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Indice - Capitolo XI


Contents

X. La predestinazione di Dio e l’elezione del santi

Dio ha eletto i Suoi per grazia. Da tutta l’eternità Dio ha predestinato o eletto libera mente e per sua pura grazia, senza alcuna considerazione per gli uomini [senza alcun riguardo ala qualità degli uomini], i santi6 che egli vuole salvare in Gesù Cristo. Secondo le parole dell’apostolo: “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo” (Ef. 1:4). E inoltre: “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo”(2 Ti. 1:9,10).

Siamo eletti e predestinati in Cristo

Dio ci ha quindi eletti non senza mezzo [non senza alcuna mediazione], sebbene ciò non sia avvenuto per alcun merito presente in noi, ma in Cristo e per amore di Cristo, affinché coloro che sono innestati in Cristo per fede siano anche eletti.

I reprobi

Ma gli altri che sono al di fuori di Cristo sono riprovati, come dice l’apostolo: “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi stessi che Gesù Cristo è in voi? A meno che non siate riprovati” (2 Co. 13:5 ND).

Allo steso modo i santi sono eletti da Dio in Cristo per un certo scopo [ad un fine certo] il che l’apostolo spiega dicendo: “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio” (Ef. 1:4-6).

Si deve sperare bene d’ognuno. E benché Dio conosca quelli che sono suoi e ricordi in alcuni passi il piccolo numero degli eletti7, dobbiamo tuttavia ben sperare di tutti ed evitare di porre temerariamente qualcuno nel numero dei reprobi.

È quanto s. Paolo ci insegna nella sua Lettera ai Filippesi: “Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi (Egli parla dell’intera chiesa a Filippi); e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino a ora. E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Ed è giusto che io senta così di tutti voi” (Fl. 13-8).

Se sono pochi gli eletti

Anche il Signore, interrogato in s. Luca (Lu. 13:23,24) se vi siano pochi salvati, non risponde dicendo che vi saranno pochi o molti salvati o condannati, ma esorta piuttosto ciascuno a sforzarsi di entrare per la porta stretta, come se avesse detto loro: Non spetta a voi investigare con curiosità di queste cose, ma è meglio che vi sforziate a entrare in cielo per la retta via.

Ragionamenti temerari contro la predestinazione. Rigettiamo perciò le opinioni cattive e profane [empi ragionamenti] di coloro che dicono: Vi sono pochi eletti e dato che ignoro se sono o no del piccolo numero, me la prenderò comoda. Come anche di coloro che dicono: Se sono predestinato o eletto di Dio, niente di ciò che farò mi impedirà di giungere a quella salvezza che mi è stata fissata; se, al contrario, sono nel numero dei reprobi, non esiste fede o pentimento che possano giovarmi a qualcosa; poiché il decreto divino non può essere mutato, tutte le dottrine e le rimostranze sono superflue e inutili. Rigettiamo dunque simili parole profane, dal momento che l’apostolo combatte contro costoro, dicendo che è necessario che un servitore del Signore sia mite con tutti, atto a insegnare, dolce nel riprendere quanti oppongono resistenza, se un giorno Dio con cederà loro il pentimento per conoscere la verità ed essi sfuggiranno ai lacci del diavolo, il quale li tiene prigionieri della sua volontà (2Ti.2:23-26).

Le ammonizioni non sono inutili

Anche s. Agostino, nel libro sul Bene della perseveranza, c. 14 e seguenti, dimostra che si devono predicare [seriamente insistere] entrambe le cose: sia la grazia della libera elezione e predestinazione sia gli ammonimenti e le dottrine salutari. Noi non approviamo dunque coloro che cercano al di fuori di Gesù Cristo se sono eletti eternamente e ciò che Dio ha stabilito per loro da tutta l’eternità. infatti, si deve ascoltare la predicazione del Vangelo, credere in esso ed essere certi che se credi e sei in Cristo, sei eletto. Il Padre infatti (come abbiamo visto sopra da 2 Ti. 1) ci ha manifestato [rivelata] chiaramente in Cristo la sentenza eterna della sua predestinazione.

Bisogna quindi insegnare e considerare prima di ogni altra cosa, quale e quanto grande sia questo amore [parzialissimo] che il Padre ci ha rivelato in Cristo. Dobbiamo altresì essere attenti a quello che il Signore ci predica ogni giorno nel Vangelo e come ci chiama, dicendo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Mt. 11:28). Ugualmente: Dio ha tanto amato il mondo da dare per il mondo il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna (Gv 3,13). Ugualmente: Non è la volontà del Padre che perisca uno solo dei suoi piccoli (Mt 18,14).

Cristo, lo specchio in cui vediamo la nostra predestinazione

Cristo sia dunque per noi un chiaro specchio nel quale contemplare la nostra predestinazione. Abbiamo infatti una testimonianza sufficientemente evidente e sicura di essere scritti nel libro della vita, se siamo in comunione con Cristo e se egli viene fatto nostro mediante una vera fede e anche noi siamo suoi.

Tentazioni della predestinazione

Del resto, nella tentazione della predestinazione (che è la più pericolosa di tutte), ci consoli il fatto che le promesse di Dio sono fatte in generale a tutti i fedeli, secondo quanto dice il Signore: Chiedete e vi sarà dato, chiunque chiede riceve (Lu. 11,9.10), che con la chiesa universale preghiamo: Padre nostro che sei nei cieli, e che al battesimo siamo uniti al corpo di Gesù Cristo e spesso nutriti, nella sua chiesa, con il suo corpo e il suo sangue per la vita eterna. Essendo dunque confermati attraverso tanti mezzi, seguendo l’esortazione di S. Paolo, ci viene ordinato di attendere alla nostra salvezza con timore e tremore (Fl. 2:12).

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