Glossario e ortografia

From Gallese

Grammatica gallese

[edit] Glossario di termini tecnici

  • AFF. Affermativo, una qualsiasi forma verbale usata per fare affermazioni, in contrasto a domande o negativi, si confronti INT e NEG.
  • Aggettivo. Parola che descrive un sostantivo. Risponde alla domanda "Che tipo di...". L'aggettivo è una categoria grammaticale (o "parte del discorso"). Serve a modificare semanticamente un'altra parte del discorso (perlopiù un sostantivo), con cui si rapporta sintatticamente e, nella maggior parte dei casi, ha una concordanza grammaticale.
  • Aggettivo possessivo. Gli aggettivi possessivi indicano a chi appartiene o da chi è posseduto ciò che è espresso dal nome cui si riferiscono. Es. "La mia casa è grande", "Suo padre è operaio", "Non ho sentito la vostra mancanza". Descrivono i nomi, ma in gallese gli aggettivi possessivi si comportano in modo diverso dagli aggettivi ordinari.
  • Articolo. Un articolo è una parola che si riferisce ad un sostantivo limitandone e specificandone il concetto. Nella grammatica italiana è una delle parti variabili del discorso e precede il nome o il sintagma nominale, concordandosi genere e numero. Si distinguono generalmente in articoli determinativi, articoli indeterminativi ed articoli partitivi. In gallese esiste solo l'articolo determinativo.
  • Ausiliare. Verbo usato in congiunzione con un verbo-sostantivo (VS).
  • Avverbio. In grammatica, l'avverbio è una parte invariabile del discorso che serve a modificare il significato di quelle parole (verbi, aggettivi, altri avverbi o intere proposizioni) a cui si affianca. Sono considerati avverbi anche le locuzioni avverbiali, ovvero espressioni formate da più parole, che hanno il significato di un avverbio (di sempre, in fondo, alla carlona, di certo, in su, in un batter d'occhio, da quando, ecc.). Parola che dà informazioni aggiuntive su come, quando o dove avviene un'azione.
  • Clausola. Clausola è un termine appartenente alla linguistica, tipico della tradizione di studi in lingua inglese, che indica un'unità sintattica di rilievo intermedio tra sintagma e frase. Il termine italiano è un calco "poco perspicuo" dall'inglese clause e indica un raggruppamento di parole che contenga almeno un soggetto ed un verbo, e di solito congiunto al resto attraverso una congiunzione.
  • Complemento verbale. La parte della frase dipendente dal soggetto o dal verbo, o frase del tipo: "Io vidi la fine del film". "Questa minestra è troppo calda".
  • Condizionale. Il condizionale è un modo verbale abbastanza comune nelle lingue europee. Viene usato soprattutto per indicare un evento o situazione che ha luogo solo se è soddisfatta una determinata condizione. Indica un'azione ipotetica nel momento in cui si parla, ad es. io andrei.
  • Dinamica. Termine che descrive un'azione positiva in quanto opposta ad uno stato immutabile. Ad es. Andare, scrivere, imparare, liquefarre.
  • Forma sottostante. Forma di una parola (in gallese di solito un verbo) dalla quale si sono sviluppate diverse varianti regionali, ora ristretta solo alla lingua scritta.
  • Frase focalizzata. In gallese, una frase laddove un elemento particolare, di solito non verbale, è posto al primo posto di una frase per focalizzarvi l'attenzione o enfatizzare.
  • Inflessione. In linguistica si chiama flessione una qualsiasi variazione morfologica delle parole realizzata per indicarne i tratti grammaticali o sintattici. Avremo ad esempio diverse forme flesse di un verbo (io lavoro, tu lavori) oppure di un nome (il lavoro, i lavori). In gallese, una qualsiasi forma verbale è detta "inflessa" quando vi si congiunge un affisso. Si confronti: perifrastico.
  • INT - Interrogativo: una qualsiasi forma verbale usata per significare una domanda. Si contrappone a AFF, affermazioni, e NEG negazioni.
  • Irrealtà. Serie di affissi verbali in gallese che implicano che l'azione del verbo non accadrà o non potrà accadere. Confrontare non-passato e passato.
  • Mutazione (o "lenizione"). La lenizione è una forma di mutazione delle consonanti che compare in molte lingue. La lenizione dei nomi appare specialmente, ma non esclusivamente, nel contesto delle lingue celtiche come il gallese, del quale è una caratteristica diffusa. Lenizione significa 'ammorbidimento' o 'indebolimento' (dal latino lenis, come nella radice di 'lenire'), e si riferisce al cambio da una consonante considerata dura ad una considerata morbida (fortis → lenis).
  • NEG. Negativo. Una qualsiasi forma verbale usata per fare affermazioni negative in contrapposizione ad affermazioni positive e a domande. Si confronti AFF, e INT.
  • Non passato. Serie di affissi verbali in gallese che pongono l'azione del verbo al presente o (più spesso) al futuro. Si confronti con passato e irrealtà.
