Arminianesimo, un Altro Vangelo: John Wesley

From Diwygiad

Arminianesimo - Un altro Vangelo


Rev. William MacLean

John Wesley


John Wesley, il grande apostolo dell'Arminianesimo nel secolo seguente [XVIII], dimostrò lo stesso malevolo spirito di persecuzione contro Augustus Toplady, un onesto difensore del suo tempo delle dottrine della grazia libera e sovrana, e autore di "Roccia delle Epoche Tagliata per Me." Quando si pensava che Toplady fosse sul suo letto di morte, Wesley industriosamente fece circolare un rapporto che affermava che Toplady aveva rinnegato i principi alla cui difesa aveva dedicato la vita. Wesley supponeva che Toplady fosse troppo vicino alla tomba per contraddire questa vile calunnia e scrivere in sua difesa. "Ma per la confusione dei suoi nemici", per citare dal primo volume delle Opere di Toplady, "gli fu data la forza di fare entrambe le cose. E non apparve mai più trionfante di quando, quasi al suo ultimo respiro, fece uno sforzo così onorevole ed efficace di respingere gli attacchi della calunnia e difendere la causa della verità."

"Nel giorno del Signore, 14 Giugno, meno di due mesi prima della sua morte, egli venne da Knightsbridge, e dopo un sermone del suo assistente, il Rev. Dr. Illingworth, salì sul pulpito, per il completo stupore della sua gente, e fece un breve ma molto efficace discorso da II Pi. 1:13,14, 'Ma ritengo giusto, finché sono in questa tenda, di tenervi desti ricordandovi queste cose, sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come me l'ha dichiarato il Signor nostro Gesù Cristo.'"

"Quando, parlando dell'abbondante pace che aveva conosciuto, e la gioia e consolazione dello Spirito Santo che aveva condiviso negli ultimi mesi, insieme alla persuasione che in pochi giorni egli avrebbe dovuto abbandonare la sua parte mortale alla corruzione, come preludio al vedere il Re in tutta la Sua bellezza, l'effetto prodotto fu tale che può forse solo essere immaginato, ma non certo descritto. Il suo discorso finale fu in sostanza lo stesso dello scritto che fu pubblicato la settimana seguente, e intitolato 'La confessione in punto di morte dei Sentimenti Religiosi del Rev. Mr. Toplady.'"

Riguardo alla morte di Toplady ci viene detto che "Tutte le sue conversazioni, mentre si avvicinava sempre di più al suo decesso, sembravano più pie e felici. Frequentemente diceva di essere l'uomo più felice al mondo. 'Oh' dice 'quanto la mia anima desidera andare! Come un uccello imprigionato in una gabbia, vuole prendere il volo. Oh se avessi le ali di una colomba, allora volerei via fino al regno delle benedizioni e riposerei per sempre!' ... Quando un amico gli chiese se avesse sempre goduto di tali manifestazioni, lui rispose, 'Non posso dire che non ci siano state interruzioni; perché, se non ci fossero state, le mie consolazioni sarebbero state di più numerose e maggiori di quanto io avrei potuto sostenere; ma quando diminuivano lasciavano un senso talmente vivo della benevolenza di Dio e della certezza del mio essere ancorato alla Roccia eterna Cristo Gesù, che la mia anima è ancora piena di pace e gioia.'

Giunta l'ora della sua morte, chiamò i suoi amici e il suo servo... e disse, 'Non ci vorrà molto prima che Dio mi prenda; perché nessun uomo mortale può vivere (scoppiando in lacrime di gioia mentre lo diceva) dopo [aver goduto] delle glorie che Dio ha manifestato alla mia anima.' Poco dopo, Martedì 11 Agosto 1778, nel suo 38mo anno d'età, chiuse gli occhi e trovò (come Milton ha raffinatamente espresso) 'Una morte come un sonno, un librarsi gentile nella vita immortale.' (pp. 119, 120).

Toplady non giaceva da molto nella sua tomba quando John Wesley dichiarò pubblicamente che "il resoconto pubblicato della morte di Mr. Toplady era una grossolana montatura per il pubblico; che egli era morto nella nera disperazione, mormorando le blasfemie più orribili, e che a nessuno dei suoi amici fu permesso di vederlo."

Sir Richard Hill, un amico di Mr. Toplady, e anche il Rev. J. Gawkroder scrissero pubblicamente contro John Wesley accusandolo di oltraggiare le ceneri e di calunniare la memoria del fu Mr. Augustus Toplady," e affermando che "molti rispettabili testimoni potevano attestare che Mr. Toplady era trapassato nel pieno trionfo della fede." (Vol. I, pp. 121-128).

