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From Gallese

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(Mutazione nasale o nasalizzazione)
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Ad esempio il gallese '''tad''', "padre", deriva dal brittonico '''tatos''', ma "mio padre" si esprimeva in quest'ultima lingua con '''men tatos''', durante l'evoluzione che diede la nascita alla lingua gallese, la '''-n''' di '''men''' fu persa, ma la pronuncia della '''t-''' di '''tatos''' restò compromessa, perciò in gallese "mio padre" si dice oggi "fy nhad".
Ad esempio il gallese '''tad''', "padre", deriva dal brittonico '''tatos''', ma "mio padre" si esprimeva in quest'ultima lingua con '''men tatos''', durante l'evoluzione che diede la nascita alla lingua gallese, la '''-n''' di '''men''' fu persa, ma la pronuncia della '''t-''' di '''tatos''' restò compromessa, perciò in gallese "mio padre" si dice oggi "fy nhad".
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* I nomi e i nomi di luogo mutano dopo '''yn''' (in), es. '''Caerdydd''' (Cardiff), '''yng Nghaerdydd''' (a Cardiff).
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Seguono i casi più comuni in cui si applica la mutazione nasale:
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* I nomi mutano dopo '''fy''' (mio), es. '''cot''' (giacca), '''fy nghot''' (la mia giacca).
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'''Mutazioni aspirate'''
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* Dopo il possessivo '''fy''', "mio", che generalmente viene pronunciato come se fosse scritto '''y(n)''', ad es.: '''car''', "auto", dà '''fy nghar''', "la mia auto", pronunciato come se fosse scritto ''*ynghar'';
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* Dopo la preposizione di luogo '''yn''', ad es.: '''Tywyn''', nome di una città del nord del Galles, diventa '''yn Nhywyn''', "a, in Tywyn";
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* Dopo il suffisso negativo '''an-''', che generalmente (ma non sempre) perde la '''n-''' davanti alla consonante mutata, ad es.: '''teg''', "bello", viene negato come '''annheg''' (la '''n''' del prefisso resta in questo caso!), "brutto".
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Bisogna notare che la preposizione di luogo '''yn''' possiede due varianti:
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* '''ym''', usata davanti a nomi (mutati o no) che cominciano con '''m''' e '''mh''', ad es.: '''ym Mangor''', "a, in Bangor";
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* '''yng''', usata davanti a nomi (mutati o no) che cominciano con '''ng''' e '''ngh''', ad es.: '''yng Nghymru''', "in Galles" (= '''Cymru''').
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Nel gallese del Sud è anche diffuso far seguire alla preposizione di luogo '''yn''' la mutazione debole piuttosto che la nasale, ad es.: '''yn Gaerdydd''', "in, a Cardiff" (= '''Caerdydd'''), si trova spesso in luogo di '''yng Nghaerdydd'''. Tuttavia ciò è considerato scorretto nei registri formali.
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=== Aspirazione o spirantizzazione ===
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L''''aspirazione''' o ''spirantizzazione'' si ha quando le consonanti iniziali di una parola vengono pronunciate con una forte aspirazione, che ne cambia la natura:
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* le consonanti occlusive sorde passano a fricative sorde: '''c''' > '''ch'''; '''p''' > '''ph'''; '''t''' > '''th'''.
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* I nomi e gli aggettivi mutano dopo '''a''' (e) ad es. '''ci a chat''' (cane e gatto).
* I nomi e gli aggettivi mutano dopo '''a''' (e) ad es. '''ci a chat''' (cane e gatto).

