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Capitolo XVIII - Indice - Capitolo XX


Contents

XIX. I sacramenti della Chiesa di Cristo

I sacramenti [sono] aggiunti alla Parola, ciò che essi sono. Oltre alla predicazione della sua Parola, Dio ha aggiunto, fin dall’inizio, nella sua Chiesa i sacramenti, o segni sacramentali, dei quali tutta la sacra Scrittura rende sicura testimonianza. Ora i sacramenti sono simboli[1] o segni misteriosi e segreti, o riti santi e azioni sacre che Dio stesso ha ordinato[2]. Essi consistono nella Parola di Dio[3], nei segni e nelle cose significate. Attraverso di essi egli conserva e rinfresca nella memoria degli uomini i grandi benefici che ha fatto alla sua Chiesa, rappresen­tando esteriormente e mettendo per così dire davanti ai nostri occhi ciò che egli ci dona interiormente e fortificando e accre­scendo con questo mezzo la nostra fede mediante lo Spirito Santo che opera nei nostri cuori a questo scopo. Attraverso di essi, infine, egli ci separa[4] anche da tutti gli altri popoli e reli­gioni, per consacrarci e legarci a lui e indicarci ciò che vuole da noi.

Alcuni sono sacramenti dell’Antico, altri del Nuovo Testamento. Ora i sacramenti dell’Antico Testamento sono diversi quelli del Nuovo Testamento. I sacramenti dell’antico popolo sono stati la circoncisione e l’agnello pasquale che veniva im­molato, ragion per cui esso è messo in relazione con i sacrifici, che sono stati celebrati fin dall’inizio [del mondo]. I sacramenti del nuovo popolo sono il battesimo e la Cena del Signore.

Il numero dei sacramenti del Nuovo Popolo

Vi sono di quelli che contano sette sacramenti nel Nuovo Testamento. Fra di essi noi riconosciamo come cose comandate da Dio e non come sacramenti: la penitenza, l’istituzione dei ministri (non quella del papa ma quella apostolica) e il matrimonio. Quanto alla confermazione e all’estrema unzione, noi le consideriamo invenzioni umane da cui la Chiesa può dispensarsi senza alcun danno e non li usiamo nelle nostre chiese, dato che comportano cose che non possiamo in alcun modo approvare. E quanto al commercio della Chiesa romana[5], nell’amministra­zione dei suoi sacramenti, noi l’abbiamo assolutamente in ese­crazione.

L’autore dei sacramenti

Inoltre, l’uomo non è affatto l’autore dei sacramenti ma Dio solo. Così pure, gli uomini non possono istituire dei sacramenti, avendo essi come scopo il culto di Dio; ora non spetta assolutamente all’uomo inventare o stabilire il culto da rendere a Dio ma egli deve accogliere e conservare quello che è stato ordinato da Dio. Inoltre, i simboli hanno congiunte le promesse che richiedono la fede. Ora la fede si basa sulla sola parola di Dio e la parola di Dio si accompagna a strumenti o lettere e i sacramenti a sigilli che solo Dio può collegare alle sue lettere.

Cristo ancora opera nei sacramenti

Del resto, essendo Dio l’autore dei sacramenti, egli opera attraverso di essi nella Chiesa nella quale i sacramenti sono debitamente amministrati, al punto che quando i fedeli ri­cevono i sacramenti dalla mano dei ministri, riconoscono l’o­pera di Dio in essi in quanto è stato lui ad istituirli, per cui li ri­cevono come dalla mano di Dio senza che l’indegnità del mini­stro, anche nel caso in cui fosse notevole, li impedisca, poiché riconoscono sempre che i sacramenti dipendono interamente dal solo comandamento del Signore.

L’autore è da distinguersi dai ministri dei sacramenti

E tuttavia, nell’ammini­strazione dei sacramenti, si deve distinguere molto chiara­mente fra il ministro del Signore e il Signore stesso e confes­sare che la realtà dei sacramenti è data dallo stesso Signore, mentre i loro simboli o segni dal ministro del Signore.

La sostanza dei sacramenti

Ora la cosa principale che il Signore ci insegna e a cui i fe­deli guardano e hanno guardato in ogni tempo (ciò che alcuni hanno chiamato la sostanza e materia dei sacramenti) è Cristo salvatore, quest’unica vittima e agnello di Dio, ucciso fin dal­l’origine del mondo, e la roccia dalla quale hanno bevuto i no­stri padri [1 Co. 10:4], nel quale tutti gli eletti sono circoncisi, grazie allo Spirito Santo, senza intervento umano, e, lavati da tutti i loro peccati, sono nutriti del vero corpo e sangue di Cri­sto per la vita eterna.

