GEMICS 18 12 2008

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Il reale e la realtà sono collegati, Tognonato definisce due forme di esistenza:

1) Appare perché è:

ha un essere proprio che sostiene il suo apparire (x es. tutto ciò che che fa parte della natura alberi, sassi, stelle...) è reale. Anche se non è osservato o conosciuto ha un essere-in-sé che lo sostiene. Tognonato definisce questa modalità di esistenza "esistenza originaria"

2) E' perché appare:

in questo caso dobbiamo parlare di una "esistenza derivata" deve essere sostenuta oppure decade. (leggi, costituzioni sociali, lingue, credenze, idee, ecc) ogni costruzione umana riceve un essere che non ha dal suo creatore, da chi gli ha dato vita. Una lingua che non è più usata diventa una lingua morta, non esiste. L'esistenza derivata non ha un in-sé che la regge, ma è solo per-sé e quindi ha sempre bisogno di essere riattuata, rimessa in vita, agita, altrimenti scompare.


Ad esempio le immagini sono perché appaiono, altrimenti non esistono perché non hanno un essere, le immagini (vedi percezione) sono costruzioni umane che non hanno un in sé e quindi sono solo quando appaiono. Se gli esseri umani non danno vita alla realtà, non la sostengono, lo stato, le norme sociali, le norme giuridiche decadono; tutte queste cose umane hanno bisogno di una praxis, di una pratica. La realtà secondo Sartre è "pratico inerte", poiché contiene l'inerzia della materia ma è costituita come realtà “umana”, perciò pratico, e perché chi la crea gli conferisce una finalità. Un libro è un oggetto, anche la pietra è un oggetto ma non nello stesso modo del libro. Il libro è stato creato costituito. La pietra non ha bisogno di qualcuno che la colga per divenire, per esistere. Il libro ha bisogno di essere letto per costituirsi come libro, perché è prodotto da una prassi e porta con sé una finalità. Tutto ciò che è realtà umana prima non era ed ora è. Gli oggetti sono inerti, gli consideriamo passivi, ma quando sono un pratico inerte, “parlano”, comunicano la loro finalità, ci dicono a cosa servono. Il fatto di essere stati creati da un altro essere umano significa che quella praxis, quella finalità può essere modificata. Non siamo in questo caso costretti a subire la forza delle cose, ma possiamo modificarla e quindi il pratico inerte indica la possibilità di cambiamento. Rappresentano lo "spazio di libertà". Tutte le produzioni degli esseri umani sono un "pratico inerte", cioè ogni volta che l'essere umano conferisce una finalità a ciò che costruisce. La pietra, come oggetto non costruito dall'essere umano è inerte. Gli oggetti umani sono da adeguare al presente, da interpretare, da usare secondo la propria finalità e non necessariamente seguendo la finalità insita nella sua inerzia.

Perché a lezione diciamo che la realtà è vuota? Perché deve essere sostenuta! Perché dire che la società è precaria è vuota? Perché vogliamo trovare la strada per superare l'alienazione! Non dobbiamo subire la costruzione umana perché se decidiamo che questa non va più bene per noi possiamo smettere di sostenerla e modificarla, superarla. Basta non sostenerla perché scompaia. L'obiettivo della psicologia esistenziale è di combattere lo spirito di serietà, lo spirito di serietà ci vuole far credere che la realtà sia unica ed inequivocabile. Sartre dice c'è un'alienazione alla realtà, noi siamo tutti vittime e commedianti della realtà, perché subiamo la realtà eppure la crediamo inevitabile e quindi la sosteniamo ed essa finisce per esistere solo grazie a noi. Solo grazie al nostro sostegno.


Categorie di Sartre:

Universale singolare (categoria usata anche dalla sociologia per promuovere un approccio di tipo qualitativo). Ci siamo domandati: L'universo esiste? o L'universo è? L’universo è un assoluto e quindi non esiste in quanto assoluto. L’universo per esistere si deve rendere relativo in un tempo e uno spazio, da infinito deve diventare finito, da atemporale temporale, da universale singolare. L'universo si manifesta attraverso il singolare! L'universo si manifesta, ma io con la mia vita nel mondo lo rendo singolare, l'universalità si esprime nella singolarità. Sartre dice ogni singolarità possiede un universo, è una questione ontologica l'essere umano esprime l'universo, attua la totalità. La difficoltà è nel riuscire a percepire l'universale nel singolare. Nell'Idiota di Famiglia Sartre cerca di cogliere in un individuo, nella singolarità di Flaubert, l'universale della sua epoca.

Ognuno di noi fa una singolare interpretazione della propria epoca. Viviamo la stessa epoca, parliamo la stessa lingua, viviamo in una stessa città, frequentiamo lo stesso corso universitario e siamo tutti diversi. Noi facciamo le nostre scelte non siamo identici, siamo tutti diversi. Non è facile cogliere come ciascuno di noi abbia fatto una particolare interpretazione della propria epoca, ma è evidente che ogni individuo ha sviluppato un percorso che lo rende singolare, unico. Il singolare ha in sé la totalità affermata e negata, che afferma e nega. Sartre per scrivere la biografia di Flaubert ha usato il metodo progressivo/regressivo nel quale si procede a ritroso. Come si diventa ciò che si è? Prendendo in prestito il grafico cartesiano sulle ascisse segniamo la regressione nella psicologia dell'individuo e su quello delle ordinate la progressione storica. In questo modo si cerca di confrontare le affermazioni dell'individuo rispetto all'epoca di riferimento. In quest'epoca l'individuo ha agito in modo conforme alle regole del tempo o ne è voluto uscire fuori, ha cercato di romperle? Si coglie il differenziale tra ciò che sono le proprie scelte e ciò che accade nella situazione in cui queste scelte si realizzano.

BUON ESAME A TUTTI

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