Il resoconto continua riferendo che un pio ministro dissenziente protestò in un pamphlet contro Mr. Wesley riguardo alle sue ingiuste dichiarazioni con le seguenti parole: "Mr. Wesley e i suoi confederati, ai quali questa lettera è indirizzata, non solo perseguitarono il fu Mr. Toplady durante la sua vita, ma hanno perfino cosparso il suo letto di morte con abominevoli falsità. È stato dichiarato, nella maggior parte dei circoli di Mr. Wesley, sia vicini che lontani, che l'illustre uomo aveva ritrattato e ripudiato le dottrine della grazia sovrana, che lo obbligavano, per quanto in lotta con la morte, ad apparire sul pulpito, emaciato com'era, per confessare apertamente che le dottrine che aveva predicato erano il solo supporto al suo spirito morente. Deve essere davvero disgraziata quella causa che necessita di essere sostenuta con tali disumani stratagemmi, e cercare protezione sotto tali disonesti sotterfugi. Oh Mr Wesley! Rispondi di questa condotta alla barra del Supremo. Giudica te stesso e non sarai giudicato. Osa anche persuadere i tuoi seguaci che Mr. Toplady morì veramente nella disperazione! Sdegno per questa diffamazione santificata! Sdegno! Sdegno!"

"Quelli che hanno letto le lettere precedenti (di Sir Richard Hill e del Rev. J. Gawkrodger), attoniti come certamente saranno per il loro contenuto, saranno ancora più stupiti di sentire che ai ripetuti forti appelli a parlare in sua difesa, Mr. Wesley non rispose con una sola parola. Nè è troppo dire che mantenendo un ostinato silenzio in tali circostanze, si pugnalò da solo nelle parti vitali della sua persona. Egli consentì in questo modo che una macchia rimanesse sul suo nome, fra le più vili che mai disonorarono la reputazione di un dichiarato servitore di Cristo."

Perché Toplady, che aveva mantenuto la fede e finito il suo viaggio in questo mondo con gioia, avrebbe dovuto essere il bersaglio delle frecce avvelenate di Wesley? È perché egli confutò su base Scritturale l'Arminianesimo di Wesley, e senza timore si oppose in difesa delle verità eterne della grazia libera e sovrana. "Da quale spirito," scrive Toplady, "questo gentiluomo e i suoi sostenitori sono guidati nella loro discussione dei soggetti controversi, sarà evidente da un esempio delle orribili calunnie che, in "La Chiesa Liberata dalla Predestinazione", essi si avventurano ad accumulare contro l'Onnipotente stesso. L'elenco fa tremare; la lettura attenta deve sconvolgere ogni lettore che non sia pieno di ogni riverenza per l'Essere Supremo. Wesley e Sallon non hanno paura di dichiarare che sull'ipotesi dei decreti divini, la giustizia divina non è migliore della tirannia di Tiberio. Che Dio stesso è "di poco migliore di Moloch." "Un crudele, insensato, ingiusto, arbitrario, egoista tiranno." "Un diavolo, anche peggiore del diavolo" Arrivarono mai a questo gli eccessi degli antichi contestatori o le empietà dei moderni miscredenti? Osserva, lettore, che questi sono anche gli stessi uomini che sono talmente privi del senso della vergogna da accusare me di blasfemia per aver affermato, con la Scrittura, che Dio opera tutte le cose secondo il consiglio della Sua propria volontà, e che tutto ciò che Dio vuole è giusto."

"È sorprendente che un qualsiasi vero Calvinista evangelico possa citare John Wesley con approvazione, sia in un discorso che in uno scritto," scriveva il Rev. J. P. MacQueen di Londra. "Lui odiava e respingeva aspramente il Calvinismo, e insegnava una teoria della giustificazione praticamente identica alla santificazione. I suoi difensori hanno provato a convincere i loro lettori che il sacramentalismo di Wesley fu "semplicemente una fase ad Oxford, e che scomparve quando egli iniziò attivamente il suo sforzo evangelistico." Il suo trattato sul Battesimo, che egli pubblicò nel 1756, dimostra il contrario: "Con l'acqua, dunque, come mezzo - l'acqua del battesimo - noi siamo rigenerati o nasciamo di nuovo, da cui è anche chiamata dall'Apostolo il lavacro della rigenerazione. In questa viene infuso un principio di grazia che non sarà mai portata via completamente a meno che non opprimiamo lo Spirito Santo di Dio con una malvagità protratta nel tempo." Se la precedente citazione non incarna la falsa dottrina della rigenerazione battesimale, non si sa cos'altro può essere. Wesley approvava la stessa cosiddetta "letteratura devozionale" degli Oxford Tractarians, come le opere dei Cattolici Tommaso da Kempis, Francesco di Sales e il Cardinale Bona. Nel 1750 pubblicò addirittura "L'introduzione ad una Vita Devota" di Francesco di Sales, il nemico giurato del Calvinismo. Sosteneva le preghiere per i defunti, i cari estinti, giustificandosi in questo modo: "La preghiera per i defunti, i cari estinti, nella cui difesa io mi ritengo chiaramente giustificato." (Opere, ed. 1872, IX 55). I cari estinti non hanno bisogno delle povere preghiere piene di peccato della Chiesa militante, perché essi sono perfetti nella santità.

