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D/R 69 - indice - D/R 71


70. D. Che cos'è la giustificazione?

R. La giustificazione è un atto della della grazia (gratuita) di Dio verso peccatori, per la quale Egli perdona tutti i loro peccati, li accetta e considera le loro persone come giuste ai Suoi occhi, non sulla base di alcunché sia operato in loro o fatto da loro, ma soltanto sulla base della perfetta ubbidienza e piena soddisfazione di Cristo, da Dio imputata loro e ricevuta solo per fede.

Riferimenti biblici

  • La giustificazione è un atto della gratuita grazia di Dio verso peccatori. "... vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato ... mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede è messa in conto come giustizia" (Romani 3:22-25; 4:5).
  • Nella giustificazione, Dio non solo perdona tutti i peccati di una persona, ma pure accetta quella persona come positivamente giusta agli occhi di Dio. "... tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" (2 Corinzi 5:19-21); " ...vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio -ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge" (Romani 3:22-28).
  • La giustificazione non è basata sul carattere o sulle opere della persona giustificata, e nemmeno sull'opera dello Spirito Santo nel suo cuore, ma è strettamente "secondo la Sua misericordia" e basata sulla giustizia di Cristo e sulla "redenzione attraverso il Suo sangue". "... egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna" (Tito 3:5-7); "In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia" (Efesini 1:7).
  • Nella giustificazione i meriti della giustizia e dell'ubbidienza di Cristo vengono "imputati", accreditati, "messi sul conto" della persona giustificata, la quale riceve questa "giustizia imputata" come un libero dono di Dio. "Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l'ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti. ... Così pure Davide proclama la beatitudine dell'uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere, dicendo: «Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. Beato l'uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato»" (Romani 5:17-19; 4:6-8).
  • La fede è il mezzo della giustificazione, o l'anello di congiunzione fra il peccatore e la giustizia di Cristo. "Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome" (Atti 10:43); " ...sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato" (Galati 2:16); "...e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede" (Filippesi 3:9).

Commento

Ci sono sempre coloro che coltivano illusioni sulla natura umana e che ritengono, contro ogni evidenza e, soprattutto contro le precise affermazioni delle Sacre Scritture, che nell'essere umano vi sia, anche solo potenzialmente, della bontà che possa essere riconosciuta da Dio tanto da poterci "guadagnare il paradiso". C'è sempre chi si illude che l'essere umano, a determinate condizioni e magari con "un aiutino", possa essere considerato "giusto" ed essere ammesso nel favore di Dio. Se "i giusti" secondo i criteri dell'umanesimo possono esistere ed essere riconosciuti ed onorati come tali, secondo il metro della giustizia di Dio di essi proprio in questo mondo non c'è traccia. L'Antico ed il Nuovo Testamento sono del tutto concordi: "Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno" (Romani 3:10). La Bibbia dichiara l'umanità colpevole e irrimediabilmente condannata: "...affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio" (Romani 3:19).

Dio, però, non solo manifesta la Sua giustizia nella condanna dell'umanità, ma anche la Sua misericordia quando decide di concedere la grazia della salvezza ad un numero scelto di creature umane attraverso la Persona e l'opera di Gesù Cristo. Egli così affida questi peccatori "alle Sue cure" affinché siano spiritualmente rigenerati e, diventando così giusti e compatibili con la Sua santità, possano essere ammessi nella gloria della comunione con Dio.

Uno dei benefici dell'opera salvifica di Cristo è chiamato, nella Bibbia, "giustificazione", la giustificazione dei peccatori eletti a salvezza. Che significa questo termine?

Il termine "giustificazione", così come sta in italiano, può dare luogo ad equivoci. Quando è usato nel contesto della teologia biblica e riformata, "giustificazione" non ha a che fare con il significato che comunemente si dà a questo termine, vale a dire: "spiegazione dei motivi di un comportamento, argomento che discolpa" (come ad esempio, le giustificazioni scolastiche. Non è del tutto esatta, anzi, doppiamente errata, nemmeno l'accezione del significato che dà a giustificazione, per esempio, il Vocabolario Treccani, vale a dire: "In teologia, l’opera di Dio che, con la sua grazia, rende giusto l’uomo, capace cioè di partecipare all’opera redentrice di Gesù Cristo".

Il termine "giustificazione" nella teologia biblica e riformata, è quello di riconoscere giusto. La giustificazione è l'azione per la quale Dio dichiara legalmente giusto un peccatore, altrimenti colpevole e condannato, allorché egli affida l'intera sua vita al Signore e Salvatore Gesù Cristo. Perché viene dichiarato giusto? Perché Gesù Cristo ha pagato il prezzo della sua salvezza morendo in croce per espiare i suoi peccati e gli viene attribuita la giustizia conseguita dalla vita immacolata di Cristo. Dio, quindi, non rende (fa) giusto il peccatore credente, ma lo dichiara giusto in virtù non di ciò che egli sia o abbia fatto, ma in virtù di quello che Cristo ha fatto per lui.

Il peccatore credente non è (ancora) giusto di per sé stesso, ma Cristo se ne fa carico come suo Garante e, grazie a Cristo, viene accolto da Dio. Con Gesù quel peccatore diventerà sicuramente poi giusto attraverso il processo di santificazione iniziato in lui e che culminerà nella sua finale glorificazione, quando egli lascerà la vita terrena. Allora, e solo allora, ogni traccia di peccato (di ingiustizia) verrà completamente rimossa. Nom quindi,, "fatto giusto", ma "dichiarato giusto" sulla base dell'opera di Cristo in suo favore. E' errato anche quanto aggiunge il vocabolario Treccani: "...capace cioè di partecipare all’opera redentrice di Gesù Cristo" perché la giustificazione non rende capaci di partecipare all'opera redentrice di Cristo, ma è l'opera redentrice di Cristo che gli permette di essere dichiarato giusto davanti a Dio. L'essere giusto non è il requisito del poter ricevere la grazia di Dio, ma si riceve la grazia di Dio per essere dichiarati giusti e per diventarlo gradualmente, come afferma l'Apostolo al riguardo degli eletti: "Dio ... mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Romani 5:8).

Ecco così la precisa definizione di "giustificazione" data dal Catechismo maggiore di Westminster: "La giustificazione è un atto della della grazia (gratuita) di Dio verso peccatori, per la quale Egli perdona tutti i loro peccati, li accetta e considera le loro persone come giuste ai Suoi occhi, non sulla base di alcunché sia operato in loro o fatto da loro, ma soltanto sulla base della perfetta ubbidienza e piena soddisfazione di Cristo, da Dio loro imputata loro e ricevuta solo per fede".

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