Cfw-20

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'''3. Quelli che, con la scusa della libertà del cristiano, praticano qualche pec­cato, o serbano in cuore qualche concupiscenza, distruggono così facendo il fine stesso della libertà cristiana servire il Signore senza paura, in santità­ giusti­zia nel suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita (396).'''
'''3. Quelli che, con la scusa della libertà del cristiano, praticano qualche pec­cato, o serbano in cuore qualche concupiscenza, distruggono così facendo il fine stesso della libertà cristiana servire il Signore senza paura, in santità­ giusti­zia nel suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita (396).'''
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­*(396) Gl. 5:12; 1 Pi. 2:6; 2 Pi. 2:19; Gv. 8:34; Lu. 1:74,75.
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­*(396) "" (Galati 5:12); "" (1 Pietro 2:6); "" (2 Pietro 2:19); "" (Giovanni 8:34); "" (Luca 1:74-75).
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'''4. E poiché le autorità che Dio ha ordinato e la libertà che Cristo ha acquistato non sono intese da Dio per distruggere, ma per sostenersi e per preservarsi a vicenda, quelli che, con il pretesto della libertà del cristiano, si oppongono ad un'auto­rità legittima, civile od ecclesiastica che sia, o all'esercizio legittimo di questa autorità, resistono all'ordinanza di ­Dio (397). E per aver pubblicato opinioni o sostenuto principi che sono contrari alla luce della natura od ai principi conosciuti dal cristianesimo ­(riguardanti la fede, il culto, o la condotta o alla potenza della pietà, oppure opinioni o pratiche errate le quali in sé stesse o nel modo in cui vengono pubblicate o sostenute, sono nocive alla pace ed all'ordine esteriore che Cristo ha stabilito nella chiesa, essi possono essere chiamati a fornire spi­egazioni (398), e vedersi loro applicati provvedi­menti disciplinari sia per mezzo delle censure della Chiesa che dal potere del magistrato civile (399).'''
'''4. E poiché le autorità che Dio ha ordinato e la libertà che Cristo ha acquistato non sono intese da Dio per distruggere, ma per sostenersi e per preservarsi a vicenda, quelli che, con il pretesto della libertà del cristiano, si oppongono ad un'auto­rità legittima, civile od ecclesiastica che sia, o all'esercizio legittimo di questa autorità, resistono all'ordinanza di ­Dio (397). E per aver pubblicato opinioni o sostenuto principi che sono contrari alla luce della natura od ai principi conosciuti dal cristianesimo ­(riguardanti la fede, il culto, o la condotta o alla potenza della pietà, oppure opinioni o pratiche errate le quali in sé stesse o nel modo in cui vengono pubblicate o sostenute, sono nocive alla pace ed all'ordine esteriore che Cristo ha stabilito nella chiesa, essi possono essere chiamati a fornire spi­egazioni (398), e vedersi loro applicati provvedi­menti disciplinari sia per mezzo delle censure della Chiesa che dal potere del magistrato civile (399).'''
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20. LA LIBERTA' DEL CRISTIANO E LA LIBERTA' DI COSCIENZA

1. La libertà che Cristo ha acquistato per chi crede nell'Evangelo consiste: ­nella liberazione dalla colpa del peccato, dall'ira e dalla condanna di Dio, dal rigore e dalla maledizione della legge morale (383), dal presente secolo malvagio, dal potere di Satana, dal dominio del peccato (384), dai mali causate dalle afflizioni, dalla paura e dal dardo della morte, dalla vittoria della tomba e dalla dannazione eterna (385). Questa libertà si esprime anche nel libero accesso a Dio (386) e nella capacità di obbedire a Dio e nella capa­cità di obbedire a Dio, non per paura servile, ma con un amore docile e una mente volenterosa (387). Tutte queste libertà erano comuni pure a tutti i credenti che vivevano sotto la legge (388), ma sotto il Nuovo Patto la libertà dei cristiani si è ulterior­mente estesa perché essi sono stati liberati dal giogo della legge cerimoniale alla quale era soggetta la chiesa ebraica (389). Inoltre i cristiani hanno una maggiore libertà di accesso al trono della grazia (390) ed un'esperienza più ampia dell'azione dello Spirito di Dio rispetto a quello ordi­nariamente goduto dai credenti vissuti sotto la legge (391).

