GEMICS 29 10 2009
From Epcs Roma Tre
In questa lezione abbiamo ripreso i concetti accennati in precedenza.
Abbiamo capito che in effetti tutte le parole che abbiamo individuato hanno a che fare con l'identità.
La società esiste ma non è, siamo noi che la facciamo esistere; essa non ha un essere proprio come lo siamo noi. Anche la sociologia quando si pone delle domande si scontra con il problema del sociale, col fatto che ci sia un problema della conoscenza della complessità.
Questo concetto fa riferimento al titolo del testo che noi dovremo studiare. La società non è un essere.
'Ogni costruzione umana è vincolata,non esiste in sé senza gli individui che la sostengano. Ne è un esempio il linguaggio, infatti ci sono lingue divenute "morte".
Possono esistere certezza e dubbio? Possono esistere nello stesso momento, e quindi coesistere? L'elemento che evidenzia le contraddizioni è il fattore T, il tempo.
Non possono esistere dubbio e certezza nello stesso momento.
Le certezze non esistono in-sé, per esistere devono essere sostenute da un soggetto e possono essere messe continuamente in discussione.
C'è un momento della certezza?
Sì. Quale è questo momento?
Questo momento è il presente. Esso è il luogo della certezza. L'essere umano è riflessivo sempre, anche se vorrebbe non esserlo. L'identità è soltanto una parola.
Tra tutte le parole che abbiamo individuato, quella che esplica al meglio il significato di identità è Vissuto.
Quando parliamo di esistente, facciamo riferimento all'essere umano che nel suo essere è causa del suo essere quindi una causa di domanda, di costruzione e ricostruzione di sè.
Il professor Tognonato ci ha illustrato un concetto molto importante.
Ci sono due piani di uno stesso soggetto.
Piano 1: un soggetto che è, e in quanto esistente pone la domanda, il dubbio.
Piano 2: L'altro, che sono sempre io, che è l'oggetto della domanda.
Troviamo quindi una dualità.
Non siamo certi riguardo il grado di consapevolezza di questa realtà.
Proviamo a chiederci, chi fa le domande e chi risponde?
Sempre noi.
Come facciamo a porci le domande e a rispondere?
L'Io che pone la domanda non è più l'Io della certezza.
Occorre ricordare che dobbiamo preservare sempre l'unicità dell'individuo.
A tale riguardo abbiamo individuato due ambiti.
Primo ambito: non ammette dubbi. Non ammette nemmeno predicati.
Non posso dire che qualcosa é, perchè in questo modo limito la sua totalità.
Questo è il piano ontologico.
Secondo ambito: il piano della domanda, del dubbio, è il piano della conoscenza.
Il dubbio arriva in un secondo momento come riflesso.
Questo è il piano gnoseologico.
In questo piano riscontriamo i problemi della conoscenza.
Il conoscere se stessi presenta le stesse difficoltà del conoscere gli altri.
Queste considerazioni non riguardano il passato, ci possiamo ritornare come su qualsiasi altro oggetto.
Tutto l'ambito della gnoseologia è caratterizzata dall'interrogazione, dal porsi domande ma in ogni caso c'è sempre la possibilità di re-interpretare.
Noi tentiamo continuamente di riaffermare la nostra identità.
E' lo sforzo di un relativo (Io) di raggiungere un assoluto, una totalità, che sono io.
Noi siamo relativi, non possiamo sfuggire alla contingenza, alla relatività.
Il passato è una totalità che è l'oggetto di interpretazione.
Nel caso del sé, l'essere umano è infinite possibilità di essere.
Un presente del passato cerca di delineare qualcosa del futuro.
Il paradosso che ci si presenta è il fatto che l'essere umano vive nella certezza, e il problema nasce nel ritorno.