GEMICS 29 10 2008
From Epcs Roma Tre
LEZIONE INCOMPLETA
L'attività umana è vittima del mercato. La razionalità economica è quantitativa pertanto l'essere umano è diventato un numero. La società di oggi è cartterizzata dal liberalismo, cioè dalla la libertà economica intesa come libertà di capitali, Nonostante questa parvenza di libertà, gli esseri umani si sentono vittime del mercato, senza considerare che sono essi stssi che lo crano e che possino perciò regolarlo. Si è discusso sul termine REALTA' come tendenza a dare un ordine alle cose, al reale. Sono stae attribuiti una seriedi aggettivi al termine "realtà": vissuti, esterna, percezione, concreta,oggettiva, necessaria, regole, costruzione, sociale, totalità, sentimento, soggettiva,cnvenzione. Per il sociologo Durkheikm la realtà è un "fatto sociale", è un fenomeno. E' da considerare che il fatto appartiene ad un contesto, ad una situazione e la rappresentatività di un fatto non ci dice nulla se non c'è significatività. seconso Durkheim, che intende la sociologia come disciplina che studia i fatti sociali si deve arrivare ad "allargare l'orizzonte della percezione". L'orizzonte "è" e si sposta con noi. Si avranno diverse descrizioni di fatto. I fatti devono essere considerati come cose, anche se non lo sono. Quando si trasmette una notizia su di un fenomeno consideradondolo come "fatto", appare "insignifacante" perchè la notizia ha solo una parte minima di rappresentativià del fatto, e quindi ci dice ben poco. Esempio di notizia: "un kamikaze si fa saltare in aria e uccide 100 persone". Questa è una notizia di un fenomeno considerato come fatto. Ma ci dice solo unaminima parte del fenomeno. L'essere umano si caratterizza per due piani: piano ontologico: ciò che è; piano gnoseologic: presuppone la conoscenza, quindi la capacià di capire ciò che è. Per questo è limitante per l'essere umano soffemarsi al "fatto". Hegel dice che tutto ciò che è razionale è reale; ma se la realtà fosse a sua volta una costruzione, allora cos'è reale? Quando pensiamo a qualcosa di reale generalmente ci riferiamo ai fenomeni naturali: la ciclicità delle stagioni, le calamità naturali ecc. Per Sartre anchela natura è una costruzione umana, è l'essere umano che decide di attendere le quttro stagioni, che considera catastrofiche le calamità naturali: la natura "è" e non mostrerebbe nient'altro se non ci fosse l'essere umano a conferirgli una regolarità. Ecco che le grandi certezze dell'essere umano iniziano a venir messe in discussione in nome di una libertà di scelta, anche per ciò che all'essere umano appare come dato a prescindere dal suo volere.