GEMICS 11 11 2009
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- | Nel corso della lezione abbiamo ripreso dei concetti fondamentali, rammentando che il piano gnoseologico | + | Nel corso della lezione abbiamo ripreso dei concetti fondamentali, rammentando che il piano gnoseologico si riferisce al processo della conoscenza; il piano della conoscenza è quello che riflette ciò che sto facendo e quindi evidenzia le difficoltà del comportamento umano. |
Il piano ontologico non ammette dubbi. | Il piano ontologico non ammette dubbi. | ||
Ci siamo posti nuovamente una domanda: è identica l'identità? | Ci siamo posti nuovamente una domanda: è identica l'identità? | ||
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Ognuno di noi ha tentato di fornire delle risposte. | Ognuno di noi ha tentato di fornire delle risposte. | ||
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Qualcuno di noi ha sostenuto che a livello numerico possono essere definiti reali. | Qualcuno di noi ha sostenuto che a livello numerico possono essere definiti reali. | ||
Qualcuno ha fatto ricorso al concetto di categoria, in quanto numeri appartengono alla medesima categoria e per questo potrebbero essere considerati uguali. | Qualcuno ha fatto ricorso al concetto di categoria, in quanto numeri appartengono alla medesima categoria e per questo potrebbero essere considerati uguali. | ||
Dobbiamo capire di cosa stiamo parlando, di concreto o di astratto? | Dobbiamo capire di cosa stiamo parlando, di concreto o di astratto? | ||
In un primo momento possiamo sostenere che 1=1, ma nel concreto siamo orientati nel dire che essi siano diversi. | In un primo momento possiamo sostenere che 1=1, ma nel concreto siamo orientati nel dire che essi siano diversi. | ||
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Se noi sosteniamo che 1 e 1 sono diversi l'uno dall'altro, siamo sul piano concreto; con questo concetto noi esprimiamo una differenza, espressa anche solo dal fatto che essi sono due unità distinte. | Se noi sosteniamo che 1 e 1 sono diversi l'uno dall'altro, siamo sul piano concreto; con questo concetto noi esprimiamo una differenza, espressa anche solo dal fatto che essi sono due unità distinte. | ||
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Se noi dovessimo affermare l'identità,la dovremmo necessariamente giustificare. | Se noi dovessimo affermare l'identità,la dovremmo necessariamente giustificare. | ||
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Ci chiediamo, di cosa abbiamo bisogno per definire una identità? | Ci chiediamo, di cosa abbiamo bisogno per definire una identità? | ||
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Abbiamo bisogno di definire una astrazione. | Abbiamo bisogno di definire una astrazione. | ||
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Eliminiamo i parametri di spazio/tempo tramite un ragionamento: 1=1 sono astratti, per questo non sono reali. | Eliminiamo i parametri di spazio/tempo tramite un ragionamento: 1=1 sono astratti, per questo non sono reali. | ||
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Reale significa ciò che è. | Reale significa ciò che è. | ||
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Necessariamente, possiamo sostenere che: | Necessariamente, possiamo sostenere che: | ||
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+ | L'essere umano tende a ripetere le stesse azioni, in questo modo evidenzia la sua continua esigenza di riconfermarsi per potersi riconoscere. | ||
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L'essere umano cerca continuamente una conferma di se stesso. | L'essere umano cerca continuamente una conferma di se stesso. | ||
La differenza può essere definita reale, mentre la realtà è una costruzione. | La differenza può essere definita reale, mentre la realtà è una costruzione. | ||
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Proviamo a concentrarci sul fenomeno "studenti"; come si produce tale fenomeno? | Proviamo a concentrarci sul fenomeno "studenti"; come si produce tale fenomeno? | ||
Ogni studente possiede una identità propria, è necessaria una percezione esterna, qualcuno che essendo al di fuori della realtà "studenti" la percepisca e che necessariamente la riconosca come tale. | Ogni studente possiede una identità propria, è necessaria una percezione esterna, qualcuno che essendo al di fuori della realtà "studenti" la percepisca e che necessariamente la riconosca come tale. | ||
Ma se io dico 1=1, sto producendo una identità? | Ma se io dico 1=1, sto producendo una identità? | ||
