GEMICS 03 12 2008

From Epcs Roma Tre

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Da dove si parte per immaginare? Se pensiamo alla parola nulla non si può fare a meno di associarla ad un'immagine: bianco, nero, deserto, vuoto, la parola"nulla". Nulla prescinde dal dato reale, neanche l'immaginazione. Per Sartre L'immagine è una parziale negazione del reale, parziale perchè non si può negare nulla totalmente. L'immaginazione non nasce dal nulla perchè dal nulla nulla si ricava. Immagine come modificazione del reale: un insieme di più elementi che si mischiano e si deformano nella misura in cui li pensiamo. Nel momento in cui si inventa l'immagine, questa esiste. E'un'esistenza derivata perchè ha bisogno di essere sostenuta, non esiste "in sè" ma "per sè". Se si immagina un mostro, tale immagine "esiste" perchè è una composizione creata, ma "non è" perchè è il soggetto che lo crea e senza questo non potrebbe "essere in sè" cioè non potrebbe essere indipendentemente; il mostro esiste nella misura in cui il soggetto lo crea e lo descirve. Il pensiero esiste, è un'esistenza personale: il pensiero è riflessivo, quando si pensa a sè stessi, ci si pensa come qualcosa, in un tempo, in uno spazio,il pensiero esiste come costruzione di qualcosa, si pensa, quindi si esiste. Il pensiero è nel "per sè". L'oggetto del pensiero, quindi sè stessi stesso o altro, è cio che "è" quindi si trova nell'"in sè". Es: il mostro che si sta pensando "è" nella misura di non esserlo poichè da solo non potrebbe essere, se non ci fosse il soggetto che lo pensa e che lo fa esistere. Se penso ad una persona, questa è l'oggetto del pensiero quindi "è" nella misura di esserlo poichè senza il pensiero del soggetto quella persona esisterebbe comunque. Quando immagino, ciò che immagino esiste perchè l'esistenza di ciò dipende da me che la penso, pertanto ci credo. Sartre definisce il credere "l'essere certo di non essere certo": quando si chiede di credere in qualcosa è perchè non si ha altro modo per dimostare quel qualcosa.

Cosa viene prima l'oggetto o l'immagine che percepiamo? Sartre pone questo esempio: se si guarda una statua, la venere, questa donna non è, non è mai esistita. La statua è marmo ma non è semplice pietra perchè lo scultore ha voluto rappresentare qualcosa servendosi del marmo. La materia di cui è fatta l'opera immaginaria è chiamata da Sartre "centro reale e permanente di irrealizzazione", ed è posta per negare la materialità del marmo. Il soggetto che guarda la statua deve compiere un lavoro di irrealizzazione continua per scorgere una venere dentro ad un marmo, per lasciare spazio all'immaginazione dello scultore; uno "sforzo immaginante per far percepire ciò che la cosa non è". Se davanti ad una statua l'interesse sarà analizzare il marmo non si coglierà l'immaginazione dello scultore. La percezione è legata alla realtà che percepiamo nel marmo, perciò non vediamo solo un pezzo di marmo. Nella percezione l'oggetto è subordinnato al soggetto; nell'immaginazione il soggetto è subordinato all'oggetto. Quando percepiamo siamo limitati dall'aspettativa, vi è il "previsto" che ci induce ad aspettarci delle cose e non altre. Nell'immaginazione gli elementi si sommano e la realtà si semplifica. La società "è" perchè appare, poichè gli esseri umani la costruiscono. Sarte parla di "filosofia" e non di"filosofie". La filosofia esiste se è sostenuta, non è "in se".Deve avere attualità, deve esistere. Le "filosofie"esistono a partire da una storia della filosofia. Per parlare di più filosofie è importante cogliere l'unità con un'unica filsofia, c'è bisogno di un osservatore che considera "le filosofie" in un'unica "filosofia".

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