GEMICS 12 11 2008

From Epcs Roma Tre

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Il primo modo di conoscere la realtà avviene attraverso la percezione. L’apparire è la prima certezza di esistenza della cosa che abbiamo.
Il primo modo di conoscere la realtà avviene attraverso la percezione. L’apparire è la prima certezza di esistenza della cosa che abbiamo.
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Apparire: (dell’oggetto)
Apparire: (dell’oggetto)
Percepire
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osservatore/osservato
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Per l’essere umano tutto ciò che appare deve avere un senso, se non riesce a trovargli un senso l’oggetto non appare, non esiste per la realtà umana. Nella seconda parte della lezione ci siamo spostati dall’oggetto all’essere umano, alla dimensione ontologica dell’essere umano. L’essere umano è scollato c’è una distanza tra sé e sé. L’essere umano dice “Io sono me stesso” con questa affermazione le entità umane diventano due: c’è un essere presente: Io e c’è un me stesso. L’essere umano si presenta continuamente in una dualità.
Per l’essere umano tutto ciò che appare deve avere un senso, se non riesce a trovargli un senso l’oggetto non appare, non esiste per la realtà umana. Nella seconda parte della lezione ci siamo spostati dall’oggetto all’essere umano, alla dimensione ontologica dell’essere umano. L’essere umano è scollato c’è una distanza tra sé e sé. L’essere umano dice “Io sono me stesso” con questa affermazione le entità umane diventano due: c’è un essere presente: Io e c’è un me stesso. L’essere umano si presenta continuamente in una dualità.
La caratteristica dell’essere umano è la riflessione, il riflettere, lo specchiarsi.
La caratteristica dell’essere umano è la riflessione, il riflettere, lo specchiarsi.

Revision as of 15:16, 13 November 2008

Il primo modo di conoscere la realtà avviene attraverso la percezione. L’apparire è la prima certezza di esistenza della cosa che abbiamo.

Apparire: (dell’oggetto) Percepire Vedere Soggettivo/concreto presenza/assenza sembrare immediato ciò che appare è /ciò che appare non sempre è evidente/illusiorio rivelazione manifestazione osservatore/osservato

Per l’essere umano tutto ciò che appare deve avere un senso, se non riesce a trovargli un senso l’oggetto non appare, non esiste per la realtà umana. Nella seconda parte della lezione ci siamo spostati dall’oggetto all’essere umano, alla dimensione ontologica dell’essere umano. L’essere umano è scollato c’è una distanza tra sé e sé. L’essere umano dice “Io sono me stesso” con questa affermazione le entità umane diventano due: c’è un essere presente: Io e c’è un me stesso. L’essere umano si presenta continuamente in una dualità. La caratteristica dell’essere umano è la riflessione, il riflettere, lo specchiarsi. Dalla totalità di noi stessi prendiamo ogni volta qualcosa, c’è un cambiamento continuo; se io dico Margarete è intelligente devo ogni volta fare i conti con questa affermazione, ogni volta occorre mettere in gioco questa intelligenza perché per l’esistenzialismo l’identità è legata allo spazio/tempo. L’essere umano non ha nulla di acquisito ogni cosa che io sono devo metterla gioco. L’essere umano si esprime nella sua totalità dicendo “io sono” Ma se io già dico “Io sono una studentessa” parlo di una parte della mia esistenza temporale e finita. Io ogni volta scelgo di essere in un modo, mi scelgo coraggiosa, vile, sciocca, intelligente, brillante, bugiarda… Da una totalità io scelgo di essere in un modo e ogni volta ho la possibilità di scegliere di essere in un modo diverso. Questa possibilità di scegliere ogni volta è per Sartre rappresentativa dell’esistenza della libertà dell’essere umano. La ricerca di sé è l’esistenza. La conoscenza di noi stessi è una conoscenza nel mondo. Secondo l’esistenzialismo se un oggetto o una qualità umana non la vediamo, se non si esprime nel mondo reale, quella cosa o quella qualità non esiste nella realtà umana. Se io mi sento coraggiosa o altruista, ma se questo coraggio o altruismo non lo esprimo mai nella realtà, per l’esistenzialismo questa qualità non esiste, così come le americhe prima del 1492 o i pianeti ancora sconosciuti per l’esistenzialismo non esistono nella realtà umana. Ciò che non si manifesta non esiste. Cosa esiste? Esiste ciò che si manifesta. La scelta che l’individuo fa in un determinato spazio/tempo e che è finita, però poi torna sulle scelte successive dell’individuo condizionandolo. Il pericolo può esserci nella ripetizione; se è vero che ogni scelta che faccio mi manifesta nel mondo è vero anche che queste scelte finiscono anche per condizionare le mie scelte successive e questo può essere pericoloso. Il mio Io si trova a fare una scelta che condizionerà poi le scelte future. Gli altri sono importanti nel condizionare le mie scelte future. Se io mi vedo riflesso nell’altro come cattivo o timido o intelligente dovrò, nelle scelte successive, fare i conti con questa percezione che gli altri hanno di me. L’essere umano è condizionato dal mondo non è monolitico, perché ogni volta deve volere, deve chiedersi chi sono io? Deve scegliere. Sartre dice l’essere umano è condannato ad essere libero. Io mi manifesto nel mondo con tutta la mia totalità, io sono tutto qui e ora (per questo l’apparenza è il tutto, non nasconde nulla dietro). Se la peculiarità dell’essere umano è il poter scegliere, indice della sua libertà, se io tolgo all’individuo la possibilità di scegliere io faccio di lui un oggetto. Differenza tra la razionalità economica che si usa per i messaggi pubblicitari per cui la scelta dell’essere umano avviene in maniera inconscia. la razionalità umana che utilizziamo in campo sociale per cui io faccio l’altro partecipe, consapevole del proprio cambiamento delle proprie scelte.

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