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18. LA SICUREZZA DELLA GRAZIA E LA SALVEZZA
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1. Sebbene vi possano essere ipocriti ed altre persone non rigenerate che, con false speranze e con presunzioni carnali, inutilmente ingannino sé stessi im­maginando di essere nel favore di Dio e in stato di salvezza (344), tale speranza sarà disillusa (345). Al contrario, quelli che veramente credono nel Signore Gesù, lo amano con sincerità, e si sforzano di camminare in buona cosci­enza davanti a lui, possono in questa vita avere la certezza d'essere in stato di grazia (346) e possono gloriarsi nella speranza della gloria di Dio e da una tale speranza non saranno mai delusi (347).
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(344) Gb. 8:13,14; Mi. 3:11; De. 29:19; Gv. 7:41.
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(345) Mt. 7:22,23.
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(346) 1 Gv. 2:3; 3:14,18,19,21,24; 5:3.
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(347) Ro. 5:2,5.
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2. Questa sicurezza non è semplicemente una convinzione ipotetica o probabile fondata su una speranza fallibile (348). E' invece una sicurezza di fede infallibile, che ha come fondamento la divina verità delle promesse di salvezza (349), l'evidenza interiore di quelle grazie alle quali queste pr­omesse sono congiunte (350), nonché la testimonianza dello Spirito di adozione che testimonia con il nostro spirito che noi siamo figlioli di ­Dio (351). Questo Spirito è pegno della nostra eredità, e con esso noi siamo suggellati fino al giorno della redenzione (352).
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(348) Eb. 6:11,19.
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(349) Eb. 6:17,18.
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(350) 2 Pi. 1:4,5,10,11; 1 Gv. 2:3, 3:14; 2 Co. 1:12.
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(351) Ro. 8:15,16.
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(352) Ef. 1:13,14; 4:30; 2 Co. 1:21,22.
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3. Questa sicurezza infallibile non fa parte dell'essenza della fede: un vero credente può aspettare a lungo e lottare contro tante difficoltà prima di esserne partecipe (353). Tuttavia, essendo reso capace dallo Spirito a conoscere le cose che Dio dà gratuitamente, egli potrà, senza alcuna rivelazione straordinaria, raggiungere questa sicurezza, se si serve dei mezzi della grazia in modo giusto (354). Perciò tutti hanno il dovere di impegnarsi a rendere sicura la loro vocazione ed elezione (355) affinché il loro cuore possa essere ripieno di pace e di gioia nello Spirito Santo, di amore e riconoscenza verso Dio, nonché di forza e di allegrezza nel compimento dei doveri di obbedien­za (356), i quali sono i frutti naturali della sicurezza, che non dispone certo gli uomini ad azioni dissolute (357).
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(353) 1 Gv. 5:13; Is. 1:10; Mr. 9:24; Sl. 77:1‑12.
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(3­54) 1 Co. 2:12; 1 Gv. 4:13; Eb. 6:11,12; Ef. 3:17‑19.
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(355) 2 Pi. 1:10.
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(356) Ro. 5:1,2,5; 14:17; 15:13; Ef. 1:3,4; Sl. 4:6,7; 119:32.
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(357) 1 Gv. 2:1,2; Ro. 6:1,2; Tt. 2:11,12,14; 2 Co. 7:1; Ro. 8:1,12; 1 Gv. 3:2,3; Sl. 130:4; 1 Gv. 1:6,7.
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4. La sicurezza della salvezza dei veri credenti può essere scossa, diminuita o interrotta in vari modi: o perché trascurano di preservarla, o perché sono caduti in qualche peccato particolare il quale ferisce la coscienza e contrista lo Spirito, o per una tentazione improvvisa e forte, o perché Dio ha nascosto la luce del suo volto, lasciando che anche quelli che lo temono camminino nelle tenebre senza una luce (358). Tuttavia i credenti non sono mai privati totalmente del seme di Dio, della vita della fede, dell'amore di Cristo e dei fratelli, della sincerità di cuore e della coscienza del proprio dovere. Per mezzo di queste cose e per l'opera dello Spirito è possibile con il tempo ravvivare la loro sicurezza (359) e nel frattempo queste grazie li preservano dalla totale disperazione (360).
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(358) Ca. 5:2,3,6; Sl. 51:8,12,14; Ef. 4:30,31; Sl. 77:1‑10; Mt. 6:69‑72; Sl. 31:22; 88; Is. 50:10.
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(359) 1 Gv. 3:9; Lu. 22:32; Ge. 13:15; Sl. 73:15; 51:8,12; Is. 50:10.
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(360) Mi. 7:7‑9; Ge. 32:40; Is. 55:7‑10; Sl. 22:1.