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+ | Il reale è amorfo, indifferenziato e atemporale; siamo noi che diamo forma, senso e perfino un nome al reale. | ||
Noi diamo un senso alla realtà. | Noi diamo un senso alla realtà. | ||
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Nel momento in cui io faccio una somma, ho stabilito in precedenza un criterio di identità. | Nel momento in cui io faccio una somma, ho stabilito in precedenza un criterio di identità. | ||
Se il criterio di identità non ci fosse, non potrei fare una somma. | Se il criterio di identità non ci fosse, non potrei fare una somma. | ||
- | Allora possiamo dire che la realtà è una interpretazione del reale, siamo noi che costruiamo la realtà umana. | + | ''Allora possiamo dire che la realtà è una interpretazione del reale, siamo noi che costruiamo la realtà umana''. |
Necessariamente, dopo queste riflessioni, abbiamo parlato anche del testo che dovremo studiare. | Necessariamente, dopo queste riflessioni, abbiamo parlato anche del testo che dovremo studiare. | ||
Il testo "Il corpo del sociale" avrebbe dovuto chiamarsi "L'esistenza del Due". | Il testo "Il corpo del sociale" avrebbe dovuto chiamarsi "L'esistenza del Due". | ||
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Questo "Due" rappresenta un gruppo, una categoria, quindi una realtà creata da noi, derivata. | Questo "Due" rappresenta un gruppo, una categoria, quindi una realtà creata da noi, derivata. | ||
In questo caso, una categoria che noi abbiamo evidenziato è quella degli studenti. | In questo caso, una categoria che noi abbiamo evidenziato è quella degli studenti. | ||
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Qual'è il corpo del sociale, di una costruzione umana? | Qual'è il corpo del sociale, di una costruzione umana? | ||
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Noi, che permanentemente ci sentiamo vittime della società, in realtà siamo complici del mantenimento di questo ordine. | Noi, che permanentemente ci sentiamo vittime della società, in realtà siamo complici del mantenimento di questo ordine. | ||
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Gli oggetti umani hanno una finalità che deve essere rispettata dagli altri. | Gli oggetti umani hanno una finalità che deve essere rispettata dagli altri. | ||
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Il sociale e le costruzioni sociali hanno un essere precario. | Il sociale e le costruzioni sociali hanno un essere precario. | ||
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Abbiamo raggruppato gli elementi che sono in comune con questa vicenda: il luogo in cui è deceduto, le persone che si sono occupate di lui, ecc. | Abbiamo raggruppato gli elementi che sono in comune con questa vicenda: il luogo in cui è deceduto, le persone che si sono occupate di lui, ecc. | ||
Quali costruzioni diamo a questo evento? | Quali costruzioni diamo a questo evento? | ||
Possiamo dire che il fenomeno possiede una forma in se? | Possiamo dire che il fenomeno possiede una forma in se? | ||
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Current revision as of 09:34, 16 January 2010
Nel corso della lezione abbiamo ripreso dei concetti fondamentali, rammentando che il piano gnoseologico si riferisce al processo della conoscenza; il piano della conoscenza è quello che riflette ciò che sto facendo e quindi evidenzia le difficoltà del comportamento umano. Il piano ontologico non ammette dubbi. Ci siamo posti nuovamente una domanda: è identica l'identità?
Il professor Tognonato ha cercato di guidare i nostri ragionamenti offrendoci una serie di spunti.
1=1
Relativamente a questo concetto, noi non abbiamo dubbi.
1=1 è una identità?
Oppure è un errore?
Possiamo dire che l'una esclude l'altra, e che quindi o c'è identità, oppure non c'è identità?
Possiamo sostenere che 1=1 sia un errore?
Ognuno di noi ha tentato di fornire delle risposte.
Qualcuno di noi ha sostenuto che a livello numerico possono essere definiti reali. Qualcuno ha fatto ricorso al concetto di categoria, in quanto numeri appartengono alla medesima categoria e per questo potrebbero essere considerati uguali. Dobbiamo capire di cosa stiamo parlando, di concreto o di astratto? In un primo momento possiamo sostenere che 1=1, ma nel concreto siamo orientati nel dire che essi siano diversi.
Ci siamo chiesti, come facciamo a stabilire una identità? In base a che cosa? Se noi sosteniamo che 1 e 1 sono diversi l'uno dall'altro, siamo sul piano concreto; con questo concetto noi esprimiamo una differenza, espressa anche solo dal fatto che essi sono due unità distinte.
