Catmagwest013

From Diwygiad

D/R 12 - indice - D/R 14


D. 13. Che cosa in particolare Dio ha decretato al riguardo di angeli ed esseri umani?

R. Dio, mediante un decreto eterno ed immutabile, sulla sola base del Suo amore, a lode e gloria della Sua grazia, affinché fosse manifestato a tempo debito, ha eletto per la gloria alcuni angeli e in Cristo Egli ha scelto alcuni esseri umani perché ottenessero vita eterna, come pure i mezzi che a questo fine sarebbero stati usati. Inoltre, secondo il Suo potere sovrano e l’insondabile consiglio della Sua volontà (per il quale Egli estende il Suo favore o lo nega come a Lui piace), è passato oltre al resto destinandolo al disonore e all’ira, a lode e gloria della Sua giustizia.

[edit] Riferimenti biblici

  • Angeli eletti alla gloria eterna. "lo ti scongiuro davanti a Dio, al Signore Gesù Cristo e agli angeli eletti, che tu osservi queste cose senza pregiudizio, non facendo nulla con parzialità" (1 Timoteo 5:21).
  • Esseri umani eletti in Cristo alla vita eterna. "...allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell'amato suo Figlio" (Efesini 1:4-6); "Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità; a questo egli vi ha chiamati per mezzo del nostro evangelo, affinché giungiate ad ottenere la gloria del Signor nostro Gesù Cristo" (1 Tessalonicesi 2:13-14).
  • Al resto dell'umanità Dio è passato oltre. "Dice infatti la Scrittura al Faraone: «Proprio per questo ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra». Così egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole ... Non ha il vasaio autorità sull'argilla, per fare di una stessa pasta un vaso ad onore e un altro a disonore? E che dire se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d'ira preparati per la perdizione?" (Romani 9:17-18,21-22); "In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto" (Matteo 11:25-26); "Or in una grande casa non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di terra; gli uni sono ad onore, gli altri a disonore" (2 Timoteo 2:20); "Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo" (Giuda 4); "Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati" (1 Pietro 2:8).

[edit] Commento

C'è chi immagina (e persino predica) che Dio abbia creato l'universo e l'abbia poi lasciato sviluppare in modo autonomo secondo le leggi (generali) che Egli ha disposto. Immaginano così Dio che magari si sorprende per come le cose vadano o che semplicemente Egli veda e preveda ogni cosa, interferendo direttamente solo con sporadici "interventi correttori" e "incoraggiamenti" per "rispettare la libertà" delle Sue creature. In una tale concezione, però, essi equiparano Dio ad un essere umano, magari ad un "super uomo" immaginando che Egli pensi ed agisca come faremmo noi, secondo i nostri criteri e limiti. Quello, però, non è il Dio che si rivela nel creato e nella Bibbia, ma un "dio" fatto a nostra immagine e somiglianza. Vale così anche spesso per noi ciò che una volta Gesù aveva detto a Pietro: "Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini" (Matteo 16:23). Dio non è quel che noi riteniamo debba essere, ciò che Egli stesso ha rivelato di essere: quello dovremmo recepire ed apprezzare. Dio ha creato l'universo, ne ha stabilito le leggi e lo governa in modo costante e sovrano secondo i Suoi propositi, avendo disposto e controllando ogni cosa anche nei suoi minimi dettagli. È così che Dio ha pure disposto quale debba essere il destino ultimo di ciascuna delle Sue creature con un decreto eterno ed immutabile.

Dio ha destinato alla gloria, vale a dire all'eterna e felice comunione con Sé, un certo numero di creature umane e celesti e l'ha fatto "sulla sola base del Suo amore", vale a dire senza essere in obbligo alcuno di doverlo fare, per esclusivo Suo beneplacito.

Vi è una differenza fra l'elezione alla gloria delle creature celesti e l'elezione alla gloria delle creature umane, perché nel caso degli esseri umani Egli l'ha fatto "in Cristo", vale a dire provvedendo alla loro redenzione dal peccato e santificazione attraverso l'opera del Suo Figlio Gesù Cristo. Questo significa che le creature umane che saranno salvate, lo saranno non sulla base di propri meriti (che non ne potrebbero avere), ma sulla base dei meriti di Cristo che così vengono loro accreditati. Non così per le creature celesti, che Dio ha scelto per la gloria della Sua presenza, prevenendo poi loro la caduta nel peccato.

Dio non solo ha sovranamente operato la scelta di salvare dalle conseguenze dei loro peccati un certo e determinato numero di esseri umani accordando loro grazia in Gesù Cristo, ma ha pure determinato quali siano i mezzi attraverso i quali essi vi devono giungere, "i mezzi che a questo fine sarebbero stati usati", il modo, gli strumenti. Come Dio ha determinato che una certa persona debba ricevere la grazia della salvezza, Egli pure ha determinato che quella persona oda l'annuncio dell'Evangelo, si ravveda dai suoi peccati, creda in Cristo, ecc. vegliando a che essa segua effettivamente questi passi. La grazia della salvezza non viene semplicemente decretata, ma Dio ha stabilito che essa avvenga in Cristo, attraverso l'annuncio dell'Evangelo, il ravvedimento e la fede in Lui, e che questi siano gli strumenti attraverso i quali gli eletti giungono a salvezza.

Il Catechismo mette inoltre in evidenza come la predestinazione sia tale "attraverso il Suo potere sovrano". Essa, infatti, è privilegio insindacabile del Re dei re e Signore dei signori, un Suo atto sovrano. Di essa Dio non deve rendere conto ad alcuno. Non c'è infatti autorità o legge a Lui superiore verso la quale Egli sia responsabile. Nessuno ha il diritto di contestare Dio in quello che Egli fa: "Ecco, afferra la preda, e chi si opporrà? Chi oserà dirgli: 'Che fai?'" (Giobbe 9:12).

