nel contempo, ha natura divina. Il concepimento verginale di Gesù non ha a che fare con la presunta purezza di Maria o con una concezione negativa della sessualità. Maria è e riconosce di essere anche lei corrotta come tutti dal peccato [10] , avrà in seguito rapporti normali con suo marito Giuseppe [11] ed altri figli. La sua verginità (al momento del concepimento) è semplicemente il segno che quanto era stato generato in lei non era frutto di un rapporto naturale con un uomo, ma di un intervento soprannaturale. Non ci è dato di sapere molto più di questo ma, come afferma il Credo, si tratta di un articolo fondamentale della nostra fede che riguarda la natura del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. È grazie a Sua madre che sappiamo che Egli aveva una natura umana e dallo speciale intervento dello Spirito di Dio la Sua natura divina.. E' in forza del Suo concepimento verginale che Gesù aveva sia natura umana che natura divina, tuttavia Egli era una persona indivisa.
Espressioni della divinità del Cristo
La divinità di Gesù Cristo è confermata e proclamata attraverso la Sua risurrezione dai morti. Come le Scritture affermano, Egli è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Gesù è stato elevato in gloria e creduto nel mondo intero come la Parola di Dio diventata carne che ha abitato per un tempo fra noi. Splendore della gloria di Dio e impronta della Sua essenza, Gesù, il Cristo, in quanto eterno Figlio di Dio, è lo stesso che ha partecipato alla creazione e sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza.
Gesù, dopo aver fatto, morendo in croce, la purificazione dei peccati di coloro che Dio ha eletto a salvezza si è seduto nella gloria alla destra della Maestà di Dio. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità: per questo e solo così è stato possibile che Gesù diventasse per coloro che Gli appartengono sapienza, giustizia, santificazione e redenzione. Questi benefici dell'opera di Gesù Cristo possono esserci accreditato solo per ciò che Egli è: nessun altro ha mai potuto e potrà mai fare altrettanto.
Le due nature unite in una sola Persona
La dottrina cristiana ortodossa afferma che Gesù era pienamente divino e pienamente umano. Qual era, però, il rapporto esistente fra queste due nature nell'unica persona di Gesù? Questo è uno dei problemi teologici più difficili secondo solo a quello della Trinità. Al fine, così, di evitare equivoci e distorsioni concettuali che non renderebbero giustizia a tutto l'insegnamento biblico, la Confessione di fede valdese pure afferma che la natura umana e divina di Cristo sono da considerarsi realmente unite in una stessa persona.
Nell'incarnazione, l'eterno Figlio di Dio non è che “si trasformi” in persona umana, né semplicemente Egli “adotta” la persona umana. Oltre alla Sua natura divina, Egli assume una natura umana, la quale non si sviluppa in una personalità indipendente, ma diventa personale con la Persona del Figlio di Dio. Dopo aver assunto la natura umana, la Persona di Cristo non è solo divina, ma divina e umana. Con un'espressione precisa che non dobbiamo temere di usare, Egli è il Dio-uomo, che possiede tutte le qualità essenziali sia della natura umana che di quella divina.
Gesù ha al tempo stesso una consapevolezza umana ed una consapevolezza divina, come pure una volontà umana ed una divina. Indubbiamente si tratta di un mistero che non possiamo spiegare totalmente. In ogni caso, la Scrittura indica chiaramente l'unità della Persona di Cristo. E' sempre la stessa Persona che parla, benché la mente che si esprime sia tanto divina quanto umana [12] .
Talvolta attributi ed azioni umane vengono ascritte alla Persona designata con titoli divini [13] , ed attributi ed azioni divine vengono talora ascritti alla Persona designata con un titolo umano [14] . Cristo ha una natura umana, ma Egli non è una "persona umana." La Persona del Mediatore è l'immutabile Figlio di Dio.
Nonostante tutto ciò, fra la natura umana di Gesù e quella divina non vi è alcuna confusione: non vi è alcuna mescolanza fra ciò che è umano e ciò che è divino in Lui. Dio si accosta ed unisce a ciò che è creato, ma non vi si confonde. Eppure, fra ciò che è divino ed umano in Gesù non c'è alcuna separazione e divisione, né tanto meno cambiamento. La natura divina e quella umana in Gesù conservano le loro proprietà distinte.
