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indice - domenica 38


Trentaseiesima e trentasettesima domenica

D. 99. Che cosa vuole il terzo comandamento?

R. Che non bestemmiamo né profaniamo il nome di Dio, im­precando (264) o prestando falsi giuramenti (265) o giurando senza alcuna necessità (266) e che non ci rendiamo neppure complici di un così orribile peccato con il nostro silenzio e la nostra connivenza (assistendo in silenzio alla bestemmia) (267). In una parola, che non abbiamo in bocca il santo nome di Dio se non con timore e ve­nerazione (268), affinché esso sia veramente confessato (269), invocato (270) e glorificato in ogni nostra pa­rola ed opera (271).

D. 100. Il bestemmiare il nome di Dio, giurando e imprecando, è quindi un peccato così grande che Dio s'irrita an­che contro coloro che non contribuiscono per quanto è in loro potere a impedirlo e ad interdirlo?

R. Sì, certamente (272). Non vi è, infatti, maggior peccato, né cosa che irriti maggiormente Dio, del fatto di bestemmiare il suo nome. Per questo egli ha anche ordinato di punirlo con la morte (273).

D. 101. Si può ciononostante prestare giuramento usando il nome di Dio senza mettere a repentaglio la propria salvezza?

R. Sì, quando il governo lo richiede ai suoi sudditi o la ne­cessità lo esige per conservare e promuovere la fedeltà e la ve­rità, per la gloria di Dio e la salvezza del prossimo. Tali giura­menti sono basati infatti sulla parola di Dio (274), e, di conseguenza, i santi, sia sotto l'antica che sotto la nuova alleanza (275), ne hanno fatto un giusto uso.

D. 102. Si può prestare giuramento anche mediante i santi o altre creature?

R. No. Un giuramento legittimo è infatti un'invocazione di Dio perché lui, che solo conosce i cuori, voglia rendere testi­monianza alla verità e punirmi se ne presto un falso (276); ora un tale onore non spetta di diritto a nessuna creatura (277).

Riferimenti biblici

  • (264) "Il figlio di una donna israelita e di un Egiziano, trovandosi in mezzo a degli Israeliti, venne a diverbio con un figlio d'Israele. Il figlio della israelita bestemmiò il nome del SIGNORE e lo maledisse; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selomit ed era figlia di Dibri, della tribù di Dan. Lo misero in prigione, in attesa di sapere che cosa il SIGNORE ordinasse di fare. E il SIGNORE parlò a Mosè, e gli disse: «Conduci quel bestemmiatore fuori dal campo; tutti quelli che lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapidi. Poi dirai ai figli d'Israele: "Chiunque maledirà il suo Dio porterà la pena del suo peccato. Chi bestemmia il nome del SIGNORE dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del SIGNORE, sarà messo a morte" (Le. 24:10-16).
  • (265) "Non giurerete il falso, usando il mio nome; perché profanereste il nome del vostro Dio. Io sono il SIGNORE" (Le. 19.12).
  • (266) "Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno" (Mt. 5:37); "Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio" (Gm. 5:12).
  • (267) "Una persona pecca se, udite le parole di giuramento, quale testimone non dichiara ciò che ha visto o ciò che sa. Porterà la propria colpa" (Le. 5:1); "Chi fa società con il ladro odia sé stesso; egli ode la maledizione e non dice nulla" (Pr. 29:24).
  • (268) "Il SIGNORE regna: tremino i popoli. Egli siede sui cherubini: la terra è scossa. Il SIGNORE è grande in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. Lodino essi il tuo nome grande e tremendo. Egli è santo. Lodino la forza del Re che ama la giustizia; sei tu che hai stabilito il diritto, che hai esercitato in Giacobbe il giudizio e la giustizia. Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e prostratevi davanti allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo" (Sl.99:1-5); "Per me stesso io l'ho giurato; è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia, e non sarà revocata: Ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento" (Is. 45:23); "...se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno»" (Gr. 4:2).
  • (269) "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli" (Mt. 10:32,22); "...perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati" (Ro. 10:9,10).
  • (270) "Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE; poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai»" (Sl. 50:14,15); "Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute" (1 Ti. 2:8).
  • (271) "Infatti, com'è scritto: «Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri»" (Ro. 4:24); "Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui" (Cl. 3:17); "Tutti quelli che sono sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni onore, perché il nome di Dio e la dottrina non vengano bestemmiati" (1 Ti. 6:1).
  • (272) "Una persona pecca se, udite le parole di giuramento, quale testimone non dichiara ciò che ha visto o ciò che sa. Porterà la propria colpa" (Le. 5:1).
  • (273) "Chi bestemmia il nome del SIGNORE dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del SIGNORE, sarà messo a morte" (Le. 24:16).
  • (274) "Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome" (De. 6:13); "Temi il SIGNORE, il tuo Dio, servilo, tieniti stretto a lui e giura nel suo nome" (De. 10:20); "«Israele, se tu torni», dice il SIGNORE, «se tu torni da me, se togli dalla mia presenza le tue abominazioni, se non vai più vagando qua e là, se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno»" (Gr. 4:1,2); "Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione" (Eb. 4:1,2).



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