Dio non commette alcuna ingiustizia "passando oltre" a molte persone non accordando loro la grazia della salvezza: è esattamente ciò che i loro peccati meritano secondo quanto stabilito dalla Sua legge. Dio non deve alcunché a nessuno se non la condanna stabilita per i suoi trasgressori, e noi tutti lo siamo. Dio manifesta così la Sua inflessibile giustizia. Dio, però, manifesta altresì la Sua bontà accordando grazia ad un certo numero di peccatori che, comunque, non la meriterebbero. Se ci si chiede: perché Dio concede la grazia in Cristo proprio a quelle persone, questo non ci è dato di saperlo. Ci basti di sapere che Dio ha sempre "un buon motivo" per farlo che il credente accoglie pur senza conoscerlo, dando fiducia al Dio che fa sempre ogni cosa "per bene". Vedi Romani 9:13-21.

[edit] Ulteriori questioni

Supponiamo che una persona dica: "Se sono predestinato a ricevere vita eterna, allora la riceverò, non importa che io creda in Cristo oppure no. Non devo quindi preoccuparmi di essere 'un cristiano'". Come si può rispondergli? Questa obiezione è basata sull'incomprensione della dottrina dell'elezione. Dio non accorda la grazia ad una persona indipendentemente dai mezzi che Egli ha stabilito esservi congiunti. Quando una particolare persona è eletta a vita eterna, è pure stabilito che essa si ravvederà dai suoi peccati e riporrà la sua fede in Cristo come proprio Signore e Salvatore diventandone discepola.

Supponiamo che una persona dica: "Se Dio sin dall'eternità mi ha destinato al disonore ed all'ira a causa dei miei peccati, allora non servirà a nulla che io creda a Cristo, perché non potrò essere salvato non importa quanto io divenga un buon cristiano. Credere in Cristo non mi gioverà a nulla". Come si può rispondergli? È del tutto futile cercare di sondare il segreto consiglio di Dio per scoprirvi una scorciatoia e sapere di essere eletti oppure no. Le cose non rivelate appartengono a Dio, e le cose che Egli ha rivelato sono per noi. Se una persona di tutto cuore vuole credere in Cristo ed essere salvata e desidera compiacergli, quello è un buon segno che Dio ha scelto quella persona per la vita eterna, altrimenti mai nemmeno se ne preoccuperebbe, anzi, disprezzerebbe la via dell'Evangelo e Dio stesso. L'unico modo in cui noi possiamo conoscere quali siano i decreti di Dio è, di fatto, venire a Cristo e ricevere, a tempo debito, la certezza della nostra salvezza. Solo allora potremo dire con fiducia che sappiamo di essere nel numero degli eletti.

Come si può conciliare la dottrina della predestinazione con quella della responsabilità umana? Se Dio ha pre-ordinato tutto ciò che deve avvenire nel tempo, incluso il destino eterno di ciascun essere umano, come possiamo essere considerati liberi agenti e responsabili di ciò che facciamo? Di fatto non possiamo rispondere a queste domande. Per noi è un mistero non rivelato. Possiamo solo affermare che la Bibbia insegna chiaramente sia la sovranità assoluta di Dio che la libertà e responsabilità umana, e che la Bibbia per principio non si contraddice! Il problema intellettuale è solo nostro. Respingere una di queste dottrine vuol dire respingere il chiaro insegnamento della Parola di Dio ed addentrarci in difficoltà teologiche persino più grandi di questa.

Come rispondere all'obiezione che Dio sarebbe ingiusto nell'eleggere una persona a vita eterna e nel passare oltre ad altri? Questa obiezione è basata sul presupposto che Dio sia in obbligo di concedere i Suoi favori a tutte le creature umane senza distinzione, che ciò che fa per uno lo dovrebbe fare pure per gli altri. Di fatto, anche al livello terreno dei "doni naturali" di una persona, si può vedere chiaramente come Dio sia "parziale" nel distribuirli e tuttavia per questo noi non lo si possa giudicare. La risposta a questa obiezione si trova in Romani 9:20-21. Questa obiezione di fatto è una negazione della sovranità di Dio, perché suppone che Dio sia responsabile delle Sue decisioni verso le creature umane, o che vi sia una qualche legge o potenza superiore a Dio verso la quale debba rendere conto e dalla quale debba essere giudicato. La verità è che:

  • Dio è sovrano ed è responsabile a nient'altro ed a nessun altro che Sé stesso per le Sue azioni.
  • Dio non è in obbligo di concedere la grazia ad alcuno. Sarebbe stato perfettamente giusto che Lui avesse destinato l'intero genere umano alla perdizione a causa dei loro peccati.
  • Quando Dio sceglie di accordare a qualcuno la Sua grazia, Egli non ha alcun obbligo di fare altrettanto per tutti. Il Suo eleggere alcuni è questione di grazia sovrana immeritata, e quindi non può essere pretesa da alcuno al quale Egli passi oltre come un suo "diritto".

È vero che la Bibbia presenta l'agire di Dio come parziale, cioè che Egli dà a qualcuno ciò che Egli nega ad altri, ma questo non può essere considerato "ingiusto" perché in questo non è implicata alcuna ingiustizia. Nessuno avrebbe base alcuna per contestare a Dio di averlo trattato ingiustamente.



D/R 12 - indice - D/R 14

Personal tools