La cristologia, scienza che tratta di questi argomenti e li definisce attentamente, è importante perché l'incarnazione implica il gettare un ponte sul divario metafisico, morale e spirituale che separa Dio dalle creature umane. Questo ponte dipende dall'unità fra la divinità e l'umanità in Gesù Cristo, il Mediatore. Se Gesù, infatti, fosse stato Dio ed uomo, ma le due nature non fossero unite, il divario fra Dio e creatura umana sarebbe magari più piccolo, ma rimarrebbe. La separazione fra Dio e creature umane rimane una difficoltà che ancora non è stata del tutto risolta.
Riaffermazione della cristologia calcedonese
La Confessione di fede valdese si colloca così decisamente e senza ambiguità, nell'ambito dell'ortodossia cristologica stabilita dai concili ecumenici dei primi cinque secoli della storia cristiana. Si contrappone, così, alle innumerevoli eresie che nel corso del tempo hanno afflitto ed ancora affliggono il mondo cristiano a proposito della natura del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, così come ci viene presentata dalle Sacre Scritture.
Non si tratta di sottigliezze ed astratte speculazioni teologiche e filosofiche: attenersi all'ortodossia storicamente accertata, per quanto sia complessa, protegge la fede cristiana da involuzioni e deviazioni letali, così come la storia ha dimostrato dove esse hanno preso piede.
La dottrina dell'unificazione del divino e dell'umano in Gesù è difficile da comprendere perché afferma la combinazione di due nature che per definizione hanno attributi opposti. Come Dio, Cristo è infinito quanto a conoscenza, potere e presenza. Se Egli è Dio, deve conoscere ogni cosa, deve poter fare qualsiasi cosa si proponga ed essere dovunque al tempo stesso. D'altro canto, come uomo, aveva una conoscenza limitata, non poteva fare tutto ed era certamente limitato ad un solo luogo per volta. Sembra impossibile, per una persona, essere infinito e finito al tempo stesso.
La questione è ulteriormente complicata dalla scarsità di materiale biblico su cui lavorare che tratti di queste questioni. Infatti, non abbiamo nella Bibbia affermazioni dirette sul rapporto esistente fra le due nature di Cristo. Tutto ciò che possiamo fare sono deduzioni dalla consapevolezza rivelata di Gesù, le Sue azioni e varie affermazioni didattiche che troviamo nella Scrittura..
Questa Confessione riafferma così, sulla natura del Cristo, quanto già la Definizione di Calcedonia (451) aveva affermato:
- "Perciò, seguendo i santi Padri, noi tutti di unico accordo insegniamo agli uomini di conoscere uno e lo stesso Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, completo nella Divinità e nell'umanità allo stesso tempo, autenticamente Dio ed autenticamente uomo, essendo completo di un'anima razionale e di un corpo; di una sostanza con il Padre per quanto riguarda la sua divinità e allo steso tempo di una sostanza con noi per quanto concerne la sua umanità; come noi in tutti gli aspetti eccetto che nel peccato; quanto alla sua divinità generato dal Padre prima dei tempi, ma per la sua umanità generato per noi uomini e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la portatrice di Dio; uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto IN DUE NATURE, SENZA CONFUSIONE, SENZA CAMBIAMENTO, SENZA DIVISIONE, SENZA SEPARAZIONE; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall'unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona ed un subsistenza, non divise o separate in due persone, ma uno solo e lo stesso Figlio e unigenito Dio la Parola, Signore Gesù Cristo; come anche i profeti dagli antichi tempi hanno parlato di lui e il nostro Signore Gesù Cristo stesso ha insegnato di se stesso e il Credo dei Padri ci ha lasciato in eredità".
Questa definizione del Quarto Concilio Generale o Ecumenico è rimasta la pietra di paragone dell'ortodossia. La sua influenza sulla teologia è stata decisiva. E' per esempio impossibile comprendere la teologia di Giovanni Calvino prescindendo dalla sua fedeltà a quanto affermato dal Concilio di Calcedonia sull'identità umana e divina di Cristo..
