a ver si se ve....

Sadsada

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===Las Dos Sicilias en el contexto europeo===
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[[Image:Fernando_II_de_las_Dos_Sicilias.jpg|thumb|right|Fernando II, Rey de las Dos Sicilias.]]
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En los años siguientes al período napoleónico el Reino de las Dos Sicilias, guíado por [[Fernando I de las Dos Sicilias|Fernando I]] y sucesivamente de su hijo [[Francisco I de las Dos Sicilias|Francisco I]], continuó afectado por la influencia de [[Austria]] e [[Inglaterra]]. Recién bajo el reinado de [[Fernando II de las Dos Sicilias|Fernando II]] el reino se connveritió en en [[Estado]] realmente independiente, aunque [[Francia]], Austria e Ingletarra busscaron mantenrlo en sus esferas de influencias dado a la poscición estratégica de la península en el centro del [[Mar Mediterráneo]].
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Sucuedido en el [[1830]] de su padre Francisco I, que había gobernado desde el [[1825]] (año de la muerte de Fernando I) Fernando II, con solo 20 años, mostraba ya su fuerte personalidad que marcaría sus 30 años de reinado.
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A los pocos meses decidió continuar el programa de resaneamiento financiero comenzado por el precedente prmier ministro Medici: abolió los montos de más contribuciones, disminuyó drásticamente su s privilegios y bajó los impuestos. Hecho esto, dio un fuerte impulso a la economía: construyó calles, puentes y ferrovías, realizó un gran número de acuerdos comerciales, los más importantes con [[Gran Bretaña]], [[Francia]], [[Rusia]], el [[Reino de Cerdeña]], [[Estados Unidos]], [[Dinamarca]] y [[Prusia]]. Mandó párrocos a las comunas donde no habían escuelas alementerias para difundir una educación básica al pueblo; prohibió la mendicidad mandando a la mayor parte de los mendigos a institutos donde se les enseñaba un oficio. <ref>[http://www.ilportaledelsud.org/mono_ressa_1_13.htm Monografía de Giuseppe Ressa]</ref>
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Ptenció al ejército y a la marina con el intento de afirmar definitivamente la independencia del sur de las potencias extranjeras,
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Comincio� ad affermare la sua presenza militare con due dimostrazioni della flotta davanti alle coste africane che convinsero, nel 1833 i tunisini e nel 1834 i marocchini, a non intralciare più, come avevano fatto per secoli, i commerci della flotta mercantile meridionale [erano i temutissimi �pirati barbareschi� che si cercava di avvistare dalle quasi 400 �torri saracene� costruite sulle coste meridionali e di contrastare con un pattugliamento navale che durava da maggio a novembre]. I primi cinque anni del regno di Ferdinando II furono così proficui che persino il premier Robert Peel, in pieno parlamento inglese, ne fece lode.
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Dopo le piccole potenze, furono le grandi a dover saggiare la caparbietà di Ferdinando II il quale cominciò a �dare fastidio� nel 1836; all�epoca lo sviluppo dell�economia e della marina mercantile meridionali imponevano la ridiscussione di contratti commerciali stipulati anni addietro, quando non erano cosi� floride, e nacque così la �questione degli zolfi� (la Sicilia deteneva il 90% delle riserve mondiali di quel minerale, indispensabile per l�industria chimica dell�epoca, in particolare quella degli esplodenti).
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â��La questione degli zolfi, per chi non la conoscesse, è presto detta. Fin dal 1816 vigeva tra Londra e Napoli un trattato di commercio, dove lâ��una nazione accordava allâ��altra la formula della «nazione più favorita». Subito ne approfittarono i mercanti inglesi per accaparrarsi lâ��intera, o quasi, produzione degli zolfi, allora fiorente in Sicilia. Compravano a poco e rivendevano a prezzi altissimi. Di questo traffico poco o nulla si avvantaggiava il reame e meno ancora i minatori e i lavoranti dello zolfo. Ferdinando II volle reagire a questo sfruttamento, tanto più che, avendo sollevato la popolazione dalla tassa sul macinato, aveva bisogno di ristorare le casse dello Stato in altro modo. Fece perciò un passo forse audace: diede in concessione il commercio degli zolfi ad una società francese che lo avrebbe pagato almeno il doppio di quanto sborsavano gli inglesi.â��  1
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I britannici, poiché non avevano ricevuto soddisfazione dallo scambio di note diplomatiche sempre piuâ�� dure con il regno delle Due Sicilie, fecero ricorso alla forza: â��Palmerston mandò la flotta nel golfo di Napoli, minacciando bombardamenti, sbarchi e peggio. Ferdinando II non si smarrì, ordinò a sua volta lo stato dâ��allarme nei forti della costa e tenne pronto lâ��esercito nei luoghi di sbarco. Pareva dovesse scoppiare la scintilla da un momento allâ��altro. Ci si mise fortunatamente di mezzo Luigi Filippo e la Francia prese su di sé la mediazione [anche percheâ�� lâ��Austria aveva negato il suo appoggio, consigliando di cedere]. Il risultato fu che lo Stato napoletano dovette annullare il contratto con la società francese e pagare gli inglesi per quel che dicevano dâ��aver perduto e i francesi per il guadagno mancato. Ã� il destino delle pentole di terracotta costrette a viaggiar tra vasi di ferro. Chi ci rimise fu il povero regno napoletano; ma lâ��Inghilterra se la legò al dito come oltraggio supremo.â��  2-->
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====El intento constitucional====
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====Los problemas del 1848====
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====El expansionismo Piamontés====
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Revision as of 01:43, 12 July 2008

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