Revision as of 13:30, 20 September 2012

Contents

Premessa

Dato che su questo sito non vi è materiale sonoro per poter ascoltare la corretta pronuncia delle lettere e delle parole che troverete nei corsi e nella grammatica, si è pensato di usare l'Alfabeto Fonetico Internazionale (AFI in italiano, IPA - International Phonetic Alphabet - in inglese). In questo alfabeto ad ogni simbolo corrisponde sempre e solo un suono. Di seguito sarà presentata la pronuncia di ciascuna lettera e questa sarà accompagnata dal simbolo AFI corrispondente, racchiuso tra parentesi quadre. Memorizzare questi simboli e i suoni corrispondenti, può essere di grande aiuto per la pronuncia del gallese. La pronuncia di una parola viene sempre scritta tra parentesi quadre e la sillaba accentata viene indicata facendola precedere da una specie di apostrofo: '. Alcuni esempi in italiano:

  • male ['male];
  • casa ['kasa];
  • buio ['bujo];
  • partí [par'ti];
  • sbarbare [zbar'bare];
  • scivolare [ʃivo'lare];
  • spingere ['spindʒere].

Per maggiori informazioni sull'AFI, si può cliccare sul seguente link. Su questo sito forme scorrette (relativamente a pronuncia, grafia, costruzione della frase, ecc.) vengono fatte precedere da un asterisco.

Alfabeto

L'alfabeto gallese contiene normalmente 28 lettere:

A, B, C, CH, D, DD, E, F, FF, G, NG, H, I, L, LL, M, N, O, P, PH, R, RH, S, T, TH, U, W, Y.

A queste si aggiungono le lettere J, K, X, e Z, normalmente non inserite nell'alfabeto gallese e usate per lo più in prestiti e parole straniere, ad es.: jam (= "marmellata), kilometer (= "chilometro), pelydr X (= "raggi X") e Zambia (= "Zambia").

L'ordine delle lettere dell'alfabeto gallese può trarre in inganno. Vi sono otto digrammi, ovvero combinazioni di due lettere (CH, DD, FF, NG, LL, PH, RH, TH), che sono considerati lettere a sé stanti. Nel vocabolario, ad esempio, achos viene dopo di acw, perché CH viene dopo di C nell'ordine alfabetico. Allo stesso modo NG viene dopo G e non dopo N, quindi angel nel dizionario viene prima di alaw. Bisogna fare quindi attenzione quando si cerca una parola.

Pronuncia

Per una maggiore comprensione dei suoni gallesi, si utilizza di seguito l'Alfabeto Fonetico Internazionale (AFI). È bene cercare di unire ciascun suono al simbolo corrispondente tra parentesi quadre, in questo modo sarà più semplice risalire alla pronuncia delle parole nelle altre sezioni di questo sito.

Le lettere A [a], B [b], D [d], E [e], J [dʒ] (come in jeans), K [k], L [l], M [m], N [n], O [o], P [p], R [r], T [t] e X [ks]. Z [z] si pronuncia come s nell'italiano sbarbare. Per quanto riguarda le altre lettere:

