Catgin 7-7

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[edit] La scomunica

La scomunica è l’atto per cui quelli che sono manifestamente fornicatori, adulteri, ladri, omicidi, avari, rapitori, iniqui, nocivi, ingordi, ubriaconi, sediziosi e prodighi, se, dopo esser stati ammoniti, non si correggono, vengono, secondo il comandamento di Dio, esclusi dalla società dei credenti.

Ciò non vuol dire che la chiesa li getti in eterna rovina e disperazione, ma che condanna la loro vita e i loro costumi e se non si correggono li assicura già della loro dannazione.

Ora questa disciplina è necessaria tra i credenti, perché, essendo la chiesa il corpo di Cristo, non dev’essere insudiciata e contaminata da tali membra marce e puzzolenti, che disonorano il capo; di più, affinché i santi (come suole accadere) non siano corrotti e guastati dalla compagnia dei malvagi. Che la loro malvagità venga in tal modo punita torna pure a loro stesso vantaggio.

Poiché, mentre la tolleranza li farebbe più ostinati, invece, rimanendo coperti d’onta per questo provvedimento disciplinare, imparano a correggersi. E se si ottiene questo risultato, la chiesa li riceve di nuovo benignamente nella sua comunione, sicché tornano a essere partecipi di quell’unione dalla quale erano stati esclusi.

Ora, affinché nessuno disprezzi ostinatamente il giudizio della chiesa o stimi cosa di poco conto l’essere stato condannato dai credenti, il Signore attesta che tale giudizio dei fedeli non è altro che l’espressione della Sua sentenza e che ciò ch’essi avranno fatto in terra sarà ratificato nei cieli (Matteo 18:15). Infatti essi hanno la parola di Dio per la quale possono condannare i perversi, e hanno la parola di Dio per la quale possono vivere in grazia quelli che si ravvedono

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