Concezioni devianti
Le concezioni devianti che la Definizione di Calcedonia implicitamente condanna e che pure la Confessione di fede valdese rileva, corrispondono a precise eresie che si erano diffuse nella chiesa antica. Si tratta, però, di tendenze che di tanto in tanto pure ricompaiono nella storia ed oggi stesso sono presenti. Esse si caratterizzano in movimenti o gruppi settari, come pure emergono nell'insegnamento e nella predicazione di alcuni. Queste concezioni devianti spesso sfuggono all'ascoltatore impreparato; altre volte sono sostenute a viva voce da chi, così, facendo, pensa di mettersi in evidenza affermando di avere scoperto, per i propri fini, “la verità” che sarebbe stata negata o oscurata dall'ortodossia. In realtà, solo l'ortodossia tiene in equilibrio i dati che troviamo nella Scrittura al riguardo del Cristo evitando concezioni unilaterali che, lungi dall'essere questioni astratte, comportano conseguenze deleterie.
Come illustra lo schema sottostante, la concezione ortodossa sulla persona del Cristo tiene in equilibrio che Egli sia al tempo stesso vero Dio e vero Uomo, una sola persona con due distinte nature.
Le deviazioni unilaterali sono identificabili nella dottrina degli Alogi [15] e nell'Ebionismo [16] (Gesù non era Dio) e nell'Arianesimo [17] (Gesù non era pienamente Dio). Questa negazione era condivisa dai Sociniani al tempo della Riforma, e dagli Unitari e Modernisti dei giorni nostri. Nella Chiesa dei primi secoli è in particolare Ario a non rendere piena giustizia alla piena divinità di Cristo, e Lo considera come un semi-dio. Dall'altra parte, il Docetismo [18] (Gesù non era veramente umano, ma lo sembrava), e l'Apollinarismo [19] (Gesù non era pienamente umano). Apollinare non riconosceva la Sua piena umanità, ma sosteneva che il Logos divino aveva in Cristo preso il posto dello spirito umano.
Abbiamo poi il Nestorianesimo [20] (Gesù era due persone distinte). I Nestoriani negano l'unità delle due nature in un'unica Persona. Il Nestorianesimo rifiuta pure il titolo «Madre di Dio» (Theotókos) a Maria, attribuendole piuttosto il titolo di Christotokós (cioè madre di Cristo). Il titolo «Madre di Dio» fu attribuito alla madre di Gesù dal Concilio di Efeso (431). Fino ad allora Maria era riconosciuta genitrice della sola persona del Cristo-uomo. Infine l'Eutichianesimo, o Monofisismo [21] (Gesù aveva una natura in cui divino ed umano erano mescolate).
Non possiamo approfondire qui queste concezioni e rimandiamo agli articoli orientativi citati a piè di pagina. Rilevanti, però, ne sono le implicazioni, che pure possiamo qui solo accennare.
Implicazioni
Il principio della distinzione fra divino ed umano in Cristo è estremamente importante.
1) In Cristo natura umana e natura divina sono unite ma distinte. Dio e creatura umana non possono essere confuse. Nessuna creatura umana diventa o diventerà mai “come Dio” (divinizzazione). Questo è presente oggi ad esempio nel culto dei santi e della Madonna o, in modo macroscopico nel Mormonismo.
2) La salvezza dal peccato e dalle sue conseguenze e l'accesso a Dio non dipende da noi o da alcuno sforzo di ascesi.
3) Negando la confusione fra l'umano ed il divino si contestano così anche le pretese del misticismo. Il misticismo rende implicitamente irrilevante l'opera del Cristo credendo che ognuno diventi il proprio Cristo attraverso un mistico assorbimento nella divinità.
4) La Definizione di Calcedonia impedisce alle istituzioni umane di dichiararsi l'incarnazione della deità e capaci di unire i due mondi nella loro esistenza. Lo stato è ridotto ad un ordine umano, sotto Dio, e gli è negata ogni rivendicazione di divinità da parte del corpo politico, del governante e dei loro uffici.
