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93. D. Che cos’è la legge morale?

R. La legge morale è la proclamazione della volontà di Dio all’umanità. Essa dirige ed obbliga ciascuno alla personale, perfetta e perpetua conformità ed ubbidienza ad essa, nell’essere e intera disposizione dell’intero essere umano, anima e corpo come pure nell’esecuzione di tutti quei doveri di santità e di giustizia dovuti a Dio ed ai nostri simili. Dio promette vita se in seguito all'adempimento di questa legge, e sanziona la morte su quanti la contravvengono.

[edit] Riferimenti biblici

  • La legge morale di Dio richiede ubbidienza. "“Mosè convocò tutto Israele e disse loro: Ascolta, Israele, le leggi e le prescrizioni che oggi io proclamo davanti a voi; imparatele e mettetele diligentemente in pratica. Il SIGNORE, il nostro Dio, stabilì con noi un patto in Oreb. Il SIGNORE non stabilì questo patto con i nostri padri, ma con noi, che siamo qui oggi tutti quanti in vita" (Deuteronomio 5:1-3).
  • La legge di Dio è rivelazione della volontà di Dio. "Tu invece resta qui con me e io ti dirò tutti i comandamenti, tutte le leggi e le prescrizioni che insegnerai loro, perché le mettano in pratica nel paese che io do loro in possesso". (...) camminate in tutto e per tutto per la via che il SIGNORE, il vostro Dio, vi ha prescritta, affinché viviate e siate felici e prolunghiate i vostri giorni nel paese che voi possederete»" (Deuteronomio 5:31-33).
  • La legge morale di Dio esige la conformità dell'essere umano intero. "Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso»" (Luca 10:26-27).
  • La legge di Dio esige ubbidienza totale e perfetta. "Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». (...) Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse»" (Galati 3:10-12),
  • La legge di Dio è vincolante per tutti gli elementi della personalità umana. "Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo" (1 Tessalonicesi 5:23).
  • La legge di Dio esige nel servirlo sia santità che giustizia. "...in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita" (Luca 1:75).
  • La legge di Dio include sia doveri verso Dio che doveri verso l'essere umano. "…in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita” (Luca 1:75); “Per questo anch'io mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli esseri umani" (Atti 24:16).
  • Dio promette di impartire vita a chiunque adempia alla legge. "Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'essere umano che farà quelle cose, vivrà per esse»"; "Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse»" (Romani 10:15; Galati 3:12).
  • La pena prevista per l'infrazione della legge di Dio è la morte. “Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica»"; "Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica»"; "Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai»" (Galati 3:10; Genesi 3:17-19).

[edit] Commento

La legge morale proclama espressamente quale sia la volontà di Dio al riguardo del comportamento che Egli si aspetta da ogni essere umano. Essa non è un costrutto della cultura umana né una forza o principio inerente all'universo, ma rivelazione dell'oggettiva volontà di Dio. Dio non è, come qualcuno afferma, "un modo per definire il meglio che c'è nell'uomo", ma l'Essere personale supremo che ha una precisa volontà e che rivela alle creature umane. Ogni creatura umana senza eccezione, passata, presente e futura, ha il preciso dovere di sottomettersi alla legge morale proclamata da Dio.

Stabilito il principio che la legge morale è stata sovranamente e in modo non ambiguo proclamata da Dio all'umanità, questa risposta determina quale tipo di ubbidienza Dio si aspetta dalla creatura umana. Forse che Dio è disposto a tollerare un'ubbidienza approssimativa e discrezionale dall'essere umano? No, così come ci si attende che Dio sia amato "con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza, con tutta la mente", l'ubbidienza alla legge di Dio deve essere assoluta e diligente, non solo esteriore ma interiore, cioè basata sulla adesione di tutto noi stessi, di buon grado, con piena persuasione e gioia. Tutto il nostro essere è tenuto a conformarsi alla legge di Dio in modo irreprensibile, in santità (dedizione completa) e giustizia. Dio si aspetta un'ubbidienza "al cento per cento", non parziale ma completa. L'essere umano deve attenersi a tutte le cose scritte nel libro della legge mettendole diligentemente in pratica.

Di fatto, chi non si attiene al 100% a questo standard, viene considerato dalla Parola di Dio "sotto maledizione" e passibile di un giusto giudizio di condanna che equivale a nulla di meno che la sua soppressione (morte). D'altro canto, conseguenza e rimunerazione del proprio conformarsi senza riserve e completamente alla volontà di Dio tutti i giorni della nostra vita" è la vita, tanto che il principio è: la propria vita è determinata dall'osservanza diligente della legge di Dio, "vivere per mezzo di essa".

[edit] Questioni supplementari

La legge morale di Dio è vincolante per il pagano che nulla sa della Bibbia?

Sì, la legge morale di Dio non solo è scritta nella Bibbia, ma è impressa nel cuore di ogni creatura umana, costituisce la rivelazione naturale della volontà di Dio e la rende inescusabile (Romani 2:14-16).

La legge morale di Dio è vincolante per gli atei, chi non crede all'esistenza di Dio?

Sì, nel giorno del giudizio essi dovranno rispondere sia per la loro negazione dell'esistenza di Dio che per tutti i loro altri peccati. Essi non potranno giustificarsi dicendo che, nonostante la loro incredulità, essi hanno compiuto molte opere buone, perché Dio stesso dichiara nella Sua Parola che tutto ciò che non nasce dalla fede in Lui è peccato ["Tutto ciò che non viene da fede è peccato" (Romani 14:23); "La Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo" (Galati 3:22)] e, comunque, non sono valide, non rispondendo ai criteri di giustizia che Egli ha stabilito.

