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The Third Warrant and Special Motive to Believe in Christ, Is the Strait and Awful Command of God, Charging All the Hearers of the Gospel to Approach to Christ in the Order Set Down by Him, and to Believe in Him; Holden Forth, 1 John 3:23.
 
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This is his commandment, That we should believe on the name of his Son Jesus Christ, and love one another, as he gave us commandment.
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La terza conferma e motivazione speciale a credere in Cristo è lo stretto e terribile comando di Dio, che impone a tutti coloro che odono l'Evangelo di accostarsi a Cristo nei Suoi termini e di credere in Lui, così come espresso in 1 Giovanni 3:23
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Wherein the apostle giveth us to understand these five doctrines:
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::''"Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato"''.
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That if any man shall not be taken with the sweet invitation of God, nor with the humble and loving request of God, made to him to be reconciled, he shall find he hath to do with the sovereign authority of the highest Majesty; for "this is his commandment, that we believe in him," saith he.
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In questo testo l'Apostolo ci da da comprendere le seguenti cinque dottrine:
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That if any man look upon this commandment as he hath looked heretofore upon the neglected commandments of the law, he must consider that this is a command of the gospel, posterior to the law, given for making use of the remedy of all sins; which, if it be disobeyed, there is no other command to follow but this, "Go, ye cursed, into the everlasting fire of hell;" for "this is his commandment;" the obedience of which is most pleasant in his sight, Ver. 22. and without which it is impossible to please him, Heb. 11:6.
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That every one who heareth the gospel, must make conscience of the duty of lively faith in Christ; the weak believer must not think it presumption to do what is commanded; the person inclined to desperation must take up himself, and think upon obedience unto this sweet and saving command; the strong believer must dip yet more in the sense of his need he hath of Jesus Christ, and more and more grow in the obedience of this command; yea, the most impenitent, profane, and wicked person must not thrust out himself, or be thrust out by others, from orderly aiming at this duty, how desperate soever his condition seems to be; for he that commands all men to believe in Christ, doth thereby command all men to believe that they are damned and lost without Christ: he thereby commands all men to acknowledge their sins, and their need of Christ, and in effect commands all men to repent, that they may believe in him. And whosoever do refuse to repent of their bygone sins, are guilty of disobedience to this command given to all hearers, but especially to those that are within the visible church: for "this is his commandment, that we should believe on the name of his Son Jesus Christ," saith he.
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*(1) Che se una qualsiasi persona non accoglie il dolce invito di Dio, né l'umile ed amorevole richiesta di Dio che gli è stata fatta di essere riconciliati, essa si troverà ben presto ad avere a che fare con la sovrana autorità della più alta Maestà, perché, Egli dice: "Questo è il suo comand[ament]o: che crediamo nel nome del Figlio suo".
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That he who obeyeth this commandment hath built his salvation on a solid ground: for, 1st, He hath found the promised Messiah, completely furnished with all perfections unto the perfect execution of the offices of Prophet, Priest, and King; for he is that Christ in whom the man doth believe. 2d, He hath embraced a Saviour, who is able to save to the uttermost, yea, and who doth effectually save every one that cometh to God through him; for he is Jesus, the true Saviour of his people from their sins. 3d, He that obeyeth this command hath built his salvation on the Rock, that is, on the Son of God, to whom it is no robbery to be called equal to the Father, and who is worthy to be the object of saving faith, and of spiritual worship: for "this is his command, (saith he) that we believe in the name of his Son Jesus Christ."
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*(2) Che se una qualsiasi persona guarda a questo comandamento nello stesso modo in cui ha guardato ai comandamenti negletti della Legge, deve considerare che questo è un comando dell'Evangelo, posteriore alla Legge, dato affinché ci avvaliamo del rimedio di tutti i peccati. Se, infatti, si disubbidisce ad esso, non vi sarà più altro comando da ubbidire che questo: ''"Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!"'' (Matteo 25:41). Non c'è, infatti, nulla che sia più gradito ai Suoi occhi che l'ubbidienza a quel comandamento (v. 22), senza il quale è impossibile piacergli (Ebrei 11:6).