Somiglianza e differenza fra i sacramenti nell’Antico e nel Nuovo Testamento

Ora su questo punto che è il principale, cioè la realtà stessa dei sacramenti, i sacramenti dell’antico popolo e quelli del nuovo popolo sono uguali, poiché Gesù Cristo, unico media­tore e salvatore dei fedeli, è rispetto agli uni e agli altri questo punto principale e la sostanza dei sacramenti, così come un solo Dio ne è l’autore. Per cui essi sono stati dati ai due popoli come segni e suggelli della grazia e promesse di Dio, ricor­dando loro i suoi grandi benefici, e per separare i fedeli di tutte le altre religioni del mondo; in breve, per essere ricevuti spiri­tualmente per fede e legare alla Chiesa coloro che li riceve­ranno e ammonirli circa il loro dovere. In queste cose quindi e in quelle ad esse simili i sacramenti dei due popoli si accordano bene, pur essendo diversi quanto ai segni. Noi poniamo anche un’altra differenza ancora maggiore: i nostri [sacramenti] sono più solidi e duraturi, continuando fino alla fine del mondo; inoltre, essi testimoniano che la promessa e la realtà, il cui compimento era significato dagli antichi sacra­menti, è stata compiuta o realizzata pienamente in Cristo. I no­stri sono anche più semplici e richiedono minor sforzo e la­voro, minori costi e sono avvolti da meno cerimonie[6]. Inoltre, essi appartengono a un popolo molto più grande di quello di Israele, cioè a tutte le chiese sparse nel mondo intero; infine, essendo più chiari e facili e aumentando in noi la fede me­diante lo Spirito Santo, noi otteniamo attraverso di essi una maggiore abbondanza di spirito.

I nostri sacramenti succedono agli antichi, i quali sono ora abrogati

Senza dubbio, quando Cristo vero Messia ci è stato donato e con lui è stata effusa sul nuovo popolo tutta l’abbondanza della grazia, i sacramenti dell’antico popolo sono stati abrogati e sono terminati e al loro posto sono stati messi i simboli del Nuovo Testamento: al posto della circoncisione il battesimo e al posto dell’agnello pasquale e dei sacrifici la Cena del Si­gnore.

In che cosa consistono i sacramenti

Ora come i sacramenti erano anticamente composti di Parola, segni e cosa significata, così lo sono anche i nostri. Infatti, ciò che prima non era affatto sacramento viene fatto sacra­mento mediante la parola di Dio, essendo consacrato dalla Pa­rola e dichiarato santificato da colui che lo ha ordinato. Ora santificare o consacrare altro non è che dedicare qualcosa a Dio e agli usi sacri, separarla cioè dall’uso comune e profano e destinarla a qualche uso santo e sacro. Nei sacramenti i segni sono presi infatti dall’uso comune, cioè dalle cose esteriori e vi­sibili. Nel battesimo, l’elemento dell’acqua e il lavacro visibile compiuto ad opera del ministro è il segno, ma la cosa signifi­cata è la rigenerazione o la purificazione dei nostri peccati. Così, nella Cena del Signore, il pane e il vino sono i segni deri­vati dall’uso comune del mangiare e del bere e la cosa da essi significata è il corpo del Signore dato per noi e il suo sangue versato o la comunione del corpo e del sangue del Signore. L’acqua, il pane e il vino, per loro natura e indipendentemente dall’ordinanza del Signore e dal santo uso per il quale vengono impiegati non sono infatti nulla di diverso da ciò che si chiama comunemente acqua, pane e vino, di cui noi facciamo uso quo­tidiano. Ma quando vi si aggiunge la parola del Signore, con l’invocazione del Suo Nome, rinnovando la loro prima ordi­nanza e santificazione, allora queste cose sono consacrate e di­chiarate santificate dal Cristo. La prima ordinanza e consacra­zione dei sacramenti, fatta da Gesù Cristo, conserva infatti sempre nella Chiesa la propria virtù, al punto che coloro che ce­lebrano i sacramenti come il Signore ha comandato di fare, go­dono ancor oggi di questa prima consacrazione eccellente fra tutte. È questo il motivo per cui, nella celebrazione dei sacra­menti, si recitano le parole stesse di nostro Signore Gesù Cri­sto.

