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+ | XXIV. Dato che Gesù Cristo è il nostro unico avvocato (1 Gv. 2:1-2; 1 Ti. 2:5; At. 4:12) e che ci ordina di avvicinarci familiarmente al Padre nel suo nome (Gv. 16:23-24), e dato anche che non ci è consentito pregare se non nella forma che Dio ci ha prescritto attraverso la sua Parola (Mt. 6,9ss; Lu 1 l,2ss), noi crediamo che tutto ciò che gli uomini hanno immaginato circa l'intercessione dei santi defunti non è che abuso e inganno di Satana per sviare gli uomini dalla forma della buona preghiera (At. 10:25-26; 14:15; Ap. 19:10; 22:8-9). Noi rigettiamo quindi anche tutti gli altri mezzi che gli uomini credono di possedere per redimere se stessi davanti a Dio come mezzi che recano offesa al sacrificio della morte e passione di Gesù Cristo. Consideriamo, infine, il purgatorio come illusione derivante da quella stessa fabbrica da cui sono venuti i voti monastici, i pellegrinaggi, le proibizioni del matrimonio e dell'uso delle carni, l'osservanza rituale dei giorni, la confessione auricolare, le indulgenze e tutte le altre cose del genee con cui si pensa di meritare la grazia e la salvezza (Mt. 15:11; 6:16-18; At. 10:14-15; Ro. 14:2; Ga. 4:9-10; Cl. 2:18-23; 1 Ti. 4:2-5), tutte cose che noi rigettiamo non solo per la falsa opinione del merito che vi è connessa, ma anche perché sono invenzioni umane che impongono un giogo alle coscienze. |
Current revision as of 14:34, 27 July 2011
articolo XXIII - indice - articolo XXV
XXIV. Dato che Gesù Cristo è il nostro unico avvocato (1 Gv. 2:1-2; 1 Ti. 2:5; At. 4:12) e che ci ordina di avvicinarci familiarmente al Padre nel suo nome (Gv. 16:23-24), e dato anche che non ci è consentito pregare se non nella forma che Dio ci ha prescritto attraverso la sua Parola (Mt. 6,9ss; Lu 1 l,2ss), noi crediamo che tutto ciò che gli uomini hanno immaginato circa l'intercessione dei santi defunti non è che abuso e inganno di Satana per sviare gli uomini dalla forma della buona preghiera (At. 10:25-26; 14:15; Ap. 19:10; 22:8-9). Noi rigettiamo quindi anche tutti gli altri mezzi che gli uomini credono di possedere per redimere se stessi davanti a Dio come mezzi che recano offesa al sacrificio della morte e passione di Gesù Cristo. Consideriamo, infine, il purgatorio come illusione derivante da quella stessa fabbrica da cui sono venuti i voti monastici, i pellegrinaggi, le proibizioni del matrimonio e dell'uso delle carni, l'osservanza rituale dei giorni, la confessione auricolare, le indulgenze e tutte le altre cose del genee con cui si pensa di meritare la grazia e la salvezza (Mt. 15:11; 6:16-18; At. 10:14-15; Ro. 14:2; Ga. 4:9-10; Cl. 2:18-23; 1 Ti. 4:2-5), tutte cose che noi rigettiamo non solo per la falsa opinione del merito che vi è connessa, ma anche perché sono invenzioni umane che impongono un giogo alle coscienze.