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D. 37. D. In che modo Cristo, essendo il Figlio di Dio, è diventato in uomo?

R. Cristo, il Figlio di Dio, è diventato un uomo assumendo un vero corpo ed un'anima ragionevole, essendo concepito per la potenza dello Spirito Santo nel ventre della Vergine Maria, della sua sostanza e nato da lei, ma senza peccato.

Contents

Riferimenti biblici

  • Il Figlio di Dio è divenuto uomo,'con un corpo umano. "E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre" (Giovanni 1:14).
  • Cristo possedeva un'anima umana passibile e'afflizione. "Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me»" (Matteo 26:38).
  • Cristo, nato dalla Vergine Maria. "...a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria ... Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù ... e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!" (Luca 1:27,31,42; "...ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge" (Galati 4:4).
  • Cristo era e rimane privo di peccato. "Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato ... Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli" (Ebrei 4:15; 7:26).

Commento

E' sicuramente difficile proclamare oggi la dottrina dell'incarnazione dell'eterno Figlio di Dio nel ventre di una giovane donna che non aveva ancora avuto rapporti sessuali, e mantenerla tale e quale questa dottrina senza cadere nella tentazione di modificarla o "spiegarla" (per poi negarla), soprattutto se questo è avvenuto per un motivo teologico ben preciso. In un periodo, poi, come il nostro di libertà sessuale, parlare di verginità vuol dire solo incontrare derisione e compatimento. Ancora: come si fa, di fronte al naturalismo che nega il soprannaturale ed il miracolo, parlare dell'incarnazione di Cristo senza essere accusati di essere dei creduloni di fronte a ciò che viene interpretato solo come un "antico mito"? E che dire della interpretazioni degli "esperti critici" della Bibbia che ci vorrebbero "spiegare" con abili acrobazie intellettuali, quel che secondo loro non andrebbe preso alla lettera? Come si fa, poi, proclamare il dato biblico senza cadere nell'estremo opposto, vale a dire la complessa mitologia (questa volta sì) ed abbagli del Cattolicesimo romano? Risposta: lo facciamo nel migliore dei modi cercando di spiegarlo, e poi che importa se ci deridono o ce ne dicono di tutti i colori?

I cristiani, però, non si devono lasciare impressionare dalle argomentazioni dei loro oppositori. Non si può, infatti, dare credito a coloro che sono ciechi nei confronti del sovrannaturale, pregiudizialmente avversi alla concezione cristiana del mondo e della vita e, incapaci o non disposti a ragionare teologicamente secondo i dati della Rivelazione (che per altro negano). Essi non comprendono (o comunque rifiutano) una logica diversa dalla loro. Come possono pretendere di comprendere, nel nostro caso, la logica della concezione verginale del Cristo, quando negano la verità della corruzione della natura umana e la distanza invalicabile che esiste fra di essa e la santità di Dio - che solo un Mediatore che, al tempo stesso avesse una natura divina ed una natura umana incontaminata può valicare? Il senso e la necessità della nascita in questo mondo del Cristo trova infatti la sua ragion d'essere nel fatto che Egli non poteva essere il risultato di una generazione naturale. La Sua identità di Mediatore fra Dio e la creatura umana non poteva altro che dipendere dall'avere assunto natura umana da Maria e natura divina dall'intervento diretto dello Spirito Santo di Dio.

Il naturalismo metafisico che nega tutto questo si è insinuato delle università occidentali solo durante il XVIII e XIX secolo, e persino seminari e scuole di teologia non ne sono rimasti immuni. Molti professori allora erano certo rimasti fedeli contrapponendosi a quelli che negavano il soprannaturale, ma altri avevano ceduto alle tendenze prevalenti di quell'epoca, negando la possibilità dei miracoli e persino la risurrezione corporea letterale di Gesù. Credere nella nascita verginale, poi, era diventato particolarmente imbarazzante soprattutto quando uscivano molte opere che cercavano di provare come non vi fosse nulla di soprannaturale nella nascita di Cristo.

I nemici della fede cristiana continuano ad attaccare la nascita verginale di Gesù, o meglio, la Sua concezione verginale. E' chiaro, però, che chiunque cerchi di dimostrare che il Nuovo Testamento non insegni un tale miracolo, che sta sprecando il suo tempo. Gli apostoli, infatti, non avevano dubbi che la concezione del Salvatore fosse speciale, il risultato di un intervento diretto di Dio. Il racconto di Luca che parla della visita a Maria dell'arcangelo Gabriele (racconto che può essere stato trasmesso dalla stessa Maria) ci racconta come Maria fosse stata sorpresa tanto quanto qualsiasi altra donna nel sentirsi dire che sarebbe rimasta incinta senza l'intervento di alcun uomo. Gli antichi non erano stupidi: sapevano benissimo come i bambini venivano al mondo. Maria sapeva di essere vergine e che era ordinariamente impossibile che delle vergini concepissero e mettessero al mondo dei figli (Luca 1:34).