  • Oggetto. L'oggetto è l'elemento sintattico di una frase che realizza la funzione grammaticale di complemento oggetto. E' la frase, cosa o persona che riceve o soffre l'azione del verbo. Ad es. "l'uomo mangiò il panino". "Panino" è l'oggetto del verbo "mangiò".
  • Passato. Serie di affissi verbali che pongono l'azione del verbo al passato. Si confronti non passato e irrealtà.
  • Passivo. Una frase in cui il soggetto è il ricevente dell'azione espressa dal verbo.
  • Perifrastico. Qualsiasi tempo del verbo che è espresso non con affissi annessi al verbo stesso, ma mediante l'uso di un ausiliare. Vedasi: Inflessione.
  • Persona. La persona grammaticale indica il ruolo o la posizione di qualcosa o qualcuno rispetto a chi sta parlando. Si tratta di un riferimento deittico dunque profondamente legato al contesto in cui nasce l'atto dell'enunciazione. Gioca un ruolo di primo piano nella coniugazione. In italiano: io, tu, egli, noi, voi, essi.
  • Preposizione. La preposizione (dal latino "praeponere" = porre davanti) è, in grammatica, una parte invariabile del discorso che serve a creare un legame fra parole e frasi, specificando un rapporto reciproco e la funzione sintattica della parola, locuzione o frase che la segue. Indica un rapporto, di solito spaziale fra due cose. In italiano: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra.
  • Preterito. Tempo verbale che indica un'azione completata nel passato.
  • Pronome. Il pronome o sostituente (dal latino pronomen, "al posto del nome") è una parte del discorso che si usa per sostituire una parte del testo precedente (anafora) o successivo (catafora) oppure per riferirsi a un elemento del contesto in cui si svolge il discorso (funzione deittica). In italiano: io, tu, egli, noi, voi, essi.
  • Quantificante. Una parola o frase che indica a quanto o quanti di qualcosa ci si ferisce.
  • Radicale. in gallese la forma di base a cui si riferisce il dizionario privo di mutazione della lettera iniziale.
  • Sintassi. Struttura della frase, ordine delle parole in una frase.
  • Soggetto. Il soggetto di una frase in sintassi è qualsiasi parte del discorso su cui il predicato esprime un'azione, un modo di essere, una condizione, una qualità che concorda sempre con il suo predicato: se il predicato è singolare, anche il soggetto sarà singolare. Per esempio, nella frase "Io mangio la mela", Io è il soggetto perché concorda col verbo mangio. Confrontare: Oggetto.
  • Sostantivo. Il sostantivo è la parte variabile del discorso che indica una persona, un luogo, una cosa o, più in generale, qualsiasi entità animata, inanimata o pensata. I sostantivi sono anche detti nomi, anche se il primo termine viene preferito in ambito linguistico per il suo significato maggiormente pregnante: significa infatti provvisto di una propria sostanza, di una realtà di cui possiamo parlare, sia essa tangibile, sotto i nostri occhi (tavolo), sia che esista solo nella nostra mente (virtù).
  • Sostantivo non-specifico. Sostantivo usato in senso generale, non riferendosi, cioè ad un individuo o ad una cosa. Si confronti con Sostantivo specifico.
  • Sostantivo specifico. Qualsiasi sostantivo che si riferisce a cose o persone, in contrapposizione a sostantivi generali. In pratica questo si riferisce a sostantivi preceduti dall'articolo o aggettivo possessivo, anche nomi personali o pronomi.
  • Stativo. Termine che descrive non un'azione, ma uno stato o una condizione immutabile. Ad es. "Conoscere, appartenere, sperare, esistere, esistere" sono verbi stativi. Confrontare dinamico.
  • Tempo. Indicazione contenuta nella forma del tempo che determina quand'è avvenuta l'azione rispetto al soggetto.
  • Verbo. Di solito l'azione o parola-azione in una frase: mangiare, correre, parlare. Parole che pure indicano condizione o stato fisico o mentale - essere, esistere, appartenere, conoscere.
  • Verbo-sostantivo. In gallese la forma base del verbo riportata nel dizionario. Esprime solo il significato, senza riferimento al tempo o alla persona.

[edit] Ortografia

Le seguenti sono lettere separate per i dizionari ed altri scopi alfabetici.

a, b, c, ch, d, dd, e, f, ff, g, ng, h, i, j, l, ll, m, n, o, p, ph, r, rh, s, t, th, u, w, y.

Note:

  • Non esitono k, q, v, z.
  • Combinazioni di lettere come ch e ll sono lettere separate. Si noti la posizione di ng.
  • a, e, i, o, u, w, y, sono tutte vocali, le altre sono consonanti.
  • Le vocali possono essere rese lunghe aggiungendovi ^, ad es. tan fino a, tân fuoco. Non tutte le vocali, però, sono segnate in questo modo; molte parole di una sola sillabe hanno vocali lunghe, ma non accento - nos giusto, ceg bocca, dyn uomo.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Personal tools