Né il singolo, né lo stato possono, con le loro opere, esperienza o crescita o evoluzione unirsi ed assorbirsi nella Divinità. L'unicità dell'incarnazione è preventiva e l'insistenza sul fatto che non c'era cambiamento delle due nature o la confusione di esse in quell'unica incarnazione significa che né la chiesa né lo stato possono validamente rivendicare che, come partecipavano dell'umanità di Cristo, così pure partecipino alla Sua deità.
Se la definizione di Calcedonia non fosse divenuta il testo dell'ortodossia, allora l'umanesimo avrebbe potuto validamente utilizzare l'incarnazione, con approvazione teologica, per introdurre il popolo di Cristo: Chiesa, stato, scuola, o singoli che fossero, nella trasformazione di natura dall'umanità alla divinità. Essere cristiani nel pieno senso della parola avrebbe voluto significare una deificazione; la partecipazione al sacramento della comunione sarebbe stata partecipazione a qualcosa di più che la nuova umanità di Gesù Cristo, assieme alla benedizione dell'accesso in Lui a Dio il Padre. Piuttosto, il sacramento sarebbe diventato partecipazione alla deità di Cristo. L'uomo si sarebbe cibato di Dio per diventare Dio; umanesimo e paganesimo avrebbero quindi trionfato sul cristianesimo biblico. Finché prevale la vecchia visione pagana dell'essere, lo stato può pretendere di essere l'ordine umano-divino. In questo modo la divinità diventa così tanto immanente o incarnata nello stato che non sarebbe ammissibile appello contro lo stato.
Conclusione
Ancora oggi non soltanto gruppi settari come i Testimoni di Geova, i Mormoni, gli Unitariani, i Pentecostali modalisti, ma anche noti intellettuali e divulgatori in molte chiese ufficiali sembrano dilettarsi nello "sport" di mettere in discussione ogni singola affermazione dell'ortodossia teologica con abili sofismi, accusandola di aver fatto proprie, nelle sue definizioni, categorie filosofiche estranee alla rivelazione biblica. Di fatto essi compiono proprio ciò di cui accusano l'ortodossia, reinterpretando la fede cristiana sulla base di presupposti alieni variamente giustificati. Queste tendenze moderne si compiacciono talvolta persino di "rivalutare" antichi ed ampiamente condannati errori. L'ortodossia, però, tiene in magistrale equilibrio e concilia tutte le affermazioni che le Scritture fanno sull'identità di Cristo. Violare l'ortodossia vuol dire di fatto non solo cadere a nostro danno in inconciliabili contraddizioni ed incoerenze che pregiudicano l'integrità delle Scritture in quanto coerente Parola di Dio, ma anche in comportamenti deleteri. La dottrina importa ed ha implicazioni più di quanto molti siano disp osti ad ammettere. A questo riguardo, già l'apostolo Pietro scriveva mettendo in guardia anche noi:: "Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata" (2 Pietro 2:1).
La persona avveduta si attiene con riconoscenza alla saggezza delle formulazioni dell'ortodossia approfondendole e valutando in che modo non solo rappresenti egregiamente i dati biblici, ma considerandone le non indifferenti implicazioni.
Domande di verifica e per lo studio ulteriore
- In che modo le affermazioni che la fede cristiana fa sulla Persona di Cristo la rende diversa da qualsiasi altra religione?
- In che modo può essere scoperto che nella Persona di Gesù si cela Dio stesso? Chi generalmente lo nega o lo "reinterpreta"?
- Perché la dottrina del concepimento verginale di Gesù si pone fra i punti fondamentali della fede cristiana?
- In che modo la dottrina del concepimento verginale di Gesù è stata esagerata dal Cattolicesimo fino al punto di dire che Maria è stata "sempre vergine" ed è praticamente divinizzata?
- In che modo il Nuovo Testamento afferma la divinità di Gesù Cristo? Quali attributi divini vengono ascritti a Cristo? Isaia 9:6; Proverbi 8:22-31; Michea 5:2; Giovanni 5:26; 21:17. Quali opere divine? Marco. 2:5-7; Giovanni. 1:1-3; Colossesi. 1:16,17; Ebrei 1:1-3. Che onori divini? Matteo 28:19; Giovanni 5:19-29; 14:1; 2 Corinzi 13:14.
- Perché affermare la piena umanità e la piena divinità di Gesù è essenziale per la Sua opera redentrice?