  • C [k], si pronuncia come c di cane anche davanti alle vocali e ed i (come una k); ad es.: ci, "cane", si pronuncia come se fosse scritto "ki" e celt, "celta", si pronuncia come se fosse scritto "kelt";
  • CH [x], non esiste in italiano; in pratica si pronuncia come ch nel tedesco ach e si potrebbe assimilare alla pronuncia fiorentina della c della parola casa;
  • DD [ð], non esiste in italiano; si pronuncia come th nell'inglese that;
  • F [v], equivale alla v italiana; ad es.: afal, "mela", si pronuncia come se fosse scritto "àval"; inoltre la f è considerata una consonante debole, perciò in fine di parola non viene pronunciata, ad es.: tref, "città", viene semplicemente pronunciato (e a volte scritto) tre;
  • FF [f], equivale alla singola f italiana; ad es.: ffrog, "vestito" si pronuncia come se fosse scritto "frog";
  • G [g], si pronuncia come g di gatto anche davanti alle vocali e ed i (come gh); ad es.: geiriau, "parole", si pronuncia come se fosse scritto "ghèiriai" e ffrengig, "francese", si pronuncia come se fosse scritto "frènghigh"; attenzione al gruppo GN [gn], che viene pronunciato come fosse scritto "ghn": il suono gn di gnomo NON esiste in gallese e la stessa cosa vale per il gruppo GLI;
  • NG [ŋ], si pronuncia come la n di fungo; ad es.: angen, "necessità", si pronuncia come se fosse scritto "ànghen";
  • H [h], spesso chiamata "aspirazione", si pronuncia come h nell'inglese hello;
  • I [i], si pronuncia come nell'italiano di, a volte come nell'italiano noia [j], ad es.: bwcio, "prenotare", è pronunciato come se fosse scritto "bùkio";
  • LL [ɬ], non esiste in italiano; per realizzare questo suono occorre prepararsi a pronunciare una normale l (accostare la punta della lingua agli alveoli dei denti incisivi) e soffiare fuori l'aria, tenendo la lingua ferma conto i denti;
  • PH [f], corrisponde alla f italiana;
  • RH [ŗ], non esiste in italiano; si pronuncia come una normale r, ma senza far vibrare le corde vocali;
  • S [s], generalmente si pronuncia come s nell'italiano sale; quando, però, viene seguita da i e da un'altra vocale, il gruppo si [ʃ] viene pronunciato come sc nell'italiano scendere; ad es.: siarad, "parlare", viene letto come se fosse scritto "sciàrad";
  • TH [θ], non esiste in italiano; si pronuncia come th nell'inglese think;
  • U ha una doppia pronuncia. Nel Galles del Nord si pronuncia [ɨ], per articolarla è necessario chiudere la bocca come per pronunciare una normale i, però la lingua dev'essere in posizione più arretrata, a metà strada tra una i e una u, inoltre le labbra non devono essere arrotondate. Nel Galles del Sud si pronuncia [i], come una semplice i italiana; ad es.: ufudd, "ubbidiente", si pronuncia come se fosse scritto "ìvidd";
  • W in alcuni casi si pronuncia [w], come la u italiana in uomo, mentre in altri casi si pronuncia [u], come la u vocalica di uno, ad es.: awel, "brezza", si pronuncia come se fosse scritto "àuel", mentre cwrw, "birra", si pronuncia come se fosse scritto "cùru";
  • Y ha una pronuncia che dipende dai casi: quando si trova nell'ultima sillaba di una parola, viene pronunciata come una normale i [i]; quando compare in altre sillabe ed in alcune parole come y, yr, yn, yng, ym, fy, dy, si pronuncia come la a nella parola inglese about, [ə].

Dittonghi

In gallese esistono anche i seguenti dittonghi:

  • AE ed AI hanno essenzialmente la stessa pronuncia: si pronunciano come ai nell'italiano mai, [aɪ];
  • AU viene pronunciato tenendo conto della pronuncia di u nel Nord, mentre nel Sud del Galles au si assimila ad ae e ai, [aɨ] al Nord, [aɪ] al Sud;
  • AW si pronuncia come au nell'italiano auto, [aʊ];
  • EI, EU ed EY hanno essenzialmente la stessa pronuncia: uno schwa seguito da i, [əɪ]. Nel Nord, eu ha una pronuncia leggermente diversa, dovuta alla diversa pronuncia di u, [əɨ];
  • EW si pronuncia come eu nell'italiano euro, [eʊ];
  • IW ed UW hanno la stessa pronuncia: come iu, solo che l'accento cade sulla i, [iʊ]; per comprendere questo suono si può pensare a come suonano insieme queste due vocali nel sintagma italiano gli uomini;
  • OE, OI ed OY hanno la stessa pronuncia, [oɪ]: come oi nell'italiano poi;
  • OW si pronuncia come se fosse scritto "ou" [oʊ]; per comprendere questo suono si può pensare a come suonano insieme queste due vocali nel sintagma italiano lo usai;
  • WY presenta due versioni: una ascendente, con l'accento sulla y, come ui nell'italiano qui [wi]; l'altra discendente, con l'accento sulla w; per comprendere questo suono si può pensare a come suonano insieme queste due vocali nel sintagma italiano sui carri [uɪ]; ad es.: gwŷdd, pronunciato come "guìdd", significa "alberi", mentre gŵydd, pronunciato come "gùidd", significa "oca".