"È l'essenza stessa della falsità storica" scrive Mr. MacQueen "dichiarare che il Movimento dei Trattatisti Cattolici di Oxford fu l'erede del Risveglio Evangelico, mentre invece fu lo sviluppo logico dei falsi insegnamenti del Metodista Arminiano John Wesley." "Il dott. J. H. Rigg dice riguardo a John Wesley: 'La somiglianza delle sue pratiche con quelle dei moderni Anglicani Alti è, nella gran parte, estremamente evidente... Lui insegnava i digiuni, la confessione e la comunione settimanale; negava la Cena del Signore a tutti coloro che non fossero stati battezzati da un ministro ordinato da un vescovo; ribattezzava i figli dei Non-Conformisti [credenti separatisi dalla Chiesa d'Inghilterra, N.d.T.]; e si rifiutava di celebrare il funerale di tutti quelli che non avevano ricevuto un battesimo episcopale' (Churchmanship of John Wesley, pp. 28-29). Il presente scrittore è stupito da quei Calvinisti Evangelici che dicono che mentre John Wesley era indubbiamente Arminiano nelle sue idee, suo fratello Charles era Calvinista. Dopo un'attento studio delle loro vite e delle idee di entrambi, sono completamente persuaso che entrambi fossero Arminiani fino al midollo, nonostante gli inni di Charles. Il loro insidioso e falso insegnamento Arminiano e la loro influenza indebolirono la testimonianza protestante contro il Papato in Inghilterra e in tutti i Possedimenti Britannici, mentre la Scozia stessa non ne fu esente, e questa malvagia mentalità del libero arbitrio, come risultato, continua ad essere diffusa e in crescita nei circoli che si professano evangelici in Inghilterra e in Scozia, anche oggi, e in tutto il mondo anglofono. Così. mentre il Risveglio del diciottesimo secolo salvò l'Inghilterra dalla 'letale infezione dell'Ateismo, mascherato sotto il nome eufemistico di Deismo', è un grande errore confondere l'Evangelicalismo con il Wesleyanismo, o immaginare che Wesley e Whitefield appartenessero entrambi ad un solo Movimento e predicassero il medesimo Vangelo. Al contrario, i loro insegnamenti erano diametralmente opposti, essendo la libera grazia Scritturale, mentre il libero arbitrio è il prodotto illegittimo di una mente carnale. Whitefield era Calvinista, mentre Wesley, e i suoi seguaci, erano Arminiani, semi-Pelagiani e Sacramentalisti.

"Una delle più strane, e più persistenti inesattezze nella storia laica e religiosa britannica è quella che descrive John Wesley come il vero autore del Risveglio Evangelico del diciottesimo secolo," continua Mr. MacQueen, "mentre invece tutto ciò di valore permanente nel Movimento Evangelico deve essere attribuito completamente, come strumento onorato di Dio, al Rev. George Whitefield. L'opinione contraria non potrà mai incontrare il favore di uno studioso di storia che sia onesto, imparziale e serio. Tuttavia, è oggi convenzione fra gli Evangelici inglesi e dei possedimenti britannici di dare tutto il credito del risveglio al Rev. John Wesley e a suo fratello Charles, mentre Mr. Whitefield viene menzionato solo occasionalmente - e queste occasioni sono molto rare. È un errore popolare che deve essere corretto, che gli evangelici siano in qualche misura indebitati all'insegnamento ed influenza dei fratelli Wesley. Certamente non furono essi a guidare il Risveglio Evangelico.

"Il Rev. dott. Ryle, di Liverpool, nel suo libro intitolato "Leader Cristiani nel Diciottesimo Secolo," dichiara riguardo a George Whitefield: "Lo pongo primo in ordine di merito, senza esitazione alcuna, fra tutti gli eroi spirituali di un periodo oscuro" (p. 31) e lo descrive come "il capo e primo fra i riformatori inglesi del diciottesimo secolo' (p. 44)."

_ (Estratti da "Il Risveglio Evangelico del Diciottesimo Secolo" del Rev. J. P. MacQueen. Free Presbyterian Magazine, Vol. LV. pp. 90-102). © 2009 federiformata.it

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