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That he who hath believed on Jesus Christ, though he be freed from the curse of the law, is not freed from the command and obedience of the law, but tied thereunto by a new obligation, and a new command from Christ; which new command from Christ importeth help to obey the command: unto which command from Christ, the Father addeth his authority and command also; for "this is his commandment, (saith John,) "that we believe on the name of his Son Jesus Christ, and love one another, as he hath commanded us." The first part of which command, enjoining belief in him, necessarily implieth love to God, and so obedience to the first table; for believing in God, and loving God, are inseparable; and the second part of the command enjoineth .love to our neighbour, (especially to the household of faith,) and so obedience to the second table of the law.
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*(3) Che ciascuno che oda l'Evangelo deve sentire nella sua coscienza il dovere di una fede vivente in Cristo. Il credente debole non deve ritenere presunzione il fare ciò che è comandato. La persona incline a disperare deve ricomporsi e pensare ad ubbidire a questo dolce comando salvifico. Il credente forte deve approfondire ulteriormente il senso del bisogno che ha di Gesù Cristo, e crescere sempre di più nell'ubbidienza a questo comando. Sì, persino la persona più impenitente, profana e malvagia non deve ritenere d'esserne esclusa e dal non dover mirare ad ubbidire a questo comando per quanto disperata possa sembrare la sua condizione. Infatti, Colui che comanda a tutti di credere in Cristo, rivolge questo comando a credere proprio a coloro che sono dannati e perduti senza Cristo. Per questo Egli comanda a tutti di riconoscere i propri peccati ed il loro bisogno di Cristo. In effetti, Egli comanda a tutti di ravvedersi affinché possano credere in Lui.
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Hence may a weak believer strengthen himself, by reasoning from this ground after this manner:
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*(4) Chiunque, poi, rifiuta di ravvedersi dei suoi passati peccati è colpevole di disubbidienza a questo comando dato a tutti quelli che lo odono, ma specialmente a coloro che sono nell'ambito della chiesa visibile, perché, Egli dice: "Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo".
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*Che colui che obbedisce a questo comandamento ha edificato la sua salvezza su terreno solido:
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** (a) Egli, infatti, ha trovato il Messia promesso, completamente fornito di tutte le perfezioni necessarie per esegua perfettamente la funzione di Profeta, Sacerdote e Re. Egli, infatti, è quel Cristo in cui dobbiamo tutti credere.
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** (b) Egli ha abbracciato un Salvatore che è in grado di salvare perfettamente, anzi, Egli salva effettivamente ciascuno che venga a Dio mediante Lui. Egli, infatti, è Gesù, Colui che davvero salva il Suo popolo dai loro peccati.
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** (c) Colui che ubbidisce a questo comando ha edificato la sua salvezza sulla Roccia, vale a dire su Colui che è il Figlio di Dio, che non considera qualcosa di illecito essere chiamato uguale al Padre, e che è degno d'essere l'oggetto della fede salvifica e del culto spirituale, perché Egli dice: "Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo".
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*(5) Che colui che ha creduto in Gesù Cristo, sebbene sia libero dalla maledizione della legge, non è tuttavia libero dal comando e dall'ubbidienza alla legge, ma legato ad essa da un nuovo obbligo ed un nuovo comando di Cristo. Questo nuovo comando esige che vi si ubbidisca, "nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato", dice Giovanni. La prima parte di questo comando chiama a credere in Lui e necessariamente implica amore verso Dio e così ubbidienza alla prima tavola della Legge, perché credere in Dio ed amarlo sono inseparabili. La seconda parte del comando, poi, ci chiama ad amare il nostro prossimo, specialmente ai fratelli in fede. Questo equivale all'ubbidienza alla seconda tavola della Legge,
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Per tutte queste ragioni, un credente debole deve rafforzarsi ragionando sulla base seguente:
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"Chiunque sia consapevole della propria peccaminosità e tema l'ira di Dio, udendo questo comando di Dio, deve affrettarsi a rifugiarsi in Gesù Cristo, l'unico rimedio per il suo peccato e la sua miseria, e deve ingaggiare il suo cuore nell'ubbidienza della legge dell'amore. La sua fede non è né presuntuosa né morta. ma vera e salvifica.
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Allora io (potrebbe dire il credente debole) consapevole della mia peccaminosità e temendo l'ira di Dio, mi affretto a rifugiarmi in Gesù Cristo, l'unico rimedio del mio peccato e della mia miseria, ed ho impegnato il mio cuore ad ubbidire alla legge dell'amore. La mia fede, quindi, non è una presunzione o una fede morta, ma una fede vera e salvifica.
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"Whosoever, in the sense of his own sinfulness, and fear of God's wrath, at the command of God, is fled to Jesus Christ, the only remedy of sin and misery, and hath engaged his heart to the obedience of the law of love, his faith is not presumptuous or dead, but true and saving faith: But I, (may the weak believer say) in the sense of my own sinfulness, and fear of God's wrath, am fled to Jesus Christ, the only remedy of sin and misery, and have engaged my heart to the obedience of the law of love: Therefore my faith is not a presumptuous and dead faith, but true and saving faith.
 