Alcune tendenze nella pronuncia:

  • ae, ai ed au tendono nel Nord del Galles anche ad essere pronunciati â, ovvero una a lunga;
  • ei, "suo", ed eu, "(di) loro", tendono ad essere pronunciate come î, ovvero una i lunga, in tutto il paese.

Altri suoni

In gallese esistono inoltre altre combinazioni di lettere, che non vengono registrate come lettere a sé stanti, si tratta per lo più di lettere mutate (le mutazioni sono affrontate più avanti), ma la loro pronuncia non è così difficile come potrebbe sembrare di primo acchito:

  • MH, si pronuncia semplicemente come una m seguita da un'aspirazione, come i suoni seguenti, si trova spesso tra vocali e questo ne facilita la pronuncia;
  • NGH, si pronuncia semplicemente come ng seguito da un'aspirazione;
  • NH, si pronuncia come una n seguita da un'aspirazione;
  • TS, viene usato solo per riprodurre il suono c dell'italiano ciao e si ritrova, logicamente, in parole di origine straniera, ad es.: mats, che corrisponde nel significato e nella pronuncia all'inglese "match".

Particolare attenzione merita anche la combinazione GW, perché in alcune parole, come ad esempio gwlad, "terra, paese", indica una g pronunciata con le labbra arrotondate, mentre in altre, come ad esempio gŵydd, "oca", la w è una vocale a tutti gli effetti. La consonante W, inoltre, può combinarsi con L, N ed R, formando una consonante ibrida, ad es.: gwlad, "terra, paese", gwneud, "fare", gwraig, "donna".

Gruppi consonantici in fine di parola

Spesso in gallese compaiono gruppi di consonanti in fine di parola, i più diffusi sono: -bl, -fn, -fr, -gr e -tr. Queste e altre combinazioni sono pronunciate con l'ausilio di una vocale d'appoggio che viene pronunciata tra le due. Quale debba essere il timbro di questa vocale è oggetto di discussione, poiché in realtà dipende dalle abitudini di ciascun parlante: c'è chi inserisce un semplice schwa [ə], chi una a [a] e chi ripete la stessa vocale della sillaba precedente, pratica consigliata in alcuni libri e siti internet sull'argomento. Alcuni esempi:

  • llyfr, "libro", può essere pronunciato ['ɬivər], ['ɬivar] o ['ɬivir];
  • cefn, "schiena", può essere pronunciato ['kevən], ['kevan] o ['keven];
  • aml, "spesso", può essere pronunciato ['aməl] o ['amal];
  • ofn, "paura", può essere pronunciato ['ovən], ['ovan] o ['ovon].

Spesso, però, la consonante finale viene semplicemente fatta cadere nella pronuncia, succede spesso con f, l ed r, ad es.: ffenestr, "finestra", posibl, "possibile" e arf, "arma" sono spesso pronunciati come se fossero scritti *ffenest, *posib e *ar.

Simboli diacritici e pronuncia delle vocali

La pronuncia delle vocali gallesi può essere di due tipi: lunga o breve.

Una vocale lunga viene pronunciata più a lungo di una breve, di solito con un tempo doppio e con la bocca leggermente più chiusa. Una vocale in gallese viene ritenuta lunga quando su di essa cade l'accento della parola e contemporaneamente è seguita nella stessa sillaba da una ed una sola delle seguenti consonanti: b, d, dd, f, g ed in alcuni casi ng, l, m e n, oppure se la vocale accentata non è seguita da nessuna consonante.
Una vocale in gallese viene ritenuta breve - e viene pronunciata con la bocca leggermente più aperta - quando l'accento della parola non cade su di essa, indipendentemente dalle consonanti che seguono, oppure quando l'accento cade su di essa ed è seguita nella stessa sillaba da una consonante diversa da quelle viste per le vocali lunghe o da più di una consonante, indipendentemente da quali siano.