- In che modo è importante per la Confessione di fede valdese e per noi riaffermare la verità della Definizione di Calcedonia?
- In che modo possono essere classificate le concezioni devianti sulla natura del Signore e Salvatore Gesù Cristo? Riprodurre lo schema presentato nella lezione.
- Quali maggiori implicazioni pratiche comporta violare l'ortodossia calcedonese sulla natura di Gesù Cristo? Citarne eventualmente altre ancora.
- Quali sono i nomi più importanti di Cristo? Qual è il significato di ciascuno?
- Da dove deriva il titolo di "Figlio dell'uomo". Che cosa esprime?
- In quale senso il titolo "Figlio di Dio" si applica a Gesù?
- Quali diversi significati ha il titolo "Signore" quand'è applicato a Cristo?
- Qual è la natura della Persona di Cristo, divina, umana, oppure divina - umana?
- Come può essere provata dalle Scritture l'unità della Persona di Cristo?
Note
- [1] Parla di Sé stesso come di un uomo (Giovanni 8:40), e così viene chiamato da altri (Atti 2:22; Romani 5:15; 1 Corinzi 15:21). Egli aveva gli elementi essenziali della natura umana, cioè un corpo ed un'anima (Matteo 26:26,38; Luca 24:39; Ebrei 2:14). Inoltre Egli era soggetto alle leggi dell'ordinario sviluppo umano (Luca 2:40, 52), ai bisogni ed alle sofferenze umane (Matteo 4:2; 8:24; Luca 22:44; Giovanni 4:6; 11:35; 12:27; Ebrei 2:10,18; Ebrei 5:7,8).
- [2] http://goo.gl/aUarB
- [3] http://goo.gl/ZNFdO
- [4] “ Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria” (1 Timoteo 3:16).
- [5] http://goo.gl/kguZ3
- [6] http://goo.gl/uTCof
- [7] http://goo.gl/xXE3Z
- [8] Il Credo ( http://editthis.info/diwygiad/Credo-01 ) afferma: “ Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,. e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,. il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine ecc.”.
- [9] “I cristiani evangelici sono caratterizzati (1) alla loro devozione alla certa parola della Bibbia; essi sono legati alle Scritture ispirate come la divina regola di fede e di pratica. Essi affermano le dottrine fondamentali dell'Evangelo, inclusa (2) l'incarnazione e la nascita verginale di Cristo, (3) la Sua vita esente da peccato, e (4) la Sua risurrezione fisica come base del perdono dei peccatori da parte di Dio, (5) la giustificazione per sola fede, e (6) la rigenerazione spirituale di tutti coloro che confidano nell'opera redentrice di Gesù Cristo [Carl F. H. Henry, in The New International Dictionary of The Christian Church, redatto da J. D. Douglas. Grand Rapids, Michigan: Zondervan, 1974, p. 358].
- [10] “Lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Luca 1:47-48).
- [11] “...e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù” (Matteo 1:25).
- [12] http://goo.gl/prCZk
- [13] http://goo.gl/K7PEc
- [14] http://goo.gl/9yeCd
- [15] Rifiutavano l'Evangelo di Giovanni e l'Apocalisse, cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Alogi
- [16] http://it.wikipedia.org/wiki/Ebionismo
- [17] http://it.wikipedia.org/wiki/Arianesimo
- [18] http://it.wikipedia.org/wiki/Docetismo
- [19] Questa dottrina nacque per opera del vescovo Apollinare di Laodicea (310-390 d. C.), un teologo che si era distinto nella lotta contro l'Arianesimo. Per cercare di salvaguardare la divinità della persona di Cristo, negata dall'Arianesimo, Apollinare sosteneva la formula dell'unica natura (mìa phoesis) di Gesù, secondo la quale il Verbo Divino si sarebbe unito in Gesù Cristo ad un'umanità incompleta, cioè ad un'umanità dotata dell'anima vegetativa ed animale ma priva dell'anima razionale: il Verbo Divino avrebbe sostituito in Gesù Cristo quest'anima razionale assente.Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Apollinare_di_Laodicea
- [20] http://it.wikipedia.org/wiki/Nestorianesimo
- [21] http://it.wikipedia.org/wiki/Monofisismo
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