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*(1) Questo capitolo della Confessione tratta in primo luogo della continuità e discontinuità fra Antico e Nuovo Testamento. “Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie»” (Mt. 13:52). | *(1) Questo capitolo della Confessione tratta in primo luogo della continuità e discontinuità fra Antico e Nuovo Testamento. “Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie»” (Mt. 13:52). | ||
*(2) Sulla creatura umana, perché la trasgredisce, e così merita una giusta condanna. | *(2) Sulla creatura umana, perché la trasgredisce, e così merita una giusta condanna. | ||
- | *( | + | *(3) “...il quale ci ha anche resi ministri idonei del nuovo patto, non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita” (ND), “Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (Riv.). |
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*(4) “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” (2 Ti. 1:9,10). | *(4) “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” (2 Ti. 1:9,10). | ||
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Capitolo XII - Indice - Capitolo XIV
Contents |
Capitolo XIII
L’Evangelo di Gesù Cristo, le promesse, lo Spirito e la lettera (1).
L’Evangelo è l’opposto della Legge, perché la Legge suscita l’ira e la maledizione di Dio (2), mentre l’Evangelo ci annuncia predica] la grazia e la benedizione di Dio. Lo stesso apostolo Giovanni, infatti, ci dice: “la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Gv. 1:17).
L’Evangelo era presente anche nell’Antico Testamento
Tuttavia è assolutamente certo [indubitabile] che quanto sono vissuti prima della promulgazione della Legge e sotto la Legge, non sono stati affatto privati [mancanti] dell’Evangelo. Essi hanno infatti avuto promesse evangeliche evidenti ed importanti, come, ad esempio, le seguenti: “io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno” (Ge. 3:15); “tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce” (Ge. 22:18). Similmente: “Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh'; e a lui ubbidiranno i popoli” (Ge. 49:10). Ugualmente: “L'Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto” (Ge. 18:15; At. 3:23).
Due tipi di promesse anche agli antichi
Ora, noi riconosciamo che gli antichi padri hanno avuto due tipi di promesse, come ne abbiamo ancora noi. Le une riguardavano le cose presenti e terrene, come le promesse della terra di Canaan, delle vittorie, e quelle che durano ancora oggi per noi come quelle del pane quotidiano. Le altre promesse riguardavano allora, come lo fanno ancora oggi, le cose celesti ed eterne, cioè la grazia di Dio, la remissione dei peccati e la vita eterna [che noi conseguiamo] mediante la fede in Gesù Cristo. Del resto, gli antichi padri non hanno solo avuto promesse riguardanti cose esteriori e terrene, ma anche le promesse spirituali e celesti in Cristo. L’apostolo Pietro, infatti, dice: “Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono diligentemente i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi” (1 Pi. 1:10), Per questo pure l’apostolo Paolo dice: “…come egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture” (Ro. 1:2). Ne consegue che gli antichi padri non sono stati completamente privi dell’intero Evangelo.
Antico e nuovo nel contempo
E tuttavia, benché gli antichi padri abbiano avuto in questo modo l’Evangelo nelle Scritture dei profeti, mediante il quale essi hanno avuto per fede la salvezza in Gesù Cristo, rimane il fatto che questo termine, Evangelo, significa propriamente il gioioso e felice messaggio [annuncio di salvezza], attraverso il quale, anzitutto da Giovanni Battista, poi da Gesù Cristo stesso, e in terzo luogo, dagli Apostoli e dai loro successori, è stato annunziato [predicato] al mondo che Dio aveva compiuto la promessa da Lui fatta all’inizio del mondo e che aveva inviato, o per meglio dire, donato, agli uomini il Suo unico Figlio e il Lui la riconciliazione con il Padre, la remissione dei peccati, ogni pienezza [e perfezione] a vita eterna. Per cui a ragione si chiama Evangelo la storia descritta dai quattro evangelisti, la quale ci attesta ed espone come queste cose sono state fatte e compiute dal Cristo e ugualmente ciò che Cristo ha insegnato e compiuto, e il fatto che tutti coloro che credono in Lui vi trovano ogni compimento e pienezza. Similmente si può chiamare propriamente [meritatamente] dottrina evangelica la predicazione e gli scritti degli Apostoli, nei quali gli Apostoli espongono in che modo il Figlio ci è stato dato dal Padre, e in Lui, tutto ciò che riguarda la nostra salvezza e la vita eterna, al punto che, se essa è vera e pura, neppure oggi deve perdere un nome così eccellente [questo insigne appellativo].
Lettera e Spirito
Questa stessa predicazione dell’Evangelo viene chiamata dall’Apostolo anche lo Spirito o ministrazione dello Spirito (2 Co. 3:6) (3), perché essa, mediante la fede, diventa viva ed efficace alle nostre orecchie, o piuttosto ai cuori dei credenti grazie all’illuminazione dello Spirito Santo. La lettera, che è opposta allo Spirito, significa infatti, qualsiasi cosa esteriore, ma principalmente la dottrina della Legge, la quale, senza lo Spirito e la fede, produce collera ed accende il peccato nei cuori di coloro che non credono con fede vera e viva. Per cui, essa viene chiamata dall’Apostolo anche ministrazione [il ministero] di morte. In effetti, si riferisce a questo la parola dell’Apostolo secondo cui la lettera uccide e lo spirito vivifica. E, senza dubbio, i falsi apostoli hanno predicato un Evangelo corrotto, mescolandovi insieme la Legge, quasi che Gesù Cristo potesse salvarci senza la Legge, come affermano gli ebioniti, discendenti dell’eretico Elione, e i nazirei, detti anticamente mineani, tutti eretici che noi condanniamo; e predichiamo solo l’Evangelo [puro e schietto], insegnando che i credenti sono giustificati unicamente per Cristo e non dalla Legge, cosa che esporremo ben presto più ampiamente trattando della giustificazione.
Accuse infondate contro gli evangelici
Del resto, benché la dottrina dell’Evangelo, rispetto alla dottrina della Legge trattata dai farisei, sia sembrata essere, essendo predicata dal Cristo, una nuova dottrina, cosa che Geremia ha profetizzato anche del Nuovo Testamento, essa era, in verità, non solo una dottrina antica, ma la dottrina più antica del mondo e lo è ancora oggi nonostante che coloro che aderiscono al Papa la chiamino nuova, se la si vuole paragonare con la loro. Dio ha infatti proposto e predestinato da tutta l’eternità di salvare il mondo attraverso Cristo e, mediante l’Evangelo ha dichiarato al mondo questa Sua predestinazione e questo Suo eterno consiglio (2 Ti. 1:9,10) (4).
Ne consegue evidentemente che la religione e la dottrina evangelica è, fra tutte quelle che sono state, sono e saranno, la più antica. Per cui diciamo che si sbagliano miseramente [sono in grave errore], e avanzano propositi indegni dell’eterno consiglio di Dio, quanti chiamano la religione e la dottrina evangelica una dottrina inventata di recente ed una fede che ha meno di trent’anni. Contro costoro si possono usare le parole del profeta Isaia: “Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!” (Is. 5:20).
Note
- (1) Questo capitolo della Confessione tratta in primo luogo della continuità e discontinuità fra Antico e Nuovo Testamento. “Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie»” (Mt. 13:52).
- (2) Sulla creatura umana, perché la trasgredisce, e così merita una giusta condanna.
- (3) “...il quale ci ha anche resi ministri idonei del nuovo patto, non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita” (ND), “Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (Riv.).
- (4) “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” (2 Ti. 1:9,10).