Quando la pronuncia delle vocali varia rispetto alle norme fin qui viste, è necessario utilizzare dei simboli diacritici, ovvero: accento circonflesso, accento acuto, dieresi ed accento grave, per segnalare l'anomalia nella pronuncia.

Un accento circonflesso indica che la vocale viene pronunciata lunga in contesti dove altrimenti sarebbe pronunciata breve, ad es. tîm, "squadra", viene pronunciato con una i lunga. È anche utile per distinguere la pronuncia vocalica di w e y da quella consonantica, ad es. nelle già viste gŵydd, "oca" e gwŷdd, "alberi".
Un accento acuto indica che l'accento cade su una sillaba dove di norma non dovrebbe cadere, ad es. in ambarél, "ombrello", l'accento cade sull'ultima sillaba e non sulla penultima (come si vedrà in seguito).
Una dieresi indica che vocali che sarebbero pronunciate come dittonghi vengono separate nella pronuncia e questo può anche coinvolgere la posizione dell'accento, ad es. gweiddïo, "pregare", viene pronunciato "gwei-DDI-o" e non *"GWEI-ddio".
Un accento grave indica che la vocale viene pronunciata breve in contesti dove altrimenti sarebbe pronunciata lunga, ad es. siòl, "cranio, teschio", viene pronunciato con una o breve.

Accento

La regola base dell'accentazione in gallese prevede che l'accento cada stabilmente sulla penultima sillaba. Ad ogni modo vi sono delle eccezioni a questa regola; una di queste riguarda tutte le parole che terminano in -hau, le quali hanno l'accento sull'ultima sillaba.
A causa della regola generale, spesso la sillaba accentata di una parola cambia, quando si aggiungono ulteriori uscite, ad es.: afal, "mela", si pronuncia ['aval], ma il plurale afalau, "mele", si pronuncia [a'valaɪ].
Molto utile è sapere quando due vocali adiacenti formano un'unica sillaba o due sillabe separate, così da determinare la penultima: questo succede abbastanza spesso con la i; di solito nelle finali -io, -ia, -iau e -ie la i è una consonante, ad es. in peidio, "smettere"; tincian, "tintinnare" e smotiau, "pallini", tutte parole di due sillabe.
Quando i non viene usata in qualità di consonante, una dieresi lo indica, ad es. in sïo, "sibilare", pronunciato ['sio] e NON *[ʃo].

Alle volte può essere difficile localizzare l'accento ascoltando la lingua, perché l'ultima sillaba, soprattutto nell'ultima parola di una frase o di un sintagma, viene pronunciata con un tono di voce ascendente. Questo può ingannare l'orecchio di un italiano.

Mutazioni

Prendiamo adesso in esame due parole a caso: tad, "padre", e calon, "cuore".
Se in gallese si vuole indicare che quel padre e quel cuore sono "miei", bisognerà usare il possessivo fy...(i) (i possessivi saranno affrontati in seguito). "Mio padre" e "il mio cuore" si diranno rispettivamente fy nhad (i) e fy nghalon (i), Si nota immediatamente che tad è diventato nhad e che calon è diventato nghalon.
La cosa non si semplifica se si prova a dire "suo (= di lui) padre" e "il suo (= di lui) cuore": ei dad (e) e ei galon (e); in questo caso tad è diventato dad e calon è diventato galon.
Se invece con "suo" si intende "di lei", "suo (=di lei) padre" e "il suo (= di lei) cuore" diventano rispettivamente: ei thad (hi) e ei chalon (hi). Ancora una volta tad e calon cambiano forma e diventano thad e chalon.

Questo può confondere gli studenti alle prime armi, perché ciascuna delle due parole viste presenta ben quattro forme diverse! Innanzitutto occorre immediatamente stabilire che le uniche forme di queste parole, così come si trovano nel dizionario, sono tad per "padre" e calon per cuore: questa è la loro forma base o non mutata.
In gallese, però, a causa di processi interni alla lingua, si verificano diversi fenomeni che interessano alcune consonanti iniziali e che le modificano in altre: questi fenomeni si chiamano mutazioni.
Le mutazioni sono presenti in poche lingue sul pianeta e sono assolutamente tipiche di tutte le lingue celtiche, non solo del gallese e delle altre lingue brittoniche (bretone e cornico), ma anche dellle lingue goideliche (gaelico irlandese, gaelico scozzese e l'estinto mannese).

