Catmagwest105-5
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D. 105. Quali sono i peccati proibiti nel primo comandamento?
R. I peccati proibiti nel primo comandamento sono: (...)
(32) fare degli uomini i signori della nostra fede e coscienza;
(33) insultare e disprezzare Dio ed i suoi comandamenti;
(34) resistere al suo Spirito e contristarlo,
(35) la scontentezza e l’impazienza per le sue dispensazioni, accusarlo stoltamente dei mali che egli c’infligge;
(36) attribuire la lode di qualsiasi bene noi siamo, abbiamo o possiamo fare, alla fortuna, agli idoli, a noi stessi, o a qualsiasi altra creatura.
Riferimenti biblici
- Non dobbiamo permettere che esseri umani signoreggino sulla nostra fede e coscienza. "Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state saldi" (2 Corinzi 1:24); "Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli" (Matteo 23:9).
- Il peccato di disprezzare Dio ed i Suoi comandamenti. "Iesurun si è fatto grasso e ha recalcitrato, si è fatto grasso, grosso e pingue, ha abbandonato il Dio che lo ha fatto
e ha disprezzato la Rocca della sua salvezza" (Deuteronomio 32:15); "Perché dunque hai disprezzato la parola del SIGNORE, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l'Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon" (2 Samuele 12:9); "Chi disprezza la parola si costituisce, di fronte a essa, debitore, ma chi rispetta il comandamento sarà ricompensato." (Proverbi 13:13).
- Il peccato di resistere e di rattristare lo Spirito Santo. "Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d'orecchi, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi" (Atti 7:51); "Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione" (Efesini 4:30).
- Il peccato di essere scontenti di ciò che Dio ci dispensa e di lamentarcene. "Ma quasi inciamparono i miei piedi; poco mancò che i miei passi non scivolassero. Poiché invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi ... Invano dunque ho purificato il mio cuore
e ho lavato le mie mani nell'innocenza! Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: «Parlerò come loro», ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli ... ero insensato e senza intelligenza; io ero di fronte a te come una bestia" (Salmo 73:2-3, 13-15,22); "In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa" (Giobbe 1:22).
- E' sbagliato attribuire al caso un qualsiasi avvenimento della nostra vita. "" (1 Samuele 7:7-9).
- E' cosa malvagia attribuire successo e prosperità ad idoli o falsi dei. "...ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo. Ti sono stati portati i vasi della casa di Dio e in essi avete bevuto tu, i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine; tu hai lodato gli dèi d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie" (Daniele 5:23).
- Non possiamo accreditare a noi stessi nulla di buono che noi siamo, abbiamo o possiamo fare. "Guàrdati dunque dal dire in cuor tuo: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno procurato queste ricchezze" (Deuteronomio 8:17); "Il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?»" (Daniele 4:30).
- Non dobbiamo considerare creatura alcuna come la fonte delle benedizioni o del successo di cui possiamo godere. "Per questo fa sacrifici alla sua rete e offre profumi al suo giacchio;
perché gli provvedono una ricca porzione e un cibo succulento." (Abacuc 1:16).
Commento
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