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D. 105. Quali sono i peccati proibiti nel primo comandamento?
R. I peccati proibiti nel primo comandamento sono: (...)
(18) l’incorreggibilità;
(19) l’indifferenza sotto i giudizi;
(20) la durezza di cuore;
(21) l’orgoglio;
(22) la presunzione;
(23) la sicurezza carnale;
(24) lo sfidare Dio;
(25) fare uso di mezzi illeciti e confidare in mezzi leciti;
(26) i piaceri e le gioie carnali;
(27) lo zelo corrotto, cieco ed indiscreto.
Riferimenti biblici
- Il peccato dell'essere incorreggibili. "SIGNORE, i tuoi occhi non cercano forse la fedeltà? Tu li colpisci, e quelli non sentono nulla; tu li consumi, e quelli rifiutano di ricevere la correzione; essi hanno reso il loro volto più duro della roccia, rifiutano di convertirsi." (Geremia 5:3).
- L'insensibilità rispetto ai giudizi di Dio. "Perciò egli ha riversato su Israele la sua ira furente e la violenza della guerra; la guerra l'ha avvolto nelle sue fiamme, ed egli non ha capito; l'ha consumato, ed egli non se l'è presa a cuore." (Isaia 42:25).
- Il peccato della durezza di cuore. "Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio " (Romani 2:5).
- Il peccato di superbia. "Ascoltate, porgete orecchio! Non insuperbite, perché il SIGNORE parla" (Geremia 13:15); "" (Proverbi 16:5,17); "...è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti" 1 Timoteo 6:4).
- 'Il peccato di presunzione. "Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa' che non prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi trasgressioni" (Salmo 19:13); "... e soprattutto quelli che vanno dietro alla carne nei suoi desideri impuri e disprezzano l'autorità. Audaci, arroganti, non hanno orrore di dir male delle dignità (2 Pietro 2:10).
- La sicurezza carnale è peccato. "In quel tempo io frugherò Gerusalemme con le torce e punirò gli uomini che, adagiati sulle loro fecce, dicono in cuor loro: 'Il SIGNORE non fa né bene né male'" (Sofonia 1:12); "Perciò in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è Dio, il Signore che l'ha giudicata" (Apocalisse 18:8); "Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti; quando l'inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l'inganno" (Isaia 28:15).
- Tentare Dio è peccato. "Gesù gli rispose: «È altresì scritto: 'Non tentare il Signore Dio tuo'»" (Matteo 4:7).
- Il peccato dell'avvalersi di mezzi illeciti. "Perché non «facciamo il male affinché ne venga il bene», come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta" (Romani 3:8).
- Il peccato di confidare in mezzi illeciti. "Così parla il SIGNORE: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE!" (Geremia 17:5).
- Amare il piacere più che Dio è male. "...traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio..." (2 timoteo 3:4).
- Lo zelo privo di conoscenza è peccato. "Costoro sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi vogliono staccarvi da noi affinché il vostro zelo si volga a loro" (Galati 4:17); "Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi, l'ora viene che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere un culto a Dio" (Giovanni 16:2); "Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza" (Romani 10:2); "Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme ... Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò" (Luca 9:51,55).
Commento
L'incorreggibilità o ostinazione, letteralmente significa l'incapacità di essere corretti. Sia la bontà di Dio che i Suoi giudizi dovrebbero portare una persona al ravvedimento, se questo, però, non è accompagnato dall'opera speciale dello Spirito Santo, essa non vi giungerà mai. Vi sono molti che in tempo di benessere e prosperità semplicemente ignorano o dimenticano Dio, e poi quando si trovano nei guai o nella calamità, diventano ostinati e sfidano Dio con la loro persistente incredulità.
L'indifferenza ai giudizi significa non sapere o volere riconoscere la mano di Dio quando si trovano nei guai o nella calamità. Coloro che attribuiscono i loro problemi al "fato", alla "fortuna" o alla "cattiva sorte", oppure alla semplice dinamica delle leggi naturali, non vedono mai la mano di Dio a quello che loro accade. Essi non riconoscono come Dio abbia preordinato tutto quello che avviene, e che tutte le cose sono sottoposte al governo provvidenziale di Dio come pure che tutto coopera nell'ambito del governo morale di Dio sul mondo. Quando una persona assume questi atteggiamenti, non c'è giudizio che Dio mandi che faccia su di loro alcuna utile impressione o influenza. Se Dio, nella Sua grazia speciale e misericordia, non innesta a quella persona un nuovo cuore, essa non potrà essere salvata.
L'orgoglio (o superbia) è condannato dalla Bibbia come un peccato grave. E' un'opinione alta ed ingiustificabile di sé stessi, del nostro carattere o di ciò che abbiamo conseguito. E' la perversione del legittimo rispetto che dobbiamo avere per noi stessi. La superbia è un male per due motivi: (1) è contraria alla nostra posizione di fronte a Dio come creature dipendenti; (2) è contraria alla nostra posizione davanti a Dio di creature colpevoli e impotenti. Le cose di cui tanti si vantano sono, di fatto, doni di Dio, e quindi non sono attribuibili a noi stessi. L'apostolo Paolo in Romani 4:2 scrive: "Poiché se Abraamo fosse stato giustificato per le opere, egli avrebbe di che vantarsi; ma non davanti a Dio". Il pallone della superbia umana può essere fatto sgonfiare chiedendoci: "... chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto?" (1 Corinzi 4:7). Di fatto la superbia equivale ad una dichiarazione di indipendenza da Dio: si fonda sul presupposto che possiamo essere o fare qualcosa, realizzare qualcosa di buono e di degno, da noi stessi, a parte da Dio, la Sua preordinazione e doni di natura e di grazia. L'orgoglio si fonda su una menzogna che offende Dio.