In genere le mutazioni sono dovute a consonanti o vocali del brittonico, la lingua che ha preceduto il gallese e dalla quale quest'ultimo è nato, che modificavano la pronuncia delle iniziali delle parole seguenti. Quando, durante l'evoluzione linguistica, nacque il gallese, molte di queste vocali e consonanti finali di parola erano ormai cadute, ma l'effetto sulle iniziali delle parole seguenti rimase!

Le mutazioni, come si sarà capito, non sono casuali, ma seguono determinate regole e si dividono in tre tipi: lenizione o mutazione debole, nasalizzazione o mutazione nasale e spirantizzazione o aspirazione.

Mutazione debole o lenizione

La mutazione debole o lenizione si ha quando le consonanti iniziali di una parola si "indeboliscono". Con "indebolimento" si intende che:

  • le consonanti sorde passano a sonore: c > g; p > b; t > d;
  • le consonanti sonore passano a spiranti o dileguano: b > f; d > dd; g > scompare;
  • la consonante nasale m diventa f.

Di solito subiscono la lenizione anche la ll e la rh, ma in alcuni casi (che saranno segnalati in seguito) restano immutate, si parla in questi casi di mutazione debole limitata:

  • ll > l;
  • rh > r.

Ricapitolando:

Non mutata Lenita
b f
c g
d dd
g dilegua
ll l
m f
p b
rh r
t d

La mutazione debole è spiegabile attraverso il brittonico: in questa antica lingua spesso quando una consonante si trovava tra due vocali (la finale della parola precedente e quella che seguiva la consonante stessa all'interno dell'altra parola), veniva pronunciata in maniera più debole. Durante l'evoluzione della lingua molte vocali finali caddero, ma le consonanti che venivano lenite continuarono ad esserlo. La lenizione riguarda soprattutto i femminili ed è causata principalmente dalla -a finale che è caduta nel tempo, ad es. dal brittonico mamma deriva il gallese mam, "madre", mentre dal brittonico oina mamma deriva il gallese yn fam, "una madre", perché la a finale di oina ha indebolito la pronuncia della m iniziale di mamma.

Seguono i casi più comuni in cui si applica la mutazione debole:

  • I nomi femminili singolari mutano dopo l'articolo determinativo Y, YR e 'R, eccetto quando iniziano con RH o LL. Es. merch, "ragazza", diventa y ferch, "la ragazza"; invece llaw, "mano", resta y llaw, "la mano";
  • I nomi mutano dopo il possessivo maschile di terza persona ei, "suo (= di lui)", ad es. tad, "padre", dà ei dad, "suo padre";
  • Gli aggettivi cambiano dopo un nome femminile, ad es. mawr , "grande", dà merch fawr, "una ragazza grande";
  • I nomi femminili singolari cambiano dopo il numerale un, "uno", ad es. punt, "sterlina", diventa un bunt, "una sterlina", eccetto quando iniziano con LL o con RH, ad es. llong, "nave", resta un llong, "una nave";
  • Nomi ed aggettivi cambiano dopo YN o 'N, ad es. da, "buono", mae o'n dda, "lui è buono";
  • I nomi mutano dopo le preposizioni am, "per, a"; ar, "su"; at, "a"; gan, "con, per mezzo di"; heb, "senza"; i, "verso, a"; o, "da"; dan , "sotto"; dros, "sopra"; drwy, "attraverso, per"; wrth, "per"; hyd, "fino a"; ad es. dau, "due", diventa am ddau o'r gloch, "alle due";
  • Oggetti di forme verbali brevi (non perifrastiche), ad es. car, "auto", diventa prynes i gar, "comprai un'auto".

