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Prefazione

L’urgenza di un’istruzione bpermanente nella comunità cristiana

Il Riformatore Martin Lutero, nel 1529, sulla situazione del cristianesimo in Germania, scriveva queste parole:

“La lamentevole, misera situazione recentemente conosciuta compiendo il mio ufficio di visitatore, mi ha costretto a scrivere questo catechismo o dottrina cristiana in forma breve e semplice. Buon Dio, quanta miseria ho visto: l’uomo del popolo, specialmente nei villaggi, non sa nulla della dottrina cristiana, e purtroppo molti pastori sono quasi inetti e incapaci di insegnare. Eppure devono tutti chiamarsi cristiani e partecipare ai santi sacramenti, ma non sanno il Padre Nostro, né il Credo, né il Decalogo. Vivono come il buon bestiame (...). O pastori, come vorrete rendere conto di ciò a Cristo, voi che avete lasciato il popolo errare tanto ergognosamente e non avete neppure per un momento badato al vostro ufficio? Che non vi colpisca il giudizio per questo! (...) Perciò, per l’amore di Dio, io prego voi tutti (...) che siete pastori e predicatori, di curarvi seriamente del vostro ufficio e di avere compassione del vostro popolo, che vi è stato affidato, aiutandoci a diffondere il catechismo fra la gente, specialmente tra la gioventù (...)” (Enchiridion, il piccolo catechismo per pastori e predicatori indotti, 1529, in Scritti religiosi di Martin Lutero, a cura di Valdo Vinay, Torino: UTET, 1967, p. 676)

E’ questa la situazione anche da noi? Senza dubbio la maggior parte della gente non saprebbe spiegare in modo adeguato il contenuto della fede evangelica, né saprebbe rispondere e contraddire, Bibbia alla mano, coloro che spesso bussano alla nostra porta ritenendosi i migliori fra i cristiani, criticando le nostre chiese e proponendoci di organizzare uno studio biblico nelle nostre case. In realtà, sotto l’apparenza di pietà, questa gente non si propone altro che introdurre nel nostro mezzo “eresie di perdizione”. Ciò che essi propongono, in realtà lo dovremmo fare noi, nel senso che, per sovvenire alla sempre più grande mancanza di istruzione biblica della nostra gente, dovremmo noi organizzare piccole cellule domestiche dove si studi la base della dottrina cristiana.

Fin dall’inizio del mio ministero cristiano, infatti, avevo un sogno: organizzare in ogni villaggio e quartiere un gruppo di persone che si riunisca regolarmente nelle case per studiare la Parola di Dio, pregare e cantare Salmi al Signore. La cosa sembra strana per molti che a questi incontri, per altro comuni altrove, non sono abituati: una cellula di persone che prende sul serio come dovrebbe, il compito di confrontarsi seriamente con la Parola di Dio e di crescere nella conoscenza, nella fede e nella qualità della propria ubbidienza al Signore. Che cosa l’ha impedito? Infondate paure e pregiudizi, pigrizia, negligenza, apparente mancanza di tempo. Il confronto di gruppo con la Parola di Dio, rimane, però, essenziale alla fede cristiana, e questo non lo può sostituire il culto domenicale, per altro non abbastanza frequentato.

La cellula cristiana domestica, era da sempre stata nelle intenzioni della Riforma protestante. Così scrive Martin Lutero in un suo scritto a proposito del culto:

“...La terza forma, che dovrebbe essere la vera maniera dell’ordine liturgico evangelico, non si dovrebbe praticare così, sulla pubblica piazza in mezzo a tutto il popolo. Coloro che desiderano essere seriamente cristiani e confessare l’Evangelo con atti e con parole, dovrebbero iscriversi nominalmente e radunarsi a parte, in qualche casa, per la preghiera, per la lettura, il battesimo, la celebrazione del sacramento, e la pratica di altre opere cristiane (...). Ma non posso né voglio ancora organizzare e preparare una tale comunità ed assemblea, perché non ho ancora la gente e le persone per un tale compito, e non vedo molto chi ne senta l’urgenza. Se però lo dovessi fare e vi fossi costretto al punto da non potere, in buona coscienza, tralasciarlo, allora farei volentieri ciò che dipende da me e aiuterei il più possibile (...) [M. Lutero, Messa in volgare e ordine del servizio divino, Prefazione (1526).

Quello che Lutero riteneva di non poter ancora fare nel suo tempo, è nostra possibilità e preciso dovere fare noi. Dobbiamo conoscere, attraverso quello che tradizionalmente si chiama Catechismo, la base della fede cristiana, imparare a pregare ed approfondire la nostra vita di fede. Guai a ritenere che tutto questo riguardi solo gli adolescenti che si preparano al battesimo o alla confermazione. Anche se lo si facesse con loro nel migliore dei modi, avremmo pur sempre bisogno di “corsi di ripetizione”. Li ritengono necessari per il pronto soccorso: non dovremmo ancora di più ritenerlo indispensabile per il pronto soccorso spirituale? Abbiamo dunque la necessità urgente e improrogabile di una vera e propria “educazione permanente” in campo spirituale. Troverò la necessaria collaborazione? La Parola di Dio esorta i pastori, infatti, “Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio” (Ap. 3:2).

Past. Paolo Castellina, dicembre 2003

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