Manuale/Teoria e principi

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Contents

[edit] Teoria e principi

[edit] 1. Le lingue internazionali

Nell'elaborazione di una lingua ausiliaria neutra gli specialisti contemporanei del campo hanno risentito una sempre minore necessità di doversi avvalere di artifici linguistici. Essi hanno così ristretto i loro sforzi, in modo sempre più co­sciente, all'elaborazione e all'ordinamento di vocaboli e di regole grammaticali già presenti nelle lingue naturali. Pertanto non sarebbe nemmeno necessario ­questi sembrano essere i termini del ragionamento lambiccarsi il cervello per decidere quali dovrebbero essere questi vocaboli e queste regole: essi, infatti, sono stati presenti e si ritrovano tuttora nella pratica linguistica dei popoli. 

Così nessuno può dubitare della loro capacità funzionare in modo efficiente e adeguato. Questa posizione moderna ha avuto senza dubbio un peso determinante nelle argomentazioni di coloro che propongono l'adozione di una o più fra le lingue esistenti come migliore via per introdurre una lingua ausiliaria universale. In una certa misura queste proposte si potrebbero accordare con gli insegnamenti della storia dell'interlinguistica e delle lingue ausiliarie in generale. Questa sto­ria, però, ci insegna pure che nessuna lingua nazionale fu mai usata come ausi­liaria se prima i suoi locutori naturali non avessero ottenuto, come popolo, una posizione di egemonia politica e culturale. Una lingua nazionale, usata come seconda lingua per tutti nel mondo, implicherebbe, da parte dei suoi locutori naturali, la pretesa di una superiorità universale, e nessun popolo potrebbe ­gionevolmente pretenderlo, e far si che tutti l'accettassero.

Le lingue ausiliarie o seconde sono un fenomeno molto antico e molto comune. Una di queste lingue era il greco ellenistico ('koinè'). Come tale esso assunse un ruolo importante perché divenne la lingua in cui fu scritto e diffuso il Nuo­vo Testamento. Il caso del latino medievale è molto simile, e così, seppure in ambienti sociali diversi e a diversi livelli, possono essere considerati, ad esem­pio, il Pidgin English contemporaneo, lo Swahili (o Kiswahili) nell'Africa orientale, l'Hindustani, il Cinese mandarino, e altre cosiddette "lingue franche". Nes­suna di queste, però, era una lingua ausiliare artificiale, e nessuna lingua ausi­liaria artificiale riuscì mai ad eguagliare, in una significativa pratica quotidia­na, neppure la minore fra quelle.

Le lingue supra­nazionali non hanno mai raggiunto l'obiettivo di divenire lo strumento del desiderio umano di comprendere i propri vicini al di là dalle frontiere, e di evitare o di vincere l'ostilità, la guerra e il pregiudizio, spesso 33 di 392Manuale d'Interlingua considerati l'inevitabile risultato delle frontiere linguistiche. In realtà le lingue d'uso sovranazionale hanno sempre raggiunto la posizione di lingua ausiliaria o seconda come effetto di pressanti bisogni, sia di carattere puramente utilita­ristico sia di tipo genericamente culturale. In un modo o in un altro queste lin­gue sono state connesse o identificate con il "movimento espansionista" che le ha promosse. A loro volta, esse lo hanno servito e promosso. Il latino medioe­vale, per esempio, dovette la sua vasta diffusione, al "dinamismo missionario" della Chiesa, e la Chiesa, d'altra parte, non avrebbe potuto realizzare la sua missione senza l'universalità della sua lingua. Questi dati possono giustificare la seguente conclusione generale: nessuna lingua ausiliaria (seconda) di mag­giore o minore diffusione mai fu accettata ed usata se prima non vi fosse stata, alle sue spalle, una specifica forza in grado di promuoverla come risposta ad un suo bisogno particolare.

Se ci rifacciamo al problema di una moderna lingua mondiale ausiliaria, questo significa che o il mondo moderno può pretendere di avere iniziato un movi­mento espansivo del tipo cui si è fatto sopra riferimento nel cui caso il mondo moderno dovrebbe già avere una propria lingua che non può e non ha bisogno di essere sostituita da un prodotto artificiale, o tale movimento non esiste nel cui caso tutti i nostri sforzi per stabilire una lingua ausiliaria universale non sono altro che una perdita di tempo e di energia perché una tale lingua non possa esistere.

