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D/R 31 - indice - D/R 33


D. In che modo si manifesta la grazia di Dio nel secondo patto?

R. Nel secondo patto la grazia di Dio si manifesta nel fatto che Egli liberamente provvede ed offre a dei peccatori un Mediatore, attraverso il quale essi possano ricevere vita e salvezza. Per poter trarre beneficio da Lui, Dio pone loro come condizione, ed esige la fede. Inoltre, a tutti i Suoi eletti, Egli promette e dona lo Spirito Santo, affinché Egli operi in loro quella stessa fede insieme a tutte le altre grazie salvifiche. Lo Spirito Santo, oltre a questo, è dato per metterli in grado di manifestare una santa obbedienza quale evidenza e prova della loro fede e riconoscenza verso di Lui. Questa è la via per la quale Dio li destina alla salvezza.

Riferimenti biblici

  • La promessa di un redentore dal peccato. "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno" (Genesi 3:15).
  • Cristo promesso come "alleanza del popolo". "Io, il SIGNORE, ti ho chiamato secondo giustizia e ti prenderò per la mano; ti custodirò e farò di te l'alleanza del popolo, la luce delle nazioni" (Isaia 42:6).
  • Cristo è stato stabilito dal Padre per impartire vita eterna. "Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo" (Giovanni 6:27).
  • La vita eterna è data nel Suo Figlio. " E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita" (1 Giovanni 5:11-12).
  • Per poter trarre beneficio da Cristo è richiesta la fede. "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).
  • Per diventare figli di Dio è necessaria la fede in Cristo. "A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome" (Giovanni 1:12).
  • Agli eletti Dio promette il Suo santo Spirito. "Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole" (Proverbi 1:23).
  • La fede è operata negli eletti dallo Spirito Santo. "Siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, che è espresso in questa parola della Scrittura: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo, perciò parliamo" (2 Corinzi 4:13).
  • Attraverso lo Spirito Santo gli eletti ricevono svariate grazie. "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge" (Galati 5:22-23).
  • Lo Spirito Santo mette in grado gli eletti di ubbidire. "Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni" (Ezechiele 36:27).
  • Le buone opere degli eletti sono la prova della loro fede. "Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede ... Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa" (Giacomo 2:18,22).
  • Attraverso una buona vita gli eletti dimostrano la loro riconoscenza verso Dio. "... infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e ch'egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro" (2 Corinzi 5:14-15).
  • Le buone opere del cristiano sono state preordinate da Dio affinché egli le compia. "...infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo" (Efesini 2:10).

Commento

Che cosa intendiamo quando parliamo di "grazia"? Un vocabolario della lingua italiana ce ne dà diversi significati. (1) insieme di qualità naturali (delicatezza, gentilezza, finezza, spontaneità) che fanno apparire una cosa o una persona elegante e piena di armonia. (2) Favore. (3) Annullamento o riduzione di una pena; (3) Dono concesso da Dio. Nel contesto della fede cristiana, non dobbiamo presumere di sapere che cosa "grazia" significhi o accettarne le concezioni prevalenti, ma è nostro dovere investigare le Scritture per comprendere il significato che esse danno a questo termine senza imporvi i nostri preconcetti. Nella Bibbia, il termine "grazia" ha principalmente una valenza giuridica. Per grazia, infatti, si intende il decreto mediante il quale un condannato riceve il perdono dei suoi crimini (peccati), l'annullamento della pena giustamente meritata (la morte), e le opportunità della libertà e di una vita nuova. La grazia è decisione libera ed insindacabile dell'autorità che la concede, nel nostro caso Dio.

La grazia di Dio è concessa nei termini di uno specifico patto, chiamato appunto "patto di grazia". La D/R 32 del Catechismo Maggiore di Westminster riassume quale sia la via stabilita da Dio per la quale gli eletti ricevono la grazia della vita eterna.

I termini del "patto di grazia":

1. Dio provvede ed offre ai peccatori eletti un Mediatore, attraverso il quale soltanto essi potranno ricevere vita e salvezza: il Signore Gesù Cristo. Dio lo stabilisce liberamente, vale a dire di Sua propria e libera scelta, non costretto né motivato da alcunché di diverso dal fatto che Egli semplicemente si compiaccia di farlo. "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12). Nei termini del "patto di grazia" Cristo non è soltanto "rappresentante" di coloro che Gli sono stati affidati, ma anche "mediatore". Il termine "mediatore" significa normalmente "chi interviene tra due parti in disaccordo tra loro e cerca una soluzione, un compromesso". Nel nostro caso, Egli funge da Mediatore fra noi e Dio. A causa del peccato c'è inimicizia fra noi e Dio, ma Cristo è Colui che ci riconcilia con Dio. Egli "ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia" (Efesini 2:14). "Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5). "Ora però egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore ... Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa ... Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele" (Ebrei 9:15; 12:24).
2. Gli eletti non ricevono i benefici di Cristo "automaticamente", ma è posta come condizione la loro fede in Lui, vale a dire che essi si affidino a Lui completamente, rinunciando a qualsiasi altro presunto mediatore o strumento di salvezza, siano essi i propri od altrui meriti. "Non confido in niente e in nessun altro se non in Cristo Gesù".
3. La fede e l'ubbidienza degli eletti non sono cosa che provenga, sgorghi, in modo naturale, da loro stessi, ma è dono di Dio, lo Spirito Santo. Da sé stessi, infatti, i peccatori non sono in grado di generare la fede e l'ubbidienza loro necessaria. Essi abbisognano di una "forza abilitante", vale a dire lo Spirito Santo che è promesso agli eletti nei termini stessi del "patto di grazia".
4. Lo Spirito Santo è pure sorgente di tutte le altre grazie salvifiche che gli eletti trovano in Cristo. Si tratta del "frutto" dello Spirito Santo ed i Suoi carismi. "Il frutto dello Spirito ... è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo" (Galati 5:22-23). Fra le altre "grazie salvifiche" si include il ravvedimento e la santificazione.
5. Una santa ubbidienza alla volontà rivelata di Dio nella Sua legge è, da parte degli eletti, evidenza e prova della loro elezione, come pure espressione della loro riconoscenza per ciò che Dio ha fatto per loro in Cristo. L'obbedienza alla volontà di Dio espressa dalla Sua Legge non è una condizione di salvezza ma la via mediante la quale gli eletti ricevono la grazia di Dio per la quale essi si ritrovano a camminare. Alla legge di Dio volentieri essi ubbidiscono perché amano Colui che l'ha data e sono persuasi che essa è buona, giusta e benefica per loro. "Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono" (Romani 7:12). La persona che veramente è salvata desidera abbandonare ciò che Dio considera peccato e seguire sempre meglio la giustizia di Dio rivelata in Cristo ed attraverso tutte le Sacre Scritture.

Ci si potrebbe chiedere: "Dato che la fede salvifica è un dono di Dio, dovremmo 'sforzarci' di credere in Cristo, o dovremmo aspettare fintanto che Dio ci concede il dono della fede?". Sebbene sia vero che la fede salvifica sia un dono di Dio e che non possiamo produrla da noi stessi, è ancora nostro dovere adoperarci per giungere ad un'autentica fede in Cristo. Se davvero desideriamo credere in Cristo, quello è un segno che Dio ha intenzione di darci il dono della fede. "Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato" (Romani 10:13), invocare ardentemente il nome del Signore significa implorare Dio di ricevere il dono della fede in Cristo ed i benefici che essa comporta.




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