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[edit] 9. Lo Stato sotto la signoria di Dio

Affermiamo che Dio ha stabilito il governo civile come strumento della sua grazia comune per frenare il peccato, mantenere l’ordine e promuovere la giustizia civile e il bene comune. Affermiamo che Dio dà ai governi civili il diritto di far uso della forza coercitiva per difendere e incoraggiare coloro che fanno il bene e punire giustamente coloro che commettono il male.

Affermiamo che è bene e desiderabile che dei credenti partecipino al governo civile e agiscano in accordo con la legge morale di Dio per la promulgazione di leggi per il bene di tutti. Affermiamo che è dovere de cristiani pregare per te autorità civili e obbedire loro affinché questa obbedienza non violi la legge morale di Dio e non faccia trascurare le responsabilità della testimonianza cristiana.

Affermiamo che i governi hanno la responsabilità davanti a Dio di promulgare le leggi, vigilando per la loro osservanza. che si accorda con la legge morale di Dio in materia di relazioni umane. Affermiamo che non bisogna confondere il regno di Cristo espresso attraverso la sua Parola sulla sua chiesa, con il potere che egli concede ai governi civili; una simile confusione comprometterebbe la purezza dell’Evangelo e violerebbe la coscienza individuale.

Affermiamo che quando delle famiglie o delle chiese trascurano le responsabilità che assegna loro la Scrittura, mettendo così in pericolo gli interessi fondamentali dei loro membri, lo stato ha il diritto di intervenire.

Rigettiamo che 1 stato abbia il diritto d’usurpare l’autorità istituita da Dio in altre sfere della vita, in modo particolare nella chiesa e in seno alla famiglia.

Respingiamo l’idea secondo la quale iI regno di Dio possa essere stabilito con la coercizione dei governi civili.

Respingiamo il diritto che avrebbe lo stato di vietare nelle scuole pubbliche la preghiera volontaria e altri esercizi religiosi volontari, fatti in un momento appropriato.

Rigettiamo che l’istituzione provvidenziale da parte di Dio di un dato governo conferisce a tale governo una benedizione speciale oltre a quella di esercitare in modo fedele e giusto le sue responsabilità.

Respingiamo l’opinione secondo la quale la credenza religiosa è indispensabile per la partecipazione al governo civile o che la sua assenza rende illegittima l’autorità di coloro che go- vernano.

Respingiamo il diritto che il governo avrebbe di prescrivere ai cittadini delle preghiere o delle forme di un preciso esercizio religioso.




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