Mutazione nasale o nasalizzazione

La mutazione nasale o nasalizzazione si ha quando le consonanti iniziali di una parola non vengono più pronunciate con la bocca (consonanti orali), ma col naso (consonanti nasali), processo che le porta ad una vera e propria trasformazione:

  • le consonanti sorde passano a nasali sorde: c > ngh; p > mh; t > nh;
  • le consonanti sonore passano a nasali sonore: b > m; d > n; g > ng.

Ricapitolando:

Non mutata Nasalizzata
b m
c ngh
d n
g ng
p mh
t nh

Anche questo fenomeno è spiegabile rifacendosi al brittonico: in questa antica lingua quando una parola cominciava con una consonante occlusiva (appunto b, c, d, g, p e t) ed era preceduta da una parola che finiva con una nasale (m o n), l'iniziale della parola successiva si assimilava, ovvero veniva pronunciata in modo più nasale. Anche se le nasali finali si sono perse in molti casi, questa pronuncia nasale è rimasta ed ha dato luogo a vere e proprie trasformazioni.
Ad esempio il gallese tad, "padre", deriva dal brittonico tatos, ma "mio padre" si esprimeva in quest'ultima lingua con men tatos, durante l'evoluzione che diede la nascita alla lingua gallese, la -n di men fu persa, ma la pronuncia della t- di tatos restò compromessa, perciò in gallese "mio padre" si dice oggi "fy nhad".

Seguono i casi più comuni in cui si applica la mutazione nasale:

  • Dopo il possessivo fy, "mio", che generalmente viene pronunciato come se fosse scritto y(n), ad es.: car, "auto", dà fy nghar, "la mia auto", pronunciato come se fosse scritto *ynghar;
  • Dopo la preposizione di luogo yn, ad es.: Tywyn, nome di una città del nord del Galles, diventa yn Nhywyn, "a, in Tywyn";
  • Dopo il suffisso negativo an-, che generalmente (ma non sempre) perde la n- davanti alla consonante mutata, ad es.: teg, "bello", viene negato come annheg (la n del prefisso resta in questo caso!), "brutto".

Bisogna notare che la preposizione di luogo yn possiede due varianti:

  • ym, usata davanti a nomi (mutati o no) che cominciano con m e mh, ad es.: ym Mangor, "a, in Bangor";
  • yng, usata davanti a nomi (mutati o no) che cominciano con ng e ngh, ad es.: yng Nghymru, "in Galles" (= Cymru).

Nel gallese del Sud è anche diffuso far seguire alla preposizione di luogo yn la mutazione debole piuttosto che la nasale, ad es.: yn Gaerdydd, "in, a Cardiff" (= Caerdydd), si trova spesso in luogo di yng Nghaerdydd. Tuttavia ciò è considerato scorretto nei registri formali.

Aspirazione o spirantizzazione

L'aspirazione o spirantizzazione si ha quando le consonanti iniziali di una parola vengono pronunciate con una forte aspirazione, che ne cambia la natura:

  • le consonanti occlusive sorde passano a fricative sorde: c > ch; p > ph; t > th.

Ricapitolando:

Non mutata Nasalizzata
c ch
p ph
t th
  • I nomi e gli aggettivi mutano dopo a (e) ad es. ci a chat (cane e gatto).
  • i nomi mutano dopo tri (tre) e chwe (sei), es. car (auto), tri char (tre auto).
  • I nomi cambiano dopo ei (suo di lei), es. tad (padre), ei thad (il padre di lei).

H

Si aggiunge un'h a parole che iniziano con una vocale, dopo ei (di lei), ein (nostro), eu (loro), es. eu hysgol (la loro scuola).

Se si dimentica una mutazione o se ne usa una sbagliata si potrà sempre essere compresi.

Quadro riassuntivo delle mutazioni

Di seguito vi è lo schema riassuntivo delle tre mutazioni:

Non mutata Lenita Nasalizzata Spirantizzata
B F M -
C G NGH CH
D DD N -
G (scompare) NG -
M F - -
P B MH PH
T D NH TH
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