GEMICS 07 11 2007

From Epcs Roma Tre

Revision as of 14:34, 19 January 2008 by 79.7.53.40 (Talk)
(diff) ←Older revision | view current revision (diff) | Newer revision→ (diff)

I mezzi hanno bisogno di una finalità, una razionalità umana che dia senso al mezzo, altrimenti il mezzo è muto e privo di guida. La nostra società ha messo in secondo piano l'essere umano. Lettura sociologica su come mezzi e fini si confondono: nella nostra società è difficile capire quando si parla di mezzi e quando invece si parla di fini. Anche i media confondono i mezzi e i fini e dunque anche noi, perciò dobbiamo apprendre una percezione critica delle cose. E' necessario fare una lettura critica su come fatti umani vengono letti in chiave economica. Lettura critica significa capire che l'economia non è un fine, ma un mezzo per rendere più umana la vita. La finalità dell'economia è economizzare e accumulare, ma con quale scopo?

Che cosa sono i fatti sociali? Per Durkheim sono l'elemento di studio della sociologia e devono essere trattati come se fossero cose, anche se non lo sono (Regole del metodo sociologico).

Noi interaggiamo con fatti sociali concreti, ma la realtà va oltre la cosa, infatti è una realtà soggettiva, perchè i fatti sociali sono da una parte delle realtà concrete, ma dall'altra ci rendiamo conto che siamo noi a creare i vincoli che costituiscono i fatti sociali. Ma il nostro oggetto di studio (il sociale) va oltre la cosa, è un elemento oggettivo e soggettivo. E' duale come tutta la realtà umana. I fatti sociali hanno in sè un'oggettività e siamo noi che creiamo dei vincoli, dei legami.

Noi dovremmo governare i mezzi e avere una visione delle finalità (oggi è proprio questo che manca!). Noi vogliamo comandare i mezzi perchè essi ci portino alla finalità. Questa razionalità del produrre è brava a produrre, ma non ha altra finalità che se stessa (produrre meglio, di più, risparmiando tempo, ecc). Se la preoccupazione è dolo quella della crescita quantitativa non si saprà mai dove arriveremo. La crescita qualitativa di una società certo non può essere definita dall'economia. La società ha bisogno di un indirizzo umano, ideale, utopico. Deve esserci la percezione di un fine. E qual è questo fine? Il fine è l'essere umano, siamo noi e l'altro.

Al Gore - Premio Nobel per la Pace 2007 - ex vicepresidente degli Stati Uniti, che negli ultimi anni si è molto occupato del problema dei cambiamenti climatici. Yunus - Premio Nobel per la Pace 2006 - è un economista, infatti inventa il microcredito in Bangladesh. Cosa c'entrano ambiente e microcredito con la pace? Perché è stato assegnato a loro il Premio Nobel per la Pace?

La FILOSOFIA può aiutarci in questo. Filosofia: visione ultima delle cose, tentativo di analizzare fino in fondo la realtà, capire cosa c'è dietro le parole.

Il libro IL CORPO DEL SOCIALE è il tentativo di unire 2 percorsi: la FILOSOFIA e la SOCIOLOGIA che è bene che vadano assieme.


Per il Prof. Tognonato: la filosofia deve parlare di cose concrete, quella astratta impoverisce il discorso perché parla senza fare riferimento a nulla di concreto. La realtà umana è in continuo mutamento. La filosofia astratta serve per risparmiare tempo ma non è attenta a ciò che cambia e quindi non è attenta al divenire della realtà umana.

Alla filosofia viene dato un contenuto reale. Alla sociologia viene data un'impronta qualitativa.

La Sociologia deve essere critica, descrizione ed analisi sociali interessata al percorso. E' giusto che Filosofia e Sociologia vadano isieme perchè la Filosofia acquista dalla Sociologia il carattere concreto degli accadimenti sociali, mentre la Sociologia supera il quantitativismo e la riduzione a tecnica di misurazione del sociale.

FILOSOFIA e SOCIOLOGIA vengono quindi messe assieme con lo studio di SARTRE che è riuscito a fare della filosofia e della sua visione del mondo (ESISTENZIALISMO) perfino una moda. All'epoca di Sartre si parlava di filosofia un po' dappertutto e non solo negli ambienti accademici. Sartre è filosofo e scrittore, e riesce a coinvolgere la sua epoca intorno ad un pensiero. Questo perché la filosofia voleva parlare di ciò che esiste e di ciò che è, non di cose astratte e lontane dai problemi degli esseri umani. E'un modo di fare filosofia che si avvicina alla società. La sociologia si occupa del presente, della realtà.

Noi siamo continuamente "bombardati" da immagini della realtà. Noi ci siamo costruiti un mondo virtuale. Ma dove finisce la mia soggettività e inizia il dato reale? Questa è la nostra difficoltà, il punto di partenza è individuale. C'è sempre una dualità tra ciò che è e ciò che appare. Questa dualità non indica che ciò che appare è una espressione degradata. Diremo che ciò che appare "è nella misura di non esserlo".


Distinzione tra REALE e REALTA'. Il reale appare, si manifesta e si trasforma in realtà. La realtà è una costruzione umana. Il punto di partenza è individuale. Noi siamo di più di come appariamo. Il reale non accetta predicati perché è un assoluto, quindi ogni predicato lo rende relativo, lo incorpora alla realtà, del reale possiamo solo dire che è ciò che è. Una totalità senza forma, indifferenziata e atemporale. Nemmeno possiamo dire che è caotico, perché questo significherebbe assoggetarlo ad un nostro ordine.

Il reale è "una risorsa perpetua per rifare la pittura" diceva Merleau Ponty: il reale è amorfo, non ha nè forma nè tempo, siamo noi che diamo forma e tempo al reale. Nel libro IL CORPO DEL SOCIALE si distingue tra: REALE (in-sé) e REALTA' (per-sé)

Tutta la realtà umana ha questa doppia valenza (in-sé e per-sé) il linguaggio, per esempio è indicativo di ciò che dice e per questo è inanzittutto comprensibile. (so cosa mi dicono) Ma è anche espressione, quindi possibilità di trascendere il segno verso il significato complessivo di ciò di cui mi parlano (sono d'accoro o in disaccordo su ciò che mi dicono)


Io sono ciò che esisto, io sono ciò che faccio. Ciò che non ho fatto non lo sono.

Io sono il mio passato nella misura di non esserlo più. Io sono il mio futuro nella misura in cui mi progetto per costruirlo.

L'esistenza è contingente cioè non può sfuggire ai due parametri SPAZIO e TEMPO. L'esistenza implica spazio/tempo, perchè ciò che esiste è contingente, dunque non può sfuggire alla legge della spazio-temporalit.

L'esistenza umana è in sè e per sè. Noi stiamo forzando questi due momenti, ma in realtà sono un'unità. Questa unità non è altro che l'essere umano.

Personal tools