GEMICS 25 11 2009

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Nel corso della lezione abbiamo fatto delle riflessioni riguardo il fatto sociale. Esso è reale? Si costruisce? Se queste sono domande, esiste una risposta? Il fatto sociale deve essere ricostruito tramite una analisi che ci permetta di spiegare il suo funzionamento. Un fatto sociale --> è. Esso implica un rapporto tra vari elementi. Quando diciamo "costruzione", parliamo della comparazione che noi facciamo con altri fatti sociali analoghi. Spesso parliamo di qualcosa che non parla necessariamente del fatto che stiamo analizzando, ma che in ogni caso lo costituisce, lo struttura. Nel testo "Il corpo del Sociale", riguardo un fatto, c'è scritto che esse "è, ma non esiste", perchè non è stato registrato come fatto sociale. Ad esempio: la violenza sulle donne. Con queste affermazioni, noi non vogliamo dire che "non era". L'esistenza riguarda la realtà umana. Quando parliamo di esistenza, stiamo considerando qualcosa che è stata inserita nella realtà umana. Proviamo a fare un altro esempio, ipotizziamo che nei prossimi anni verrà scoperta nel cervello il centro dell'emotività. Gli sarà attribuito un nome, presumibilmente quello di colui che lo ha scoperto. Questa parte del cervello non esiste al di fuori del corpo umano,non esiste nella realtà umana, separato dall'uomo. Ci chiediamo, la realtà umana è ciò che conosciamo?

Stiamo lavorando nuovamente su due piani: il piano dell'essere e il piano dell'esistenza. Il piano dell'essere --> ci dice che le cose sono reali. Il piano dell'esistenza --> ci dice le cose che ci saranno in futuro.

La conoscenza non può limitare l'essere; non possiamo dire che ciò che non ho scoperto "non è", ma posoo dire che una cosa è, e poi esiste. E' --> esiste. Affinchè esista, deve necessariamente manifestarsi. Non possiamo dire che se non esiste non è.

L'essere è il reale, è l'assoluto. La conoscenza che io ho di ciò che è, è sempre limitata, non posso far dipendere le cose dalla mia conoscenza. Possiamo sostenere che noi cogliamo l'esistenza dell'apparire. Nelle nostre riflessioni, noi adottiamo una posizione esistenzialista. Questo però non significa che ignoriamo l'esistenza del reale; sulle cose che sono ma non appaiono noi possiamo dire tutto o possiamo dire nulla. la realtà umana necessita delle cose che non esistono. A questo punto il professor Tognonato ha parlato di una unità che ci permetterà di comprendere i ragionamenti fatti fino ad ora. Il circuito dell'ipseità è una unità, non divisa, costituita da due momenti:

L'in se --> Reale,Assoluto,L'essere, caratterizzato dalla totalità, infinito, è sempre pieno,Ontologico.

Il per se --> Relativo (spazio-tempo),è singolare, è finito,è il presente,è sempre vuoto,è la manifestazione della totalità,Gnoseologico (qui si esplicita la conoscenza).

Nell'in se sono presenti tutte le possibilità, anche delle cose che noi non riteniamo possano essere parte di me.

Esempio: il modo di essere. Il modo --> per se Di essere --> in se

Secondo l'esistenzialismo non esiste una essenza umana, se esistesse non potrebbe sfuggire alla logica dell'identità di cui abbiamo parlato in precedenza. L'essere convinto di essere simpatico non comporta necessariemente che io lo sia veramente. Tra i due momenti, all'interno del circolo, c'è la scelta. Per poter scegliere ho bosogno che sia completamente vuoto. Quindi il nostro modo di essere si modifica. Quello che cerca continuamente l'essere umano, è di essere se stesso. Noi non abbiamo, non possediamo un modo di essere. Il nostro scopo è raggiungere la totalità, noi lo vorremmo. Il due ambiti, l'in se ed il per se, sono separati. L'essere umano non può ignorare il passato, nella sceltà c'è il dubbio. Nel per se vengono risolte tutte le domande. Attuare --> è un v erbo particolarmente utilizzato da sarte nei suoi scritti. Noi attuamo noi stessi, più o meno consciamente convinti che ciò che stiamo portandi avanti sia un essere noi stessi.

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