E' corretta la prima di queste alternative. Il mondo moderno, in tutte le su parti costituenti, è pervaso da una potente spinta che ha ridotto le distanze fra i vari punti del globo ad una questione di ore, e che ha diffuso i suoi oggetti, le sue idee e i suoi problemi in ogni angolo dei continenti. Se dovessimo etichettare con un'unica parola la spinta responsabile di tutti i benefici e di tutti i mali che contraddistinguono il nostro mondo contemporaneo da quelli dei secoli prece­denti, potremmo parlare del potere della scienza e della tecnologia. Ma se poi ci dovessimo domandare quale potrebbe essere la lingua che, come il latino medievale nella diffusione della Chiesa, ha caratterizzato l'irresistibile espan­sione della scienza e della tecnologia, la risposta sarebbe particolarmente im­barazzante. Sì, in un certo senso una tale lingua esiste: spesso parliamo del "linguaggio" della scienza e della tecnica. Se noi però intendessimo considerare questa lingua come l'unica possibile lingua mondiale ausiliaria dei tempi mo­derni, subito ci renderemmo conto che il linguaggio della scienza e della tecno­logia non è una "lingua" nel senso pieno del termine, ma, nella migliore delle ipotesi, solo un ampio insieme di termini e di espressioni internazionali che compare nelle varie lingue naturali in forme leggermente divergenti. Purtroppo non possiamo analizzare ulteriormente l'affascinante ipotesi secondo cui sareb­be persino naturale che la scienza e la tecnologia fossero incapaci di andare ol­tre la semplice diffusione mondiale di un gran numero di termini tecnici speci­fici per dar vita a una vera e propria lingua.

Questa incapacità potrebbe benissimo dipendere dal fatto che il mondo della scienza si compone di idee distinte che non si prestano a fondare un modello completo e coerente. In altri termini, la "lingua" della scienza e della tecnologia non è veramente una lingua, perché il sistema della scienza e della tecnologia non è veramente una filosofia.

In termini interlinguistici tutto ciò significa che, per quanto la "lingua" della scienza e della tecnologia non sia una lingua a rigore di termini, sebbene possa fornirci un rilevante numero di parole e di frasi di validità internazionale in va­rie forme nazionali, peculiari, sia facilmente riconoscibili, essa può però costi­tuire il nucleo di una lingua completa. Essa in realtà non è che l'insieme fram­mentario della sola lingua internazionale che noi possediamo nella pratica so­ciale e culturale.

Il compito dell'interlinguista pratico, perciò, diviene quello di compiere una se­lezione e di operare un ordinamento delle parole già internazionali, facilitando così la loro articolazione in una lingua pienamente sviluppata ­ una lingua che, naturalmente, sebbene debba avere come base e stessa ragion d'essere il vasto campo dei dati tecnologici, sia in grado di servire anche ogni arte e ogni sforzo umano, fino ai più comuni bisogni della nostra vita quotidiana. 

[edit] 2. Le parole internazionali

Nel senso più vasto del termine, una "parola internazionale" è un termine che compare in più di una lingua nazionale. Le parole tedesche Bank, Maus, Haus, Automobile, Bier, per esempio, sono identiche alle inglesi bank, house, automo­bile e bere, salvo leggere differenze nella grafia e nella pronuncia. Si noti altrettanto il francese asse con l'italiano assai, oppure lo spagnolo guadañar o l'italiano guadagnare, il quale trova nel gotico waidanjanil suo affine più naturale.

Il loro significato, naturalmente, è parte essenziale. Se fossero semanticamente distinte, come l'inglese also e la tedesca also, non potrebbero essere considera te parole identiche.Vi sono due tipi di parole internazionali. I termini tedesco ed inglese Hause house rappresentano un primo tipo che deve la sua diffusione internazionale alla comune ascendenza etimologica; parole di questo tipo sono internazionali per parentela nel senso stretto del termine. In secondo luogo, l'internazionali­tà, dei termini tedesco ed inglese Automobil e automobile è dovuta alla transizione di parole da una lingua all'altra; parole di questo tipo, sebbene conside­rate parenti alla lontana, dovrebbero essere considerate internazionali sulla base del prestito o della diffusione.

Nella sua accezione più ampia, il termine "lingua internazionale" indicherebbe un enorme numero di parole che ricorrono soltanto in poche lingue di minor diffusione. Le parole internazionali, infatti, differiscono notevolmente nella loro diffusione. Da un punto di vista pratico bisogna considerare solo quelle parole internazionali che abbiano ottenuto un vasto consenso nel mondo da parte di chi è attivo nelle relazioni internazionali, e che è di conseguenza inte­ressato alla normalizzazione dei termini che incontra. Se è vero che le parole internazionali differiscono quanto a raggio di diffusione, esse potrebbero però essere raggruppate rispetto alla loro lingua d'origine o "centro d'irradiazione".