La legge di Dio è vincolante per i cristiani?

La legge di Dio, per i cristiani, che pure sono salvati per grazia mediante la fede, hanno il dovere morale di ubbidire alla legge di Dio non ai fini della loro salvezza, ma come espressione dell'onore e riconoscenza da tributare a Dio per averli salvati in Gesù Cristo. La loro stessa santificazione è quel processo per il quale essi si conformano sempre meglio alla volontà rivelata di Dio.

La legge morale di Dio è soggetta a cambiamento o evoluzione?

I principi stabiliti dalla legge di Dio sono immutabili e non sono soggetti a cambiamento o ad evoluzione. Ciò che si sviluppa è una sempre migliore comprensione del significato particolare di un comandamento, così come può variare la sua applicazione a contesti diversi. La legge di Dio non regolamenta ogni aspetto della vita umana e non promuove una casuistica dettagliata come, ad esempio, quella del Giudaismo, del Cattolicesimo o di certi gruppi settari. In molti campi, stabilito il principio, essa lascia ai cristiani la responsabilità di applicarlo a persone e situazioni diverse assumendosene i rischi di scelte eventualmente sbagliate. In ogni caso, dal completamento del canone biblico, la rivelazione della volontà di Dio all'umanità è completa ed immutabile e rimarrà in questa forma fissa fino alla fine del mondo. Molti oggi, influenzati dal pensiero "moderno", dicono che questa concezione sia "troppo stretta" e "statica", ritenendo "assurdo" che possa valere completamente oggi qualcosa di pubblicato più di 2000 anni fa. La legge di Dio, però, rimane oggi del tutto adeguata per regolare nel modo migliore la vita dell'essere umano. Quando la legge di Dio è interpretata correttamente secondo sani principi di studio biblico, essa rimane in vigore sia per il presente che per il futuro per l'essere umano in qualunque condizione esso viva.

La legge morale di Dio imporrebbe semplicemente il dovere di "essere buoni"?

Chi parla oggi del dovere di "essere buoni" come l'unica cosa da considerarsi sufficiente agli occhi di Dio, interpreta il significato di questa "bontà" in modo molto soggettivo ed influenzato prevalentemente dai discutibili presupposti della corrente ideologia umanista. Il concetto di "bontà", però, così come quello corrispondente e pure oggi molto popolare di "amore" (oggi si dice"basta che si ami" e "va dove ti porta il cuore") può essere definito autorevolmente solo dalla volontà di Dio espressa dalla legge morale che Egli ha rivelato. Inoltre, secondo quel che la Parola di Dio prescrive, non basta genericamente essere "buoni" e "amorevoli" ad un certo qual grado o "il meglio possibile". Dio esige nella Sua Parola che, per essere accettabili, noi si debba essere perfettamente buoni, giusti ed amorevoli, che noi ci si attenga perfettamente non solo esteriormente, ma anche interiormente, alla Sua legge. Dio esige l'assoluta perfezione morale. È questa forse una pretesa "esagerata"? Ammettiamo certo che questo ideale non sia raggiungibile in questa vita e che nemmeno l'abbia mai raggiunto il migliore fra gli esseri umani (ad eccezione del Signore e Salvatore Gesù Cristo). Ciò che Dio ci impone è ragionevole e legittimo e lo conseguiremmo se il peccato (del quale siamo pienamente responsabili) non ci contaminasse e ci rendesse incapaci di raggiungerlo. Questo ideale impossibile da raggiungere nella condizione in cui ci troviamo dimostra in primo luogo che esso proviene da Dio (se provenisse da noi stabiliremmo certo un livello molto più basso) e come la nostra situazione sia davvero disperata. Ecco perché abbiamo assoluto bisogno di un salvatore, della Persona e dell'opera del Salvatore Gesù Cristo che, il solo, dopo aver conseguito piena giustizia ed avere completamente sulla croce pagato il prezzo della salvezza, accredita la Sua bontà a coloro che, riconoscendo la loro condizione disperata e rinunciando ad ogni pretesa di poter giungere da soli a conseguire la propria accettabilità di fronte a Dio, si affidano completamente per la loro salvezza a Lui soltanto. Dovremmo fare sempre molta attenzione a non abbassare mai i termini rispetto ai quali è possibile ottenere la vita vera, significativa ed eterna promessa da Dio a chi si conforma completamente alla Sua legge morale. L'Evangelo non implica un abbassamento dei criteri di salvezza, ma la sostituzione che avviene con la Persona che ha adempiuto a quei criteri. Dio accredita la perfetta bontà (giustizia) di Cristo a coloro che Lo accolgono con ravvedimento e con fede.

Qual è il significato della "morte" che meritano coloro che non si conformano alla legge di Dio?

Come afferma la Parola di Dio, ciò che il peccato merita è la morte: "Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato..." (Romani 5:12); "...perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (6:23). Il concetto qui espresso di "morte" è inclusivo. Significa allontanamento del trasgressore da Dio e privazione d ogni bene (che da Lui solo proviene); (b) la morte del nostro corpo ed il suo ritorno alla polvere; (c) ciò che la Bibbia chiama "inferno" o "seconda morte".


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