Se invece noi sosteniamo che 1=1 siamo su un piano astratto.
Esso è una astrazione e non si rapporta alla nozione di TEMPO.
Se noi dovessimo affermare l'identità,la dovremmo necessariamente giustificare.
Ci chiediamo, di cosa abbiamo bisogno per definire una identità?
Abbiamo bisogno di definire una astrazione.
Eliminiamo i parametri di spazio/tempo tramite un ragionamento: 1=1 sono astratti, per questo non sono reali.
Nel corso della lezione abbiamo continuato a porci delle domande, per trovare delle risposte.
1=1 è nelle cose o arriva in un secondo momento? Reale significa ciò che è.
1=1 non è reale. Per essere reale ha bisogno di un contenuto abbiamo provato a fare differenti esempi, esempi di categorie, come quella "studenti"; siamo portati a pensare che essa sia reale, ma in realtà non può definirsi tale, in quanto la categoria studenti può essere ignorata. Necessariamente, possiamo sostenere che:
1 diverso da 1 > è reale.
1=1 --> è un prodotto umano, una convenzione.
La domanda che ci poniamo rispetto a 1=1 è se questi due numeri sono veramente uguali, sono lo stesso numero? Sono identici? Come possono essere identici se occupano spazi diversi? Se prendo due penne uguali posso dire che sono la stessa penna? Queste domande possono far riflettere sulla differenza tra metodo quantitativo dove troviamo valido 1=1 e quello qualitativo dove 1≠1 (vedi anche lez. 22/10/09).
L'essere umano tende a ripetere le stesse azioni, in questo modo evidenzia la sua continua esigenza di riconfermarsi per potersi riconoscere.
L'essere umano cerca continuamente una conferma di se stesso.
La differenza può essere definita reale, mentre la realtà è una costruzione.
Proviamo a concentrarci sul fenomeno "studenti"; come si produce tale fenomeno? Ogni studente possiede una identità propria, è necessaria una percezione esterna, qualcuno che essendo al di fuori della realtà "studenti" la percepisca e che necessariamente la riconosca come tale. Ma se io dico 1=1, sto producendo una identità?
Il reale è amorfo, indifferenziato e atemporale; siamo noi che diamo forma, senso e perfino un nome al reale. Noi diamo un senso alla realtà.
Nel momento in cui io faccio una somma, ho stabilito in precedenza un criterio di identità. Se il criterio di identità non ci fosse, non potrei fare una somma. Allora possiamo dire che la realtà è una interpretazione del reale, siamo noi che costruiamo la realtà umana. Necessariamente, dopo queste riflessioni, abbiamo parlato anche del testo che dovremo studiare. Il testo "Il corpo del sociale" avrebbe dovuto chiamarsi "L'esistenza del Due".
Questo "Due" rappresenta un gruppo, una categoria, quindi una realtà creata da noi, derivata. In questo caso, una categoria che noi abbiamo evidenziato è quella degli studenti.
Qual'è il corpo del sociale, di una costruzione umana?
'La società non ha un essere in sé, è necessario che ci sia qualcuno che ad esempio dica se ne facciamo parte oppure no.. Ogni realtà umana è costruita e può essere decostruita.
Noi, che permanentemente ci sentiamo vittime della società, in realtà siamo complici del mantenimento di questo ordine.
Gli oggetti umani hanno una finalità che deve essere rispettata dagli altri. Inoltre la realtà, in quanto costruita, può essere modificata; se ad esempio prendiamo un martello e rompiamo un sasso, noi stiamo apportando una modifica.
Se una realtà umana non è sostenuta da tutti, decade: ne è un esempio un tipo di lingua, come il latino.
Il sociale e le costruzioni sociali hanno un essere precario.
Per capire meglio i concetti che abbiamo formulato, proviamo a pensare ad un caso reale, qualcosa che è avvenuto, come ad esempio il caso dell'omicidio di Stefano Cucchi.
Abbiamo raggruppato gli elementi che sono in comune con questa vicenda: il luogo in cui è deceduto, le persone che si sono occupate di lui, ecc. Quali costruzioni diamo a questo evento? Possiamo dire che il fenomeno possiede una forma in se? Abbiamo cercato di paragonare questo caso con altri analoghi, e ci siamo chiesti nuovamente: 1=1?