Cfv11
From Diwygiad
indice - articolo precedente - articolo successivo
Art. XI. Elezione e riprovazione
Che Iddio cava da quella corruttione e condannatione le persone ch'egli ha elette dinnanzi la fondatione del mondo, non perché egli prevedesse in loro alcuna buona dispositione alla fede o alla santità, ma per la sua misericordia in Jesu Christo suo figliolo, lasciandovi gli altri secondo la raggione sovrana et irreprehensibile della sua libertà e giustitia.
[Nella versione francese manca una frase] "Que Dieu retire de cette corruption et condamnation les personnes qu'il ha esleues (...) par sa misericorde en son fils Iesus Christ y laissant les autres par un droict irreprochable de sa Liberté et Iustice".
Prove
- "Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto?" (1 Corinzi 4:7).
- "Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti" (Efesini 2:3-9).
- "Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio" (Efesini 1:3-6).
- "Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo" (Tito 3:3-5).
- "Che dire dunque? Noi siamo forse superiori? No affatto! Perché abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato" (Romani 3:9).
- "...poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma da colui che chiama), le fu detto: «Il maggiore servirà il minore»; com'è scritto: «Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù. Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo! 15 Poiché egli dice a Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione». Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. La Scrittura infatti dice al faraone: «Appunto per questo ti ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato per tutta la terra». Così dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole. Tu allora mi dirai: «Perché rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà?» Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?» Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile? Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria, 24 cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri?" (Romani 9:11-24).
- "Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità" (2 Timoteo 1:9).
- "Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore»" (2 Timoteo 2:19),
- "Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati" (Romani 8:29-30).
- "Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola ... Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuo" (Giovanni 17:6,9).
- "Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia ... Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?». Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen" (Romani 11:5,33-36).
Commento
L’umanità nel suo complesso è da considerarsi corrotta, decaduta, perduta e condannata. Nella condanna dell’umanità Dio dimostra la Sua giustizia. Non tutto, però, è perduto. Dio pure dimostra la Sua misericordia traendo fuori (salvando) dalla corruzione e dalla condanna un certo numero di persone alle quali Egli accorda la Sua grazia.
Chi sono queste persone? Si tratta di coloro che, a questo fine, Egli sovranamente ha scelto (eletto) fin da prima della creazione del mondo. Dio ha deciso di concedere loro la grazia della salvezza non perché queste persone fossero in sé stesse o sarebbero diventate migliori degli altri, ma soltanto sulla base della Sua misericordia, quella che Egli manifesta in Cristo, la cui opera soltanto rende possibile la salvezza degli eletti. Buone disposizioni, fede e santità sono il risultato, la conseguenza, della grazia di Dio negli eletti proprio in quanto Dio li pone in comunione con Cristo e li rende oggetto dell’opera rigenerante dello Spirito Santo.
Il resto dell’umanità è lasciato giustamente a patire le conseguenze del loro peccato. Quanto Dio così compie nella Sua sovranità e libertà è incontestabile e sempre giusto.
L’insegnamento e la testimonianza delle Scritture a tutto questo riguardo è di chiarezza cristallina. I cristiani possono dire: siamo stati tirati fuori dalla condanna e dalla miseria che i nostri peccati meritano soltanto per la misericordia di Dio. Siamo stati fatti oggetto della Sua grazia non sulla base dei nostri meriti (passati, presenti o futuri che siano). Eravamo, infatti, destinati giustamente all'ira di Dio tanto quanto gli altri. Non siamo diversi né superiori agli altri, non abbiamo alcun motivo di vanto in noi stessi. Dio, nella Sua misericordia ci ha vivificati, rigenerati, salvati e benedetti solo per amore di Cristo ed in vista della Sua gloria. Eravamo, difatti, insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri. Vivevamo nella cattiveria e nell'invidia. Eravamo odiosi e ci odiavamo a vicenda. Dio, però, ha avuto compassione di noi e ci ha rigenerati per farci diventare santi ed irreprensibili ed affinché compissimo le opere che Gli sono gradite. Ci è stata accordata la grazia della salvezza sulla base di un insondabile decreto elettivo di Dio stabilito ben prima che noi venissimo al mondo per l'incontestabile diritto che Egli ha di fare con ciò che è Suo quanto più Gli aggrada predestinando sovranamente gli uni alla grazia della salvezza e gli altri ad una giusta condanna.
.
.
.
.
.
.
.