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From Theos Koima
Dalla Trama di Theos Koima:
...Dopo due estenuanti lotte contro gli spettri dei più antichi papi od importanti sacerdoti di Alexander sepolti ad Alexandria, gli assalitori del duomo scorgono il sepolcro della paladina che un tempo impugnò il martello in grado di distruggere le possenti statue, Agrais Kosmetas; accanto a lei, in una teca di vetro, quella insolita reliquia: il grande martello. Tetsuya agisce repentinamente e d'impulso e mentre corre verso la teca, vede che dal sepolcro sul quale è scolpita la figura della giovane donna, una sua esatta immagine spettrale si sta piano alzando. Giunto davanti alla teca, il ronso la frantuma con i pugni: il rumore riecheggia infinite volte, mentre il ronso fa per prendere velocemente il sacro martello - accanto a lui due sacerdoti spettrali stanno tentando di fermarlo e, di fronte, Agrais si alza lentamente, come risvegliatasi da un pacifico sonno.
Tetsuya ha il martello in pugno, quando si rende conto che la forza che d'impulso aveva messo per alzare il martello non è sufficiente, ed i suoi muscoli si tendono e si contraggono per sollevare l'arma possente. Ma ormai è tardi, e Tetsuya deve difendersi dagli attacchi dei guerrieri; nel frattempo, Ray al suo fianco, gli altri sono giunti ad aiutarlo, mentre Agrais, con calma, alzatasi sul suo sepolcro, si inginocchia accanto alla teca, come per prendere la sua antica arma: l'afferra, e la solleva con la forza di una sola mano. Ma quella che solleva è solo una replica spettrale del martello, che resta, in riposo, nella teca, come i corpi ormai cenere degli spettri riposano nei loro sepolcri.
Il combattimento è furioso e, presto, quando Ray cade sotto un colpo dello spettrale martello, che pure deve aver perso parte della sua vera potenza in quella sua replica spettrale, i guerrieri si rendono conto di essere quasi spacciati.
E' un combattimento pieno di stranezze, Kleotikitas ha un altra visione di ricordo intenso, e la sua memoria richiama alla presenza il riflesso di un guerriero, che fu sua guardia del corpo; il guerriero spocchioso si avvicina alla spettrale sacerdotessa compagnia di Agrais e la pugnale con scherno e poi svanisce. Anche Niana coinvolta dall'atmosfera incredibile, pare essere impossessata da una visione di un ricordo del padre ed imita le sue movenze tanto bene che, per un attimo pare che anch'ella si sia trasformata in un ricordo, sebbene diverso da se stessa.
Ma il rischio corso da Ray non è stato vano, perchè adesso il vero martello è ad una certa distanza da tutti i guerrieri, e Tetsuya ci si avventa, gettando la lancia di lato, ormai consapevole dello sforzo che dovrà fare per sollevarlo.
Lo solleva, brandendolo con grande sforzo sopra la testa: Agrais corre verso di lui con la sua copia spettrale, con sguardo impassibile, ma che i guerrieri immaginano furibondo. Ma il vero martello cade senza pietà sul sepolcro della devota donna, spezzando il marmo in due; e questa, in un istante, scompare; scompare dalla vista e dalla realtà, scompare dal mondo dei vivi, dei morti e della memoria. Persino Tetsuya, che ancora trattiene sudato il martello sulle vestigia del sepolcro, che pure ne porta l'immagine ormai deturpata e spezzata, stenta a ricordare non solo le fattezze della valorosa guerriera, ma addirittura la sua presenza. Kleotikitas aiuta Ray a rialzarsi, mentre Niana si occupa di intrattenere i sacerdoti spettrali. Ed in un attimo, con due tonfi, anch'essi spariscono dal mondo dei ricordi, distrutti dal martello brandito da Tetsuya.
I guerrieri si scambiano sguardi comprensivi, prendendo un attimo di respiro, non più tanto sicuri della loro missione: l'arma che distrugge i ricordi è terribile. Ma poi, Ray si avvicina a Tetsuya, prendendo il martello dalla testa ed aiutandolo a portarlo e tutti capiscono che è troppo tardi per tornare indietro, e riprendono la loro corsa.
Poco dopo il loro cammino è interrotto a forza da un altro papa di Alexander, il cui nome sulla statua tombale è Balbanes Beoulve; il papa si para di fronte a Tetsuya e Ray, interrompendo la loro corsa e fissandoli negli occhi. Niana e Kleotikitas sono andati avanti e, non sentendo più i suoni dei passi dei loro compagni, si fermano voltandosi. Tetsuya tenta di convincere Balbanes a farlo passare, non volendo partecipare all'orrore dell'essere il definitivo distruttore della memoria una volta più del necessario.
Ma Balbanes non sembra affatto disposto a farli procedere ed infine, esortato da Niana e Kleotikitas - il quale ha lanciato un incantesimo tentando di bloccare lo spettro del papa - decide di scagliare un colpo contro la statua, frantumandone metà. E subito, il riflesso di Balbanes si dimezza.
Con uno sguardo triste, Tetsuya si avvia, prima lentamente e poi di nuovo di corsa, procedendo verso la meta. Ma il dimezzato papa non demorde, l'insegue correndo per un tratto, come se l'avere una sola gamba non influisse sul modo in cui egli corra, e poi si siede, chiudendo l'occhio in concentrazione. In breve tempo una luce bianca abbagliante inizia ad espandersi da lui, e Kleotikitas e Niana, i quali sanno cosa stia accendo, avvertono gli amici di non fermare la corsa. Ma è troppo tardi, la luce si espande fino ad illuminare un'area vastissima e come delle enormi gocce di luce, questa meno luminosa, si dipartono dal suolo verso il soffitto, colpendo il gruppo e ferendolo gravemente di ustioni sacre.
Ma, sebbene zoppicante, il gruppo non demorde e non si ferma, sino ad arrivare all'undicesima statua, la statua dell'ultimo papa di Alexander, Andvari XIII, ancora inseguiti da Balbanes. Alla base della statua, il suo epitaffio, che Tetsuya e Ray fissano con rammarico.
Poi, la figura spettrale di Andvari si fa avanti, armata di grande spadone: sembra essere più consistente degli altri riflessi, più profonda: dentro di lui, un vero e proprio cielo stellato.
Con uno sguardo di intesa e rammarico, ed un urlo sforzato, Ray spinge il martello di Tetsuya e questi sferra il decisivo colpo alla inestimabile statua, mandandola in frantumi.
E di Andvari XIII non resta più nessun ricordo...