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Current revision as of 21:24, 19 October 2012

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La terza conferma e motivazione speciale a credere in Cristo è lo stretto e terribile comando di Dio, che impone a tutti coloro che odono l'Evangelo di accostarsi a Cristo nei Suoi termini e di credere in Lui, così come espresso in 1 Giovanni 3:23

"Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato".

In questo testo l'Apostolo ci da da comprendere le seguenti cinque dottrine:

  • (1) Che se una qualsiasi persona non accoglie il dolce invito di Dio, né l'umile ed amorevole richiesta di Dio che gli è stata fatta di essere riconciliati, essa si troverà ben presto ad avere a che fare con la sovrana autorità della più alta Maestà, perché, Egli dice: "Questo è il suo comand[ament]o: che crediamo nel nome del Figlio suo".
  • (2) Che se una qualsiasi persona guarda a questo comandamento nello stesso modo in cui ha guardato ai comandamenti negletti della Legge, deve considerare che questo è un comando dell'Evangelo, posteriore alla Legge, dato affinché ci avvaliamo del rimedio di tutti i peccati. Se, infatti, si disubbidisce ad esso, non vi sarà più altro comando da ubbidire che questo: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!" (Matteo 25:41). Non c'è, infatti, nulla che sia più gradito ai Suoi occhi che l'ubbidienza a quel comandamento (v. 22), senza il quale è impossibile piacergli (Ebrei 11:6).
  • (3) Che ciascuno che oda l'Evangelo deve sentire nella sua coscienza il dovere di una fede vivente in Cristo. Il credente debole non deve ritenere presunzione il fare ciò che è comandato. La persona incline a disperare deve ricomporsi e pensare ad ubbidire a questo dolce comando salvifico. Il credente forte deve approfondire ulteriormente il senso del bisogno che ha di Gesù Cristo, e crescere sempre di più nell'ubbidienza a questo comando. Sì, persino la persona più impenitente, profana e malvagia non deve ritenere d'esserne esclusa e dal non dover mirare ad ubbidire a questo comando per quanto disperata possa sembrare la sua condizione. Infatti, Colui che comanda a tutti di credere in Cristo, rivolge questo comando a credere proprio a coloro che sono dannati e perduti senza Cristo. Per questo Egli comanda a tutti di riconoscere i propri peccati ed il loro bisogno di Cristo. In effetti, Egli comanda a tutti di ravvedersi affinché possano credere in Lui.
  • (4) Chiunque, poi, rifiuta di ravvedersi dei suoi passati peccati è colpevole di disubbidienza a questo comando dato a tutti quelli che lo odono, ma specialmente a coloro che sono nell'ambito della chiesa visibile, perché, Egli dice: "Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo".
  • Che colui che obbedisce a questo comandamento ha edificato la sua salvezza su terreno solido:
    • (a) Egli, infatti, ha trovato il Messia promesso, completamente fornito di tutte le perfezioni necessarie per esegua perfettamente la funzione di Profeta, Sacerdote e Re. Egli, infatti, è quel Cristo in cui dobbiamo tutti credere.
    • (b) Egli ha abbracciato un Salvatore che è in grado di salvare perfettamente, anzi, Egli salva effettivamente ciascuno che venga a Dio mediante Lui. Egli, infatti, è Gesù, Colui che davvero salva il Suo popolo dai loro peccati.
    • (c) Colui che ubbidisce a questo comando ha edificato la sua salvezza sulla Roccia, vale a dire su Colui che è il Figlio di Dio, che non considera qualcosa di illecito essere chiamato uguale al Padre, e che è degno d'essere l'oggetto della fede salvifica e del culto spirituale, perché Egli dice: "Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo".
  • (5) Che colui che ha creduto in Gesù Cristo, sebbene sia libero dalla maledizione della legge, non è tuttavia libero dal comando e dall'ubbidienza alla legge, ma legato ad essa da un nuovo obbligo ed un nuovo comando di Cristo. Questo nuovo comando esige che vi si ubbidisca, "nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato", dice Giovanni. La prima parte di questo comando chiama a credere in Lui e necessariamente implica amore verso Dio e così ubbidienza alla prima tavola della Legge, perché credere in Dio ed amarlo sono inseparabili. La seconda parte del comando, poi, ci chiama ad amare il nostro prossimo, specialmente ai fratelli in fede. Questo equivale all'ubbidienza alla seconda tavola della Legge,

Per tutte queste ragioni, un credente debole deve rafforzarsi ragionando sulla base seguente:

"Chiunque sia consapevole della propria peccaminosità e tema l'ira di Dio, udendo questo comando di Dio, deve affrettarsi a rifugiarsi in Gesù Cristo, l'unico rimedio per il suo peccato e la sua miseria, e deve ingaggiare il suo cuore nell'ubbidienza della legge dell'amore. La sua fede non è né presuntuosa né morta. ma vera e salvifica.

Allora io (potrebbe dire il credente debole) consapevole della mia peccaminosità e temendo l'ira di Dio, mi affretto a rifugiarmi in Gesù Cristo, l'unico rimedio del mio peccato e della mia miseria, ed ho impegnato il mio cuore ad ubbidire alla legge dell'amore. La mia fede, quindi, non è una presunzione o una fede morta, ma una fede vera e salvifica.

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