Cfw-17

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17. LA PERSEVERANZA DEI SANTI
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1. Quelli che Dio ha accolto nel suo amato Figliolo, quelli che efficacemen­te ha chiamato e santificato per il suo Spirito, non possono scadere né totalmente né definitivamente dallo stato di grazia; anzi, persevereranno certamente in quello stato fino alla fine, e saranno salvati eternamente (329).
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(329) Fl. 1:6; 2 Pi. 1:10,29; 1 Gv. 3:9; 1 Pi. 1:5,9.
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2. Questa perseveranza dei santi non dipende dalla loro libera volontà, ma dall'immutabilità del decreto dell'elezione, il quale procede dall'amore gr­atuito ed immutabile di Dio Padre (330), dall'efficacia del merito e dell'inter­cessione di Gesù Cristo (331); dalla dimora in essi dello Spirito, dal seme di Dio presente in loro (332), e dalla stessa natura del patto di grazia (333). Tutti questi fattori danno luogo alla certezza ed infallibilità della perseveran­za dei santi (333).
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(330) 2 Ti. 2:18,19; Ge. 31:3.
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(331) Eb. 10:10,14; 13:20,21; 9:12‑15; Ro. 8:33‑39; Gv. 17:11,24; Lu. 22:32; Eb. 7:25.
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(332) Gv. 14:16,17; 1 Gv. 2:27; 1 Gv. 3:9.
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(333) Ge. 32:40).
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(334) Gv. 10:28; 2 Te. 3:3; 1 Gv. 2:19.
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3. I santi tuttavia possono cadere in peccati molto gravi (335) a causa delle tentazioni di Satana e del mondo, dal prevalere in essi della loro corruzione residua, e dal fatto di avere trascurato i mezzi che Dio ha provveduto per preservarli. E' possibile che continuino in questo stato (336) per un certo tempo, in modo da causare su di loro il dispiacere di Dio (337), da contri­stare il suo Spirito Santo (338) e da venire privati in qualche misura delle loro grazie e consolazioni (339), da subire l'indurimento del loro cuore (340) ed il ferimento della loro coscienza (341), da offendere e scandalizz­are gli altri (342) e da attirare su di sé giudizi tempora­nei (343).
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(335) Mt. 26:70,72,74.
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(336) Sl. 51.
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(337) Is. 64:5,7,9; 2 Sa. 11:27.
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(338) Ef. 4:30.
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(339) Sl. 51:8,10,1; Ap. 2:4; Ca. 5:2‑6.
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(340) ­Is. 63:17; Mr. 6:52; 16:14.
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(341) Sl. 32:3,4; 51:8.
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(342) 2 Sa. 12:14.
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(343) Sl. 89:31,32; 1 Co. 11:32.

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17. LA PERSEVERANZA DEI SANTI 1. Quelli che Dio ha accolto nel suo amato Figliolo, quelli che efficacemen­te ha chiamato e santificato per il suo Spirito, non possono scadere né totalmente né definitivamente dallo stato di grazia; anzi, persevereranno certamente in quello stato fino alla fine, e saranno salvati eternamente (329).

(329) Fl. 1:6; 2 Pi. 1:10,29; 1 Gv. 3:9; 1 Pi. 1:5,9.

2. Questa perseveranza dei santi non dipende dalla loro libera volontà, ma dall'immutabilità del decreto dell'elezione, il quale procede dall'amore gr­atuito ed immutabile di Dio Padre (330), dall'efficacia del merito e dell'inter­cessione di Gesù Cristo (331); dalla dimora in essi dello Spirito, dal seme di Dio presente in loro (332), e dalla stessa natura del patto di grazia (333). Tutti questi fattori danno luogo alla certezza ed infallibilità della perseveran­za dei santi (333).

(330) 2 Ti. 2:18,19; Ge. 31:3. (331) Eb. 10:10,14; 13:20,21; 9:12‑15; Ro. 8:33‑39; Gv. 17:11,24; Lu. 22:32; Eb. 7:25. (332) Gv. 14:16,17; 1 Gv. 2:27; 1 Gv. 3:9. (333) Ge. 32:40). (334) Gv. 10:28; 2 Te. 3:3; 1 Gv. 2:19.

3. I santi tuttavia possono cadere in peccati molto gravi (335) a causa delle tentazioni di Satana e del mondo, dal prevalere in essi della loro corruzione residua, e dal fatto di avere trascurato i mezzi che Dio ha provveduto per preservarli. E' possibile che continuino in questo stato (336) per un certo tempo, in modo da causare su di loro il dispiacere di Dio (337), da contri­stare il suo Spirito Santo (338) e da venire privati in qualche misura delle loro grazie e consolazioni (339), da subire l'indurimento del loro cuore (340) ed il ferimento della loro coscienza (341), da offendere e scandalizz­are gli altri (342) e da attirare su di sé giudizi tempora­nei (343).

(335) Mt. 26:70,72,74. (336) Sl. 51. (337) Is. 64:5,7,9; 2 Sa. 11:27. (338) Ef. 4:30. (339) Sl. 51:8,10,1; Ap. 2:4; Ca. 5:2‑6. (340) ­Is. 63:17; Mr. 6:52; 16:14. (341) Sl. 32:3,4; 51:8. (342) 2 Sa. 12:14. (343) Sl. 89:31,32; 1 Co. 11:32.




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