Eppure, come dice a Maria lo stesso angelo Gabriele, nulla è impossibile per Dio. Gesù non aveva origini ordinarie, ma era stato concepito per intervento diretto dello Spirito Santo. Il Mediatore, infatti, doveva essere un uomo vero perché solo un vero essere umano avrebbe potuto espiare il peccato dell'uomo (Ebrei 1:10-18). La natura stessa che ereditiamo da Adamo, però, rendeva impossibile ad un essere umano decaduto, un essere umano concepito e nato in modo ordinario, espiare il peccato (Romani 5:12-21). Dio, però, risolve questo problema attraverso il concepimento verginale di Gesù, provvedendo un Mediatore che fosse veramente umano ma non macchiato del peccato di Adamo. Nell'incarnazione, il Figlio di Dio diventa veramente carne (Giovanni 1:14) - assume una vera natura umana - e lo fa senza ereditare la corruzione a causa dell'opera dello Spirito.

Credere alla concezione verginale di Gesù è di importanza cruciale per la salvezza, non è opzionale o secondario, perché questo miracolo è il mezzo mediante il quale Dio ci provvede di un Mediatore non contaminato dal peccato. E' un dato teologicamente rilevante che solo i disavveduti, i superficiali e quelli in mala fede possono sottovalutare.

Certo, il miracolo dell'incarnazione è uno dei misteri più profondi della fede che non sapremo forse mai spiegare appieno, ma è pure uno che noi non oseremmo mai negare e mettere in secondo piano, facendo esso parte della "logica" teologica. Nel venire in questo mondo ed assumendo vera natura umana (sebbene non decaduta), Gesù mette le basi della perfetta riconciliazione fra Dio ed uomo che Egli realizza sacrificando sulla croce la Sua vita.

Anche il Catechismo di Heidelberg specifica: 35. D. Che cosa significa “concepito di Spirito Santo” e “nato dalla vergine Maria”? R. Che il Figlio eterno di Dio, che è il vero ed eterno Iddio e tale resta, ha assunto la vera natura umana dalla carne e dal sangue della vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, per essere anche la vera discendenza di Davide, simile in tutto ai suoi fratelli eccetto che per il peccato. 36. D. Quale profitto ottieni dalla santa concezione e dalla nascita di Cristo? R. Che Egli è il nostro Mediatore e che con la Sua innocenza e perfetta santità, copre davanti al volto di Dio il mio peccato, nel quale io sono stato concepito.

Nessun altro al mondo poteva realizzare quel che Gesù ha realizzato.

Ulteriori questioni

1. Gli elementi della natura umana e Cristo. La nostra natura umana consiste di due elementi: l'anima e il corpo. Il corpo è fatto di sostanza materiale (elementi chimici, come carbonio, idrogeno, ossigeno, calcio ecc.). L'anima, chiamata anche "spirito" è del tutto diversa dal corpo, perché immateriale. Anima e corpo sono misteriosamente congiunti in un'unica personalità individuale. Cristo, però, aveva caratteristiche diverse. Benché vero uomo (con anima e corpo) egli era (ed è ancora) unito alla Sua Persona divina, ha una natura sia divina che umana, benché le due nature non siano mescolate. La natura umana di Gesù era e rimane reale. Non era una semplice illusione od apparenza. Aveva sostanza materiale come noi, ed anche un'anima umana, senza la quale non poteva essere veramente umano.

2. Un'anima ragionevole. Il catechismo dice che Gesù assunse "un'anima ragionevole". Significa semplicemente che era razionale, cioè aveva la capacità di pensare e ragionare. Oltre all'anima umana, Egli è uno Spirito divino, Dio il Figlio, la seconda Persona della Santa Trinità.

3. Maria, contaminata dal peccato tanto quanto noi. Benché nato da una donna non diversa da ciascuno di noi, la quale confessa di avere anche lei bisogno dell'opera del Salvatore, la grazia di Dio. Maria non è "piena di grazia" (un errore questo di traduzione), ma "fatta oggetto" della speciale ed immeritata elezione di Dio a diventare madre terrena del Salvatore. Gesù nasce non contaminato dal peccato attraverso una speciale dispensazione decretata da Dio.

Approfondimenti

  • Vedi qui due articoli sulla concezione verginale di Gesù e sulle conseguenze della sua negazione.

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