  • (383) "" (Tito 2:14); "" (1 Tessalonicesi 1:10); "" (Galati 3:13).
  • (384) "" (Galati 1:4); "" (Colossesi 1:13); "" (Atti 26:18); "" (Romani 6:14).
  • (385) "" (­Romani 8:28); "" (Salmi 119:71); "" (1 Corinzi 15:54‑57); "" (Romani 8:1).
  • (386) "" (Romani 5:1-2).
  • (387) "" (Romani 8:14-15); "" (1 Giovanni 4:18).
  • (388) "" (Galati 3:9,14).
  • (389) "" (Galati 4:1‑3,6-7; 5:1); "" (Atti 15:10-11).
  • (3­90) "" (Ebrei 4:14,16; 10:19‑22).
  • (391) "" (­Giovanni 7:38-39); "" (2 Corinzi 3:13,17-18).

2. Dio solo è Signore sulla coscienza (392) e l'ha liberata da tutte le dottrine ed i comandamenti umani in qualche modo contrari alla sua Parola, o collaterali ad essa per quanto riguarda la fede o il culto (393). Perciò credere a tali dottrine o obbedire a tali comandamenti per motivi di coscienza significa tradire la vera libertà di coscienza (394). Esigere una fede implicita o un obbedienza assoluta e cieca, significa annientare la libertà di coscienza ed anche la ragione (395).

  • (392) "" (Giacomo 4:12); "" (Romani 14:4).
  • (393) "" (Atti 4:19; 5:29); "" (1 Corinzi 7:23); "" (Matteo 23:8-10); "" (2 Corinzi 1:24); "" (Matteo 15:9).
  • (39­4) "" (Colossesi 2:20‑23); "" (Galati 1:10; 2:4,5; 5:1).
  • (395) "" (Romani 10:17; 14:23); "" (Atti 17:11); "" (Giovanni 4:2); "" (Osea 5:11); "" (Apocalisse 13:12,16-17); "" (Genesi 8:9).

3. Quelli che, con la scusa della libertà del cristiano, praticano qualche pec­cato, o serbano in cuore qualche concupiscenza, distruggono così facendo il fine stesso della libertà cristiana servire il Signore senza paura, in santità­ giusti­zia nel suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita (396).

­*(396) "" (Galati 5:12); "" (1 Pietro 2:6); "" (2 Pietro 2:19); "" (Giovanni 8:34); "" (Luca 1:74-75).


4. E poiché le autorità che Dio ha ordinato e la libertà che Cristo ha acquistato non sono intese da Dio per distruggere, ma per sostenersi e per preservarsi a vicenda, quelli che, con il pretesto della libertà del cristiano, si oppongono ad un'auto­rità legittima, civile od ecclesiastica che sia, o all'esercizio legittimo di questa autorità, resistono all'ordinanza di ­Dio (397). E per aver pubblicato opinioni o sostenuto principi che sono contrari alla luce della natura od ai principi conosciuti dal cristianesimo ­(riguardanti la fede, il culto, o la condotta o alla potenza della pietà, oppure opinioni o pratiche errate le quali in sé stesse o nel modo in cui vengono pubblicate o sostenute, sono nocive alla pace ed all'ordine esteriore che Cristo ha stabilito nella chiesa, essi possono essere chiamati a fornire spi­egazioni (398), e vedersi loro applicati provvedi­menti disciplinari sia per mezzo delle censure della Chiesa che dal potere del magistrato civile (399).

  • (397) "" (Matteo 12:5); "" (1 Pietro 2:13-14,16); "" (Romani 13:1‑8); "" (Ebrei 13:17).
  • (398) ­"" (Romani 1:32); "" (1 Corinzi 5:1,5,11,13); "" (2 Giovanni 10-11); "" (2 Tessalonicesi 3:14); "" (1 Timoteo 6:8,4-5); "" (Tito 1:10-11,13; 3:10); "" (Matteo 18:15‑17); "" (1 Timoteo 1:19-20); "" (Apocalisse 2:2,14,15,20; 3:9).
  • (399) "" (Deuteronomio 13:6‑12; "" (Romani 13:3-4); "" (2 Giovanni 10-11; "" (Esdra 7:23‑28); "" (Apocalisse 17:12,16-17); "" (Neemia 13:15‑30); "" (2 Re 23:5-6,9,20-21); "" (2 Cronache 34:33; 15:12-13,16); "" (Daniele 3:20); "" (1 Timoteo 2:2); "" (Isaia 49:23); "" (Zaccaria 13:2-3).





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