La sicurezza carnale è la baldanzosa presunzione che tutto andrà comunque bene quando non abbiamo alcuna base legittima per avere una tale fiducia. E' quella sicurezza carnale che conduce a dire "pace, pace" quando pace non c'è. La sicurezza carnale implica un atteggiamento compiacente verso il peccato ed un atteggiamento tiepido ed indifferente verso Dio. In essa vi è malvagità perché disonora Dio, che dovremmo sempre cercare con tutto il nostro cuore e servire fedelmente, ed essa non fa altro che auto-ingannarci invece di conoscere ed affrontare la verità sulla nostra autentica condizione.
Sfidare o tentare Dio. Sono i vangeli stessi nel raccontarci le tentazioni di Gesù che ci danno un chiaro esempio di che cosa voglia dire sfidare o tentare Dio. Significa agire deliberatamente in modo stupido o sbagliato e poi aspettarci che la bontà e la potenza di Dio venga in nostro soccorso e ci protegga dal male. Gesù avrebbe potuto saltare giù dal pinnacolo del tempio senza farsi alcun male per dimostrare chi Egli fosse e che Dio l'avrebbe protetto dallo sfracellarsi mandandogli in soccorso degli angeli. Questo sarebbe stato tentare Dio e questo la Scrittura lo proibisce. Trascurare normali o necessarie misure di prevenzione del male o di qualche malattia ed affermare di confidare che Dio ci preservi dal male e ci conservi in buona salute, significa sfidare o tentare Dio, e questo è sbagliato.
Avvalersi di mezzi illeciti, significa prefissarci di realizzare qualcosa di buono avvalendoci di mezzi sbagliati ed illeciti. Equivale a credere che il fine (un buon fine) giustifichi i mezzi (sbagliati) usati per raggiungerlo. Una "buona causa" deve essere perseguita attraverso l'uso di buoni mezzi. C'è sempre stato chi ritiene che per raggiungere un buon fine si possa usare qualsiasi mezzo, ma questo è illusorio e sbagliato.
Confidare in mezzi leciti. Affermare che riporre la nostra fiducia ultima in mezzi, per quanto buoni siano, è pure un peccato proibito dal primo comandamento. Anche quando facciamo uso di mezzi leciti, dovremmo riporre la nostra fiducia in Dio e non tanto nei nostri "metodi". E' giusto, per esempio, consultare un medico ed assumere medicine quando siamo malati, ma dobbiamo sempre riporre la nostra fiducia ultima in Dio, non nel medico o nelle medicine che prescrive.
I piaceri e le gioie carnali. "Carnale" è un aggettivo che significa "appartenente alla carne" o al corpo. In quest'affermazione del Catechismo il termine "carnale" non si riferisce necessariamente solo al corpo, ma alla nostra natura peccaminosa. In 2 Timoteo 3:4 l'Apostolo scrive: "...amanti del piacere anziché di Dio..." perché questo è ciò a cui la nostra natura peccaminosa ci condurrebbe se noi non la reprimessimo. I "piaceri e le gioie carnali", quindi, è ciò che soddisferebbe la nostra vecchia natura peccaminosa, ma che sarebbe lontano, anzi, danneggerebbe la nostra nuova natura, quella che abbiamo ricevuto quando siamo stati rigenerati dallo Spirito Santo.
Lo zelo corrotto, cieco ed indiscreto. Per "zelo" qui si intende quell'entusiasmo che ci conduce ad una vigorosa attività per una data causa o idea. Lo zelo può essere "corrotto, cieco ed indiscreto" quando procede dal nostro cuore peccaminoso, desideri ed impulsi più che dalla nostra nuova natura e l'opera dello Spirito Santo nel nostro cuore. Quando per esempio un cristiano, nel discutere con una persona difendendo la verità della Bibbia, perde le staffe e si infuria invece di avere un atteggiamento umile e paziente, quello è uno zelo corrotto per una cosa che pure è buona. Uno zelo cieco è quello che non è fondato su vera conoscenza. I Giudei del tempo di Gesù erano zelanti per Dio, ma non secondo conoscenza: era zelo cieco come quello che aveva spinto Paolo a perseguitare i cristiani, uno zelo fondato sull'ignoranza. Uno zelo indiscreto è quello di chi si impegna per ciò che è vero e giusto, ma senza manifestare pure sapienza e buon senso. Se qualcuno, per esempio, insiste che sia necessario tenere ogni giorno lunghi incontri di preghiera, e cerca di persuadere i propri confratelli di dedicare alla preghiera ed a null'altro tutto il loro tempo libero, quello è zelo indiscreto, non secondo sapienza e buon senso. Ogni zelo corrotto, cieco ed indiscreto è peccaminoso perché procede dalla propria malvagità, ignoranza o stupidità, invece che da santità, conoscenza e sapienza, cose che lo Spirito Santo ci impartisce con la Sua opera nel nostro cuore e vita.
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