Revision as of 21:41, 27 June 2011

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18. LA SICUREZZA DELLA GRAZIA E LA SALVEZZA 1. Sebbene vi possano essere ipocriti ed altre persone non rigenerate che, con false speranze e con presunzioni carnali, inutilmente ingannino sé stessi im­maginando di essere nel favore di Dio e in stato di salvezza (344), tale speranza sarà disillusa (345). Al contrario, quelli che veramente credono nel Signore Gesù, lo amano con sincerità, e si sforzano di camminare in buona cosci­enza davanti a lui, possono in questa vita avere la certezza d'essere in stato di grazia (346) e possono gloriarsi nella speranza della gloria di Dio e da una tale speranza non saranno mai delusi (347).

(344) Gb. 8:13,14; Mi. 3:11; De. 29:19; Gv. 7:41. (345) Mt. 7:22,23. (346) 1 Gv. 2:3; 3:14,18,19,21,24; 5:3. (347) Ro. 5:2,5.

2. Questa sicurezza non è semplicemente una convinzione ipotetica o probabile fondata su una speranza fallibile (348). E' invece una sicurezza di fede infallibile, che ha come fondamento la divina verità delle promesse di salvezza (349), l'evidenza interiore di quelle grazie alle quali queste pr­omesse sono congiunte (350), nonché la testimonianza dello Spirito di adozione che testimonia con il nostro spirito che noi siamo figlioli di ­Dio (351). Questo Spirito è pegno della nostra eredità, e con esso noi siamo suggellati fino al giorno della redenzione (352).

(348) Eb. 6:11,19. (349) Eb. 6:17,18. (350) 2 Pi. 1:4,5,10,11; 1 Gv. 2:3, 3:14; 2 Co. 1:12. (351) Ro. 8:15,16. (352) Ef. 1:13,14; 4:30; 2 Co. 1:21,22.

3. Questa sicurezza infallibile non fa parte dell'essenza della fede: un vero credente può aspettare a lungo e lottare contro tante difficoltà prima di esserne partecipe (353). Tuttavia, essendo reso capace dallo Spirito a conoscere le cose che Dio dà gratuitamente, egli potrà, senza alcuna rivelazione straordinaria, raggiungere questa sicurezza, se si serve dei mezzi della grazia in modo giusto (354). Perciò tutti hanno il dovere di impegnarsi a rendere sicura la loro vocazione ed elezione (355) affinché il loro cuore possa essere ripieno di pace e di gioia nello Spirito Santo, di amore e riconoscenza verso Dio, nonché di forza e di allegrezza nel compimento dei doveri di obbedien­za (356), i quali sono i frutti naturali della sicurezza, che non dispone certo gli uomini ad azioni dissolute (357).

(353) 1 Gv. 5:13; Is. 1:10; Mr. 9:24; Sl. 77:1‑12. (3­54) 1 Co. 2:12; 1 Gv. 4:13; Eb. 6:11,12; Ef. 3:17‑19. (355) 2 Pi. 1:10. (356) Ro. 5:1,2,5; 14:17; 15:13; Ef. 1:3,4; Sl. 4:6,7; 119:32. (357) 1 Gv. 2:1,2; Ro. 6:1,2; Tt. 2:11,12,14; 2 Co. 7:1; Ro. 8:1,12; 1 Gv. 3:2,3; Sl. 130:4; 1 Gv. 1:6,7.

4. La sicurezza della salvezza dei veri credenti può essere scossa, diminuita o interrotta in vari modi: o perché trascurano di preservarla, o perché sono caduti in qualche peccato particolare il quale ferisce la coscienza e contrista lo Spirito, o per una tentazione improvvisa e forte, o perché Dio ha nascosto la luce del suo volto, lasciando che anche quelli che lo temono camminino nelle tenebre senza una luce (358). Tuttavia i credenti non sono mai privati totalmente del seme di Dio, della vita della fede, dell'amore di Cristo e dei fratelli, della sincerità di cuore e della coscienza del proprio dovere. Per mezzo di queste cose e per l'opera dello Spirito è possibile con il tempo ravvivare la loro sicurezza (359) e nel frattempo queste grazie li preservano dalla totale disperazione (360).

(358) Ca. 5:2,3,6; Sl. 51:8,12,14; Ef. 4:30,31; Sl. 77:1‑10; Mt. 6:69‑72; Sl. 31:22; 88; Is. 50:10. (359) 1 Gv. 3:9; Lu. 22:32; Ge. 13:15; Sl. 73:15; 51:8,12; Is. 50:10. (360) Mi. 7:7‑9; Ge. 32:40; Is. 55:7‑10; Sl. 22:1.





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