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Articolo 23: Della Giustizia nostra con la quale stiamo davanti a Dio
Noi crediamo che la nostra beatitudine stia nella remissione dei nostri peccati a motivo di Gesù Cristo, e che in questo è contenuta la nostra giustizia davanti a Dio, come Davide e san Paolo ci insegnano, dichiarando la beatitudine dell’essere umano al quale Dio imputa la giustizia senza le opere (1). E lo stesso Apostolo dice che noi siamo giustificati gratuitamente o per grazia, attraverso la redenzione che è in Gesù Cristo (2).
Questo è il motivo per cui noi teniamo questo fondamento sempre fermo, dando tutta la gloria a Dio (3), nell’umiliarci e riconoscerci per quelli che noi siamo, senza nulla presumere di noi stessi nè dei nostri meriti (4), e noi ci appoggiamo e riposiamo nella sola obbedienza di Cristo crocifisso (5), la quale è nostra, quando noi crediamo in lui.(6). Essa è sufficiente per coprire tutte le nostre iniquità, e renderci sicuri, allontanando dalla nostra coscienza la paura, l’orrore e lo spavento, per avvicinarci a Dio (7) senza fare come il nostro primo padre Adamo, il quale, tremante, si voleva coprire con delle foglie di fico (8). E, di fatto, se ci accadesse che dovessimo comparire davanti a Dio appoggiandoci anche solo un pochino su noi stessi, o su qualche altra creatura, ahimè! saremmo divorati (9). Questo è il motivo per cui ognuno deve dire con Davide: “O Signore, non entrare in giudizio con i tuoi servitori, poiché davanti a te nessun vivente sarà giustificato” (10).
- (1) Luca 1:77; Colossesi 1:14; Salmo 32:1-2; Romani 4:6-7.
- (2) Romani 3:23-24; Atti 4:12.
- (3) Salmo 115:1; 1 Corinzi 4:7; Romani 4:2.
- (4) 1 Corinzi 4:7; Romani 4:2; 1 Corinzi 1:29; 1 Corinzi 1:31.
- (5) Romani 5:19.
- (6) Ebrei 11:6-7; Efesini 2:8; 2 Corinzi 5:19; 1 Timoteo 2:6.
- (7) Romani 5:1; Efesini 3:12; 1 Giovanni 2:1.
- (8) Genesi 3:7.
- (9) Isaia 33:14; Deuteronomio 27:26; Giacomo 2:10.
- (10) Salmo 130:3; Matteo 18:23-26; Salmo 143:2; Luca 16:15.