Vi sono centri d'irradiazione importanti e meno importanti. Le parole di vasta diffusione internazionale possono provenire da entrambi. La parola igloo, per esempio, gode di una rispettabile diffusione. Essa compare in eschimese, in in­glese, in francese, in russo, e in molte altre lingue. L'eschimese, però, non è un centro d'irradiazione rilevante. Tali "centri d'irradiazione" minori possono esse­ re trascurati senza temere di perdere importanti elementi del vocabolario inter­ nazionale. Per precauzione è utile accertarsi che il possibile contributo di ogni centro non considerato sia però presente altrove. Trascurare il centro d'irradia­ zione eschimese non implica la perdita della parola internazionale igloo se abbiamo considerato l'inglese, il russo, il francese o qualsiasi altra lingua che co­ nosca questa parola. Restringere il numero delle lingue che esaminiamo per scoprirvi le parole internazionali non implica l'esclusione, dalla lista risultante, di parole internazionali d'origine remota. E per ragioni pratiche che distinguiamo il gruppo di lingue che esaminiamo per raccogliervi le parole internazionali. Comunque comporre­ mo più facilmente una lista di quelle generalmente più internazionali se questa sfera ristretta adempie a due requisiti:

  • 1) Deve trattarsi di un potente centro d'irradiazione di parole interna­zionali, un centro che abbia contribuito largamente alla diffusione di parole internazionali nel mondo;
  • 2) Deve possedere un alto grado di ricettività per quanto riguarda il materiale irradiato da altre lingue. Per quanto riguarda il secondo di questi requisiti, la lingua inglese è il centro di irradiamento più prossimo all'ideale. Difficilmente un'altra lingua potrebbe competere con l'inglese per quanto riguarda la "capacità ricettiva".

Senza dubbio una lista di parole di ampio irradiamento internazionale al di fuori dell'orbita dell'inglese includerebbe ben poco con la possibile eccezione di un vocabolario abbastanza sostanzioso "irradiato" dal mondo islamico verso la Spagna, l'Europa dell'est, e verso parte dell'Asia, ma non verso il mondo di lin­ gua inglese. Questo potrebbe sembrare un pregiudizio eurocentrico, ma se pur si considera l'enorme influsso storico del cinese sul giapponese, coreano, mongolo, tibetano, vietnamita, e dell'indiano sull'indonesiano, cambogiano, thai e tibetano, il discorso non cambierebbe perché, che ci piaccia o no, queste lingue non hanno avuto alcuna influenza sullo scambio culturale del mondo moderno nel suo complesso.

Il primo requisito, che riguarda la facoltà d'irradiazione di parole internazionali, è un tema più complesso. Non vi è lingua che possa stare al di sopra delle al­ tre per quanto riguarda la massa dei suoi contributi al vocabolario internazionale, o che possa fare l'inglese rispetto alla sua capacità di assimilare parole straniere.

Il gruppo più importante di parole internazionali è senza dubbio il complesso di termini tecnici della scienza e della tecnologia. Nella stragrande maggioran­ za dei casi la terminologia tecnica internazionale è costruita su termini latini, greci, o greco­latini. Essa non è il contributo di una lingua particolare, nemme­ no del greco e del latino presi insieme, perché include un numero considerevole di termini sconosciuti ai locutori naturali delle due lingue classiche. Socrate parlò in greco per tutta la vita, ma non usò mai il telefono e non poteva sapere che questa parola proviene dalla sua madrelingua. Parole di questo tipo possono essere raggruppate, secondo la loro origine comune, in un tipo di neolatino teorico non mai parlato in nessun luogo, ma che pure traspare nelle diverse lingue romanze contemporanee. Considerate come gruppo a sé, come eredi naturali del latino, e quindi come rappresentanti a pieno titolo della fon­ te neolatina della maggior parte del vocabolario tecnico internazionale, le lingue romanze rappresentano il centro d'irradiazione di parole internazionali più attivo e più forte.

[edit] 4. Le varianti ed i loro prototipi

Una cosa è determinare quali parole debbano essere considerate parte del vo­cabolario internazionale, altra cosa è determinare la forma nella quale esse debbono normalizzate. La lingua d'origine di una data parola internazionale non ci è d'aiuto per risolvere questo problema. Per esempio, la parola tedesca "Statistik" e la parola inglese "penicillin" (tedesche e inglesi in origine) sarebbero, se continuassero ad essere scritte in questo modo nella lista di parole d'am­ pia diffusione, ancora prettamente tedesche ed inglesi, e quindi non "interna­zionali". La loro forma deve essere quindi "internazionalizzata", cioè normaliz­ zata o standardizzata sulla base delle loro varianti che troviamo nelle lingue nazionali. I prototipi risultanti non sono né inglesi, né tedeschi, né greci, né la­ tini: la loro forma è tale da essere subito riconoscibile da parte del locutore di qualunque lingua.