I segni prendono il nome delle cose significate

Del resto, poiché la parola di Dio ci insegna che queste cose esteriori sono ordinate dal Signore a un altro fine rispetto al loro uso comune, noi insegniamo che i segni, nei sacramenti, prendono i nomi delle realtà significate e non sono più chia­mati semplicemente acqua o pane e vino, ma anche rigenera­zione o lavacro di rinnovamento, come pure corpo e sangue del Signore o segni e sacramenti del corpo e del sangue del Si­gnore; non che i segni siano cambiati nelle cose significate e cessino di essere ciò che erano di loro natura (dato che altri­menti i sacramenti non sarebbero sacramenti, se consistessero soltanto nelle realtà significate, essendo aboliti i segni di que­ste ultime).

L’unione sacramentale

I segni, però, prendono i nomi delle cose che essi si­gnificano, essendo segni misteriosi e segreti delle realtà sacre ed essendo i segni e le realtà significate congiunti sacramental­mente, congiunte e unite cioè mediante una significazione misteriosa e grazie alla volontà e al consiglio di colui che ha ordi­nato i sacramenti. L’acqua, il pane e il vino non sono infatti se­gni comuni e volgari, ma sacri. E colui che ha ordinato l’acqua del battesimo non l’ha ordinata solo perché i fedeli fossero semplicemente aspersi con l’acqua del battesimo; così pure, co­lui che ha comandato che nella Cena si mangiasse il pane e si bevesse il vino non ha voluto che i fedeli ricevessero semplice­mente del pane e del vino, senza mistero, come si mangia co­munemente pane e si beve vino nelle proprie case, ma che co­municassero spiritualmente con le realtà significate e fossero veramente purificati dai loro peccati mediante la fede e parte­cipassero a Gesù Cristo.

Le sétte

Per cui, noi non approviamo affatto coloro che attribuiscono la santificazione dei sacramenti a non so quali proprietà e alla recita o virtù delle parole pronunciate da colui che consa­cra e ha intenzione di consacrare o ad altre cose aggiunte che né Gesù Cristo né gli apostoli non ci hanno mai dato né a voce né con l’esempio. Così pure non approviamo la dottrina di co­loro che parlano dei sacramenti come di segni comuni e non santificati né aventi alcuna efficacia o virtù. Allo stesso modo non siamo d’accordo con coloro che, a causa delle cose invisi­bili, disprezzano nei sacramenti ciò che è visibile e ritengono addirittura che i segni sono per loro inutili, poiché sono per­suasi di godere già delle cose da essi significate. Tali sono stati (come si dice) i messaliani[7].

La cosa significata non è né inclusa né legata ai sacramenti

Non approviamo neppure la dot­trina di coloro che insegnano che la grazia e le realtà significate sono talmente attaccate e comprese nei segni che chiunque partecipa ai segni esteriori, per quanto cattivo possa essere, partecipa anche interiormente sia alla grazia che alle realtà si­gnificate. Tuttavia, come non giudichiamo dell’integrità e dignità dei sacramenti in base al fatto che i ministri siano degni o in­degni, così non li stimiamo in base alla condizione di coloro che li ricevono, poiché riconosciamo che l’integrità dei sacramenti dipende dalla fede o verità e pura bontà di Dio. E come la parola di Dio rimane vera parola di Dio, mediante la quale non si pronunciano soltanto delle parole predicando, ma quando, mediante queste parole, ci vengono offerte da Dio anche le realtà significate, sebbene i cattivi o increduli che ascoltano le parole e le comprendono non godono affatto per questo delle realtà significate, dato che non le ricevono con vera fede, così i sacramenti, composti di Parola, segni e realtà significate, restano veri e integri sacramenti non solo perché significano le realtà sacre, ma anche per il fatto che Dio offre e presenta le realtà significate, sebbene gli increduli non li ri­cevano affatto, nonostante esse siano loro offerte e questo ac­cade per colpa degli uomini, che ricevono i sacramenti illegit­timamente e senza fede e non per colpa di Dio che li dona e li offre, anche se in ogni caso l’incredulità nei loro confronti non può rendere vana o distruggere la fedeltà e verità di Dio (Ro. 3:3-4).

Lo scopo per cui furono istituiti i sacramenti

Ora poiché fin dall’inizio, esponendo che cosa era un sa­cramento, abbiamo anche brevemente dimostrato il motivo per cui sono stati ordinati, non c’è alcun bisogno di ripetere, stancando il lettore, ciò che è stato già detto. Tratteremo dun­que distintamente dei sacramenti del nuovo popolo.


Note

[1] O “simboli mistici”.

[2] O “istituito”.

[3] Ad essa congiunta.

[4] O “Ci distingue”.

[5] Lett. “dei Papisti”.

[6] Cerimonie meno sontuose.

[7] Monaci del IV secolo che combattevano il peccato con la sola preghiera e rifiutavano tutti gli altri mezzi della grazia.



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