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6. D. Che cosa ci fanno conoscere le Scritture su Dio?

Risp. Le Scritture ci fanno conoscere che cos’è Dio, le persone nell’Essenza di Dio, i Suoi decreti, e l'esecuzione dei Suoi decreti.

Riferimenti biblici

  • Ciò che Dio è. "Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6); "Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità" (Giovanni 4:24).
  • Le Persone nell'Essenza di Dio. "Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno" (1 Giovanni 5:7); "La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti vo" (2 Corinzi 13:13).
  • I decreti di Dio. "Simone ha raccontato come per la prima volta Dio ha visitato i gentili per scegliersi da quelli un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come è scritto... A Dio sono note da sempre tutte le opere sue" (Atti 15:14-15, 18).
  • L'esecuzione dei decreti di Dio. "Poiché proprio contro il tuo santo Figlio Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato con i gentili e il popolo d'Israele, per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero" (Atti 4:27-28).

Commento

Ciò che la Bibbia rivela su Dio può essere suddiviso in quattro argomenti:

  • L'essenza di Dio, ciò che Dio è.
  • Le Persone che sussistono (consistono) nell'Essenza di Dio (il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo).
  • I decreti di Dio, vale a dire ciò che Dio ha progettato, stabilito di realizzare prima che esistesse l'universo.
  • L'esecuzione dei decreti di Dio, il modo in cui Dio realizza, porta avanti ciò che ha deciso nella Creazione e nella Provvidenza.

Possiamo dividere queste informazioni su Dio in due parti:

  • Informazioni su Dio stesso.
  • Informazioni sulle opere di Dio.

Ulteriori questioni

Perché la Bibbia non presenta alcuna argomentazione per provare che Dio esiste?

La Bibbia menziona il fatto che Dio rivela Sé stesso attraverso le opere della Creazione (la natura) e nel cuore umano, come pure che questa rivelazione naturale testimoni della Sua esistenza (Salmo 19:1; Romani 1:20). Oltre a questi riferimenti sulla rivelazione naturale, la Bibbia non cerca di provare l'esistenza di Dio. La Bibbia non presenta in alcun suo luogo un'argomentazione formale per dimostrare che Dio esiste. Al contrario, la Bibbia parte dal suo stesso primo versetto presumendo, dando per scontata, l'esistenza di Dio, e proseguendo a parlarci della Sua natura, carattere ed opere.

Proprio perché Dio si rivela nel creato e nel cuore umano, è naturale per le creature umane credere nell'esistenza di Dio. È proprio partendo dal presupposto dell'esistenza di Dio che di fatto la Bibbia presenta la più grande argomentazione possibile per l'esistenza di Dio. Questo stesso presupposto dell'esistenza di Dio è la chiave per farci comprendere gli innumerevoli misteri della natura e della vita umana. Supponete che poniamo il presupposto contrario, cioè che Dio non esista - immediatamente tutto sprofonda nella futilità e in insolubili misteri: l'universo, la vita umana, la nostra stessa anima...

La persona che non è disposta a presupporre che Dio esista ha la responsabilità di dimostrarci che la sua teoria sull'inesistenza di Dio comporta una spiegazione migliore e più credibile dell'universo e della vita umana di quella presentata nella Bibbia. Naturalmente, l'ateo e l'agnostico non sono in grado di farlo.

Quando noi seguiamo la Bibbia e partiamo dal presupposto dell'esistenza di Dio come fa la Bibbia, allora ogni fatto dell'universo diventa un'argomentazione in favore della Sua esistenza. Non c'è, infatti, un solo singolo fatto dovunque che possa essere meglio spiegato negando l'esistenza di Dio più che affermandola.

Che cosa dice la Bibbia sul carattere dell'ateismo?

"Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio»" (Salmo 53:1). La persona che nega l'esistenza di Dio è uno stolto proprio perché insiste nel negare il più grande di tutti i fatti. Nella Bibbia il termine "stolto" implica non solo l'idea di una debolezza mentale, ma anche di perversione morale.

Supponete che il cittadino di una grande nazione neghi pervicacemente l'esistenza e la legittimità del suo governo e pretenda di non avere alcun obbligo verso di esso, dato che nega la sua esistenza. È l'atteggiamento di chi pretende di essere legge a sé stesso, di fare ciò che soggettivamente ritiene più opportuno. Rifiuta di pagare le tasse e di sottomettersi a qualsiasi regola della nazione in cui abita, anzi, è impegnato a discreditare il governo e combattere tutto ciò che lo stato è e compie non perché lo voglia sostituire con un altro, ma perché non vuole alcun governo!

È ovvio che una tale persona sarebbe considerata non solo priva di buon senso, ma sarebbe considerata un criminale che non sfuggirà alle sanzioni che lo stato prevede per ogni trasgressore e ribelle, quali che siano le sue idee sull'esistenza o legittimità dello stato. Le sue persuasioni al riguardo non lo sottrarranno dalle conseguenze della su "incredulità". Eppure, persino più assurdo è l'atteggiamento dell'ateo che deve a Dio la sua stessa vita eppure nega che Dio esista e che abbia verso di Lui responsabilità alcuna.


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