Né la parola tedesca Statistik, né naturalmente l'inglese statistics, né la francese statistique possono essere considerate internazionali. Nel vocabolario interna­ zionale questa parola deve essere rappresentata da una forma da cui Statistik, statistics, statistique siano varianti determinate dalle peculiarità idiosincratiche rispettivamente del tedesco, dell'inglese e del francese. Il procedimento di normalizzazione delle forme variabili delle parole interna­zionali, al fine di giungere al prototipo standardizzato non potrà essere assimi­lato ad un'unica metodologia verificabile, valida per ogni caso, a meno che le varianti stesse, e quindi le lingue da cui provengono, abbiano una base comune su cui possano essere fondati i principi della normalizzazione stessa.

Le lingue romanze hanno una tale base comune nel latino. Esse inoltre rappre­sentano il più potente centro d'irradiazione di parole internazionali. Sono quin­di da considerare come importanti depositi in cui la ricerca può svolgersi in modo molto promettente.

[edit] 4. Lingue ­fonti o di riferimento

Per quanto riguarda le parole internazionali d'origine straniera la lingua ingle­se risponde nel modo più pieno ai requisiti di potere ricettivo. Le lingue ro­ manze si adattano meglio ai requisiti d'irradiazione produttiva di parole inter­nazionali. La migliore scelta di lingue per effettuare una ricerca sistematica di parole internazionali è di conseguenza la combinazione di inglese e lingue ro­manze. Ci riferiremo quindi riferimento a queste lingue come a lingue­fonti o di riferimento.

L'inclusione dell'inglese non interferisce con l'esigenza che le lingue da esami­nare per la compilazione del vocabolario internazionale abbiano una base co­ mune. L'inglese condivide la stessa base delle lingue romanze. Il suo vocabola­rio è così fortemente romanzo, che, a questo riguardo, qualunque possa essere la situazione per altri aspetti, esso è una lingua romanza.

Il gruppo linguistico anglo­romanzo può vantare circa un miliardo di locutori. Questo quarto di umanità non include nessun gruppo etnico che non sia implicato in attività internazionali. Certamente non include tutta la popolazione del globo coinvolta negli affari internazionali, ma certamente la maggior parte d'esso. Alcuni esempi possono servire per dimostrare come il gruppo linguistico anglo­romanzo costituisca un gruppo di lingue­fonti in cui possono essere col­ lazionate parole internazionali dall'origine più varia.

La parola ebraica per "inferno", ge hinnom, è largamente internazionale, ma per accettarla nel vocabolario internazionale non è necessario passare dall'ebraico poiché la parola compare nell'inglese gehenna, nel francese gehenne, nel­ lo spagnolo gehena e nell'italiano gehenna.

La parola araba che compare nell'inglese come alcove può allo stesso modo es­sere trovata in un ambito non arabo, perché compare nell'italiano e nel porto­ ghese come alcova, nello spagnolo come alcoba, e nel francese come alcove. Un esempio di parola internazionale d'origine russa che compare in inglese è mammoth, in francese troviamo mammouth, in spagnolo mamut, in italiano mammut.

Un esempio tedesco è la parola Feldspath, in inglese feldspar, francese feldspa­th, in italiano feldspato, in spagnolo feldespato. L'argomentazione a favore di un gruppo ristretto di lingue da cui trarre parole internazionali, nell'interesse di un esame più ampio non preclude la possibilità di spostarne i confini. Al posto di una o due lingue del gruppo anglo­romanzo, possono essere incluse una o due lingue d'almeno uguale importanza, atteso chè naturalmente gli elementi esaminati posseggano ancora una base comune, cioè che il loro centro di gravità rimanga nella sfera anglo­romanza. Nella compilazione di questo dizionario si è deciso che il campo di ricerca si ampliasse tanto da includere il tedesco, o il russo, o entrambi. La decisione di non avvalersi della stessa procedura per altre lingue fu raggiunta dopo che molti test avevano dimostrato che un'ulteriore complicazione della nostra metodologia non avrebbe influito in modo apprezzabile sui risultati.

[edit] Sommario

Di tutte le lingue utilizzate anche al di fuori del gruppo dei loro locutori nativi si può affermare che esse furono diffuse oltre i loro confini nazionali da una espansione culturale dinamica o da meccanismi legati all'utilità. Esse sono utilizzate come indispensabili strumenti culturali o utilitaristici. L'in­ternazionalismo moderno è largamente condizionato dalla scienza e dalla tec­nologia. La moderna lingua internazionale, o Interlingua, è il linguaggio della scienza e della tecnologia. Strettamente parlando, essa non costituisce una lin­gua completa, ma piuttosto un insieme di termini internazionali d'origine va­ria, il cui centro di gravità si trova nella tradizione greco­latina. Essa può esse­re collazionata in un gruppo omogeneo di lingue­fonti di riferimento che non solo rappresenti la tradizione greco­latina del nostro tempo, ma che ha pure assorbito tutte le parole internazionali più significative irradiate da altri centri.Questo gruppo è il gruppo linguistico anglo­romanzo, con il tedesco ed il russo come contributori potenziali.

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